Il Socialismo - Anno I - n. 11 - 25 luglio 1902
IL SOCIALISMO bisogna pure ammettere che attualmente in lt~lia ed altrove le vere armi scientifiche che il Partito socialista i>0trebbe impug.narc, assumen~o l'iniziativa di u~1 r!– (onnismo sa111tano, sono ancora ben grezze e che qu111d1, al111eno per il m.omento, l'atteggiamento riformista è prematuro. Dirò poi le ragioni J>CT cui la politica sanitaria del Partito dovrebbe essere pii.1 che mai rivoluzionaria. Per ora mi basia. di constatare che la debolez1.a del Partito nella politica sanitaria deriva in gra:1 pane dal fatto che fra i medici socialisti non ci fu mai quel– l'aperto dibattito di tendcn;:e chz ora si delinea, e datla comune credenza che i 1~1edid so.:i:tlisti debbano essere \Utti .necessariame1.1te dei riformisti. J;: quello che tenta di stabilire, con una tenacia ve– rameOte straordinaria, il ~ossi-Doria, da qualche tempo; e vi riuscirebbe facilmente con grande scnpito della verit..'\, se la polemica generale non lasciasse scossi _molti compagni sulla portata della sua asserzione ; se non si constatasse sopra tutto quotidianamente dai militanti che la massa oscura dei medici pratici, dei medici coridotti è tutt'altro cht riformista e di fronte alla inapplicabi– lità di tanti mezzi già sanciti dalla legge crolla la testa cd afferma ostinatamente - secondo il vecchio verbo".. , sempre giovane - che la soluzione del problema bio– lògico non può aversi se non con la società socialista. . .. E' bene riportare alcune delle affermazioni del Rossi– Doria, che rappresentano tutto lo sviluppo di una teoria. Secondo il Rossi-Doria vi s..1.rebbeuna vera incompati– bilità fra la tradizione umanitaria della m~dicina e il metodo rivoluzionario. 1 primi fautori tkl riformismo dovrebbero essere i medici, i quali avrebbero aderito al movin1ento socialista come a un mezzo potente di difesa degli interessi della specie (/Jc11c.'), attraverso (a'1i!) ad una serie di riforme destinate ad elevare anche il tipo fisico del proletariato. Per queste ragioni, per questo compito, egli diceva alcuni mesi or sono di essere entrato nel Partito socialista e soggiungeva: 1 E nella mia mente a.ssumeva una s,l– prema importanza questo compilo c'1eil Parli/o socialista si era prefi.sso, di escogitare, di studiare, di proporre egli stesso e poi di imporre queste successive riforme per mezzo sopra lllltO delle forze proletarie, sempre piit numerose e fidenti, in ragione dei benefici successivnme11/e olle11ulidalle riforme medes1111e. Vagheggiava anche sulla base di studi com1>iuti e da farsi « di dare al Part-ito socialista una politica sa• nitaria propria da sostenere di fronte agli altri partiti borghesi, provocando tutta una legislazione S:l.nitaria a tutela efficace· dei lavoratori,» - politica sanitaria che, egli ::.:'ermava., « non può svolgersi se non per via di riforme successive sanzionate, mano a mano, 'da ap1>0- site leggi. » · A specificare gli intenti del Rossi-Doria giunge la legge per il lavoro della donna e dei fanciulli ed egli nella polemica qui apparsa con la dott. Gina Lombroso riafferma: « ... come medico e come socialista credo che si debba anzi intensificare la propag~mda in fa. vore delle leggi protettive del lavoro, perchè io credo che appunto con l'applicazione successiva delle forze proletarie man mano organizzate noi dobbiamo 'im– porre alle clas.~i privilegiate sempre nuove e pili im– portanti restrizioni della \oro odierna libert..'