Il Socialismo - Anno II - n. 9 - 25 giugno 1903

IL SOCIALISMO 135 quale non a\·endo un Collegio pr9prio, ma dovendo raccogliere voti in tutti e tre i Collegi, sarebbe, come ò detto', il secondo depurnto elci capoluogo del dipar– timento. Sarà bene, a maggiore chiarezza, esemplificare. Non tutte le attuali provincie potranno esattamente costituire uno o più dipartimenti; ed anzi, ripeto, è uno dei tanti scopi del sistema propo~to, quello di clistrug-, gere la rigorosa e dannosa coincidenza della circoscri– zione politica con quella amministrati\·a; ciò che non deve vietare si rispetti la compagine attuale di una popolazione in quelle provincie che ànno il numero dalla •legge stabilito di abitanti per ogni dipartimento. La provincia di Piacenza che conta poco meno di 240 mila abitanti costituirebbe dipartimento, due ne costituirebbe quèlla di Pavia con circa 490 mila abi– tanti. Per contrario, la provincia di Grosseto non conta che circa 120 mila abitanti e però si dovrebbero aggre– gare ad essa, verbi grafia, 60 mila da ciascuna delle pro– vincie popolose di Siena. di Roma e di Perugia, mentre Grosseto ne cederebbe alcune diecine di migliaia a Pisa, la quale alla sua volta dovrebbe cederne alla provincia di Livorno; Grosseto suppongasi, cederebbe Follonica a Pisa e s_ì aggregherebbe Orvieto da Perugia, Tosca– nella od Acquapendente da Roma, ,Montalcino da Siena, e però il dipartimento politico di Grosseto sarebbe tut– t'altra cosa della circoscrizione amministrativa, come questa è oggidì tutt'altra cosa col distretto militare. Vi sarebbero dipartimenti a poco più od a poco meno di 250 mila abitanti, provincie con parecchi diparti– menti, uno o più dei quali aggregandosi collegi o co– muni di altre provincie o ad altre provincie cedendone. La mutazione non è tale che possa arrecare lavorio ed inconvenienti I e, a conforto, dirò che in virtù della legge 17 dicembre 1860 con frazioni di provincie di– verse si crearono nuovi collegi: Asola - formata <la 27,688 abitanti di Mantova, 17,091 di llrescia e 4.1,27 cli Cremona= totale 49,206; Bovino- e}:>be da Foggia 22,016 abitanti, da Avel– lino 25,38.,i., da Benevento 8330 = totale 55,730; Campagna - da Salerno abitanti 4.J.,355, da Avel– lino 9900 = totale 54,255. I collegi con tale criterio formati furono 30, e cioè, oltre ai suddetti, quelli di: Airola, Bordolino, Bivona, Bozzolo, Caiazzo, Cairo Montenotte, Caltagirone, Ca– salmaggiore, Castelvetrano, Castiglione delle Stiviere, Cicciano, Còmiso, Grosseto, Lucera, Mercato S. Se– verino, Montesarchio, Morcona, Nola, Partinico, Pe– tralia, Soprana, Piedimonte d'Alife, Riccia, S. Giorgio la Montagna, Sannazzaro, Sciacca, Terranuova e Vizzini. Come dunque non parve nè strano nè impossibile la creazione di tanti collegi tutti composti di elettori di pili provincie non parrà nè strana nè impossibile la creazione di dipartimenti politici composti di plaghe, non solo a varie provincie appartenenti, ma a diverse regioni. Le antiche barriere sono cadute, ed oggi fra regione e regione il confine è meno marcato che fra le provincie d'una stessa regione: le provincie essendo bensì circoscrizioni artificiali, ma, dal punto di vista burocratico ed amministrativo, marcatamente distinte; mentre le divisioni regionali non ànno oramai che un valore storico. Che se a taluno non paresse di gran momento il benefico effetto di tale incrocio, cioè la quasi impossibilità di una efficace e deleteria influenza da parte dei prefetti sulle elezioni, non si dimentichi che un altro ben più grande beneficio potrebbe deri– vare: il regionalismo, malanno secolare d'Italia, sa– rebbe, sebbene parzialmente, ostacolato; e, in cerchie pili ristrette, debellato