Il Socialismo - Anno I - n. 10 - 10 luglio 1902

IL SOCIALISMO raggiunga; - può, forse, crescere e diminuire, e avere, come il mare, le sue alte e le sue basse maree, ma, come il mare, non si disseccherà mai. Esso, nella civiltà moderna, si trasforma. Il delitto passat~do dalla civiltà barbara alla civiltà feudale, e dalla feudale alla bor– ghese - ha ubbidito alla medesima legge .che governa nel mondo fisico la trasformazione della materia: nulla si crea, nulla si distrugge; tutto si trasforma. Come la forza che anima la materia, trasforma continuamente e spesse volte in guise irriconoscibili le sue foggie, così la forza-delitto fece di sè stessa, nel corso dei secoli, un Proteo continuamente mutantesi. Per la legge della trasformazione della forza: l'atomo di ferro che pulsa oggi nelle vene .dell'uomo, brillerà domani nel fiore venuto su da una fossa di cimitero, e correrà poi a bruciare nel fuoco di una fiamma, per essere infine trasportato dal vento, lucido come oro a scintillare in un raggio di sole, e tornerà ancora, di poi, nelle carni umane, e ancora nella fossa, nelle fiamme, nella luce. Così il delitto. Esso, fino ad oggi, si trasmutò in mille foggie diverse; qualche volta sembrava scomparso o attenuato, ma esso vibrava pur sempre sotto le ma– schere più dissimili. Esso mutava da ambiente ad am– biente, da secolo a secolo, da classe a classe, e, come l'atomo di materia, esso era oggi pensiero, domani pu– tridunie; oggi nel fango, domani nel sole. Oggi il de– litto è violenza, domani è frode. Oggi è il coltello, domani il veleno. Oggi si manifesta nel saccheggio dei templi sacri, domani in quello delle banche. Da Verre a Tanl0ngo. Oggi nel depredamento del territorio del vicino, domani nel saccheggio di denaro che la classe vittoriosa, nella lotta sociale, fa sulla classe vinta.· Ieri il ladrol)e scendeva dal monte e sulla via aspettava il mercante, - oggi il giornalista esige dal banchiere lo sconto di una cambiale - che non sarà mai pagata - dietro l'intimidazione, non di una fucilata, ma di un articolo ricattatore. Con questo stesso fatto non si esclude che il gior– nalismo potrà un giçrno spogliarsi da questa camicia di Nesso della criminalità, nella quale è oggi avvolto' per le condizioni economiche e morali della società borghese e capitalista. Poichè il delitto e le sue mani– festazioni si trasformano, come si trasformano tutte le forze, verrà il tempo in cui la forza criminosa abban– donerà come materia di esplicazione, il giorn3.lismo, e si servirà di nuovi istituti e cli 1\uove armi se la nuova civiltà non ne toglierà ogni sorgente socia'lè coll'assi~ curare ad ogni uomo le condizioni della sua esistenza, sociaEzzando i mezzi di produzione e di scambio. · Essendo dunque la struttura del giornalismo odier~o un fatto largamente criminoso, si trovano,nellit schiera dei giornalisti militanti tutte le categorie di criminali, che la psicologia e l'antropologia criminale hani10 così sapientemente $tudiate e definite. C'è in prima fila - tanto per cominciàre l'enume~ razione - il delinquente nato, vale a dire l'uomo che, per una condizione degenerativa organica e psichica portata seco sin dalla nascita, ha completamente man– ·cante od atr'ofico il senso morale ed è irresistibilmente tratto a quelle azioni violente o fraudolente· che sono in aperto contrasto con la morale sociale e collettiva. Di questi tipi ce n'è a dovizia, nel mondo giornalistico, c,he essi hanno assai accortamente saputo scegliere per terreno delle loro gesta. C'è il ladro vero,, che ha por– tato per più tempo le manette, che ha rubato prima e durante la sua carriera giornalistica, che ha vissuto nelle anticamere dei ministri, che si è assiso ai loro banchetti, che ha saputo prendere ascendente su loro, e che ha passato parecchio tempo nel carcere; tuttavia - anzi, forse appunto per questo -; çlirige ,un grande giornale o ec G1 o 1anco e guida dalle sue colonne l'opinione pubblica, - è portavoce delle classi dirigenti ed è lancia spezzata del Governo. • C'è l'altro, degenerato al punto da dover lasciare la città ove si trovava, perchè i buoni e bravi cittadini non avevano l'intenzione di ricevere la visita degli angeli del Signore, come già la ricevettero le due fa– mose città bibliche, e che, alla testa o quasi, di un giornale rappresentante il fiore del ben pensare, in– canaglisce quotidianamente, con frasi violente contro Tizio o Cajo, perchè ha in mente di farsi la ré• claine agendo in tal maniera. Scrive e insulta; poi, di sotto mano, fa parlare le persone chè ha insultato, e che sono· sempre persone notissime nel mondo scien– ·tifico o letterario o politico, perchè esse gli rispondano, onde si intavoli così una polemica che sia per lul come un?orchestra piena di colpi di gran cassa. C'è ancora l'altro, degenerato perfino nei muscoli e nelle ossa del viso, mezzo logoro dalla rachitide, che __:,,scrittore radicale un giorno, offre il proprio gior– nale al Gòverno, vive alle spalle del proprio gazzettino come a quelle della moglie, e vero sciacallo delle banche, non ha addosso un bottone che non sia stato comprato con denaro immoralmente guadagnato, non ha nel bi– lancio della sua vita un atto che noli. sia riprovevole - dall'articolo al menar le mani anche contro persone della sua famiglia - cd ha, infine, la prerogativa di portar ·sempre la nota criminale in ogni lato della sua vita; come figlio, come marito, come padre (dico padre in omaggio al detto romano; pater llis est quem nujJ.liae demonstrant). Un giorno in cui un celebre· antropologo criminalista si trovava con un amico a passeggiare su un. marciapiede di una grande città d' Italiav il sullo– dato giornalista passò, in mezzo a un gruppo 'di otto o dieci persone, accanto ai due. L'antropoloko crimi– nalista non lo conosceva; l'amico g"li disse che, se vo• leva vedere il celebre giornalista X, scegliesse tra quei dieci la faccia più degenerata e il tipo più criminale. Egli gettò un occhiata sul gruppo, e senza esitazione - additò all'amico un viso. Aveva indovinato: l'antropo– logia criminale non aveva sbagliato! . . . L'altra categoria è dei delinquenti di occasione, - di quegli uomini cioè che, pur avendo nella riserva della loro coscienza un certo senso morale, si lasciano trascinare al delitto da una fatalità di circostanze d'am– biente, le quali esercitano sull'individuo una attrazione così forte che egli non sa resistere. Ecco il tipo di questa categoria nel mondo giornalistico: un0 scrittore che, seb– bene sgrammaticato, è in fondo, ma molto in fondo, una buona pasta d'uomo, ma che, carico di sei o sette figli, scrive bene o male di Tizio o di Cajo a seconda che costoro gli diano o non gli diano una somma che varia dalle cento alle ottocento lire. Egli ha l'abitudine di prendere il denaro, proferendo invariabilmente, a titolo di scusa, questo piagnisteo·: - Non è per me! E' per i miei figli! E quel denaro egli spende veramente per i figli. Ha una certa nozione del bene e del male. Capisce che scrivere bene di uno perchè paga, e scriverne male perchè non paga, è atto immorale, ma vi• è trascinato dalla miseria, dall'occasione, e cerca giustificarsi . di fronte· a sè stesso e agli altri. * * • Eccoci ora ad una terza categoria; il delinquente per abitudine. Il delinquente per abitudine potrebbe definirsi come l'individuo che partì per la battaglia della vita come semplice delinquente d'occasione e ne ritornò .col ba-

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