Il Socialismo - Anno I - n. 14-15 - 25 settembre 1902

IL SOCIALISMO 223 Costa dà la p.1.rob a Ferri. Ferri, Avevo chiesto b parola slamane, mentre si faceva il processo all 'impurn.lo Ferri, ma ora credo non nl! v:1.lga la pena. Casalini • L'azione integrale. Casalini, di lliella, svolge il concetto che le due tendenze non sono diversific.~te in Italia così come all'estero. L' agit:izionc pre– sente è m:mifest.1.zionedella vitalità del Partito. Bisogna che tutti riprendano b propaganda integrale del Socialismo: quei che se– guono Tur:i.ti han fatto troppo poco Socialismo, e gli altri troppo poco si sono occupati delle rifonnc, e il gruppo parfo.menrnre si è perduto dietro :l leggine sociali inefficaci, mentre bisognav:i. e bisogna con tutte le fon;I! determinare la forte riduzione dei bi– lanci della gucrm e mMina, e la riforma tributari.:1, In tema di lotte elettorali la inlr ..msigenza come regob., e le eccezioni auto– rizzale dalla direzione del Partito. La proposta degli Orazii e Curiazii. Babini, di Ravenna, propone che parlino fino alle 18 gli orn– turi inscritti, qu:inti cc n'entrano, e che poi, nella sera, i seguaci tielle due 1endenze (.... che non esistono!) si riuniscauo per nomi– nare t1e orntori ciascun:\. Friederichsen e Di Maio. Friederichsen, di 1\libno, emica i rivolu:donari anarcoidi, quali sarebbero, se ve ne sono, quelli che vorrebbero restringere l'opera <lei gruppo parlamentare alla opµosizione sistematica e sempre negaliva, e critica. i riformisli; è favorevole alla tendenza intransigente come base, ammettendo di seguire diverso indirizzo in casi eccezionalissimi. Di Maio, ferroviere, di Torino, vuol limitare la discussione al solo funzionamento del gruppo socfalista parlamemare, sostenendo che questo deve curare gli interessi del proletari:uo tutto, orga– niz1.:1too meno. 1 deputati hn.nno dato conto del loro m:mdato, e non furono dis.'lpprov:ui dai loro elettori: non li può quindi con– dn.nn :ire il Congresso; ma crede che si debba onnn.i accentuare l"aueggiamento del Gruppo di fromc al Ministero militarizzatore dei ferrovieri, e che si debba cominci:ire d:il Gruppo stesso a met– tere una buona volta in azione il programma con cui ci presen– t:muno nel giugno 1900 :igli elellori - riduzioni delle spese mi– litari, e rifonna tribul:uia - progrnmm:i. a fotti, se non !\ parole, messo da parte, per correr dietro all'Cfficio del lavoro, alla legge sul bvoro delle donne e dei fanciulli, che, ora come ora, lasciano il tempo che trovano. Jl Congresso è stanco e rumorcggi:i quasi continuamente. Il discorso Petrini. Petrfoi, consulente medico-legale della Camera del lavoro di :"llilano, uno dei cinque J()spui dal collegio :irbitrale della Federa– zione milar:esc-, conquio;ta subito l'atteniione generale, con profon– dità di critica scientifica. L'nione riformista dei soci:ilisti corrisponde ad una grande il– lusione, dannOS.'\ al proletariato. I.a illusione del fare presto. Così a '.\tibno per conquistare le amministrazioni locali, si compiè dai soci:ilis1i rifom,isti un'n.zione inibitrice sui proletarii, per non urtare i radicali, e dal concetto teorico del s:l.lvagu:trdare gli interessi dell'industria, nel chiedere migliorie, si arrivò fino a voler s:llv:lgunrd:iti gli interessi e s:llvi i profitti dei singoli industriali, come avvenne nello sciopero dei tramvieri interprovinciali di '.\li– lauo, dove gli interessi industriali collimavano con interessi elet– torali: un:t volta entrati per queste vie nelle amministrazioni è per m:rntencrvisi che bisogna tener ripiegata una buona parte delb. b:in– diera !:OCialista . .