il campanilismo. Potrebbe essere obbiettato che non ovunque sarebbe possibile la rigorosa applicazione della uniformità dei 1 Cfr. in proposito l:i. cit. Rtla~. dello ZANARDKLU, pa2. ,-39-147. dipartimenti, stante le molto varie condizioni topogra– fiche della penisola. A dir vero la sempre pili grande facilità dei mezzi di comunicazione elimina ogni im– portanza dell'obbiezione; ma pure ammesso che le con– dizioni topografiche di una data plaga facciano sorgere conflitto fra la legge e l'applicazione di essa, la regola potrebbe, come talvolta è necessario, subire qualche eccezione: in Sardegna, per esempio, ,le due provincie di Cagliari (abit. 420 mila circa) e di Sassari (260 mila circa), con un totale di soli 680 mila abitanti, si po– trebbero creare tre dipartimenti, quantunque la po– polazione non raggiunga la media richiesta di 750 mila abitanti complessivamente.' Sarà quindi d'uopo stabi– lire un massimo ed un minimo del numero sia degli abitanti che degli elettori, ciò che no1l' lede quel cri– terio della uniformità che dev'essere un caposaldo del sistema proposto. Le lievi differenze saranno un inconveniente lievissimo di fronte a quello che oggidì si lamenta, sia di deputati eletti con migliaia di voti e di altri con pochissime centinaia, sia di collegi con popolazione stragrande e di altri con popolazione troppo esigua: il collegio di Bobbio nel 1897 era composto di 39,893 abitanti, nentre quello di Civitavecchia di 72,005 abitanti; nel 1900 il Piemonte era la regione la quale dava la percentuale massima di elettori po– litici in rapporto agli abitanti, cioè il 10.56°/n mentre la Sicilia dava il 3.87% soltanto; il collegio di Oviglio aveva la massima proporzione di elettori,il 19.71 %, men– tre il minimo lo aveva Nicosia, cioè il 2-i5 °fo. Se il si– stema dipartimentale, come corretto, non potrà equipa– rare la potenza politica delle varie regioni, potrà rendere uniformi quanto pili è possibile i collegi, col risultato altamente morale che ciascun deputato possa valere di fatto ugualmente, come uguali sono di fronte alla legge, per una condannabile finzione, tutti gli eletti. Ma per– chè il difetto dell'enorme differenza numerica sia sanato, non con l'artificio, ma realmente, naturalmente, si ri– chiede avanti tutto la riforma dell'applicazione non fit– tizia del principio della universalità del suffragio. Alta conquista per opera della popolazione stessa, quando l'educazione politica abbia la popolazione resa cosciente dei propri diritti e dei propri doveri. Gino Trespioli. VITA PROLETARIA INTERNAZIONAL L'Internazionale dei Minatori lo sento spingcui GHR).ll!"AL Sotto la Tcrr:\ juL1ts Jouv. Il XIV Congresso internazionale dei minatori, che è stato tenuto alla« Casa del Popolo» di Bruxelles, è uno dei pili importanti e più significativi nella storia dei Con– gressi internazionali operai. V'erano 79 delegati, di cui 46 inglesi, 9 tedeschi, 6 francesi, 1 austriaco e 17 belgi. Questi 79 delegati rappresentavano una massa organizzata di un milione e 271,500 minatori, di cui 539,500 inglesi, 280,000 tedeschi, 160,000 austriaci, 162,000 francesi e 130,000 belgi. Riassumiamo dapprima rapidamente i lavori del Con– gresso. L'ordine del giorno portava i seguenti comma: La giornata di otto ore - il minimo di salario - le casse di risparmio - l'ispezione delle miniere - l'azione politica 1 La cosa. si ripete a.d ogni Congresso, e denota. tutto l'egoismo gretto, e a.ntisocialista che alligna nelle classi l:wo~atrici inglesi. ~erò c'è un principio di resipiscenz3 ...; quest3 volta s1sono astenuti. Le .altre volte avt:vano addirittura vota.lo contro. N. d. R.

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