Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 23 - 15 dicembre 1909

624 RIVISTA POPOLARE <e zionari, digradanti giù dal Lloyd-George all' ulcc timo esattore. » <e L'on .. Giolitti aveva invece da cogliere la sua <e Opposizione bivaccante sotto le tend~ delle con- <c vinzioni marittime, completamente impreparata cc ad un diverso assalto. Quindi la necessità di far cc piano, di disturbar poca gente, nient'altro. eh~ ~1 « fidatissimo on. Lacava e tre o quattro capi d1v1- <c sione. Ma le leggi sopratutto le grandi leggi or- « ganiche dello Stato, si fanno così? Si stabiliscono cc cervelloticamente le aliquote ? Non si fanno sta- « tistiche del censo italiano, non si distribuiscono • « i 35 milioni d' italiani secondo il loro red~ito, « così da conoscerne con esattezza la percuss10ne ccche verranno a risentire dalle nuove imposte ? ccsi sgrava e si tassa a lume di naso, dimenticando cc che il più santo principio può essere ammazzato cc dal modo con•cui lo si vuol introdurre nel mondo?» + 2. 0 Siamo molto soddisfatti di questo unanime consenso nel nostro pensiero. A togliere ogni dubbio, se ci fosse qualcuno, che ancora ne conservasse è venuta la parola autorevole di un membro del caduto governo, che veniva considerato come il successore predestinato dell'on. Schanzer. E' stato proprio l'on. Calissano, l'ex sottosegretario di Stato per le poste, che ha voluto così commentare la caduta del Ministero Giolitti in una intervista, che abbiamo letto nel Secolo (4 Dicembre): « Noi ce ne « andiamo a fronte alta, convinti di avere com- <c .piuto il nostro dovere fino all' ultimo e di non cc avere defezionato di un millimetro o di aver « commesso una viltà di-nanzi all'imperversare delle << racimolate opposizioni. Anche oggi sia_mopersuasi « e ripetiamo che, onestamente, non s1 poteva te- « tere un contegno diverso in fatto di convenzioni « marittime. Gli avvenimenti passano, i ministri se cc ne vanno, ma restano gli atti della storia e negli « archivi del paese i documenti della nostra lealtà. « Ripeto ed insisto che se la sconfitta non ci sor- « prende, non ci stupisce. Agli uomini che hanno « creduto gridare ai quattro venti che sapevano « fare e concludere meglio di noi lasciamo aperto cc il passo e li attendiamo alla prova. Sarebbe in- « genuo se dovessimo soggiacere anche per ~n istant~ « ad un moto di sorpresa per quanto avviene ed e « avvenuto. Non credo sia serio abbandonarsi oggi « ai lambicchi ed agli acidi della chimica parla- « mentare per trarre fuori da una precisa od im- <c precisa formula scientifica l'oroscopo di una suecc cessione piuttosto che di un ~ltra. ». « Noi teniamo ad affermare 1 n faccia al sole ed cc agli uomini di buona o di non buona v0lontà (< parlamentare la .nostra. s?li~arietà e.~ il nostro cc attaccamento all·on. G1ohtt1, nel cut nome abcc biamo loftato e col quale siamo caduti. » Non rileviamo il tono spavaldo; non rileviamo le incredibili dimenticanze sulle vicende delle Convenzioni marittime comprovanti che il ministero passato non aveva saputo farle e che tutti i miglioramenti apportati dalle aste si devono proprio all~ opp,)sizioni ; non le rileviamo perchè coi caduti non si deve incrudelire ed ai caduti qualche illusione confortatrice bisogna lasciarla. Del resto l'onorevole Calissano, eh' è uomo fìne ed accorto potrebbe anche osservare: ciò che avvenne sino all' 8 Luglio non mi riglfarda, _perché io non_er~ ancor'! al governo. Ma cio che importa a noi rilevare e questo solo: l'on. Calissano esplicitamente riconosce, che furono le Convenzioni marittime a determinare la catastrofe del terzo ministero Giolitti. • 3.0 Dal ministero vecchio al nuovo. Non occupiamoci delle persone che lo