Il Socialismo - Anno I - n. 24 - 10 febbraio 1903
IL SOCIALISMO religios:t t:tle d:t permettere lo svolgersi del libero pensiero pur fren:mdolo e dominandolo, che il Calvinismo riuscì per più di un secolo :t tener strcuc in un fascio le contr:tdizioni cnonni e le p:tteuti assurdità della propria dottrin:t. Soddisf:ltt:t a questa che si può chi:tm:tre la su:t missione storie!\, h dottrina di C:tlvino decade, tamo per l:t diminuita for-Ln di propagand:t, qu:tnto per I' indebo– limento del suo camtlcre primitivo. È facile comprendere come il Calvinismo :lss::i.i piì1 r:lpidamcntc che non b Chies:1 cattolica si:,, st:tto scosso nei fond:tmcnti dcll!l su:t dottrina.; gli m:tncò la logica ferre:i. con cui il cattolicismo tolse ai profani la Bibbia cd il dirillo di interpretarla. Calvino mise, come diccv;1. il Krmt, b Bihbi:'l in m:1110ai credenti: « leggetela, ma gu:udatevi bene di interpret.'lrla diversamente dal modo con cui l'ho interpretata io. ,. Come dottrina religiosa il calvinismo è stato minato d:i.questa contr:i.dizione , ma al suo n!l~cere si sviluppò dominando gli :,.nimi specb\mcmc in quei p:lcsi in cui prima e pili potentemente si esplicò I' iniziativn. individuale, nel\' Inghilterm, nella Scozi:i e nel• l'Olanda, che coi suoi esploratori e domin:itori coloniali !lprì. la str.l.da !li tt!mpi nuovi. I ,e stesse r.:igioni che determin:irono In. rapida csp:msione del Ca!vinismo - la liberd del pensiero unita al dogma - lo rendono oggi piì1 di 'lu:i.lsiasi altra dottrina religiosa e malgrado le sue veJ. l<t_itàdi dominio, inadatto n.i bisogni moderni, piu di quanto ·10 sia la stess:i Chiesa cattolica. La storia dello zucchero di barbabietola e la convenzione di Bruxelles. Nello stesso fascicolo notiamo fin:1\mente un :1rticolo di \V H. I fii. gen sulla Quistione dello zucchero. Fino ai primi decenni del secolo scorso lo zucchero che si consumava in Europa. era zucchero di C.'lnn:le proveniv:i dalle colonie, e tutti gli Stati percepiv:i.no per la sua imroduzione :illi diritti doganali. Quando si applicò industrialmente il metodo sco– perto nel principio del secolo decimonono, di trarre lo zucchero dalle barbabietole lo sviluppo dcli' ind~stria n:i.zionalc fece scemare le entrate governative per d:1zio d'importazione. Per rimediare a questo deficit tutti gli Stati colpivano lo zucchero nazionale con tasse di fabbric::izione. Si c:1\colò la. tassa in base alb. qu'.lntità di barbabietola lavorata, ottenendo n:i.turalmeute che gli industriali, ,per alleviare b tassa, mirassero :id ottenere un maggior rendimento della m:iteria prima. Anche a questo si cercò di rimediare con un nuovo sistema di taSS.'lzione, appoggiando fa tass:i soprn_ il rendi• mc·nto in gradi di saccarosio, ma si. dovè tuttavia prendere per base una cbta proporzione. E di nuovo l'industria cercò di sfug. gire alla gravezza della tassa di fabbricazione, otte,,endo un ren– dimento superiore :mcora. [n Olanda, per es. ,dove la tassa di fab– bricazione era di 54 cent. per kilo, si produssero nel 1884-85 2,925,000 kili di zucchero al di là della produzione c:i.lcobta e colpita da.Ila tassa, e questa pro,luzione cresceva s;mpre, in modo da raggiungere nel 1893-94 gli 11,917,000 kil. li Go\'erno au– mentò del 12 % il rendimento calcolato, e ciò nondimeno si au– mentò nell'anno susseguente di altri 2 milioni di kil. il prodotto sfuggente alla tnss.'l. Un :malogo mo,,imcnto si produsse contem– pornneamente nella Francia, nella Germani::i., nell'Austria e nr' Belgio. Tutto ciò fu solo possibile !ipingendo l'industria ad una produ~ zione sfrenata, giacchè solo con essa si potè giungere a così alto rendimento della m::i.teriaprima. ~l:1 occorreva anche vendere que– sta SO\'raproduzionc e si ingaggiò sul mercato mondiale una con. correnza eccessiva. Per rendere possibile ai prodotti nazionali di m:intenersi sul mercato del mondo, gli St:iti che colpivano.lo zuc• chero con tassa di fobbric.'lzione concedevano allo zucchero un premio d'csportaz1one, e si !lrrivò :i venderlo sul mercato mondiale ad un prezzo inferiore del prez.:o di costo. Tale malsano sviluppo dcl– i' industri:,. non potè pili frenarsi, neanche qnando l::i.maggioranza degli S1:ati produttori ehbc :1bbaudonato il sistema di t:assare il pro– dotto:-. seconda del