Il Socialismo - Anno II - n. 9 - 25 giugno 1903

fL SOCIALISMO Poichè la fisionomia di colui che inizia il dottrinarismo critico della società moclem:i., fu singolarissima, E ci voleva il pennello dcli' I-lolbein per conservarci il grigio vibrnnte degli occhi di sir Tho– m:tS More. Per ca.pire Utopie e rendersi conto esatto della sua import:rnza nel processo del pensiero um:-ino, bisogna romperla con b critic.'l usuale. È insieme doloroso e comico assistere :ilio spettacolo dell' in– tiero mondo acc.'\demico che prende sul i.crio le fant:1slicheric delle quali si serve Dante per esprimere i suoi sentimenti e le sue idee, e poi disprezza o trascurn tutto il contenuto di un'opera insigne come è Ut(JjJie, solo pcrchè l'autore si serve anch'esso di una fin– zione per dire cose che, da Daote alln prima meti del decimosesto secolo, segnano una straordinaria matur:u:ionc della coscienza umana. Che cosa pen~v:t, dunque, questo p:ttriarca del nostro pen– siero sociale? Tomm:1.SOMorus è un pr.itico. Non guarda. nelle due lontn• n:mze evanescenti del pass.,to e dcli' :wvenire. Egli trn.e le sue osservationi dalla viva re.,ltà del suo prt-sente. Egli consider.i le ingiustizie sociali dell'Inghilterra che gli vivev:-id'attorno e si per• suade profond:i.mente di questo fatto, quattrocento :i.noi fo, e ... che il sistem:i. sociale è la cospirn.zione del riccO contro il povero. • e li ricco si sforta di tosare sul salario, si:i con frodi perso. nali, sia con misure legislative e gener!lli, in m:miera che gli :ibusi già esistenti (poid,è l w, a/J,uo du coloro i 9uali dàm,o di più allo Staio siam, i mett(} rimuneralt) siano :incora :\ggr.\V:lti:d:ille leggi dello Stato • . La critic:l della proprietà individu:ile era. dunque essenzi3.lc nell'opera del Morus, Questo popolo diviso in due classi fonda– mentali, i signori oziosi ed accumubtori da un lato e coloro .che lavorano e pagano le imposte e soffrono, dall'altro, non poteva non ispirargli il celebre pensiero esplicito, in cui è detto come e in tutti gli Stati nei qua.li la proprietà è individuale, ove tutto si mi• sura col danaro, non potrà vigere la giustizia, nè essere g3.ra.ntit:1 la prosperità pubbliC3. Affinchè sia stabilito il vero giusto equilibrio nelle relazioni umane, è neeess:lrio :1001ire il diritto di proprietà. Poichè sino a tanto che questo diritto sussisterà, la Socictb. non potrà entrare nelle vie del benessere •. Tommaso 'Morus pianta queste afferm:tZioni con un:i.rrnnchezza ed una forza che sono, tenuto riguardo !lii' epoca, indubbiamente geniali, e che trovano nei corollarii strettamente conseguenti la ri• prova delln loro profonda sincerità. Dai C.'lrdini il gran~c.,nccllierc scuote la vecchia società sfrut• latrice. In UtopU prcdomin:t il concc~to che la legisl:tZione deve nvere per iscopo unico il bene delle masse, sopr.tttutto di quella lavora. trice, i diritti dell:1.qu3 le sono maggiori. Tutti devono lavorare, dice Thom3.5 More, nella nuova società, ~a con moder:tZione. Le ore di lavoro devono essere sei nelle venti– quattro. Dieci devono essere consacrate al riposo ed alla istruzione, otto al sonno. Tommaso Morus era igienista, era positivista, era fisiologo.• In Utopie solamente - egli scrisse - si è alla fine venuti a ca• pire I' influcllZ!l che può avere una igiene bene intCS3, sulla pub– blic:i moralità quando si diffondano ovunque l'aria, la luce, b. comodità, la pulizi:i.. • Non basta. Un:i.società giusta non può essere non istruita. e Ili. sogna che gli operai si istruisc:mo - è scritto in Utopie - percbè è una delle condizioni esscruiali della pubblica felicità l'avere essi qualche ora consac~ta all:1riflessione ed alh coltura dello spirito. • Tomma.