Il Socialismo - Anno II - n. 4 - 10 aprile 1903
60 TI. SOCIALISMO c-r.:mdc forzn che lii lTO\'a :ilio ,l:tlu potenziale nel proletariato; la su:t foru di (.'Onsumo; e la cooperaiione la rcgolariua, 1 :i.org: i.– niua, mentre il piccolo commercio l:i. distrugge cvntinunmente, cd :i.sservisce l'opernio, :lpprofitl!\ndo della su:i. qualità di consumatore. Basta fare, ad esempio, il confronto (rn l':uione che in tempo di sciopero esercitano i commerci:mti, e quella che e~ercitano le cc,o-. pemtivc solidamente costituite, facenti cn..-dito agli scioperanti. Si s :i.rà risolto con ciò tutto il problema gcncr:ilc dell:1 coope– r.uione soci:llist:i) Certamente, no. In qu~o campo, come in ogni altro, bisogna esamin.1.re il giuoco dei fenomeni natur.1li, osservare come rutur.ilmentc si svolgono i fatti, e ciò con una patien:r.a tutt:a scicntific.'\. Adagio a cosLruirc teorie gcner:l!i! La critic.'l soci:11ist:,, osserva, e poi regolarizza, m:i non h:-i la virt\t nmgicn di creare. È. il movimento del proletnrinto, quello che crcJ, 11 che rientr:\ in quella maggior verit~ per In qunle il Soci:t• lismo non si può realiuare se non per il mo,•imento operaio e nel movimento opcr:,.io. Ali' indomani della rivoluzione sociale. Nel Mouvemml !x,cinlirlt K:tutsky h:i. finito di pubblic:irc uno studio che reca <1uesto titolo, del quale egli precio;;a subito il significato. Quando dicci anni fa la democrazia soci:llist."ltedesca discuteva la revisione del suo progrnmma, fu proposto di introdun•i delle misure che fncilit:tssero il pnss."lggio dall:i. produzione C:lpitnlisticn nlla produ!.ione sociale e colleuivistrt. lo rui tr:\ quelli che si op-– posero a t:lle proposta - dice Kau1sky - perchè è un errore voler fissnrc sino da oggi la ,•i:t, per un a,·,·cnimcuto le conditioni del qu :i.lc ci sono og,;:i ignote. ~fa io credo che si:t un d :i.re neueu."\ e consistent."l :tlle nostre idee politiche, studiare le con.st. .-guenze delle nostre aspimiioni e i problemi che potmnno ua'W:Cre dalla conquist:i. del potere politico: ciò risponde anche ad un:t esigcnz:t della prop:-tg:tnd:t e dell:t dourin:t, perchè i nostri nvvers:trii pre• tendono che \:i nostra vittori:t ci metter¼ di fronte :t dei problemi insolvibili. E. nel ,•uoto pneum:uico e non ncll':iria liber:i. e moS!!;ache il fisico studi:t. le leggi dell:t c:ulutn. dei corpi. t\llo stesso modo noi studiamo qui l:t situ:u:ione del proletnrinto ,•ittorioso, supponendo condir.ioni che non si rc:iliucmnno mai, nel p~eciso modo che noi le nbbinmo supposte: una ipotesi necessarin a questo studio - come sempre In ipotesi è necess..'lrina.Ila sciemn - è, per esempio, quelln che il proletnri:ito s' impndrunisca d'un sol colpo del potere poli– tico e dei met.:r:idi produr.ione: è sicuro che questa ipotesi non si verificherà m:ti, e i risultati cui noi :irrh•cremo qul differiscono di certo dn ciò che re:i.hnente avverrà, come le leggi della gravita• 1.ionc differiscono d :1.ll: i.effettiv:1. cndut:t dei curpi, m:i. ciò non im• pedisce che si possano e nnzi si dehh:tno fare questi studi. Confisca simultanea o confisca progressiva? Impadronitosi il prolet:iri:no del potere pc;litico, pro«<lcrà alla conf1s0 direll:t e immedial:l dell:a. proprietà della terra e degli stru• menti di l:tvoro, n vantaggio della societ:\ inticr:r.? Ciò avrebbe il danno di confisc.'lre tutti i proprietnrii alla stessa stregua., quelli che non fo.nno e non s.-inno far niente, e quelli che s.'lnno l:ivornrc e lavorano, e non i-.."lrebbcpossibile ne:t.nche il distinguere i grossi dai piccoli redditi, gli uni e gli a.Itri essendo impieg:iti nelle me. desime intraprese fi0.3.nziarie. L3 confiscn diretta si forebhe pront:imente, tull:t d'un colpo, mentre la confisc.i. per meno dell' impost:t pennenc di arrivare alla soppressione della proprietà capitnlist:t con un procedimento, 1:-t cui celerità 53rebbc detenninnt.a dalla celebrità dd procedimento con cui il nuovo regime si consoliderebbe e manifesterebbe i suoi re. lici effetti. Così In confisca. durerebbe t:mti :i.nni qll!lnti, ne oceor• ressero alla genemt.ione nuova per crc:sccre ed. a.luc.'