Il Socialismo - Anno I - n. 7 - 25 maggio 1902

IL so2IALISMO 101 . .. ~la, pur continuando quest'opera quotidiana - mo– notona, noiosa, poco estetica, meno attraente e meno scintillante delle variazioni cli legislazione comparata, su questa o quella riforma, su questo o quel progetto di legge - \·uol dire per questo che si debbano osteg– giare o trascurare le riforme di miglioramento nelle condizioni d'esistenza dei lavoratori? Sarebbe assurdo: e per questo, talvolta, la forza delle cose - in questo periodo di vita normale - im– pone ai socialisti di dare voto favorevole ad una legge di riforma sociale, sia pure anemica, piuttosto che unirsi ai reazionari per farla naufragare. Per poco che giovi, nella realtà pratica, sarebbe assurdo rifiutarsi ad essa, per seguire una linea di intransigenza assoluta e negativa. Per poco che giovi il ribasso nei prezzi delle medi– cine, durante un'epidemia, sarebbe assurdo l'opporvisi. L'essenziale sta nel non infatuarsi di questi provve– dimenti empirici e sintomatici, ricordando che la miglior cura dell'epidemia tifosa sarà sempre ... la costruzione cli un acquedotto, per quanto sembri monotona e noiosa e di avvenire remoto l'opera ostinata di portare, per questa costruzione, pochi mattoni o qualche tubo ogni giorno .. E l'essenziale sta anche nel non dimenticare che durante un'epidemia il minor prezzo delle medicine lo stabilisce, per es., il i\Iunicipio, non mica per puro spi– rito umanitario, ma anche per interesse egoistico di classe i · giacchè i ricchi hanno pure interesse cli atte– nuare la violenza della epidemia, per accrescere le pro– prie probabilità di sfuggire al contagio pericoloso del colera o del tifo. E per la stessa filantropia ... egoistica danno i milioni. .. ciel popolo per lo sve11trnmc11to delle grandi città, ricavandone i guadagni ladreschi degli appalti e il minor pericolo per loro di infezioni epi– demiche ed endemiche, le quali dal tugurio e dal fon– daco verde si espandono facilmente ai palazzi. Così, in politica, i nostri compagni riformisti do– vrebbero non dimenticare che le leggi sociali le darebbe (e le ha date negli altri paesi) la borghesia anche mal– grado nostro, e net suo interesse, a scopo dilatorio e con– servatore ... purchè vi fosse costretta dalla paura di uno spirito rivoluzionario di classe, energicamente formato e disciplinato nei proletari... come fu in Germania dove il grande promotore delle leggi sociali è stato .... Bismark ! E può persino avvenire che la borghesia, pii.1preveggente, pensi di indebolire preventivamente la formazione di quello spirito rivoluzionario, serven– dosi delle lusinghe dei miglioramenti immediati, come accadde in Inghilterra. La differenza sta soltanto qui: che in Germania il metodo rivoluzionario tenuto dal Partito socialista ha evitato che il proletariato si ad– domesticasse con quelle leggi sociali che pure sono opera grandiosa, mentre in Inghilterra il capitalismo, avendo cominciata quest'opera anche prima della for– mazione di un partito rivoluzionario ottenne di rendere Viv:i. la repubblica.! frattanlo i loro corrcligion !l.ri politici - i capi– talisti e proprietari repubblic.•mi - non hanno ma i dato loro nc:m– che due sc>ldi di pili nel s.i.brio giornaliero. E in Romagna, per esempio, ho visto delle ris:tie, lavorate d:i. povere donne con S.'ll:uidi fame e ignominiosi, pure essendo, quelle ris:-iie,proprieta di qu:i.lchecapo del Partito repubblic.'lno, proprio come in J ,0mb:-irdia e nel Polesine ho visto dei brnccianti trattati con gli stessi s.'\l:tri cli fame e ignominiosi, nelle propriet3 di qu:-ilche C:"lpodel Partito reazionario. Alla differenza delle formule politidtt, tra repubbl:ca.ni e con– scrv:itori1 corrisponde l' idcntitb. del contenuto economie.:, e dei loro interessi di cl:i.sse, cl:i.sseC:lpit:'llist:i. e sfrutt:i.trice . Non pcrchè i capi• p:\rlito repubblicani siano più :w:i.ridei c:-ipi-p:-irtitorcaiionari o vi– ceversa; ma pcrchè, come insegn:i. l:i. dotlrina m:i.rxista, ali' idcn• titb.degli interessi economici e delle condizioni d "esistcnz:i.corrisponde (s:lh•e le rare eccezioni personali) l' ìdentità d ella condott:'l politi c.'\ e di cbsse. G politicamente e socialmente flaccida la mastodontica or– ganizzazione corporativista delle Trades•U11ions. 11 che, nell'un caso e nell'altro, a reciproca con– ferma, torna a dire, che il metodo più efficace in pra– tica e più utile al proletariato è, ancor una volta, il metodo rivoluzionario di propaganda e di organizzazione socialista, che non impedisce, anzi affretta le ri– forme, ma non soffoc~ nè paralizza le potenti aspira– zioni all'integrale emancipazione del proletariato stesso. 