RIVISTA POPOLARE 641 contro le malattie e gli Infortuni. Non ai può parlare soltanto di rapporti fra due entità p~cuniarie, ma di servigi resi dall'individuo alla comunità e di misure di previdenza prese dalla comunità a favore di questo individuo, divenuto inabile al lavoro, lavorando per essa. Questo è il titolo maggiore degli Invalidi e dei vecchi : il premio a versarsi sarà determinato dalle necessità finanziarie. Nostro scopo è avere una Istituzione simile a quella esistente nell' Australia e nella Nuova Zelanda. Là gli Assicurati - se così si possono chiamare - ricevono le pensioni di Invalidità e di vecchiaia senza versare contributi di sorta. « Chi ha aiutato a sopportare i pesi della Colonia pagando le tasse e dand.>le il proprio lavoro e le proprie capacità, deve dalla Colonia ricevere una Rendita nella sua vecchiaia » Così parla espressamente la Legge. - Vi sono inconvenienti - E un fatto che Je Assicurazioni volontarie, sono troppo poco frequenti. Il rimedio più ovvio è estendere l'Assicurazione obbligatoria a tutte le persone cbe arrivano aJ un certo rt!ddito, comunque raggiunto. Non abbiamo ancora un'Assicurazione popolare nel vero senso della parola. Se tanto pochi sono quelli che approfittano dei van· tsggi conces1i dal nuovo Ordinamento agli Assicurati volontari questa è una nuova prova dell'ignoranza degli interessati. Molti hanno protestato, come i maestri, di dover appartenere ad un Istituzione di Assicurazioni operaie I Altro rimedio efficace ai mali lamentati sarebbe l'amministrazione autonoma degli \ssicurati contro l'Invalidità. Gli Assicurati devono educar:., ad essere non oggetto ma soggetto di Assicurazioni. Soltanto l'autonomia delle amministrazioni potrà dare alle assicurazioni il contenuto etico voluto. Purtroppo il nuovo Ordinamento tende in senso contrario. La democrazia sociale ha qui un buon campo di battaglia. Fra le nuove disposizioni che si vogliono introdurre accen · niamo soltanto a quella sulla perdita dei diritti ali' Assicurazione contro l'Invalidità. Chi ha acquistato un diritto non deve perderlo se anche non continua a versare la quota. I pericoli d'un peggioramento nelle condizioni delle Assicu razioni operaie sono molti anche nei rapporti materiali. Ri cordarsi le parole di Weymarm al Congresso internazionale delle Assicurazioni operaie in Vienna. I( L'Assicurazione operaia non è un affare commerciale basato sul « depositiamo tanto e riceviamo tanto• L'Assicurazione operaia sarà una Istituzione sociale o non sarà ». (Die Neue Zeit, 3 Dicembre). + Maria Corelli. Il Problema delle suffraghette.- Francamente è impossibile a vere una qualsiasi simpatia per le suffraghette. Prima di tutto è impossibile non ammettere che essa sia una donna disillusa, una spostata , una cantanttice stonata. Tutta la sua azione è fuori del bnon senso, e nella scelta dei mezzi per giungere al suo scopo essa si lasci guidare dalla impulsività che è una delle ragioni e dei caratteri della sua debolezza e della sua inferiorità. Ora perchè mai la stampa se ne occupa tanto, tanto più che le suffraghette non risparmiano alla stampa nei loro scritti, giornali e discorsi, ingiurie e cauzonature ? In fondo è che, malgrado tutti i suoi reali difetti, e tutti quelli dei quali è accusato dalle suffraghette l'uomo ha sernpf'e tendenza od idealizzare la donna e la idealiz:za sempre anche quando gli è ferocemente avversa. E questa idealizzazione è molto fuori di luogo. Tutto ciò che può concorrere a rendere ridicola una donna, la violenza, la brutalità, è speciale alla suffraghetta e non c'è nulla di più ridic >lo al mondo di una suffraghetta eccitata. Si dovrebbe sempre riderne, se non se ne aentisse una profonda pietà. Perchè bisogna comparare tutto ciò che la donna ha