Il Socialismo - Anno I - n. 2 - 10 marzo 1902
IL SOCIALISMO magazzino, dice agli operai: « Assi~urate la prosperit~ di questa bottega, costituite una clientela fedele; no, vi faremo partecipare ai benefici, e impiegheremo il re– sto degli utili a pro della propaganda socialista e del– l1educazione popolare.» ?\on è che per una figura retorica che si possono chiamare cooperatori i clienti di una Casa del popolo che è governata da un gruppo molto ristr~tto. I _diret– tori di questi magazzini, per ~ume1~tarc 1 1_>ro~1tt1, fu– rono tratti ad impiantare fabbnchc eh conf~z1on1 e son? anche disposti ad impiantare delle latterie cl~c forni– scano del burro a buon mercato; la cooperazione ru– rale sarebbe cosi una succursale di un magazzino cit– tadino; sarebbe questa la sua vera fisonomia 1 • L'Associazione agricola è l' Associasione per eccel– lenza. La Società la più pcrfcua non è, in fotti, quella che riunisce degli uomini, ma quella che mette la ':IO– lontà in seconda linea per far passare in prima linea gli inlt:ressi ronumi; è per non aYere compreso bene questa semplice verità che i teorici della cooperazione cadono cosi spesso nelle declamazioni filantropiche. L'unione trn gli uomini è sempre precaria: essa non si mantiene (dopo il primo giorno d'entusiasmo) d1e per aUitudinc, per indiffcrenu1, per sottomissione o per interesse: è nelle societù aventi per oggetto il lavoro della terra che gli interessi sono fortemente uniti, e duraturi, e quindi pili stabili le unioni. Nell'agricoltura l'Associazione trova tutto ciò che le abbisogna: gli associati hanno degli inte1·essi comuni cl' una natura pili concreta che non siano gl' interessi degli azionisti; questa coalizione cl' interessi si rileva nella pr?tica della vita economica giornaliera, e per lo meno si esplica nella compra-vendita dei prodotti. - I soci sono del medesimo luogo e l' unità di residen=a, non solo cre.1. un uso comune e continuo delle cose collettive, ma spinge tutti ad interessarsi della gestione comune. E' nella vita delle socict:'\ agricole che occorre ri– cercare la teoria di tutte le Società; non bisogna ri– cercarla nelle Associazioni astratte del Drillo commer– ciale moderno, nè nei semplici aggruppamenti di buone volontà intente ad opere spirituali; e nemmeno nella Societù politica. Bisogna prendere per punto di par– tenza ciò che contiene pili mezzi stabili del lavoro, determinanti l'attività cleg-1'individui, vale a dire ciò che v'è cli più concreto nella vita sociale. Noi troviamo in queste Società rurali complete qual– cosa di analogo a ciò che avviene nella fabbrica mo– derna: « Nelle manifatture » dice Marx, « la divisione del processo ciel lavoro è puramente subbiettiva o per– sonale; essa è una combinazione d'operai parcellari. << l\cl sistema delle macchine, invece, la grande in– dustria crea un organismo cli produzione completamente obbiettivo o impersonale, che l'operaio trova come la condizione materiale tutta propria del suo lavoro. « lvi il carattere cooperativo del lavoro diviene una necessità tecnica per la sua stessa natura. » ~la, nella fabbrica llltto dipende da una volontà esteriore i sicchè non v'è Associazione; mentre in un sindacato cli agr.i– coltori non vi sono volontà esteriori, e tutte le volontà particolari sono direuamente subordinate al!' istrumento di miglioramento per tutto ciò che concerne l'utile del sindacato. Le Associazioni rurali di\'engono singolarmente im– portanti per i socialisti il giorno in cui questi com- 1 Qucst:t descrizione clc\14; Cast del popolo belghe non è ver:t• mente cS:ttt:l. Nel V(){)ruit di G:tnd, per esempio, per nssicurnre l'esercizio della sovr:mit~ dei coopera1ori cd impedire il soverchio 1 potere degli amministmtori, i soci sono obbligati :i.d intcr\'enirc :,. tutte le :ll:!