Il Socialismo - Anno II - n. 17 - 25 ottobre 1903

IL SOUA,LISMO l'apparato politico piii contraddittorio e più contrastante con il passaggio del potere tra le mani della maggio– ram~a produttrice. E così gli ordinamenti politici italiani, assoggettati ad una critica attenta e visti attraverso la legislazione politica, si mostrano diretti a sopprimere la prevalenza, nell'esercizio legislativo, della maggioranza del paese. Per rimodernare i quadri della vita rappre– sentativa.italiana (che le statistiche elettorali dimostrano essere tra le mani dell'affarismo politico-amministrativo) occorre l'attuazione di tutto un programma di reinstau– razione costituzionale. E questo programma-è l'esponente politico del sottostante interesse economico che hanno le classi produttrici a strappare il potere dalle mani delle oligarchie parassitiche ed improduttrici, spoliatrici del loro profitto industriale. Questa lotta di classe tra la borghesia moderna - non plasmata dal mimetismo monarchico - e le caste semi feudali - assottigliantisi ili.estensione, ma crescenti in potenza - forma la spina dorsale, il contenuto eco– nomico tipico del partito repubblicano italiano. Ma le sue origini ideologiche sopradescritte, la sua istintiva e fon– damentale natura antiproletaria che lo spingono a con-· correre contro il Socialismo sul terreno economico della organizzazione proletaria per cancellarne il carattere ostile al principio della propdetà capitalista e indivi– duale, l'imprecisione derivata alla sua direttiva politica dallo ancora scarso sviluppo delle forze borghesi, ne fanno una massa dai contorni politici poco precisi. Onde il partito repubblicano, disconoscendo la realtà, o sconfessa o mal confessa la sua origine e natura bor– ghese. Mentre la sua forza di effettiva operosità e la efficacia rivoluzionaria della sua azione non potranno dipendere che da questo riconoscimento del proprio ~pecificato carattere borghese di lavoro e di lotta! Le interne dissensioni di questo partito, acuite dal recente atteggiamento ministerialista del suo gruppo parlamentare, e risolute formalmente con la deliberata autonomia di esso nel recente Congresso di Forlì, di– pendono appunto da questo incrocio di ideologie che ne perturbano il funzionamento e lo sbalzano in una azione oscillante e sbalestrante .. Come il suo dissìdìo però non possa impedirne lo accrescimento di vigore e di combattività risulterà dallo esame dei rapporti ch'esso ha col Partito socialista. 11 partito radicale non è che una nuaJlce, o una sottofi!iazione (precipuamente parlamentare) di questo generale gruppo d'interessi che animano il partito re– pubblicano. Anche la frazione radicale è travagliata da una crisi: comune agli altri due partiti popolari. Però la monade radicale si è scissa, per un mero atteggiamento estrinseco del gruppo parlamentare. Fin qui il gruppo radicale non ha avuto vere tra– dizioni storiche di partito nel paese. Composto di capi– tani senza esercito, il metaforico ed allegorico partilo si è ridotto all'espressione modestissima di un nucleo di parlamentari, scarso di proseliti, poco ricco e ignaro, per mancanza di esperienza vera e di pratica, çlell'arte di governare. Partito, dichiaratamente, di governo, esso ha, di fronte ai partiti di Destra e delle Sinistre, come di fronte alle ibride zone grigie del centro, la mirabile suggestione della modernità, e la verginità di tutte le colpe cli questo quarantennio di nefasta politica italiana. Si presenta, così, come la riserva o ultima ratio della causa della conservazione politica italiana. Di fronte ad una storia di ricorsi simmetrici nelle vicende parlamentari, che si sono sempre e persisten– mente aggirate nel cerchio ferrato d'un ordinamento finanziario incongruo con l'economia del Paese, esso attende che la sua ora sia scoccata per assumere il go– verno col proposito d'un riordinamento finanziario - principalmente basato sulla riduzione delle spese mi– litari. Quarant'anni di pratica parlamentare hanno provato che il potere esecutivo ostacola e rende impossibile ogni ascensione del partito radicale al potere. Ma superata la fase reazionaria, e installato il gabinetto Zanardelli-Giolitti, il gruppo radicale ha. creduto (e l'in– vito di partecipare al governo ne parve un sicuro sin– tomo) giunta l'ora della sua assunzione proprio quando questa era resa dalle circostanze obbiettive più lonta1~a. È stato un vero errore di daltonismo politico. Una parte rilevante del gruppo, capitaneggiata dal Sacchi, credette che l'unico ostacolo alla sua ascensione al go– verno fosse la sfiducia della Corona, e credette propi– ziarsi il feticcio mettendosi deliberatamente nell'orbita monarchica, mentre la frazione marcoriana rimase nel suo ag'llosticismo politico rispetto alla monarchia. Questa scissione del gruppo radicale è stata prodotta da una falsa interpretazione del presente momento della vita politica del Paese. Per la prima volta infatti il partito libe,:a!e e i partiti conservatori, dopo la fondazione dell'unità. patria, si tro– vano nelle condizioni obbiettive di attuare delle riforme tributarie di sensibile sollievo per l'economia paesana. Difatti la storift finanziaria scrive finalmente una pagina di consolidato e duraturo avanzo nel bilancio: e quel margine attivo (da M. Ferraris calcolato « al netto>> di 35 milioni) può, ad un governo o conservatore o libe– rale, concedere una certa ampiezza di attività riforma– trice nell'ordinamento tributario, in senso democratico. Ora si badi bene; il partito radicale, l'ala più lega– litaria del!' Estrema Sinistra, ha con gli altri partiti dello istesso settore questo comune angolo visuale: che senza la riduzione delle spese improduttive non è possibile attuare le più vaste riforme radicali del Paese. Orbene un Governo teCnicamente capace, sia conser– vatore sia liberale, trova preparate le condizioni finan– ziarie adatte per potere, fuori di questa pregiudiziale radicale della riduzione degli armamenti militari, sé non le più vaste, le più pressanti riforme finanziarie. Inoltre il pareggio. e il conseguente corso della rendita al disopra della pari, hanno reso teoricamente risolubile, mediante una operazione di libera conver– sione, la riduzione degli interessi del debito pubblico. E, se a ciò non si addiviene, è appunto per la sopra deliç.eata condizione di una sottostruttura economica parassitaria che sorregge il nostro apparato politico e l'indirizzo prevalente di Governo. 1 Ma ove quei par– titi si decidano a compiere questo atto di energica ed in– tiipendente politica finanziaria, il partito radicale vedrà allontanarsi anche di più il conseguimento del potere. Difatti la Sinistra e la Destra possono, per la prima volta, governare senza attentare allo stat11,-quo, con una politica di riforme, sia pure minuscole, che possano 1 Quando, or <: 1111 anno, si cominciò a parlare di conversione libera, io scrissi nell'Avanti! un articolo in cui prevedcyo che gli ostacoli degli inte– ressi parassitarii lo avreùl.ero folto naufragare: e il De Viti-De Marco ri– tenne esagerate e pessimiste le mie previsioni. Or:i. mi p :i.rc che i fatti si stanno incaricando di dimostr,arc b verità delle mie :i.ffcrmazioni.

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