Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 23 - 15 dicembre 1909

618 RIVISTA POPOLARE civili erano migliori, eccellenti , superiori a quelli del Piemonte e di altre regioni d'Italia. Ora q nesta superiorità in gran parte era reale; ma la bontà delle leggi e degli· ordinamenti veniva neutralizzata dall'assolutismo; le cui colpe nel mezzogiorno e in Sicilia non si riduceva.no soltanto alla denegata libertà politica, ma erano terribilmente aggravate dallo abbandono cc,mpleto in cui erano lasciate le popolazioni. Sotto i Borboni. si pagavano meno imposte di oggi; verissimo. Ma null.a, proprio nulla, si faceva per lo sviluppo della ricchezza e della cultura; perciò i Borboni lasciarono il mezzogiorno e la Sicilia senza strade e senza scuole, col massimo numero di analfabeti e di delina_uenti, nella massima povertà. Fallì lo Stato italiano nella sua missione educativa e riparatrice in q11elle regioni; ma questo fallimento non attenua di una linea la responsabilità del regime borbonico, che le lasciò nell' attuale condizione di vergognosa inferiorità. + Gli amori del II grrran,, Re.-Noi che parliamo sempre con rispetto del Re d'Italia attuale, di cui ammiriamo non solo la correttezza politica ma anche più la esemplare vita domestica, abbiamo nutrito e non nascosto mai la nostra antipatia contro Vittorio Emmanuele 2.0 ., soldataccio scostumato e presnntoso , che soltanto la rettorica, la viltà e l'ipocrita cortigianeria degli Italiani potè designare come Padre della Patria, e che nella migliore e più benevola delle definizioni non meritava di essere chiamato che fortunato occupatore, come lo chiamò Giovanni Bovio, Ora su qnesto f01·lunato occupatore si è pubblicato un libro, che dal Viandante ( n. 0 27) viene annunziato con questo stelloncino, che riproduciamo integralmente: e Gli amori del gran Re. Il buono e bravo J arro e ha mantenuto una sua ghiotta promessa pubblicando e le amene e tragiche pagine degli amori di Vittorio e Emmanuele II, padre della patria, con Laura Bellottie Ilon figlia d'arte e graziosissima attrice La conobbe e Vittorio a Casale qualche tempo prima della fatai e Novara che gli doveva esser prodiga della mal tene tata corona. La volle e la fece sua gagliardamente e per alcuni anni, togliendola alla famiglia. e al teatro, e trascinandola di letto in letto, dalla Reggia ai vari e suoi castelli a camerette d' affitto in Torino, la in- ~ gravidò, e finalmente un giorno preso dall' abbone dante seno della figlia di un capo tamburo- la fu. e tura moglie morganatica, nominata Contessa di Mie rafiori - la. lasciò , bandendola dal regno con la fic glietta, e abba1!donandole tntte e due a vivere misere e e perdute. A traverso il libro che raccoglie le doe lenti confessioni della povera Lauretta s'imparano e di verse cose as.,ai utili e assai infami : un uomo di « età, di ricchezza, di onore, di responsabilità che see duce nna ragazza inebriandola di false promesse e « poi la butta affamata nel fango col frutto delle sue e viscere; che porta i suoi amori nella stessa casa dove « vive la moglie-quella pia, silenziosa e soave Maria < Adelaide - e gode dì J..)resentare ad essa l'amante, " e non dubita di farsi dà lei sorprendere nel giardino; e che asservisce i suoi ufficiali al mestiere di ruffiani e e i suoi consiglieri a que!lo di spie ; che incarica i ".suoi amici e i suoi ministri di sbarazzarlo, fatto e sazio, del!' amante importuua e della figlia, di cui « non vuol caricarsi; che dimostra al fine tutte le arti e di seduttore consumato e di snatnratissimo padre. e Pm· molto meno un qualtmque mortale che non vesta e assise di re è te11utodal galantuomini in dispregio. e Invece un re che abbia la fortuna d'un ministro di e genio e una buona dose di temerità personale in e battaglia può passare