Il Socialismo - Anno I - n. 16 - 10 ottobre 1902

260 IL SOCIALISMO trini contrappone, C vero, un altro programma; ma basta enunciarlo perchè appaia :;ubito come sia incom– pleto e come in esso nulla sia contenuto di nuovo e di diverso eia ciò che noi riformisti sosteniamo utile e necessario. Ecco, integralmente, il programma del Pctrini: Sviluppo della sociologia medica; Evoluzione degli organi di controllo operaio alle leggi vigenti ; Educa;,;ione del proletariato nella lotta contro le malattie. Sullo sviluppo de/In sociologia medica. dice il Petrini che esso « necessita del concorso attivo del proletariato socialista, poichè tutto il buon volere degli scienzimi non può creare il materiale scientifico necessario; che fino a quando questa sociobiologia medica non si sia sviluppata per opera degli operai medesimi, opera di docume11ta=io11esocialista e rivobt=io11aria finora inten– tata, non è bene pensare a riforme», Queste idee del Pctrini non possono essere comple– tamente accettate. Poichè, se è vero 'che gli 01Jcrai pos– sono molto aiutare gli scienziati nella soluzione delle grandi questioni cli igiene sociale, ed io ho ben soste– nuto ciò in articoli e conferenze sulla necc55ità di una stretta alleanza fra scienza e proletariato e sulla istitu– zione di sezioni sanitarie presso tutte le Camere del lavoro; non è in alcun modo vero che siano deficienti gli studii sulle condizioni igieniche dei lavoratori, cosi per ciò che riguarda gli ambienti di lavoro e i danni e pericoli dei singoli mestieri, come per ciò che si ri– ferisce alle condizioni generali di vita degli operai e delle loro famiglie, abitazione, alimentazione, ecc. Tali studi sono invece numerosi, accuratissimi in ogni paese del mondo, non escluso davvero il nostro, e tali da dimostrare a luce meridiana che il proleta– riato è in condizioni veramente orribili e che quasi tutte le malattie dalle quali è così dolorosamente tra– vagliato, tutte le degenerazioni alle quali soggiace, dalla tubercolosi alla sifilide, dalle intossicazioni pro– fessionali alle infezioni molteplici e svariate degli am– bienti agglomerati e sudici, dall' ignoran;,.a bestiale alla denutrizione cronica, dall'alcoolismo alla delin– quenza, dall'indifferentismo politico all'anarchismo im– pulsivo e violento, dipendono tutte dalla miseria, e questa dall'attuale pessimo ordinamento economico. lo non vorrei rammentare ciò che dovrebbe costi– tuire soltanto una mia intima soddisfazione, ma biso– gna pure che rammenti, per dimostrare con un tipico esempio la verità del mio asserto che quando io, a Na– poli, al Congresso internazionale contro la tubercolosi, imperante Pelloux, dichiarai che la lotta contro questo immane flagello non poteva altrimenti combattersi che togliendo di mezzo la miseria. permettendo cioè ai la– voratori la difesa collettiva dei loro interessi cli classe per mezzo della libera organizzazione delle loro fon:e di resistenza e di difesa e proposi al Congresso un voto in favore della libertà, tutti compresero che io aveva ragione ed acclamarono unanimi -socialisti e non socia– listi, scienziati d'ogni parte del mondo, perchè t11lli ro- 11osceva110, e profondamente e 111ùutlaml·11te, le tristi piaghe delle classi lavoratrici. Non si può dunque fare alla scienza l'accusa di aver trascurato lo studio delle condizioni cli vita del proletariato; e i documenti dei quali la scienza di– spone, benchè non siano socialisti e ri.10/11=io11ari come li vorrebbe il Petrini, ma semplicemente scientifici, sono pii.1 che sufficienti a costituire la base de!la nostra po– litica sanitaria. Così ci fosse per la diffusione cli queste nozioni di igiene proletaria, arma potentissima di propaganda so– cialista, quel nucleo di medici nuovi che, in parecchi miei scritti sulla funzione sociale del medico, ho au– gurato al nostro Partito! Ma andiamo oltre i passiamo al secondo caposaldo del programma sanitario rivolu– zionario: t:'".JOlu=io11e degli organi di controllo