Il Socialismo - Anno I - n. 13 - 25 luglio 1902
IL SOCIALISMO 199 ar.ticoli.tla lui_scritti nel corso della'polcmica. 'Se. come !-periamo, nn.che il libro del Kautsky sarà Lradotto, po– trebbe parere inutile ai bisogni intellettuali del pub– blico cui interessa il grande dibattito, il modesto la– \·oro che noi gli offriamo. Ma ci parve di dover considerare che la parte del pubblico, ed è la parte maggiore, che sente il bisogno di avere un concetto esatto dei termini della discus– sione, un concetto che gli serva di bussola con cui orientarsi nel divario delleteridenze, non ha nè il tempo nè il modo di fare lunghi studii su ponderosi volumi, di compendiarli per proprio conto, di raffrontarne gli argomenti opposti, e di trarne finalmente quei criterii che gli siano di lume nell'azione. , Perciò la pubblicazione di quegli scriui, in cui la neccsshà stessa della polemica ha costretto i disputanti a lasciare da parte gli sviluppi esclusivamente teorici per chiarire e rilevare i punti del dissidio in quel che si attengono a111azionc pratica del partito, ci è parsa opera 11011 al tutto superflua. Se tale fu l'intento che ci siamo prefissi, il lettore comprenderà perchè di tutta la polemica Kautsky•Bern• stein, che si svolse sulla 1Ve11e Zeit e sul ·vorwlirls, non furono trascelti per la traduzione (affidata al nostro bravo amico Vittorio Piva) che gli articoli raccolti in questo volumetto, articoli che toccano le questioni più vitali e urgenti a cui si trova di fronte la democrazia socialista, mentre vennero omessi gli articoli d'indole pili propriamente scientifica e filosofica, Che avrebbero ingrossato il volume oltre i limiti di una pubblicazione popolare e ne avrebbero resa più ardua la lettura. E J>er la stessa ragione si comprenderà altresì perchè delle risposte e repliche del Bernstein una sola fu inclusa nel ,·olumetto presente. Eleggemmo di pubblicare quella che risponde al primo attacco del Kautsky, nella quale è condensato, per ciò che riguarda l'azione pratica della democrazia socialista, tutto il pensiero del Bern• stein. Che se demmo il posto alle ulteriori repliche del Kautsky, ci limitammo però a quelle che non escono dal quadro delle argomentazioni adoperate dal contrad• <littore nella sua prima risposta. La discussione fra il Kautsky e il Bernstein non \·erte sopra dettagli di programma Q su problemi di !attira 111ome11/a11ea, ma investe tutto quanto l'indirizzo del partito. Si tratta anzi di qualche cosa di più: si Ira/la di stabilire se la democra=ia socialista abbia 11110 f1111zio11e sua da compiere, ossia una ragione propria. di essere. Per quanto il Bernstein protesti che tale non è la portata delle sue critiche, la logica è pili forte delle intenzioni; e la logica delle premesse condurrebbe alla conclusione e/te la democra.:ia sodalisla debba redere il rampo ai partiti -riformisli•borgliesi. E' questo il punto saliente della discussione, su cui deve rivolgersi l'attenzione del lettore. Mentre il Bernstein viene dichiarando che egli non si sogna nep• pure di mettere in dubbio la ragione di essere della democrazia socialista, il Kautsky gli dimoslra che non altra può essere la conseguenza teorica e pratica delle ~ue affermazioni. E che le affermazioni del Bernstein portino a que• sta conseguenza, esce dimostrato, più ancora che dal lucido e serrato ragionamento del Kautsky, dal modo con cui la stampa borg!tesc d'ogni rotore .rn!utò l'appa– rizione dd libro di llcr11slei11. , 1 Il libro del Bn.xsn:IN" non fu più lr.ldouo in iuliano. L'editore Stock di P:uigi ne pubblicò, nel 1900 1 I!