5)6 RIVISTA POPOLARE slatore presenta, sinteticamente ed analiticamente, cronologicamente e sistema ti camen te , tutti i da ti dello svolgimento di tutti gli elementi finanziarii dell'amministrazione dello Stato, dalla costituzior1.e del Regno d' Italia fino ad oggi. Questi da ti vengono ancora meglio lumeggiati con le tavole grafiche, che oggi, per la prima voi ta vi sono state aggiunte. Oggi si reclama l'inaugurazione di una nuova politica finanziaria di riforme, a base di sgravi tributari. P9ichè questi sgravi, anche quando siano opportunamente applicati, arrecano, nel primo periodo, uno squilìbrio finanziario; si è ritenuto sinora che non si possa e non si debba farne, se non quando si fosse avuto già un lungo periodo di successi vi avanzi finanziari , anzitutto capaci di elidere i disavanzi degli esercizi precedenti. Ma se mai gli aggravi tributari fossero stati la causa della fiacchezza della economia nazionale, e perciò dei disavanzi finanziari; sarebbo strano che, per la permanenza sintomatica di questi disavanzi, non si dovrebbe fare mai nessuna riforma finanziaria a base di sgravi, malgrado la riconosciuta. loro utilità. Al di fuori e al di sopra di ogni pregiudizio, discutiamo i resultati finali, os:;ia gli avanzi e i disavanzi, che il suddetto importante documento ci presenta. per gli esercizi dal 1862 ad oggi. Ci basta sofferma.rei sui seguenti dati riassuntivi: Categoria xa Entr. ed Uscite effet. - Entrate L. 61 ,298 1760,oco - Uscite L. 64,4 I 7,420 1000 Disavanzo L. 3, I 18,660,000 )) 211 Costruz. ferroviarie • )) 2,196,820,000 - )) • 2,82.5,4 ro,oco » )) 628,590,coo l) 3a Moviment. dei capit. )) l) 8,5 I 2,740,000 - • )) 4,574~650,000 + Avanzo » 3,938,090,000 )) 4a ·Partite di giro )I li 72,008,270 - li ~ 71,817,420 + ll » 190,850 Tota!e generale Entrate L. 72,cSo,328,270 Abbiamo dunque un avanzo finanziario complessivo di lire 191,030,850. Questo è l'avanzo finanziario, che si è usato di calcolare, in base cioè alla differenza fra la somma delle entrate e la somma delle uscite di tutte le categorie del bilanci'o. In base a questo risultato, tanto desiderato, l'ora della riforma finanziaria sembra che fosse giunta, perchè i disavanzi precedenti sono stati tutti assorbiti nel periodo continuativo degli avanzi progressivi, che abbiamo avuti, e che continuiamo ad avere da molti aum m qua. Ma adesso che si è avuto lo avanzo finanziario, che si sospirava, e che ha incoraggiato alle grandi spese, c'è chi sostiene che, ciò nonostante, le riforme tributarie non pos-sono ancora intraprendt!rsi, perchè la catagoria delle entrate e delle spese effettive (indipendentemente dalla disparità di opinioni sulle spese per le c0struzioni ferroviavie) dà ancora un disavanzo <li più di 3 miliardi. Evitando i preconcetti, che generano le contraddizioni, discutiamo i dati dei rispettivi suddetti avanzi e disavanzi, all'ombra di quella razionalità, che deve ammaestrare utilmente in tutti i periodi economico,fiuanziari dello Stato. Il suddetto avanzo complessivo, che prima era tanto caldeggiato sino alla apoteosi, è un dato caotico, che non ha alcun significato. Imperoccbè, (facendo precisione della categoria delle partite di giro compensative), la prima categoria delle Entrate e speseeffettive da una parte, e le altre due· categorie, del movimento dei capitali propriamente detta.l'una, e delle cost?'u,zfoniferroviarie l'altra. ad essa affine, sono eterogenee fra loro. Difatti si sa che le entrate della 1a. categoria. sono attività patrimoniali, e sono invece passività le entrate delle due altre categorie, e viceversa le uscite; e perciò non si possono sottrarre fra loro le relative due somme complessive. -- Uscite L. 71,889,297,420 + Avanzo L. 191,030,850 Ciò non può dimostrarsi meglio, che con le seguenti frasi, procunciate dall'on. Rava nel 1893 all'università. di Bologna: « Il bilancio italiano, nelle sue dne parti , Htti va e e passiva, si compone della note quattro grandi. ca- « tegorie. « In questo schema fondamentale si nota subito una e caratteristica. singolare, che non può esse1·e accolta e dal Diritto, perchè ne turba l'economia. e Nella categ01·iadel movimento dei capitali l'entrata « non è attività, ma è invece passività: poichè l"estinc guere debiti non è spesa, ma aumento di patrimoc nio ; e l'accender crediti, non e spesa parimenti. La « somme, finale delle entrate e delle spese dello Stato e non è pertanto, oggi, risultante di elementi affini. La .« norma costituzionale, sanziònata da leggi, impone sì « ai ministri l'obbligo di presentare col bilancio di « assestamento i mezzi finanziari I onde chiudere in « pareggio i conti dell'esercizio; ma ·1a contabilità di « Stato e' insegna. ad ~saminarli ed a riconoscere che , un pareggio apparente può convertirsi, dopo sottile « analisi giuridica, in deficit o magm·i in avanzo. e Però quel pareggio convertesi in un deficit, se ot- • tenuto con accensione di debiti; può convertirsi in • avanzo se, ad esempio. la cifra di spesa per ammon- " tamento di debito redimibile fosse, nell'anno, supe• e riore al deficit delle entrate rispetto alle spese ~elle « alt.re categorie. _« L'unità di bilancio domanda dunque alla tecm"c- ~ della contabilità nuovi pe1·fezionomenti per dtssipar « d-ubbi e far luce per tutti. » In altri termini : l'avanzo o disavanzo vero dell'ese1·cizio è soltanto quello, che chiamasi effettivo, che è la differenza. fra le entrate e le spese effettive; e non già quello influenzato da entra.te per debiti , o da entrate per investimenti patrimoniali, o dalle une e dalle altre insieme. Nel nostro 'ca.so analizziamo il suddetto -avanzo fi- ·
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