Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 24 - 31 dicembre 1909

RIVISTA POPOLARE 659 Chiesa dallo Stato, ed ancor pm dall' Home-Rule per l'Irlanda. In Gladstone le idee maturavano len- . tarnente si può quasi dire - osservando il corso della sua vita ed il procedere degli avvenimen:i .che il suo pensiero evolveva con gli ultimi portati di questi, cosicchè quando noi lo troviamo liberale la sua evoluzione , la sua conversione non ci sorprendono. Egli ha proceduto di pari passo alle idee del suo tempo, e, uomo di ingegno singolare e di vedute larghissime, qualche volta ha col pensiero e l'azione preceduti le idee del tempo; e precorso .gli avvenimenti. Come appunto nella prima delle sue evoluzioni a proposito del libero-scambio di <:ui fu uno degli ardenti partigiani dopo esserne stato uno dei fìeri oppositori. Questa particolarità della sua vita cì da la chiave della sua psiche, ci mette in luce un lato - il predominante - c!el suo carattere. Egli era prima di tutto, sopratutto un uomo pratico. In lui l'interesse positivo - non ristretto a sè, alla sua persona o alle sue idee - ma esteso ed allargantesi alla nazione - era il fulcro e la guida di ogni suo atto. A proposito del libero scambio egli si era accorto che un paese come l' Inghilterra che non ha agricoltura, che non basta, per la propria vita materiale .a sè stesso, non può essere un paese protezionista. Le colonie, l'argomento principe dei protezio!listi Inglesi d' ieri e di oggi, non possono essere considerate come le eterne provveditrici della madrepatria, interessi economici e politici possono renderle infedeli; il paese ha bisogno di avere sempre .aperta la porta de' suoi m~reati. se non ha i mercati dentro di sè. Di quì la evoluzione economica .di Gladstone, evoluzione che portandolo a lottare a fianco dei liberali doveva poi farne il capo del partito quando la lotta da economica si sarebbe trasformata in politica, trovando Gladstone già maturo e pronto per la lotta contro la Chiesa stabilita per la riforma elettorale, e per le leggi a favore dell'Irlanda. Ma tra il primo periodo che termina .con la sua sconfìtta alle elezioni del 1845, ed il se- <:ondo che comincia nel 1847, quando fu eletto deputato di Oxford, vi è il periodo del viaggio in Italia fecondo per· lui di osservazioni e di studi, per tutti della traduzione della <e Storia degli Stati Romani » del Farini e di quelle « Lettere a Lord Aberdeen » che lo rivelarono uno dei più forbiti scrittori del mondo politico Inglese; ed un osservatore eccezionale. In quelle lettere bollò a sangue il nefando Borbone e intravide la rivoluzione del '48. A lui, al successo di quelle sue lettere, devono gli Italiani la grande simpatia che i nostri rivoluzionari e la lotta per il nostro risorgimento desta- ~ono in Inghilterra. Tornato in patria, riebbe il potere e lo riebbe e lo perdette più volte - in quella costante alternativa di conservatori e dei liberali al governo , roa sempre però con i liberali e sempre a nome loro escogitando nuove leggi progressive, spingendo il suo partito di passo in passo alle forme logiche di un governo sempre più moderno. Naturalmente vi perdette il Collegio di Oxfordstato sempre una cittadella dei conservatori, ma seppe riguadagnarsi quello di Lancastre che fu poi sempre il suo, e lo onorò grandemente come Jeputato e come autore di quegli « Studi su Omero « che dal 1861, ad oggi non sono invecchiati. Ma bisognerebbe fare la storia dei movimenti politici e diplomatici d' Europa dal 1853, con l'allea_nza con la Francia, e il '54 con la guerra di Cnmea agli avvenimenti ultimi della politica Europea per potere descrivere l'attualità e l'attività di questo uomo che fu - indubbiamente - dei più grandi uomini inglesi. L' Home Rule per l'Irlanda eh' egli presentò la prima volta nel 187 I gli apportò molte inimicizie, i co_nservatori lo dissero quasi un nemic0 della p~ - tria; ma la questione tutt'ora aperta e che si avvfa alla soluzione nel senso indicato fino da allora da Gladstone, dimostra che egli vide perfettamente chiare le via da percorrere a favore dell'Inghilterra e per il bene dell' Irlanda. Certo la sua fu sovente una politica egoista, come quando - volendo strettamente attenersi alla neutralità - lasciò che la Prussia schiacciasse spietatamente la Francia, ma quando non erano - come in questo caso-direttamente in gioco gli interessi del suo paese, allora egli volentieri e sempre si schierò dal lato dei deboli contro i forti, dal lato della giustizia contro la violenza. Così a favore degli Armeni, così a fa·,ore dell'Unità Italiana. In fondo egli era l'uomo di Stato che considera la politica, quella arida e brutta ed egoistica cosa che è in realtà; e ne seguiva i dettami, attenuandone la bruttezza quando poteva farlo, senza che gli interessi ne soffrissero. Egli considerava che interessi ed i;:iealità devono andare d' accordo; ma quando non vanno, peggio per le idee; egli le sacrificava e le sacrifìcò sempre agli interessi . E' bene? E' male? Senza dubbio idealmente ed eticamente è male; ma quando dalle serenità astratte dell' ideale si scende alla pratica sordida della vita allora non si può a meno di pensare che non può essere altro che così; ed allora è bene. Or Gladstone aveva appunto tratto dalla esperienza dei fatti e della vita questa conclusione; ed appunto egli aveva detto peggio per le idee dei conservatori, quando vide che quelle idee erano in aperto contrasto con la necessità dei tempi. Questa fu la vera . e grande sua forza; la singolarità sua - ed anche la sua onestà - stette in questo: che quando egli vide divergere le idee dall' interesse del paese, non si ostinò in quelle ma francamente le disse o vecchie o nocive e battè altre vie alla realizzazione di ideali diversi, dicendolo apertamente e apertamente per i nuovi ideali combattendo. Ciò che, in fondo, è la vera e sola sincerità della vita. A. A. Psicologiadel contadinocalabrese Usi e costumi Quando un frequentatore di caffè o un giornalista. ha bisogno d'indicare un uomo le cui facoltà morali e intellettive sieno più che rudimentali, egli dice che è come l\ll contadino calabrese. Nella sua fantasia più o meno fervida il contadino calabrese è un che di mezzo fra il brigante e l' uomo-bestia. Noi che questo contadino abbiamo studiato da vicino nella sua vita materiale e morale, noi che abbiamo ce:-cato di leggere addentro nella sua anima, possiamo dire ch'egli è molto diverso da quel che si dipinge da scrittori che lo conoscono attraverso la leggenda. La figura stereotipata con cui si rappresenta comunemente il brigante calabrese, l' uumo cioè dal cappello a cono e dalla larga cintura di cuoio, da cni pendono le lami luccicanti, l'uomo dalla barba ispida e dallo sguardo truce che gira nella macchia col trombone ad armacollo; quella figura truculenta bisogna contentarsi di guardarla sulla copertina. di certi romanzi, poich,è ormai è introvabile nella terra di Calabria. Nè serve a dare un'idea esatta della p~icologia del

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