- Noi contr:i.vveuiamo ai nostri principii - dice - quando appoggiamo la borghesia: quei democratici che appoggiamo o nel Comune, non sono quelli stessi che poi ci troviam<>contro e di fronte nelle lotte economiche del prolet:triato industriale ed agricolo? • Così, l.t stess:i. illusione del for presto, domina ncll'anivttà e nel pensiem dei socialisti riformisti così nel campo politic~ come per l:l. legislazione sociale. I ,a legge che sancisce un:\ riforma soci:tle de,•e venire su n:1- tur.1.hncnte d:illa coscic111.ae dalla \'Olontà proletaria, nonchè dal gr.1.dodi S\•iluppo dell'economia nazionale per il quale quella riforma si fa necessaria. La legge deve s:m:zionare uno stato della coscicnz:i e uno stato dell'economia già formatisi. Allora soltanto essa è vera– mente applic.'lt!l.: allora soltanto è efficace ed utile. I sociafo;ti riformisti, invece, con la illusione - neanche a sè stessi d:i. lor confcss.'lta, ma non per questo meno dominatrice della loro azione - che basti ottenere una legge socia1c, pcrchè essa sia applic.'lta, e manifesti la propria efficacia, si affaun:lno a for– mulare riforme, e a creare agitazioni, per esse, le quali non sono sentile! dal proletariato, nè sono adeguate al grado di sviluppo della economi:\ borghese. E siccome la pressione proletaria è ancora in– sufficiente ad ottenere queste rifom1e, e il Partilo socialista non è t:mto forte da imporle per su:\ magica e metafisica volontà, ecco che si ricorre alle alle."\nzccon partiti borghesi, :ille::mze anncbbia- 1rici della coscienza socialis1a. E siccome, poi, come non s.1.rebbe stato p<,ssibileottenere, così non sarebbe possibile mantenere queste alleanze se si fos:.e dispiegata e si dispiegasse intiera la bandiera socialis.ta della lotta di classe e della proprietà collettiva, ecco eh..:, per non urtare gli alleati, si ripieg:tno - non nelle intenzioni, ma nella realtà - i lembi di quella b:mdiera. Non io dirò che la horghesia è una unica massa rcaziouaria. ma noi andiamo incontro alla coalizione degli interessi borghesi, tutti sostanzialmente conservatori. Si neg:l con ciò la possibilit?t delle riforme? Niente :-tffatto! Le riforme sociali sono una formazione naturale e automatica nelle economie che vanno :i.Ilo sfacelo. La economi:\ a schiavi, ad un certo grado del suo sviluppo dette luogo alla manomissione (liberazione) degli schi !l.vi ,e poi alla formazione del peculio, di cui gli schiavi poterono disporre come di loro p..'ltrimonio personale, mentre prima nulla ave\•ano diritto di possedere. I .a legge non fece che sanzionare questi stati di fatto. Si trau:iva, si ricordi bene, di una economia a schiavi, dove questi non erano ccrt:unente organizzati in partito di classe, e tuttavia le leggi a loro favore vennero, naturalmente, neccssari:-imcntc, au– tomaticamente. Il non essere la borghesia un'unica m~.s;;a rca:r.ion: tria, non de\'e alimentare la illusione riformist:i, per l:t quale i lavoratori, messi in grande aspettativa speranzosa, si trovano poi in mano dei moncherini di leggi che non alleviano un:t miseria, nè :rnmen• t:rno il p,.·me. D'altronde b coalizione degli interessi borghesi, verso la quale si va, non nega affatto che le leggi sociali si poss:rno ottenere in meizo ad ess:t.coali :r.ione. Lo stesso Loria è pervenuto a modifi– c:u-eil suo primitivo pensiero, e nell:t. ultima edizione dell:1 sua grande opefj, è arrivalo a disegnare l'azione di resistenza ddla borghesia come esercitantesi :1nche con b legislazione socin.le . Quello che occorre, dunque, nel terreno dell'azione pratica di p:1rtito, è la prop.'lganda netL'\mente socialista deUc finalità nostre che val~ono a distinguerci dai p:trtiti democratici borghesi - è la organiiuzione economica mirante ad !l.Umentarc la por~ione del lavoratore nella bipartizione del reddito industriale od :1gricolo tra il padrone e lui. Con la propaganda socialista si sviluppa l:t coscicnzfl deìla ne– cessità delle riforme, e si forma la coscienza politica che deve animare b organizzazione prolet:tria, per modo che le leggi sociali sicuo ottenute dalla pressione della coscienza socialista dei lavo– ratori; il che vale qu:into dire che sieno ottenute quando sono mature, e cioè quando per averle non occorre diminuire o velare

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