Il Socialismo - Anno II - n. 13 - 25 agosto 1903

IL SOCIALISMO 201 poggia la civiltà moderna. • Quale cervello•, egli si domanda, .. li– bero di tutti i fanatismi dirà la complessività di tali caratteri tes– suti d'ombm e di luce? • Nel Dramma dclt Anarchia \'A. trova questo tipo ch'egli chiama sociale: l'uomo affermante non poter la società migliorare ove non b si sopprima. Questo tipo d' uomo l'A. l'ha incontrato nel suo cammino e si :1.ffretl:l, a dire che egli non parla del propagandista che trova il fulmicotone pili conclu– de~te di un sillogismo, la miccia di una bomba più espressiva di un periodo e che • sulla calvizie, dei er!'lnì c ostituzion:i.li , lancia dall'alto di una tribuna mia pioggia di chiodi arlti-parlamentari, una scatola di sardine ove le nutrienti bestioline fan posto a dei combinati chimici. • Pure, l'A. si ricorda di Ravachol, il dinami– tardo passato di moda e accenna alla follia che crea il crimine e e al genio che fa il capolavoro; ora, non si esplode più, ora si scrive, l'inchiostro è l'esplodente unico, la sua fiamma proielta frasi; le ferite che crea son ferite mornli : ora non si domanda che il cervello del lettore. L'uomo sociale è però, osserva l'A., meno plastico dell'anarchico, ha della misura, ha del sangue freddo, ha del colpo d'occhio; discute, amlizza, sonda, interroga fino a tro– vare " una specie di ragione che s'ignora, la forza segreta che di un drappello di bruti fece una società. • Attorno a cui il dram• malurgo può trovare le grandi riso~se per un' opera originale: " Pascal •, egli scrive, " Montaigne, Balzac, Taine, 1-,farxe Ba– kounine, il sorriso e l' inquietudine, lo scetticismo e la fede, la spensieratezza e la riflessione, la critica realista e l' ide3lismo inte– grale: ecco per il te:ltro sociale (o antisociale) gli elementi di un dialogo suggestivo. • L' A. es.'lmina tutti i dr!lmmi sociali che dal I892 corrono i teatri di Francia a incominciue d!l La Cage di Brieux, il terribile museo dell'abbandono e della fame i cui protagonisti non hanno l'uniforme stereotipa dellavniseria: sono i detriti della borghesia che bruciano gli ultimi carboni, sono gli individui in rédéngole che per comprarla non mangiano. Dopo La Cage, viene En Di– /resse di Henri Févre, l' odissea di un' anima che è in lotta col mondo organizzato, che decide tra il morire per delicatezza e il vivere, e preferisce vivere. Saint-Auban si domanda: • questo individuo è malfatto per la società, oppure la società per lui? • Galafieu, il protagonista, ri– voluzionario, irriducibile, un mattino, affannato, scende in piazz;:.ed insulta i. passanti; dà dei pugni, dà dei calci e, infine, estrae un coltello e in un caffè colpisce un signore decorato: • Viva l' Anar– chia! • grida. La clarière di Lucien Déscaves che si assimila al nikilismo di l\f. Donnay è una canzone anarchica rude e severa; le rivoluzioni creeranno la felicità o non degenereranno in ferocia o in un di– sordine infecondo? È ciò che il nostro A. si domanda dopo l'ana– lisi di questo lavoro e attacca con un contrnsto studiato il capi– tolo III del libro: Il sorriso del/' Anarcltia, critica minuta, sottile, dell'opera di Maurice Donnay e di Alfred Capus, il più g :i.io, il più sorridente, il più leggero degli scrittori anarchici. Con Le repas du Lion in cui François de Cure! studia l'istinto socialista alle prese con le ragioni dcli' individualismo intransigente, e con La P/ìqtu sodaliste di Emilc Veyrin, l'A. tralta del Dramma del Sodalismo pallido e sterile, secondo lui, di fronte a quello del– l'anarchia. Les fossi/es di de Cure!; Le Domaine di L. Bérnard; Le Fau– bourg di A. Hermant; le caricature cioè dell'aristocrazia, i pregiu– dizt, le convenzioni dcli' attuale società borghese, portati alla ri– balt:i. Tra il dramma socialista e quello anarchico salta subito la differenz!l.: il primo tratta le questioni sociali palpitanti nella vita d'oggi e tendenti a trasformarla