\ traduzione rr::i.ncese: .Soàalisme t!,,/qrùJutet sotialdi111"'ratit pratique, pag. xuv- 30.5, fr. 3.50. Come pure del KAUTSKY, Le mar:risme Il sq11cri- tique Btrmttiu, 1900, p:ig. xxx.364, fr. 3.50. (N. ti. D.). Pei reazionari che stavano fucinando manette e ca• tene da applicare ai socialisti, fu una vera cuccagna un libro, da cui pareva loro uscisse la dimostrazione che la democrazia socialista è fuori della scienza e con• tro la utilità della stessa classe proletaria. Ciò che è fuori della verità e contro l'interesse delle maggioranze, es• sendo destinato a scomparire spontaneamente, se com– battuto con la violenza acquista una vita artificiale - cosi avrebbero dovuto ragionare i reazionari, e avreb• bero dovuto buttar ma.nette e catene - aspettando che l'ass,irdo si dimostrasse intero, e i temuti a\·versari si estinguessero da sè, naturalmente e per sempre, r6si dalle loro intime e organiche contraddizioni. Ma i no• stri bravi reazionari non fecero, invece, che proseguire più ardentemente nelle loro confutazioni poliziesche della teoria socialista, per qualche dubbio, forse, che in essi rimaneva circa la efficacia delle confutazioni elci Bernstein. D'altra parte, i partiti democratici borghesi, repuh• blicani e radicali, che già nel sorgere del Partito so• cialista avevano creduto di vedere un indebolimento delle forze democratiche, e ai quali, non per malizia alcuna di uomini, ma a cagione del punto cli vista da cui guardano le cose, parrebbe altamente desiderabile che le alleanze sul terreno politico avessero a divr11/arc fusione di lutti gli elementi popolari, si compiacquero cli trovare, finalmente, nel libro del Bernstein la Jegit• timazione dei loro rimpianti e dei loro desideri. 1 Finalmente quei molti filantropi che. sospinti da verace sentimento di simpatia per i miseri, avevano ingrossato le file del Partito !--Ocialista, fidando che I'« idea» sarebbe riuscita a conquistare per forza pro• pria la gran maggioranza della classe borghese, costoro, nel libro del Bernstein, si rallegravano a vedere dcli· neato quel Socialismo che, rinunciando alla. lolla di rlassc e alle catastrofi, dichiara di attendere il suo trionfo dat consenso og·nora rresce11/e di tutti i buoni in un ideale di pace e di fratellanza. . .. Tutto ciò spiega il grande rumore levato intorno al libro del Bernstein; e indica come, malgrado le proteste dell'autore, quel libro sia l'espressione di una tendenza, che porta in sè la negazione del carat– tere militante della democrazia socialista. Questo è, soprattutto, ciò che Kautskr ha il merito di avere posto in rilievo con la presente polemica. E non era cosa da poco: perchè bisogna rompere l'equivoco in cui, con perfetta buona fede, il Bernstein si avvolgeva le11• laudo persuadere sè e I' trvVcrsario cl,e nessuna delle sui· premesse veniva a. contraddire fouda111e11/a/111e11/e U pro– gramma e il metodo dei partilo. In ciò il Bernstein trovava buon gioco nella appa• re11/eduplicità della frm=io11ed1c, per neussilà di ros,·, dtn•e adempiere il Partilo socialista, Se, infatti. il Socia• lismo è la risultante e insieme la negazione della so• cietà capitalistica., la democrazia socialista ha per c6m• pito di affrettare la evolu=ionc di questa verso le forme più alle e più per/elle, mentre al tempo stesso dc: 1 e preparare nella. classe proletaria ltJ alli/1,dini e le for=e p,•r sostituire la slr11l/11rasocialistica alla slr11ll11rabor• gltcsc. Contemporaneamente, con lavoro, a dir così. parallelo, i socialisti provorano, rnldeggia110, sosleugono ltdle le riforme e/te permel/0110 alla sorielà borghese di percorrere il più rapidamente possibile la sua lrajetloria fatale e vengono educando nel proletariato la coscienza del suo grande c6mpito storico: l'instaurazione della società socialistica. ' Vcggasi. a confcrm:1 dell:l ,·crità di quc:?>IO rilievo, I.a ba11• rorqlfo del popolarismo di E. Fi-:RRt, nel .wtialismo ciel IO :igosto, fosc. Xli. (N. ti. D.).
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