Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 24 - 31 dicembre 1909

RIVlSTA POPOLARE 663 e soffocere nel polverio tremendo, tutta questa masnada incongrua e codarda di filistei. Certo, il Carducci ebbe dei grossi difetti di temperamento, delle vaste lacune d'ingegno, delle strane eclissi d'inspirazione: non tutto nella sua vita, non tutto nell'arte sua, pu6 e deve ammirarsi ad un modo ; ma queste sono appunto fra le caratteristiche del genio, e tutto il colossale volume di Cesare Lombroso, e tutte le altre sue successive e complementari pubblicazioni, anche attraverso la farraggine dei dati e il di sordine delle teorie, lo dimostrano. Ma da questo alla totale e aistematica e quasi furibonda demolizione intrappresa r:lal Ladenarda, o da chi per esso, molto, troppo, ci corre. Comunque, dico, io non mi sono affatto indignato a questa lettura : ho spesso sorriso, dissentendo bonariamente• ho ' qualche volta cordialmente spprov~to, poichè nulla è piu alieno dell'animo mio che qualsiasi feticismo intransigenk ed intollerante, anche per i maeJtri più venerati, anche per gli amici più cari, anche .•. per me stesso: infatti, n:rn mi son mai nè arrabbiato, nè afflitto, nè preoccupato dei giuJizì ,,fa vorevoli che talvolta furono dati sulle cose mie : devo dire', anzi, che ho sempre preferiti questi 1 poichè sono i più utiii all'artista, allo scienziato, al filosofo; ed anche perchè vengono più spesso da persone competenti, e che hanno letto davvero, e bene : gli altri, il più delle volte, o non han letto, od han letto in fretta, o non avevano alcuna competenza per isco. prire i difetti e gli errori, o mancavano di sincerità e di coraggio per" enunziarli. Il ladenarda ha coraggio, sincerità, competenza e diligenza ad esuberanza; ma , dicevo, si sente spesso nel suo volume l'animo di chi bestemmia Domeneddio o la Madonna santissi• ma, non perchè ateo, non perchè eretico, ma solo per odio ai preti, per dispetto ai bacchettoni, per antipatia ai gesuiti, e sopratutto per offendere e provocare i Tartufi in mala fede, gli speculatori sulla credulità delle masse, gli sfruttatori a lor pro' delle immaginarie miniere del Cielo. Si potrebbe accusare il critico , dunque , di servirsi di un morto per ammazzare dei vivi : ma la voce stessa del morto risponde: , Questo avere a parlare di un morto , e di uno morto di fresco, è spiacevole, e mi è, lo so, pericoloao in faccia ai lettori. Ma che ci ho da fare io, se è morto? • (Cardncci , m, 280). Il hbro comincia col dire dell' uomo, poi passa, al prosatore, poi al poeta, sul quale, naturalmente, si trattiene più a lungo, e poi, come in appendice, infila una lunga, interminabile lista di solecismi, di leziosaggini, di ricercatezze, di leccatun:, di preziosità, di francesismi, di neologismi , d · improprietà , di contorsioni, di bisticci, spigolati nell' immensa produzione de Maestro. Ed io non dirò, certo, che tutti questi delitti contro l'arte siano veri, ingiustificabili, sicuri; ma neppure oserei pronunciarmi in senso contrario. O non c'è un libro del Riccardi su « Le bruttezze di Dante ? • Nessuno scandalo ' nessun sacrilegio, se si rilevano anche le bruttezze del Car - <lucci. Quandoque bonus dormitat Homerus ! Ci sono, poi, altri capitoli sulla evo! uzione politica e filosofica del Carducci, sull'Ode alla Regina e aull' Inno a Satana, sul patriottismo verbale e sull'astensione dai fatti dai ' grossi fatti d'allora, su i fischi di Bologna e su gli applausi di San Marino ; ce n' è uno contro la commemorazione di Garibaldi , sostanzialmente giusto : anch' io trovo molto più sentito, più caldo, più commosso e commovente , il discorso tenuto da Cavallotti all'inaugurazione del monumento di Milano: ma si capisce: Cavallotti... ne sapeva qualcosa di più! E anche Barrili I E anche Abba 1 E ce n'è un altro, capitolo, sull'ammirazione, troppo spie• gabile, secondo il Ladenarda, del Ca1ducci pel Monti; e uno sul • pregiudizio