compon~ gono: ce ne sono di grande valore tecnico; e ce ne sono assolutamente prive di qualsiasi valore, che saranno rimaste sorprese di vedersi innalzate al grado di ministri. Nè ci occorre ripetere la stima grande, grandissima, che abbiamo del Sonnino e che data da epoca assai remota: dalla pubblicazione del libro, sui Contadini in Sicilia, dalla Rassegna settimanale, dalla restaurazione delle fìnanze sotto Crispi ( 1894), dal suo discorso di Napoli in favore del mezzogiorno. Questa nostra stima è tanto radicata che non valsero a diminuirla nè le sue responsabilità politiche e morali del secondo ministero Crispi; nè la parte ingrata , che rappresentò nel periodo dell'ostruzionismo. Ma sono precisamente questi nostri sentimenti , che ora ci cagionano un vivo rammarico, che possiamo manifestare chiaramente ed interamente, perché noi viviamo al di fuori delle competizioni parlamentari e non abbiamo sentito e non sentiremo mai gli appetiti tormentosi della ministeriabilità. Siamo sinceramente addolorati del contegno e dell'opera dell'on. Sonnino nella composizione e nell'inizio del nuovo ministero per motivi, che ci fanno dubitare della esattezza del concetto, che di lui ci eravamo formato e che esporremo, m01·e solito , senza reticenze. Ci addolora il fatto che l'on. Sonnino nella composizione del nuovo ministero non si sia ricordato che sin dal primo momento doveva rivolgersi alla parte dell'Estrema sinistra che può assumere la responsabilità del potere sotto la monarchia: ai radicali. A noi non sono simpatici come gruppo, perchè ci pare che essi non abbiano un contenuto proprio e che possano generare degli equivoci; ma se non rappresentarono qualche cosa di specifil·o pel passato, rappresentano una netta tendenza nel momento presente. Ora Sonninò si volse ai r'adicali nel 1906 quando non gliene coi reva alcun obbligo e cercò la cooperazione del più accentuato tra loro e che aveva i precedenti meno ortodossi: quella di Edoardo Pantano. Non si volse a loro nel 1909 quando ne aveva assoluto il dovere parlamentare: l'Estrema sinistra, infatti, era stata la forza più disciplinata, più attiva e preponderante nel cagionare il nanfragio dei progetti ministeriali negli Uffici; l'Estrema sinistra e sopratutto Pantano aveva costretto Giolitti a ricorrere alla commedia tributaria per non cadere sulle convenzioni marittime. L'on. Sonnino che mancò d'in1 tuito e di gratitudine non rivolgendosi all'Estrema radicale sin dal primo momento commise errore più grave richiedendola del suo concorso dopo il rifiuto avuto dalla Sinistra democratica e dagli on. Martini e Finocchiaro-Aprile. Questa tardiva resipiscenza era offensiva pei radicali, che venivano considerati come un comodino e come un gruppo disposto a sacrificare la dignità alla conquista di un portafoglio. Egli mancò di tatto non prevedendo che un gruppo più avanzato della Sinistra democ,•atica non poteva, senza suicidarsi miserevolmente, transigere sulla politica ecclesiastica, che per lo appunto in questo mo• mento b contraddistingue dagli altri gruppi monarchici. Commise grave_ errore perc~è p~ssando con tanta leggerezza da un gruppo all altro nella ricerca dei propri collaboratori dette prova di assenza di criteri politici e di quell'eclettismo disgustoso, che rese poco rispettabili e poco rispettati molti tra i ministeri precedenti. L'on. Sonnino che non vide che avrebbe potuto formare un ministero relativamente omogeneo re• clutandone -i membri tra ciò che e' era di meglio nel proprio gruppo, nella Sinist1·a democf'atica e nella Estrema sinistra - un ministero che avrebbe finito per attrarre tutto ciò che c'è di sano nella

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