alla storia con tutti gli onori. e E pigliamocela con la storia l & Sin qui l' homme que rit, l'autore dello stelloncino. Noi possiamo aggiungere che di un altro rampollo di Casa Savoja sappiamo <.:osadi fronte alla qnale la condotta del g1'rrran re verso Lauretta Bellotti-B:rn potrebbe sembrare quella di un perfetto galantuomo e di un uomo generoso ...,.. Ed anche quel principesco mascalzone è passato alla st01·ia con tn tti gli onori desid3rabili I + Mazzini a gli Slavi. Nel numero precedente consacrammo un modesto stalloncino a!Je idee di Mazzini sulla confederazione balcanica . che pare una delle utopie che si realizzerti.nno. Poco dopo ci pervenne una pubblicazione della casa editrice N erbini di Firenze (1) nella quale sono raccolte 11n articolo pubblicato nel 1871 nella Roma del popolo-Politica internazionalee le sue Lettere Slave pubblicate nel 1857 nell'Italia del popolo. La requisitoria contro la politica della monarchia italiana è serrata, inesorabile; re::ita, nello insieme, esatta anche oggi dopo 50 anni di 8toria intensa. Noi vorremmo riprodurne gran parte; ma la tirannia vera deilo spazio non ce lo consente. Pure non sappiamo resistere a riprodurre questi due brani, che dimostrano sempre più quale sguardo di aquila pessedesse quel grande che i politici mi.:irocefali della monarchia derisero sempre· Il 19 giugno 1857 egli conchiudeva la. sua IV Lettera Slava con queste pq,role: « L'Europa tende a e ricostituirsi su grandi frazioni equilibrate fra loro ; e formate a seconda della lingua, della posizione geo- « graf:ka e delle tradizioni Htoriche. e L'Europa futura avrà, checchè si faccia. oggi o si e seri va, una peni:3o]a Iberica, nella quale si confone deranno il Portogallo e la Spagna-iwrà una nazione « Scandinava che abbraccerà Svezia, Dctnimarca e Nore vegia - avrà una nazione Germanica - avrà una ~ Confederazione dell' Alpi, della quale faranno parte e la Savoia e il Tirolo Tedesco-avrà gli Slavi partiti « nei 4 gruppi che accennai nelle mie lettere - avrà e una Grecia. che giungerà sino al Balkan e presiedera « in Bisanzio, centro lilero d'una confederazione delle e razze che formano in oggi l'impero turco in Europae avrà una Italia che si estenderà dall'estremo lembo e della Sicilia al cerchio dell' Alpi e a Trieste •. « Son queste utopie? Gli Slavi erano trent'anni « addietro, ignoti: oggi la questione Slava dirige le « mosse politiche della Russia e dell' Austria, e pre- « domina sui fati dell'Oriente d'Europa: gli antichi e discendenti delle colonie di Roma, i Rumeni, Assi e pure chiamati a far parte, Stato precipuo, della con- « fererazione delle razze che costituiscono l'impero turco, I! erano ignoti quasi, trent'anni addietro: oggi la loro « tendenza al concentramento è vertenza europea. « Ali' Italia spetta l'iniziativa nella questione delle e nazionalità; ma a patto di averne un programma. e e di dichiararlo " E nell'articolo della Roma del Popolo, dopo 14 anni ripeteva: « Dell'agitazione Slava, del moto, crescente negli e ultimi cinquanta anni, che affatica le popolazioni e delle due zone e le sospinge a. costituirsi nazioni, e dovremo parlare più volte e additare le immense e conseguenze del fatte di una vasta famiglia umana, « muta finora e senza vita propria costituita e ordinata, e chiedente oggi, come la famiglia teutonica sul perire « del Politeismo, diritto di pa1·ola e di comunione col - « l'altre famiglie europee. Ma possiamo intanto afler- « mare che per quanti hanno stu1iato con oechio ate tendo e profondo q 1iel moto, il t1uonou lontano sue- « cesso e certezza. Non si tratta più d'impedirlo o e dissimularlo, ma di dirigerlo al meglio e di trarne, (r) G. Mazzini. Politica intema,ionale. Lettere Slave. Centesimi 20.

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