\ di sfrut- tamento ». · E finalme1\te nell'A:•n11/i! del 1•giugno il Rossi-Doria a completamento delle idee esposte, aggiunge che non studiare la questione snnitalia. della donna, non pro• J>orre le riforme, non lottare per ottenerle, .non dare 1 Atw11/i I 2 fcbhrnio 1902. a in certa guisa premi sempre maggiori all'attività del popolo riformatore significa non preoccuparsi della de• generazione fisica della razza, non tentarne l'arresto (sempre col metodo delle riforme igienico-sanitarie) mentre essa progrCdisce con gli stessi progressi dell'in• çlustrialismo, e per. lo meno commettere un dcli/lo di omissione ... a parte che le riforme altrimenti estorte agli avversa.rii per una specie di ricatto (parole testuali!) non sarebbero da noi indicate, da noi conquistate, no; ridonderebbero a solo nostro, merito. . .. Ho voluto ampiamente riportare il pensiero del più autorevole fra i medici riformisti, perchè· io credo che sia ora di ricondurre le cose alle loro proporzioni reali. Se fosse vero che la degenerazione fisica della razza - prodotto dell'industrialismo e prodotto progrediente - si poteSSf arrestare soltanto con le riforme e con le ri– forme direttamente proposte, caldeggiate, condensate in progeuioi di legge sociaiisti già preparati a ridu– zioni ministeriali e reclamanti un perpetuo idillio libe• raie-socialista, noi dovremmo virare di bordo e scon• fessarc tutta la dottrina socialista. Ora se la degenerazione fisica è un prodotto del• l'industrialismo, se l'industrialismo è un fenomeno deJla civiltà capitalista, se noi abbiamo sempre detto che I' eleva~ione fisica del proletariato non potrà essere data che dalla ugm1glianza economica, ed oggi tro– viamo che bastano le riforme ad ottenerla, bisogne• rebbe convenire che la proprietà collettiva non è una necessità sociale e che il Socialismo deve ritornare nel campo chiuso dell'utopia! Ma cinquanta anni di esperimento riformista in Ger• mania, in Inghilterra, in America, nel Belgio non hanno abbassato la mortalità per tubercolosi, nè diminuito lo spaventoso accrescersi delle malattie professionali, nè tanto meno ridotto la statistica dei rivedibili alla leva od elevato il livello della statura ! Gli è che la legislazione sociale protegge la salute dell'operaio in qualche momento della sua vita, e le influenze patologiche si fanno sentire non solo nell'of– ficina, ma anche nella ca&a, nella strada, nella caserma, nella sc'uola 1 nelle sofisticazioni degli alimenti, nelle suggestioni dell'alcoolismo, dipendenze tutte della ci– viltà attuale che non si possono aggredire una ad una se non ottenendo' effetti parzialissimi, e che ad ogni modo reagiscono l'una sull'altra determinando un vero e proprio antagonismo fra l 1 inter~sse della specie e il tipo di civiltà. E finchè questo antagonismo esiste, ne emerge la necessità del Socialismo e la insufficienza delle ri– forme. . . .. Non tutti i medici seguono il Rossi-Doria nella sua tendenza. 11 prof. Bonardi che non fu mai conside– rato come un rivoluzionario, ma che non si è schie– rato coi riformisti, dà una scarsa fiducia ali' intervento dei Municipi anche socialisti e dello Stato nella lot~a contro la tubercolosi, ed attende migliori frutti dalla lotta. economica per i salari che dalla legislazione so– ciale. Nè, che io mi sappia, fu sconfessato ancora lo Zubiani il quale nel suo Privilegio della Salute dimostrò da una parte il nesso esi!-tente fra la maggiore facilità ad ammalare del proletariato e le influenze dell'ambiente industriale, ma potè anche dimostrare dall'altra.che una riforma intera dell'igiene pubblica è inattuabile in una società capitalistica, per la coalizione mostruosa degli interessi, che rende vana ogni sanzione legislativa e la stessa vigilanza dei lavoratori. , Sulla portata di questa vigilanza è bene intenderci, La resistenza esercitala nel campo ~anit~rio è poco sentita dagli operai.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy