Il Socialismo - Anno I - n. 8 - 10 giugno 1902
120 IL SOCIALISMO putati uscenti .p erano clericali, 20 liberali e IQ so– cialisti. I 47 clericali sono stati tutti rieleni: uno di 1>il1 è stato inoltre eletto a Dena11t-Philippevillc, al posto di un liberale. I 10 solialisti sono stati ugualmente rieletti tutti. Dei 14 nuovi seggi elettorali i clericali ne hanno guadagnati 9, i socialisti 3, i liberali 1, e un altro i democratici-cristiani. La nuova Camera si comporrà di 97 clericali contro un'opposizione di 69 (33 liberali, 34 socialisti e 2 democratici cristiani, fra cui l'abate Daens, eletto a Bruxelles). La maggioranza è dunque ora di 26 voti, mentre prima era di 20. I giornalisti si.sono dati alla statistica per conoscere le forze attuali dei partiti, dal punto di vista elettorale. Secondo un giornalc 1 che non fa politica, ma che pende verso il Governo, il Soir di Bn1xelles, i cleri• cali avrebbero guadagnato 71,352 voti, i socialisti 22,092 e i liberali ne avrebbero perduti 18,70.i. 1 E' eia notare che per l'aumento della popolazione il corpo elettorale si era accresciuto di circa 100,000 voti. Le forze elettorali dei tre grandi partiti sono rap• presentate dalle cifre seguenti: Clericali 842,144 voti Liberali . . 361 1 165 » Socialisti. . 344,947 >> L'opposizione liberale e socialista riunisce, dunque, 746,II2 voti, contro 842 1 144. Aggiungendo i voti dei democratici cristiani, l'opposizione arriva a 771,930. 2 La vittoria clericale è incontrastabile. Facendo la proporzione con l'aumento del numero degli elettori, i socialisti e i liberali hanno rinculato. La causa immediata del successo del Governo non deve esser cercata molto lontano. Quel successo è do· vuto principalmente allo sc-.,.'lcco subito dal movimento per il suffragio universale. La massa degli elettori flut• tuanti, quella che fa e disfà le maggioi-anze, non ama i vinti. Essa si mette sempre dalla parte del più forte. lo intendo dire che le agitazioni, le dimostra,doni e lo sciopero generale dell'aprile avevano gettato la perturbazione negli affari e avevano prodotto un mal• contento profondo fra i commercianti e gli industriali, gli interessi dei quali erano stati gravemente lesi. E' vero che i Socialisti non reclutano i loro elettori nel mondo dei commercianti e degli industriali, ma è anche vero che le band.e della mala vita che percor• sero le strade di Bruxelles, gettando pietre e sparando colpi di revolver, dovevano assai indisporre la popola• zione borghese della capitale contro il Partito socialista, che pur non aveva nè ordinato nè raccomandato gli atti di vandalismo. Una lotta come quella che si com• battè neWaprile non è una rappresentazione teatrale dove tutto si regola e si prepara prima di andare sulla scena. Si conoscono forse gli autori degli eccessi? Si son raccontate delle strane storie di signori ben vestiti che distribuivano dei quattrini e dei revolvers a ragazzi di quattordici e quindici anni. I ragazzi sono stati arre• stati i ma, quanto agli istigatori, non si sono ancora ritrovati. Dove sono essi? E chi sono? Non è la prima volta che si trova la mano della polizia segreta nei movimenti popolari. Machiavelli ha lasciato dei disce• poli nel mondo governativo cli tutti i paesi. 1 J..!l Sp!lrizionc graduai~ dei p:1rtiti mcdii, che, !\ propositi) di questi stessi :'l\'vcnimcnti belgi, Vittorio Piva neg:w:i ncll' "lvnHti, è evidente. 