-e mblcegener:i.li , e chi mnnc:,. deve 1>:tg:ire h muh:l di un chilo di pane. l)':,.ltra p:trte, oltre le latterie :tddette alh Casa tld popolo di Bruxelles, ci sono, nelle Fiandre, delle OOO(>emti,·c :tgricolc ~i:llillle e :rntonome. e✓,: d. D.) prendono che tutta la trasformazione sociale suppone la elaborazione di nuove forme d'Associazione e la conseguente educazione giuridica del pop~lo .. E' ali;~ campaana, più che alla città che van cercati gh esempi capactcti chiarire la nozione cieli' Associazione. D'altra parte le Associazioni agricole si presentano a noi come i fattori diretti e indispensabili dcli' attuale progresso tecnico nelle campagne: esse agiscono, dunque. in senso socialista. Se esiste, aclunque, in un paese, un socialismo ru– rale - legato eia una parte alle forze che procluco~lO l'educazione giuridica e dall'altra parte a una orga111z– zazione del Ja\·oro i11 cui sia facile a misurarsi il pro– i;(resso - esso non può essere esposto a cadere nell' u– topia; esso non può essere che pratico. L'Italia possiede, da parecchi secoli, delle grandi Associazioni di bonifiche, di arginazioni ed' irrigazione: eia qualche anno delle Società cli ogni sorta si sono costituite per permettere all'agricoltura di seguire il suo svili1ppo progressivo. 11 prof. Gatti ha la fortuna di vivere in una regione ove le istituzioni cooperative e i nuovi metodi di col– tura han preso il più grande sviluppo. In quale misura !e Associazioni rurali italiane si com– penetrino del socialismo, io non saprei determinare; ma Gatti ne spera bene, ed egli, vivendoci in mezzo, è pili adatto di noi per giudicare. Se veramente il coope– rativismo rurale si presenta in Italia come una buona preparazione socialista dei contadini, vorrà dire che il socialismo è chiamato a prendere forme nuove di un grande interesse per l'avvenire. Il socialismo traversa. in questo momento, una grande crisi che turba le menti più elette: coloro che sì con– tentano di parole e di formole vuote sono i soli a ne– gare questa crise. Le tesi che si ritenevano prima come classiche non si applicano ai bisogni della pratica attuale; vi sono divergenze tra la dottrina e la condotta. e il socialismo riesce ad una casistica che permette tutte le transa– zioni. lo scriYe,·o. qualche anno fa nella Critira Soriale (1° maggio 1898): « La scienza è per i\farx, semplice– mente l'espressione astratta di una certa maniera cli esercitare il noslro potere sulle cose. lo non posso cre– dere che l'avvenire presagito dai programmi massimi sia una delle cose sulle quali noi esercitiamo il nostro potere. « I programmi minimi, troppo spesso ancora, sorpas– sano i limiti della nostra azione possibile; essi sorpas– sano aclunque ciò che noi possiamo dire cli scientifico nelle questione sociali.» Al 'ultimo Congresso interna– zionale, Enrico Ferri esprimeva delle idee presso a poco identiche: « lo dico che non è possibile fare una di– stinzione sostanziale fra i principi e la tattica. Noi diciamo che la teoria non è se non la pratica genera– lizzata e la pratica non è che la teoria in azione. » 1 Portare l'accordo fra la teoria e la pratica: ecco ciò che il socialismo dovrà realizzare per vincere la crisi: 1 1:;eviden·c che da :iffonnazioni nnaloghc il Sorel 1rnc con– clusioni opposte ;1.llemie. D:tlb definizione mar:cist:lche • la.scicm::i è l'e.1:pre.sione :11:tr:\tta di un modo di influire sulle cose,• il Sorel conclu de (secondo mc, crr.lne:tmcntc) che sull':,.vvcnire noi non pos– sia.mo c,;ercitare alcun potere e quindi che persino i progmnuni minimi sono superiori :il nostro potere. lo i1wecc dico che b. loro teoria è una pratic:t gcnernlizz:tla ; la pratira però ffroe essere111111 teoria in a-:io11(; e quindi ne concludo che il progr.unma m:i~simo dei p.,rtito soc:alista deve essere b. guida cOlll:tntc di ogni :ittivi13 p~:itica. Se si perde di vi1:t:\quel progmmm:,. mns~imo (proprict:l colletti\':\ e lott:,.di cbs1:C),i programmi minimi si risolvono io un:,. crani~ imp)tcnz:1 e, peggio, in una esiziale :ilxlic:izionc. (N. d. D.)
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