RIVISTA POPOLARE 637 Valgano come ripetute in questa le osservazioni fatte in es~a circa le classi degli agricoltori indipendenti, dei contadini obbligati e giornalieri e dei pastori~ Della classe dei capitalisti, proprietari e pensionati dirò qui appresso. Ma grande che si voglia ammettere la dissimiglianza , la eterogeneità tecnica degli aggruppamenti professionali , se essa può va• Iere a spiegare gran parte della differenza dì densiti criminalt: fra i contajini dipendenti e pastori della Lombardia (487,38 condannati per 100 mila abitanti; indice 22) e qut.:lli del:a Si• cilia (1100 condannati per 100 mila abitanti, indice 46,2), non spiega affatto la enorme differenza di densità criminale fra !e classi professionali che sono fissi! per sede, ed esenti dalle variazioni deprimenti del livello dei salarii e dalle disoccupazioni periodiche per ragioni meteoriche. Le cause del carat teristico fenomeno risiedono sovratutto nelle condiz_ioni economiche delle classi professionali nelle due diverse regioni. E' risaputo che a cagione dt:lla grave crisi agricola 11ttraversata dall'Italia dal 1890 al 1897, la classe dei possidenti agricol tori della Sicilia avea 11ubìto un turbamento profondo delle sue condizioni economiche, quasi un vero dissesto; dal quale si è risollevata dal 1900 in poi. La classe omologa della Lom bardia risentì allora poco danno. Le difkrenze dì densità criminale del 1896- r 900, segnah\te dagli fodici 1 e 3, risentono la differente intensità degli effetti della crisi. Lo spazio di questa Rivista non mi consente di riportare o compilare serie di prospetti dimostrati vi delle attuali difle- ·renze di condizioni economiche fra gli agricoltori della Sicilia e quelli della Lombardia. Debbo limitarmi perciò ad accennare alle fonti principr1li: Ricercando - nel modo usato per istituire confronti tra gli agricoltori della Sicilia e del Piemonte - fra i dati del Cen • simento generale della popola 1 ione del 1901, della Statistica del reddito mobilia,·e accertato e tassato in Italia nel 1902, nell'opera del Nitti: La ricchena privata dell'Italia e nella inchiesta su Le affitttan:re collettive pubblicata dalla Federa zione italiana dei Consorzi agrari, risulta che il livello di possidenza e di benessere degli agricoltori indipendenti delìa Lombardia sale assai più alto di quello che la stessa classe rnggiunge in Sicilia. Cito come indici: Ricchezza media privata per ogni abitante in Lombardia lire 2,520, in Sicilia lire 1,604; In L<mbardia: numero di redditi d'industri.l agraria 11,886, con ammontare medio : del reddito unitario in lire 1,064, del reddito calcolato per ogni Kmq. di territorio in L. 5 13, e del reddito calcolato per ogni agricoltore proprietario di terreni in L. 41,4. In Sicilia: numero dei redditi d'industria agraria 3,401, con ammontare medio del reddito unitario per Kmq. di territorio in lire 110, e del reddito per ogni agricoltore proprietario in lire 24,4. In Lombardia per ognuno dei 2,772 ettari di terreno assunti in coltura dalle affittanze collettive nd 1901-1905 si pagarono, in media, lire 131 di fitto, in Sicilia per ognuno dei 26,720 ettari si pagarono, in media, soltanto lire 38. In Sicilia la terra è coltivata, in maggior parte, non già dai proprietari o dai conduttori a lunga scadenza, come in Lombardia, ma per mezzo di contadini giornalieri. Ed essa è così mal distr,ibuita e mal coltivata, e riesce così poca feconda e poca redditizia, che non basta a fornire alla maggioranza dei piccoli coltivatori proprietari sufficienti mezzi di sussistenza, e li sospinge, per ciò, anche al lavoro salariato. In Sicilia , a causa della povertà dei redditi della terra percepiti dalla grande massa della popolazione agricola, soltanto 2 150 abitanti di altre professioni cercano, o riescono a trovare occupazione accessoria nell'agricoltura; mentre in Lombardia il saggio dei redditi agricoli è tale da potere attirare al lavoro della terra, come ad occupazione accessoria, 20100 abitanti di altre pro .. fessioni. Allo stato attuale delle statistiche economiche d'Italia, non è possibile formulare giudizio comparativo esatto sul grado delle differenze di stato e valore economico-sociale degli agricoltori indipendenti delle due regioni. Si può soltanto affermare che la grandissima parte ddla differenza di densità criminale· specifica contro la proprietà (indice I per la Lombardia, indice 3, 1 per la Sicilia) dipende sovratutto dalle differenze di condizioni economiche. Ma non si può assumern in questo caso la semplice differenza degli indici di densità criminale specifica come misura approssimativa della differenza di condizioni economiche, per due ragioni principali: 1. Il cattivo assetto demografico, la ineducazione e il contagio psichico, che sono cause criminogene di lieve entità nelle classi povere, nelle quali il primo e più grande fattore dei delitti contro la proprietà è il bisogno di trovare mezzi di sussistenza, acquistano invece entità criminogena relativamente grande nelle classi agiate. La classe degli agricoltori indipendenti di Sicilia, che ·.ive in livello e in amb;ente di educaz;one generale alquanto basso, in