2 Bisogna tener conto che i borghesi (propriel:lrii, industriali, commcrci:mti, l: rnre:1ti ccc.), p er effetto del voto plurimo; ... -ontro cui si fece 1:t :' lgit:11.ionedcll' :1prilc, dispongono ciascuno di due, tre, fino a quattro , 1 o ti 1 m entre i lavoratori dispongono soltantp di un voto. (N. d. D.). G o Anche nel 1893 e nel 1899 c'erano stati saccheggi e revolverate, ma allora il movimento rivoluzionario era stato vittorioso, e, per due volte, la vittoria sulle strade era stata il proemio della vittoria alle urne. Ora il movimento rivoluzionario ha fallito per le strade, e questa sconfitta ha preluso a quella delle urne. Con che si dimostra che per la massa degli elettori fluttuanti vi sono delle buone e delle cattive rivolu• zioni: sono buone quelle che riescono, e sono cattive quelle che non riescono. Intanto il Governo ha pro,·ato la sua forza di resi• stenza. Sembra ormai stabilito che in Belgio ogni Po• tere che non rifugga dagli arrel"-ti in massa e dalle fucilate, sia in grado di vincere as.sai facilmente i mo– vimenti •per le strade. Ecco una prima quistione che il Partito socialista ha da risolvere: deve esso modificare la sua tattica? Deve abbandonare i mezzi rivoluzionari? Molti di noi pensano che si. Questa opinione è certamente grave, e, senza voler pronunciarmi in proposito, io prendo nota di uno stato di spirito socialista. di cui non si , può negare la esistenza. Essi pensano che in un paese costituzionale come il Belgio la via legale è ancora la più efficace, e d'altronde la politica di minaccia e di violenza ripugna ai sentimenti della popolazione. Gl,i avvenimenti ultimi son venuti a rinforzare di assai le loro argomentazioni. Essi aggiugono che oltre l'azione pnrlamentare resta aperto un immenso campo d'azione al Partito socia– lista, i'! quale si è reso celebre per le opere che. ha creato. Possiede delle cooperative potentissime, delle Societ.i. di mutuo soccorso .che contano migliaia e mi• gliaia di membri, dei Sindacati di lavoratori, dei cir• coli di stuclii sociali, delle Società artistiche e di diver• timento. Ess0 ha anche fondato una scuola industriaJe. E' in queste istituzioni ch'esso impiega la sua forza. Lavorando al loro sviluppo, si ingrandirà, e si forti• ficherà continuamenle. Tulto sommato, non è impossibile rovesciare la maggioranza clericale con l'uso dei mezzi legali. Basta, per questo, che i partiti di opposizione tolgano .,_J 3 seggi ai clericali. Che cosa occorre per arrivarc:a questo? Occorre un grande moviri1ento delropinione pubblica, il quale si sarebbe già prodotto, o avrebbe cominciato a prodursi se il Partito socialista non avesse ricorso alla violenza, e se per un anno esso non avesse pra• ticato, fronte a fronte col Governo, una politica di mi• naccia. Così ragiona un certo numero di militanti sociali• sti. Essi arrivano a dire che non sono lontani dal con• siderare come un beneficio la sconfitta che noi abbiamo subho. Secondo loro i nostri progressi erano troppo rapidi, e, soprattutto, eccessivamente superficiali. Noi ci eravamo ubriacati dei nostri successi. Un grave pe• ricalo incombe,•a su di noi: quello di dover partecipare al potere senza preparazione sufficiente. Invece, ora, noi abbiamo il tempo di raccoglierci. lo ho creduto di dover esporre francamente la si– tuazione del Partito socialista dopo la battaglia, per· chè i nostri compagni cl' Italia possano seguire e com· prendere le discussioni che non potranno non aversi nelle nostre assemblee e nei nostri Corigressi intorno alla tattica. Certo è che se noi non avessimo provato il sistema di ricorrere alla forza per cercare di far valere le no• stre rivendicazioni. noi avremmo avuto una crisi nel seno del Partito, e forse la scissione. Invece noi usciamo ora dalla lotta non solo non ~flìevoliti, nè scoraggiati, ma più uniti cli prima. Augusto Dewinne.
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