\l'Sipienamente adattn :ti nuo,•o regime, senta, per esempio, aver più in mente di contnre sul cnpitale e !lugli interessi, m:t soltanto sul lnvoro. A· <trio du più fariJframmle il proltlarù.,lo farà la rn11 ro11• fjUista, t più sr/idamt11lt sar?t orgm,i1::a/11 il suo poltre, ed. n ciò serve il sistema dell:t impost.:t. così fortemente progressiv:i dt1.con• fiscnre gndu3.)mente la proprietà c:tpit31ista, invece del sistema violento e primitivo delln confiSC:l.simuhnne :t. La spinta al lavoro nella società socialista. L.'l produr.ione della ricche7.t.:i.neces.s:,.ria all:a. vita soci:tle non può essere interrotta scnu che questa vit:t medesima sia posta a certo pericolo, ed occorre quindi :icccrt.nre I' interessamento del– l'operoio al lnvoro e 1:i continuit:l dclln produzione. Non mezzi coercitivi, non regime di caserma. o di cnsa di cor• rezione: ciò ripugna 11 prolet:iriato vittorioso, e d'altronde esso non hn bisogno di ricorrervi. Vedin,,o dunque gli stimoli al In• voro nelln nuo,·a società: 1° Quando il lavoro :avrà perduto il camttere di fon:n.to , e non si dovrà pi\1 1:i.vomre al di sopm delle proerie forze, s.-irà difficile trovare qu1lcuno che voglia stare sempre in ozio, e la nmS~'l l:woratrice continuerà per pur:i abitudine :l d:-tre l'opera !IUn all:t produzione dell:t riccheiza. 1 2° Ancor più possente impulso a non interrompere la conii• nuità della produzione si ha dallo spirito di t/Uripli11n dd prole• t:i.riato. Se ne b:tnno le luminose prove negli scioperi, nei quali l'opernio s• impone volontarinmente tutte le dure prove e i terrori dclln disoccupnzione, e gli sp:u;imi della farne, nell'Ìn1eresse dell:1. c.'lusn comune, spes;;o per pur:t c:tus."\ ideale e politica, o per spi• rito di !IOlid:irietà o per il riconoscimento del proprio sindncnto. Se dunque lo spirito di di5Ciplin:t è , .bba.st: tn:r.a forte per fare :1.ffron– tare agli opemi questi sacrifici, sarà :US.."lipiù forte :mcom, per far loro intendere, per il bene mcd.iato cd immediato loro, e dell:t loro conquista, che la prodm~ione non h:1 da subire interruzione di sorta. Ondr, più perftllt 10110si11dll ora la orgllni:..::.a::.ione 1i11- tloett!t e la rosdm:11 dvi/e t polilùa dei lavora/ori, t più si t simri du il lavoro procetlerlt i,1i11/trrollo,dopo la ,011q11isla prt,ltlaria. IA disciplin..'\ del lavoro, dentro la fabbrica e nei C3mpi, nel nuovo regime non sarà disciplin:i. milit:ue, e non :1.vr.ìper suo car.itterc 1:t obbedien.t.n p:tSSiva, m:t nel processo della produzione s:u¼. introdott:i l'attu:ile disciplin:i intern3. dei sind:tC3ti, 1:t qu:tle è modellata, come ha bisogno di esser modellnt:1 quella, sugli speciali cnrntteri di cinscunn specie di lavoro. Tuu:i.vi, ., :inche quando In cl3.Sse opcmi:1. s3.r.l tnnto forte da conquistare il potere, un3. p:.rte di essa s:m\ ancor.i foori dei sin~ d :ica.ti di mestitte. Tanto più evidcrue, quindi, la necessità di 1 K:muky non tiene conto di tre altri primarii clementi, uno fisiolo– gico e due psicologici, che Agi11eono nello 1tcuo 1en10.L'ememento fisio\o. a:icoè d:ito dal bi1<1gnorganico di impiegare la propria energia bioloa;ica: gli e.serci,:idi sjorl cui •i danno i ricchi, non 1<1no che una manire11:uione di quello bisogno. Dc.i due clementi psicologici il primo è quello per cui 1i aa dai lavoratori di allora, di lavorare non per 11npadrone che rcstituiKe aou.o fonna di 1alario soltanto una parte, e una parte piccola, del valore prodotto, e che, ad ogni modo, è sempre un propriosimile che mal •i ,·cde inalzato, raramente per •uo n1eri10, cosi al di1<1pradi sè - ma 1i sa di la• vorarc per 1è e per la ,ocictà: tra l' individuo lavorante e la società non intercede più nessun elemento estraneo al lavoro e auorbente del valo« dc.I l:a.voro,onde il lavoro medesimoappari1ec nella sua vera, nobile, e simpatie.a funzione, cd è perciò gradito a çhi lo compie. li 1eeondo dei due clementi psicologici trascurati dal KauUk)• è d'ordine 1piccata1ncnte morale, cd è tanto forte, e.be lo ,i ritrova ndlc società lavoratrici u.ne, anche oari, che pure 1ut10 congiura a «ndere invato e incresc:iolO il lavoro manuale: par• lavo un giorno con una robu~t• vecchia, aolu al inondo, che vive facendo la lavandai.a: il 1110mKticre le la.teiadue giornate di ripuso :illa 1cttimana, e io 1:ipevoche in quelle due giorimte c..ua lavorava alacremente, aiutando nelle opere dei campi i co11tadinimeuadri dei poderi vicini, sc.n,:a trarne guadagno: - Ma pcrc.hènon vi riposate, in quei giorni! - Ma che le pare, U1po1e: tra noi, in campagna, a non lavorare, 1i è dispreuati ! e poi non pouo 1tar aeu,:a far uicnta I - Si ; disJ,rn-H, ec.c:o uoa spini.I.di primo ordine, al lavoio, tanto più v11lidanella societil social\,lta, dove tutti la,orano e dove manca lo spettacolo de\l"o,:io ricco e ri\•erito. gicchè all'abitudine antica del l:woro, invocata dall"A., 1i aggiun1::ononello 1tcs10 senso, arim- pulsì nuovi. (N. d. H. Fusc:111.)
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