operaio a/Le leggi vig·enli. E' precisamente quello che i riformisti sostengono eia un pezzo; è quello che io giudico assol11tame11tcne– cessario per dare efiicacia alle leggi igieniche sociali, e l'ho dichiarato pili volte. Perchè vogliamo noi questa legislazione sociale? Perchè essa possa servire al proletariato come potente mezzo di guerra contro il capitalismo; pcrchè i lavo– ratori, meno oppressi, meno danneggiati dal lavoro in tutte le epoche della loro vita, protetti o direttamente o indirettamente dall'eccessivo sfruttamento che li am• mala o li abbrutisce, uccidendone i corpi o le coscienze, possano costituire un terreno favorevole all'attecchi– mento clell' idea socialista. E. quando noi (noi che ap– prezziamo tanto queste leggi sociali da volerle e da im– porle, i11co11tc11ta/Jilme11te. s mpre pili complete ed estese) sosteniamo la necessità di vigilare perchè le leggi siano ~pplicate, noi siamo rigorosa.mente logici. Non cosi gli altri quando, dopo avere affermato che le leggi non servono, mettono poi nel loro programma, come cosa. essenziale, l'evoluzione negli organi del controllo operaio alle leggi -;1ige11ti. E che cosa deve importar loro che le leggi vigenti siano rispettate, se non hanno interesse che viga alcuna legge sociale e mettono in realtà tutta la politica sani– taria nell'attesa del domani socialista? 1 Dice il Petrini che « la resistenza esercitata nel campo sanitario è poco sentita dagli operai »; che« in quasi tutti gli scioperi i reclami in pro della igiene fanno bella mostra cli sè nei memoriali, salvo a pas– sare in !:-econda o in terza linea durante le trattative>>. « Gli è, soggiunge, che la scieni.a, già di sua na– tura poco democratica. non è ancora penetrata nella co– scienza proletaria e i lavoratori rinunciano volentieri nelle mani dei competenti lo sforzo cerebrale necessa– rio per usufruirne in difesa dei loro interessi ». · Male, malissimo, dico io; i lavoratori dovrebbero in– ,·ece interessarsi moltissimo di tali questioni di igiene ed attingere, dalla viva parola degli scienziati, dall'elo– quente linguaggio delle cifre cli morbilità e cli morta– lità, dalle scoperte sempre pili importanti della scienza medica, tutti gli argomenti necessari per reclamare in nome del sacrosanto diritto alla vita ed alla salute, da tutti compreso, quei miglioramenti delle loro condi– zioni igieniche che devono appunto essere l'oggetto della nostra politica sanitaria. E' questo lo sforzo costante della nostra lattica ri– formista, che si propone appunto di educare i11tal modo il proletariato 11ella lolla contro le malallie - il terzo caposaldo del programma sanitario del clott. Petrini. SiamO noi riformisti che diciamo ai proletari i: ecco, vedete, la scienza dimostra che tutte o quasi le ma• lattie che voi credevate inevitabili dipendono da cau~e che potete allontanare. Solo allontanando queste cause, l'una dopo l'altra, potrete liberarvi dai mali che vi tormentano, acquistare salute, vigoria fisica e morale, prepararvi degnamente alle lotte ultime della civiltà. Lottate, predichiamo noi riformisti, lottate per la vostra salute,. per quella delle vostre donne e dei vostri figliuoli. Obbligate con le vostre forze di organizzazione, in nome e con l'aiuto della scienza, che è con voi, le classi dirigenti a fare delle leggi che vi tutelino nel 1 !\fa no! il nostro pensiero è che le leggi sociali elargile, nel proprio :nteressc, dalb borghesia :ul un proletariato, che non abbi!!. coscienza rivoluzion:1ria, sono destinate a rimanere lettera morta. E l'csperiem,.'\ del nostro e degli a.Itri p:i.esi è evidente in ques10. Non è del cnv. lspellorc che qui da noi si p.'\rla! Noi diciamo che anche per la politica. snnit:i.ri :-1, la coscic1w.!l socialista, form:'ll:t e disciplina.t:'lnel prolet:t ria.to (è q uc~ta coscicnz:t non si forma col riformismo) è la condizione essenziale di ogni utilità pralic.'l cd efficace. (N. ,I. R.)

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