rendimento calcolato clclla barbabietola, ma in b:ise della produzione effettiva di r.ucche~o. I premi c'erano e non potevano abolirSi senza dctermin !l.re 1:1. rovina di gran p:i.rte delle aziende. Negli ultimi 4 anni J):\garono in premi per ogni quintale di zucchero esportato: 1'01:: i.nd: i d:t L. it. 4.10 a 5 lirej la Ger• m:1nia da 3.10 a 4 lire; il Belgio da 3.90 a 4.40, ccc. Alla lunga questo stato di cose diede luogo ad inco~venienti gravi. Le condizioni create dal sistema dei premi :illa concorrenza internazionale non permettevano il sorgere dcli' industria nei paesi che finora ne erano pri\'i, se qucs:ti non ostacolav:mo con dazi protettori l' import:izione. Cosl difatti fecero nel 1897 gli Stati Uniti, colpendo gli zuccheri esteri di dazio doganale dell'altezza del premio d'esportazione percepito nel paese di provenienz:i. Si chiu– deva in questo modo il mercato del Nord America ai prodotti euro– pei. Per rimediare a questo chrnno e per mantenersi sul merC!lto momliale gli industri:1\i tedeschi ed austriaci si orgrmizz:wano in Sind::i.c.'lto, :tllo scopo di :1lzare artificialmente i prezzi sul mercato interno, facendo fronte :i.Ila concorrenza internazionale a spese dei consumatori n:tzionali. Come conseguenza dell'aumento del prezzo degli zuccheri si ebbe una consumazione molto diminuita con gran d:inno, non solo dell'alimentazione popolare, ma anche - e fu questo che determinò un mo"im.ento da p:irte dei Governi - del– l'erario, che vedeva abbassare il cespite della tassa di consumo. l Governi cercarono di abbattere i Sindacati, ma questi erano troppo forti, potendo eliminare la concorrenza interna con la loro orga– n'.zz::i.zione ed essendo al sicuro d:illa con~orrcnza estera per la dif– ferenza in loro favore che esisteva fra tass:i di consumo interno cd il d:l.Ziod'importazione. Nessuno si avvantaggiò di questo stato di cose, neanche l' (n. ghiltcrra, che, benchè avesse lo zucchero a prezzo bassissimo, t ne era tutt'altro che contenta, perchè "cdeva gn.vemente danneggiata 1' industria degi zuccheri nelle proprie colonie. Si dcvenne alla con– ferenza di Bruxelle:s, ::i.Ilaquale presero parte la Gcnnania, l'Austria, l'Olanda, il Belgio, la Spagna, la Francia, l'Inghilterra, l' Italia, la Svezia e b Norvegia. 'l'r:1 questi Stati contraenti fu stabilito: a) di abolire tulli i premi diretti od indiretti sull'esportazione dello zucchero; b) di ri– durre la protezione nazionale dello zucchero (che risulta dalla dif– ferenz:i. fra il dazio d'importazione e la tassa di f:,,bbric::izionc•in– terna, ad un m::i.ssimodi 6 franchi per quintale per lo zucchero r:iffinato e di 5.50 per lo zucchero greggio; e) di colpire di una taSS.'lspeciale, almeno equivalente al premio di esporta?.ione per• cepito, l'introduzione dello zucchero dagli Stati che mantengono il regime dei premi; d) di concedersi vicendevolmente per il regime doganale degli zuccheri il tr:1ttamento della nazione piìt fa"orit:i.. Lo scopo della conferenza, che fu quello di porre fine all'ar• tificiosa concorrenza sul mercato mondiale, fatta a tutto detrimento dei consumatori n::i.ziona:i,può dirsi completamente raggiunto. O :i.to tale scoµo, non può destare meraviglin. se il regime interno degli zuccheri nei p:iesi non esportarori non fu modific.'lto dall:i confc• renza, La clausola riportata. sotto b) non sar~ estesa ali' Italia 2 se non un anno dopo che questo paese avrà cominciato ad esporL'lrc ·,ch'esso dello zucchero. Jn Italia, come è noto, la protezione è di 20.80 (il dazio do– ganale per lo zucchero greggio è di 88 lire !I.I quintale, la tilss:i di fabbricazione di 67.20). :\la tale enormità può interessare il mer• ca.to intcmazion:1\e solo :1\ giorno in cui l'Italia si fa esportatrice di zucchero e potrebbe v:1lersi dei vantaggi interni per iniziare una forte concorrenza all'estero. Però, anche data b res~rizione suaccennata, I' Itali~ finirà ben per :\\ 1 vantaggiarsi della clausola in questione, giacchè i fabbric.'lnti dovranno bene o allargare il 1 In :iprile 190:i, uu quintale di iucchcro costava 1s1. 27.40, a Londra, mentre allo stesso tempo il prc1,io 43.68 I.. it. a Maideburg (Germania) e di 46.50 a Praga. 2 Come non sad estesa alla Svezia ed alla Spagna.
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