1 Analogamente, passata una raffica reazionaria, come in Italia nel 1 94 e nel 1 98, vuol dire, che per questo si debba ricadere nell'errore lassalliano dcli' « unica massa reazionaria» e, per esempio, nei ballottaggi, non I Per questo è inconcludente il dilemma, su cui tuttavia insi– stono tanto i riformisti, sulle traccie del Bemstein e del Jaurès (negli Eludts Sodalislts, Paris, 1901, introd.): o si ammette l::i so– luzione cat::istrofic::io si :unmettono le riforme gmduali. L::i soluzione catastrohc.i. (nel senso che si passi d:i.lregime bor• ghese al regime soci:i.lisl.3.per un colpo di... eruzione vulc:micn) è vernmente insost enibile, e forse '.\fon: non l' ha mai affermata i11911uto senso; e, ad ogni modo qucll' ipotesi non è coerente alla dottrina m:in:ista, che Marx stesso chiamò della • evoluziom (nei mcui) eri– voluziom (nello scopo)• il che non significa che si possano escludere apriori, delle p:"lrzi:"lli violenze collettive pi\1 o meno catast~hche in . questo o quel paese, come contrnccolpo delle violenze re:i.zionarie. Sarebbe, infatti, un po' troppo ingenuo l'interpretare il metodo e\'oluzionistn (a scopo rivoluzion!l.rio) dell:i. co11quisla dti pu6blici poteri nel senso froebeli::iuo che di elezione in elezione i socialisti arriveranno 1rnnquillamente :td :i.vere in Parlamento la metà più 11110 e potrnnno così instaurare • la ditt:tturn del proletariato. • Contro questa ipotesi di un!l. transitoria dillalura del proletario/o il Jaurès (Etudts sodalislts, 1901, p. XXV.XXVI) move, Ver3mente 1 la più errat.i. delle obbiezioni quando dice che quest.i. dittatura. del j,rolet:ui :i.to sarebbe non la co11q11ista della democrazia, come :i.fTerm:i. il 11/a11ifuto co1111111isla di l\farx e Engels, ma sarebbe • la sopprts• sione de/1,1democrazia, percbè sostituirebbe alla volontli. della mag– gioran;a dei cill!ldini, liber:unente consultati, l:i.volontà ditt:"ltorble di u11a das,e. • Come se il prolet !l.ri :i.to (indus1ri:'lle ed :i.gricolo) non costituisc:i., esso solo, la gra11de, imme11sa 111aggiora11,:a dei cit– t::idini ! Del resto, quanto :"Ilmetodo della conquisr:'l dei pubblici poteri (che è formidabilmente vero ed efficace), evidentemente, per una p!!.rte, non ci S.'lrebbe bisogno di arrivare proprio al13. rivoluzione per vedere sconqu::iss.i.tal:i.b:i.racca c:apil.3.lista;s'immagini, p. es., che COS!l.. sarebbe Momecitorio se di 508 deputati, nnche solo 150 fos– sero soci!l.listi. E d'altrn parte non è supponibile - e h stori:i.non ci consente di sperarlo, per quanto sia più :i.ugurnbile e dcsidern to da noi - che la borghesi:i. c:i.pitalista e 1:-itifondisia ci lasciera :'lr• riv:i.re pad,ficammle :tll:"1• met3 più uno • senz.i. ricadere, disperala ratio, nell:i. utopia re:"lzion:-iri:i. delle repressioni ,•iolente, che inevi• t:i.bilmente determinerebbero allora delle contro-reazioni di violenza collettiva da parte del prolctar;ato. Dipenderà dunque soltanto dal contegno della classe dominante, in ciascun p::iesc, di fronte a qu esto elevars i d isciplinato del proletariato socialis:3., l'ar– riv!lre alfa. fond:i.ment :i.le trasformazione della società - con la so– stituzione gradu:i.le della proprietà collettiva 3.IJa propriet:l priv!\ta - con o senz::il'uso delle violenze collettive. Ma pure ammettendo che l'evoluzione sociale si realizzi, giorno per giorno, con le rif~rme - ed io dico a11el,emalgrado,~ riforme - ciò non esclude che queste riforme non si :i.no :i.hro che la ri– sultante dello spirito rivol11:io11ario nel prolet:-iri:ito e dello spirito rea:io11ario nella classe dominanle. Ma, appun to, per :i.vere quella risultante, ]>isogna Chf! noi so– ci:"llisti si :i.mo, non rirormisti, m::irivoluzion3ri. E come nel quadrato delle forz e, in mecc:mic:i.. Tra. una forza che spinge in un senso ed un!l. che spinge in un al:ro senso, si determina la effeuiv:i. forza risult:inte. Spostando l'una o l':i.ltr::idelle forze :i.genti, si spost:t ne– cess.'\riamente la risuh:-inte, allontanandol3. d:i.quella delle due forze, che è diventata più debole. Ora l:i. risultante prntica, con l:l. evoluzione sociale, sono le ri– forme; sta bene. M:i.,- se esse sono, incontestabilmente la risult:i.nte tra lo spirito rea~io11ario della classe dominante e lo spiri to rivolu• :io11ario della classe domin:tta - è evidente che se questa classe dominat:i. (il proletari:"llo, e per esso il p:irtito soci:i.lista ) deneue e s'infiacchisce ne\l'energi:"I rivoluzionari:\ e si fa esso stesso rifor• mista, le rifom1e che ne risulternnuo sar:mno sempre meno rndie:tli e profonde e in loro \'CCCcrescer?t solt3.nto ... I' e, 6a trastulla I

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