~ Morus voleva, quindi, che le scuole fossero molte e fossero molto comode le case. I grandi problemi dcli' umanità sono leg:i.ti a tale csigenz.n.. Quc$:.toè secondo lui, il solo meuo buono a prevenire il delitto, poichè cm. pensiero del ancelliere che punire il delitto fosse una enonnità. • Se voi sopportate che gli uomini del popolo siano male istruiti e vengano su corrotti sin dnH'infanzia, e se voi li punite quando sono arrivati all'età adultn. per delitti che hanno succhiati col l:llte, ,·uol dire che voi fate prima i fo.dri e poi li punite I • Nella pena non deve aver posto alcun elemento di crudeltà. L3 condanna - sono quattrocento :umi che ciò ~ scritto - non deve togliere al cond:i.nnato b. spernm:a e la maniera di ri:i.bilitnrsi. Dinanzi ad un pensiero così forte e così maturo che cosa val– gono le critiche bolse degli incoronati dalle accademie ufficiali come il signor Sudre? • Su per giù tutte le critiche mosse :i.Iladotirina' del More hanno :i.vuto il loro ltil-motio ncll' enunciato che i critcrl del cancelliere in fondo non rappresentino che il partito preso di contraddire ai fatti ed 3.i com·incimenti dcli' epoca in lnghiltcrr.i. Cari questi critici della muffa borghese I O non è, forse, sacro. santamente vero che !:i.mcnwgn:i convenzionale, sollo le cui etichette il mondo passivo si muove e giudica, affermi proprio il contrario di ciò che è vero, di ciò che è il fotto, di ciò che è 1 in UD!l. parola? Tbomas More, da questo lato, è il Vero primo socialist:l mo– derno. Egli è un denudatore delle cose umane; egli, lacerando il vieto velo del pudore tmdizionale - ah, se papa Leone avesse letto bene Utopie! - incarica la onesta matrona di mostrare il corpo ignudo dell3. fidanuta :-ti fid:1nzato, cd impone al vcgliardv grave di compiere lo stesso dovere per il fidanz.,to verso la fidanzata. Quell:l monet:l, cui noi dobbi:i.mo d:1re tanto v:1lore, gli abita.nti di UtopU la disprezzano, e bevono in vasi di terra e di vetro, e fanno i loro vasi da notte in oro e in argento. E quel cattolicone del More e quell'intimo e fedele :imico ch'egli ru di Enrico VJl[ prima della tresca legalizzata co'n Anna Boleyn, voleva nella liber.i, ilhunin:ita espressione della volontà popolare la elezione delle cariche degli amministrntori dello St:ito. Ed il fiero osteggiatore della prop~anda luteran:i.d :i.va agli abit:i.nti di Utopie la tollerall%:l più larga. E quel beatificato di Santa chiesa romana era di un:i feroce severità. contra i sold3.ti rii mestiere, contro i militnristi ed il mi– litarismo. e Gli assassini - scrive - sono bu(lni soldati; e i sold:i.ti sono buoni ass!l.Ssini I • Il medesimo tono è in Utopie, nelle pagine ove è ncg:i.ta ogni logica allo spirito dell:i. guel'r.l e della conquista., al raggiro della politico, f~udolenta di per sè stessa, alle debolezze cd alle malvagità della diploma.zia, ed è d'una bellez1,a che desL, stupore lo squ!'ll'cio sui v:rntnggi della pace. Ed ora 13.SCiamo :>.glieunuchi della storia e dcll3. critica i facili compiacimenti ironici per il sog110 di sir Tbomas More; lasciamo che si sc.'l.ndalizzino e sghignuzino <Jinanzi alla pocsi:i dell'isola • Che no11 è in msmn ltlogo • a forma di luna nuova, dalle cin~ qu:'llltaquattro città immense e felici, ferventi di giusta cd ordinata atth•ità feconda :1ttorno ad Amauroto, ove è il Senato, l'isola ove, a ritmi fissati, gli uomini lasciano, per la vita dei campi, gli ag– glomeramenti delle città, ove i magistrati dànno a tutti i mezzi della esistenza secondo i bisogni di ciascuno, ove si fa alla donna una parte di J3.voro, di lranquillità, di dignità e di felicità pari a quell:t dell'uomo. Lasci:imo che la critica borghese rida. Noi meditiamo ammirati, la critica rivoluzionaria di Tommaso Morus, gran cancelliere della Corona, grande C.'\ttolico, che pur vedeva la giustizia prepararsi lenta, ma nccess:ufa e sicura, dagli assurdi mostruosi dell'epoca sua - quella giustizia della quale noi scnti:1.mo di dover css.ere fii oper:i.i :i.rditi ed estremi.

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