cattivo assetto demografico e in am• biente piùttosto saturo di delitto, è esposta assai più intensamente ed estesamente, che non la classe omologa di Lombardia, al contagio e alla efficienza criminale di quelle condizioni di vitR. 2. Va, senz'altro, escluso che gli agricoltori indipendenti della Lombardia godano di un bt:nessere economico triplo di quello degli agric0ltori indipendenti di Sicilia. Il prospetto degli indici di densità criminale specifica lascia piuttosto indurre che al di là di un certo limite di benessere economico e di agio demografico, limite al quale gli agricoltori di Sicilia non arrivano, la popolazione agricola agiata della Lombardia cessi di dare contingente di condannati contro la proprietà ; e che al di là di quel limite (da noi e finora indeterminato e inde• terminabile) più non sussista quella proporzionalità dei rapporti fra condizioni economiche e densità di delinqut:nza contro la proprietà, che esiste nelle classi povere o appena agiate. A sostegno di questa t~si, il prospetto delle cifre relative dei condannati per delitti contro la proprietà in Sicilia e in Lombard·a dal 1896 al 1900 presenta dati valevoli. In Sicilia si s0no avuti, in media annuale, 149,42 condannati su 1001000 fra proprietari , capitalisti, benestanti e pensionati; in Lombardia soltanto 48,05. La differenza del numero dei con-fannati è di circa 100; gl' indici di densità criminale, paragonata fra le due regioni, sono: 2 per la Lombardia, 6,4 per la Sicilia. Anche qui è da escludere una differenza di di stato economico proporzionale alla differenza di densità criminale - come I a 3 - I dati esigono perciò critica e spiegazione: li censimento del 1901 reca per la Lombardia 67842 abi tanti di ambo i sessi, di età superiore ai 9 anni, come viventì di redditi, e fra essi 17568 maschi classificati come capitalisti, proprietari e b~nestanti; per la Sicilia esso porta il totale dei viventi di redditi a 82016, e fra questi 39900 maschi classificati come capitalisti proprietari c benestanti. Secondo i calcoli del Nitti, in Sicilia la ricchezza media privata è di lire 1604, in Lombardia è di lire 2500. Ora non è ammissibile che in Sicilia con 916 lire a testa in meno e con circa 750,000 abitanti in meno, in rapporto alla Lombardia, si possa avere circa 211550 bt:nestanti in più. Il fatto è che in Sicilia una massa di spostati e di disoccupati, i quali non appartengono ad alcuna professione e vivono di espedienti, nella scheda censimentaria si qualificano proprietari, se hanno un palmo di 'terra al sole, capitalisti, se hanno un migliaio di lire posto a mutuo a breve scaJ1:.nza al 50 o al 60 per cento, benestanti, se qualcuno della loro o di famiglia t>ltrui li mantiene magramente senza adibirli al lavoro. Per buona parte della magra borghesia siciliana è norma di vita l' ozio ostentato, il quale è costretto a sorreggersi anche col delitto contro la proprietà altrui. In Lombardia è invece norma di vita l'assiduo lavoro fecondo di notevoli e rapide elevazioni economiche. Ond'è che i 17,500 uomini di Lombardia classificati come capitalisti, proprietari e benestanti, si può assumerli come un forte nucleo di ricchi, i quali o non hanno il bisogno di adibirsi ad alcuna professione, o tengono il governo di grandi affari. Essi costituiscono un forte nucleo di abitanti, i quali han superato di gran lunga i limiti del bisogno economico per le ordinarie esigenze della vita, e che non dànno, perciò, alcuno o quasi alcun contingente alla delinquenza contro la proprietà, e concorrono perciò efficacemente a rendere esigua la densità criminale specifica delia loro classe sociale. IV. Dallo assetto delle classi professionali sommariamente accennato nei paragrafi II e III mi pare che abbia origine un tratto psicologico caratteristico, fino ad oggi, del popolo siciliano. Secondo il nl'stro prospetto di numeri indici di raf • fronto interno fra le dieci classi professionali esaminate, il distacco notevole delle condizioni economiche e sociali che in Lombardia ca:ie fra agricoltori indipendenti (indice 1), proprietari, capitalisti e benestanti (indice 2) da una parte, e grofcssionisti artisti e impiegati (indici 7 e 9,7), e poi irnche lavoratori manuali (indici 16 e più) dall'altra, in Sicilia cade fra agricoltori indipendenti (injice 1), proprietari, capitalisti e benestanti (indice 2) professionisti e artisti (indice 2, 1) e impiegati pubblici e privati (indice 2, 3) da una parte, e lavoratori manuali (indice 7, 1 e più, dall' altra. In Lombardi a l' altezza del livello intellettuale e morale dei professionisti, artisti e impiegati compensa e colma pienamente il distacco di valore sociale inerente alla differenza di condizioni economiche, che distingue e separa questa classe di lavoratori intellettuali dalla classe dei posi.identi e benestanti. E siccome, per altro, ncm esiste disii vel!o economico profondo fra la classe dei lavoratori intellettuali e quella dei lavoratori manuali che là è più vicina, così !a scala sociale in Lombardia risulta piana e quasi egualmente graduata e continua. In Sicilia la scala
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