Il Socialismo - Anno II - n. 15 - 25 settembre 1903

Il SOCIALISMO colti da Co da D nel terzo collegio deciderà se C o D debba essere specificatamente proclamato deputato del– ! 'uno o dell'altro, del secondo e del terzo collegio. In– fine pel deputato della minoranza, cioè pel quarto de– putato del dipartimento, il collegio sarebbe, insieme al deputato della maggioranza, il secondo rappresen– tante del collegio del capoluogo dipartimentale. Tutti i pregi indiscutibili de.I sistema uninominale sarebbero così mantenuti, ed anzi vi si aggiungerebbe quello di assegnare ai capoluoghi - centri di attività maggiori - un rappresentante in più, che sarebbe però sempre rap– presentante della minoranza dell' intiera circoscrizione. Concludo: il numero dei voti è l'indice della condi– zione dei rapporti di sio1patia, çli interessi, di influenze, che un individuo ha in questo piuttosto che in altro collegio; e dunque il numero designi i collegi ai sin– goli deputati. A che la finzione della vecchia legisla– zione, la quale negava a un deputato di dirsi rappre– sentante di uno dei collegi della provincia? Di fatto ciascuno lo era, di fatto ciascuno lo sarebbe col sistema a dipartimenti. Nel mio sistema resterebbero, secondo il Niccolini, i due reati che si lamentano nello squittinio di lista: la possibilità cli scrivere nomi di candidati dì diverso partito, la possibilità di uno sleale gioco a danno dei colleghi da parte dei candidati che sanno di non poter conquistare che i posti della minoranza. Circa al primo reato: esso si consumerà sempre, anche con la scheda a un nome, in quanto il corrotto e l'egoista voterà sempre non secondo la propria convinzione, ma se– condo il proprio tornaconto, sino che l'educazione po– litica non abbia trionfato dell'ignoranza, della viltà, dell'egoismo gretto: contro gli effetti disastrosi delle quali piaghe sociali non possono nulla nè i più ela– borati sistemi elettorali, nè le norme più rigorose. In quanto all'altro reato, anche ammesso che vi siano déi candidati così ... delinquenti, il sistema proposto 11011 concederebbe a q9esti la grande facilità cencessa dallo scrutinio cli lista o dal sistema adottato nelle ele– zioni amministrative, non tràttandosi di molti nomi da scriversi sulla scheda, bensì di due soli ; inoltre il pro– posto sistema - non lo dimentichi l'egregio Niccolini - stabilisce che 4 siano gli eletti, di cui 3 della mag– gioranza, ma uno di questi 3 è l'eletto, diciamo così, della maggioranza-minoranza e il quarto della mino– ranza preponderante dopo la precedente; sicchè i can– didati ... delinquenti non troveranno necessario ricor– rere a un tradimento che, scoperto, o anche appena sospettato, può essere la causa della loro morte poli– tica. Infine potrei notare che questi reati sono comuni a tutti i sistemi, nessuno sapendo ostacolarli come sa– prebbe il sistema da me proposto, e non sono i soli. Un'altra osservazione fa il Niccolini: che per for– mare tanti dipartimenti tutti, approssimativamente, uguali per numero di abitanti e per numero di elet– tori, sarà molto diRì:cile, a meno che non si facciano dipartimenti con un pezzetto di Sicilia e un pezzetto di Piemonte. 11 Niccolini prende troppo alla lettera le cifre da me date: parlando d'una media di 250 mila abitanti, fra i quali sia una media di 17 mila elettori (per non scostarmi dal numero degli elettori dato dal– l'attuale limitato diritto al voto) non é escluso che l'una cifra possa essere maggiore o minore a seconda .che sia minore o maggiore l'altra; così, esemplificando 1 le sette provincie cli Sicilia contano complessivamente abitanti 3,623,175 e 144,322 di elettori, secondo le elezioni del 1900. Secondo la prima cifra i collegi do– vrebbero essere 14, secondo la seconda cifra dovreb– bero essere 8. Spetta al legislatore - senza bisogno di ricorrere al Piemonte - di costituire i dipartimenti, quali con cifra superiore di popolazione e minore cli elettori, quali viceversa, secondo il criterio dell'egua– glianza, il rispetto alle divisioni storiche, topografi- che, ecc. i che se anche, per completare un diparti– mento siciliano, si dovesse ricorrere, supponiamo, alla fusione di due collegi del dipartimento di Messina col collegio di Reggio Calabria, non solo non sarebbe un ;nale, ma, come è accennato nel mio studio, sarebbe un bene. Però, d'accordo pienamente col benevolo mio av– versano nel reclamare avanti tutto il suffragio univer– sale, senza di che la proposta circoscrizione non re– cherebbe quei vantaggi che io fermamente credo spe– rabili. In quanto poi a quello che debba desiderare un partito piuttosto che un altro, io non vorrei discutere, in quanto·non ebbi di mira nel mio studio l'interesse particolare di nessun partito. Ma poichè il Nlccolini raccomanda al gruppo parlam.entare socialista di opporsi a qualsiasi largo ritocco delle circoscrizioni attuali, gli ricorderò che il Vandervelde ravvisava nella rappresen– tanza proporzionale una gai-anzia conservatrice, mentre, subito dopo l'applicazione della riforma, i liberali al Senato belga salirono da 3 1 a 43, e a,lla Camera da 12 a 34, e i socialisti da 28 a 32. Esamini il Nicco– lini la statistica delle ultime elezioni: tre o quattro deputati socialisti che sono riusciti sarebbero, col si– stema dipartimentale, caduti, ma circa una dozzina che sono caduti, avrebbero vinto. C'è di più: se il Partito socialista è educatore e vuole il trionfo della giustizia, non deve avere paura - come il Niccolini - che una circoscrizione più razionale turbi l'assestamento, l'affiatamento prodotto fra i paesi degli attuali collegi: data la bontà di un programma non si deve temere che essa non possa conquistare le coscienze; quanto più largo sarà il campo di lotta, tanto più bella e grande sarà la lotta, tanto più facile la vittoria di un'idea giusta e santa. A che la paura infantile del Governo che, con opportuni tagli o appiccicature, faccia rovi– nare tutti i collegi? Maggior fede, egregio Niccolini, nella potenza d'una buona causa. Badate: ogni riforma che si basa sulla logica, suggerita dall \esperienza e dal– l'osservazione, viene sempre, inevitabilmente, o presto o poi I a vantaggio, mai contrq il progresso. Cosi, ad esempio, il diritto di voto alle donne: con- . cesso, farà dapprima indietreggiare il P.arlamento, ma le lotte temprando anche lo spirito femminile ad altre più nobili lotte civili, il voto alle donne potrà e dovrà rendere più facile la conquista d'un migliore avvenire sociale. Forse che, per tema del momentaneo retro– cedere, voi neghereste alla donna il diritto naturale e imprescrittibile cli lei, come essere umano, come cit– tadina, come contribuente, di eleggere i rappresen– tanti del proprio paese? No certo, a meno che mi si dimostri che la dottrina socialista vuole, come le dot– trine politiche vigenti, il monopolio dell'uomo; e poi– "chè tutti i sistemi elettorali sino ad oggi praticati e sino ad oggi elaborati sono più o mono irrazionali e più ricchi di difeni che di pregi, giova, senza utilita– rismo partigiano, studiare quel sistema che, pur· non essendo scevro di difetti - quod est lumlllmtm - rac– colga in sè il maggior numero di pregi. Con ciò quindi non voglio presumere sia per essere il migliore fra tutti il progetto da me presentato i mi basta che esso abbia aperta la grave discussione. Gino Trespioli .. T

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