nell'avvenire; il dramma anarchico si preoccupa solo dell'avVenirc, ha la p:ute delb. profezia e la sug– gestione del sogno. Cosl, l'Ainée di Lemetre tratta la questione _del matrimonio e i preti e La loi de l'Homme di Jules Case, e La Vestale di Hen•ieu, trattano la questione del feminisme. Le Divorce di Brieux, Les Cor– beaux e la Robe Rouge, criticano aspramente le scroccheric della Borsa e Le ,Vouvelle Ideale, Évasion, En Paix, i drammi delhi. scienza di de Cure\, di Brieux e di Bruyerre e quelli della camp3gna: l'Art e la Terre: Les Antibel di Pouvillon e Armand d'Artois, La Noblesse de la terre di Maurice de' Faramond. La campagn:i., cioè, coi suoi colori, con le sue brutalità, tutta la vita rurale istintiva e potente, animale e superba che si svolge dall'alba al tramonto, nella gioia del mattino e nella solennità della sera.: ecco ciò che Emile de S::i.int-Auban finisce col volere per l:i. scena e che gli sembra il teatro non abbia ancora raggiunto. Con questo libro egli ha fatto opera d' arte bella cd utile : è tutto il movimento letterario sociale francese che passa in queste trecentosessanta pagine come testimoniante di questa nuova con– quista del proletariato, la conquista cioè delle menti più elcue chi.' profondono ad esso la grande ricchezza. dell'ingegno. I.' Ideale d'arte di \Vagner va sempre più realizzandosi, e sem– bra che il suo spirito comunista aleggi nell'arte nuov:i. che dovrà esser di lutti, o di tutti quelli che vorranno goderne, e che oggi non possono, perchè esclusi da quella ristretla cerchia alla quale si imP3rtisce, come un privilegio, una.preparazione intellettuale. Giovanni de Nava. )AURÈS, Studi socialisti, traduzione e prefazione di Garzia Cassala. -Palermo, Sandron, 1903,pagine 359 ._ L. 3· A. GEREMICCA, Partiti e Programmi in Italia. - Na– poLl, Pierro, 1902, p. 105 - L. 1.50. Il pensiero di J:i.urès,nell'argomento specifico che tocca la con– troversia fra Socialismo rivoluzionario e Socialismo riformista, è noto ai lettori di Socialismo 1 nella sua espressione più concisa e precisa per le risposte ch'ei dava a Millerand, e che furon qui riprodotte. Alto sempre e squisito il suo dire, ampia e fulgida la sua visione, sereno il suo giudizio. Non così il traduttore; che nella sua prefazione rifrigge la so– lita pietanza dell' aut aut - o con noi o sulle barricate - col solito intingolo dei " coloro che si sono battezzati pomposamente 1·ivo– luzio11ari, la cui concezione della lotta di classe se non 'è fanfa– ronata di vanesi che si trucca.n da esteti, è concezione reazionaria (pag. 26) •, dei " torrenti di parole che dopo ventiquattr'ore di strepito lasciano asciutto il letto sassoso e abbandonano le terre ,profondate (pag. 28) •, degli "Ah I voi rivoluzionarP O passate dal barbiere a tagliarvi la coda (pag. 29) •• dei "la lotta di classe dei rivoluzionarì è uno spauracchio per bimbi e citrulli (pag. 29) •, e via e via ad ogni piè sospinto. Pietanza e intingolo che ormai sanno di rancido, e che non si dànno più... a bere a nessuno, ormai che il palato del Partito ha cominciato a rimettersi dal quotidiaJJo pasto di quest:i. roba, som– ministratogli per più d'un' annata. E son venuti nel frattempo anche i nostri bravi compagni te– deschi coi 3 milioni e 8000 voti socialisti, a dimostrare che il metodo rivoluzionario da essi costantemente segulto, non è poi quello spaura.cchio per bimbi e citrulli che il buon Cassala va an– cora dicendo a questi lumi di luna di riforme tra sfumate e sfo1tate. Il dilemma " riforme o barricate • ha fatto il suo tempo. "Tra le riforme e le barricate - scriveva il Ferri nell'articolo Socialisti e Governo (Avanti, 25 giugno) - c'è appunto la via di mezzo, che è la sola gr3nde strada maestr.>.del Partito socialista. I Vedi Riformisti r rivaluzitmari, l\111.LERAND e jAURÈs, in Attualità pq/itica del St,cialt'smQ, fase. Jl(, anno li, 25 mano 1903,

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