classico •, e contro Orazio, e contro Vergilio, e contro Giove, e tontro Apollo, e contro Lidia, e contro Làlage; e un ultimo contro lo smorfioso e artificioso contegno del Pascoli in occasione della · morte del Maestro : ed anche questo, sostanzialmente giusto. E C()ncludo : è bene che si scrivano anche di questi libri, purchè soltanto, come è il caso presente, siano ispirati da un sentimento schietto e pensati e composti in buona fede : ristabiliscono, anche con le loro esagerazioni e coi loro straripamenti, l'equilibrio rotto da troppe adorazioni, da troppi feticismi, da troppi: infatuamenti, non sempre ingenui, non sempre disinteressati, non sempre onesti. * La Società Tipografico-Editrice Nazionale, di Torino, sèguita nella ristampa delle opere complete di Salvatere Farina : ed ora dà fuori la decima eJizione italiana di Mrn FIGLIO eh' è ' f ,rse il capolavoro del glorioio romanziere sardo; e dico decima italiana, perchè ogni altra lingua del mondo civiie ha la sua, quando non ne ha due o tre. L'opera è dunque largamente conosciuta ed amata; il giudizio l' ha già dato, da tempo, il più autorevole dei critici, il pubbli..:o; e a noi non rimane che prender atto, almeno come recensori; ma, come parte del pubblico, e come parte nuova che non ha ancor detta la sua, possiamo e vogliamo interloquire anche noi : e per dire, che in questo caso noi non subiamo il giudizio di quel Signore, ma lo condividiamo con tutta l' anima ; per dire, anche, che qaesto non è, propriamente, un romanzo, ma qualcosa di pìù e di meglio: un frammento di vita vissuta, un ricordo di gioie, di ansie, di dolori, di spèranze, di palpiti, veramente e profondamente provati da un padre, e da un padre che sapea osservare e osservarsi, rammentare e commentare , vivere e scrivere : • un cuore », direbbe Vespasiano Bignami, « con servato nello spirito , . Io avevo già letto nei suoi episodi costitutivi , pubblicati dapprima separatamente, gran parte di questo libro delizioso: ma ora soltanto ha avuta occasione di rileggerlo intero, e di averne l'impressione di insieme : è in questo aenso, che, come dicevo, io faccio oggi parte del pubblico nuovo, perchè nuovo appunto mi riesce il diletto estetico e nuova l'emozione sentimentale che mi viene dal libro. Allora, quando gustavo i singoli capitoletti, « Prima che nascesse •, 11 Le tre nutrici •, e Mio figlio studia •, « Mio figlio s'innamora •, avevo vent' anni , al più al più venticinque; adesso ne ho il doppio : e se sapeste, che differente impressione fa una lettura di questo genere a tale distanza di tempo I quanta più intimità e profondità di sentimento, quanta maggior sottigliezra e analiticità di gusto si possiede, quanto trasfigurata apparisce una medesima opera di arte, quanto par nuova e diversa da prima, anche se l'autore non vi ha mutata una virgola ! Molte volte si dice [tra sè: Ma è prqprio questo, che mi ha tanto entusiasmato? Ma come poò essere ? Ma ero proprio così destituito di gusto e di senso critico ? Altre poc.he volte, invece, si mormora: Caspita I Ma questo è un capolavoro I E io, che non l'avevo capito che a mezzo! Io che l'avevo letto così, per passatempo, in viaggio, in camdagna, in letto per pigliar sonno, come una robetta qualunque! Confesso, a mia somma vergogna, che quest'ultimo caso mi è accaduto per i • Prmessi Sposi •, nientemeno I Ma, a mio· onore, devo aggiungere che cinque anni dopo quello in cui m'era parsa noiosa e scipita la prosa di Alessandro Manzoni, ero già in grado di capire e gustare, quantunque ancora di- ,·ersamente da oggi, quella di Salvatore Farina: al quale io debbo, fra l'altro, l'avermi pe1 primo fatto apprezzare la prosa semplice e piana, i fatti modesti ed abituali, gli affettì comuni e casalinghi, cioè, in sostanza, la naturalezza neli' arte e la realtà nella vita. li * Ed ora, affrettiamo il passo. Col titolo ARIASANA(Salerno,

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