perdoto, con ciò che la suffraghetta vuole guadagnare e si viene alla non lieta conclusione che essa ha molto pt:rduto, per guadagnare pochissimo. Nessuno che abbia un po' d' intell.:tto negherà alfa donna le brillanti pctenzialità dell'intelletto. Vi sono moltissime donne che possono testimoniare della grande abilità e capacità intel• lettuale della donna. La Regina Elisabetta è una dei più chiari esponenti di queste qualità. Essa fu certamente il p'd grande navarca Inglese, e:i è un danno che la indifferenza inglese non tenga conto delle donne di valore, e non intende modellarsi su l'America in quanto al rispetto che è dovuto alla d ,nna. Ed è anche uno dei grandi torti degli uomini inglesi di scegliere e preferi,·e per mogli delle donne stupide poichè ciò li pone a rischio di essere considerati stupidi. essi stessi. Ed a loro volta le donne devono guardarsi di non distruggere esse stesse con l'opera loro tutte le loro belle qualità. Esse hanno molte virtù; molte qualità che p0J~ono e devono t!SSere sviluppate, e che possono essere di una grande utilità alla società, ma per farle brillare non è il mezzo migliore quello scelto dalle sutfraghette. Anche le donne devono molto pensare alla loro funzione di madri, e per esplicare questa funzione esse devono fare tutti i loro sforzi; anche perchè neila società possono trovare quella difesa e quella educazione dei sessi che, ora, in realtà. loro manca. Ma quando una donna da prova di essere una buona e saggia madre allora essa può realmente reclamare, il diritto di lavorare o cooperare a tutte quelle riforme sociali che concernono la questione dei sessi, e la difesa delle donne e dei ragazzi nelh società, ed il carattere e lo sviluppo della educazione. Dato il punto di progrc-,so sociale al quale siamo giunti, non è più possibile negare a Ila donna un riconoscimento dei diritti che realmente le spettano e la società dovrà provvedere e le donne hanno diritto ad esigere che si provveda alla loro situazione. Anzi dovrebbero essere incaricate di provvedere esse stesse. E forse un buon mezzo di provvedere sarebbe che esse costituissero un parlamento di donne, ad imitaziorie cli quella di Westminster, e che per tre anni, ogni notte, trattassero le stesse quistionì che sono trattate ogni :-.otte a Westminster. Alla fine di questi tre anni se le donne fossero riuscite a d:- scutere e trattare le leggi ed i provvedimenti di stato con maggiore logica e buon senso di ciò che non avessero fatto gli uomini , se fossero riuscite a presentare alla discussione ed a discutere con profitto progetti di legge di carattere sociale pratici e persuasivi per la loro utilità , esse porrebbero risparmiarsi gli eccessi che le rendono tanto sgrazis te: e le fanno ridicole e riprovevoli, perchè non vi sarebbe nessuno che non dicesse che sia loro dato il voto poichè è utile e le fa felici (London Maga;ine Novembre). + L' aumento della popolazione europea nel secolo 19° - Avvenne secondo il seguente specchietto: ALLA F I N E DEL l' ANNO AUMENTOMEDIO Russia Impero German. Austria Ungkeria Francia lnghilt. e Galles Scozia Irlanda Italia Spagna Portogallo Turchia e Bulgaria Svezia Norvc:gia Danimarca Svizzera Rumania Serbia 1800 1850 1900 PER MILLE 33,000 61,000 103,280 10,0 24,500 35,409 56,366 8,4 13,300 18.054 26,150 7,2 10,000 13,300 19,254 6,6 26,900 34,907 38,961 3,7 9,250 18,000 32,527 12,5 I ,675 2,915 4,47 2 9,9 5,500 6,696 4,458 2,1 18, Il5 23,900 32,449 5,8 11,500 14,500 18,618 4,8 2,920 3,450 5,423 6,2 7,300 8,500 9,874 3,0 2,347 3,483 5, 136 7,9 883 1,400 2,240 9,4 925 I ,43 1 2,449 9,7 1,750 2,400 3,325 6,4 2,800 4,350 5,956 7,7 909 1,250 2,493 10,2 - Tutti i popoli europei ebbero un aumento, maggiore o mi-
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