Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 22 - 30 novembre 1909

604 RIVISTA POPOLARE eaporrò ancora a qnelle loro frecciate sarà quando sarò diventato un Creso, o mi pungerà l'estro di essere un eroe. E uscendo d' Italia , trovai talora a Berlino a Vienna a Londra a Parigi a Copenaghen, ad Amsterdam , certi conti salati e pepati che mi sembrarono fratelli di quello presentatomi dopo una disgraziata cen9: in un albergo Drei Konings d'un bel paese svizzero che non nomino perchè ancora ne sento l' indolenzimento. Ma gli svizzeri, i quali non sono mo!to parolai, ai bei motti sanno rispondere ogni tanto coi fatti che fanno pensare gl'italiani più arguti. Eccone per esempio uno che sembrerebbe fatto a posta per dimostrare che la libera Elvezia sa essere qualche cosa più d'un grand''Hotel; ehe sa all'occasione passare nella via del bene senza guardare alla venalità che ogni tanto le rimproverano, e financo calpestare i più vivi, i più legittimi interessi suoi. ♦ L'anno passato, in forza del referenditm del 5 luglio 1908, fu stabilito che a cominciare dal luglio 1910 fosse proibita in tutta la Svizzera la fabbricazione la vendita e l'esportazione dell'assenz_io. La maga• dagli occhi verdi avrà fra poco finito il suo regno; non avvelenerà più gli Svizleri nè gl'Italiani nè altra gente umana. Ci guadagnerà la Franeia, dove l' occhio verde eserciterà la sua vecchia malia senza concorrenza , suggestionerà meglio 0di prima 1 così detti intellettuali , che . per aver del talento lo pescheranno in fondo al bicchierino. Diciamolo apertamente : rinunziando all'assenzio la Svizzera non solo dà un ~sempio di carità umana che non sarà imitato da altre nazioni, n_onsolo distrugge una sua indudtria di prim'ordine, non solo fa un grave danno a1 suoi fabbricanti, ma è veramente un'eroina. Giudicatene. Ogni anno l'assenzio dava su per giù al suo paese .... natale ( l' assenzio è veramente romano , ma solo per battesimo) la bellezza di quattrocentomila franchi; cioè la rendita d'un bel mucchio di milioni. Rinunziare all'assenzio è dunque Luttare dalla finestra uno sterminato numero di buone lirette a corso legale. Non basta. La produzione dell'assenzio svizzero dava anche luogo alle imitazioni , forse apriva uno sfogo a un discreto numero di tonnellate di alcool buon gusto, sulle quali il governo federale perderà la tassa di monopolio. E infine le case produttrici stimano a un milione almeno il depre~zameuto che subiranno gli antichi lavoratori della glauca bevanda. E non di meno forono raccolti tanti voti nel referendum da sancire con un articolo di legge federale l'asciugamento di quella fontana di ricchezze. Non è vero che Guglielmo Tell è ancora un eroe autentico? + In quest'anno che ancora manca alla esecuzione della legge votata, molti avvocati e commercianti lavoreranno d'amore e d'accordo a preparare il regolamento che praticamente s'inchinò alla sovranità del refe1·endum. Già da parecchi mesi si fatica; e il lavoro non può esser facile perchè deve medicare tutte le forite che quell'orrendo · strappo farà ai fabbricanti. Ma è certo, perchè fatto necessario dalla legge, che governo e fabbricanti finiranno coli' intendersi sopra un' equa somma di danaro che la federazione si dispone a pagare Rimarrà un'altra cosa difficile : stabilire quali saranno i dati precisi per acconsentire o vietare le vai.rie imitazioni della mortifera bevanda messa al bando. Qui veramente si entra in un ginepraio. Non è possibile che l' artemisia absinthium che vanta le sue virtù medicinali debba interamente scomparire nei ricettarii di liquori. Questa pianta romana, (torneranno a dire gl'interessa ti), è balsamica, è· febbrifuga, è stomatica; in molti amari, perchè amarissima, sembrerà necessaria. Perchè non sia un' imitazionA del proibito assenzio in quanta parte l' artemisia potrà entrare? Forse a questo attende ora una commissione di chimici e di medici. Io mentre plaudo al referendum che mi dimostra la bontà della legislazione svizzera, ancora dubito che sia opportuna la proibizione d'un liquore o d'una pianta, mentre. forse sarebbe stato più savio consiglio ferire l'abuso che se ne fa. E forse più della aromatica pianta un di verrà dimostrato che non l'artemisia era da vietare, ma l'alcool. , Ma abolire l'alcool significherebbe condannare tutti quanti i liquori, tutte le bevande fermentate, la birra bionda e il vino nero che (dicono) è il sangue dei vecchi. Comunque sia la libera Elvezia può oggi sorridere di Guglielmo .... Hotel, pensando di aver fatto una legge che non sarà imitata nemmeno in Italia corbellatrice .... dove ogni sabato celebra il regio lotto , dove il sale costa un occhio, dove lo zucchero è propriamente sa.lato. SALVATORE FARINA ~IVI.STA DELLE. ~IVl5TE - Scié Ton-Fa: L'evoluzione delle arti In Cina.· Le origini dell' arte cinese sono oscure. La pietra , poco abbondante , non vi fu lavorata nelle origini e non è che colla introduzione del Bud;iismo in Cina (3° secolo dell'era cristiana) che si cominciò ad adoperarla nell' architettura. Il legno e i , metalli furono lavorati prima della pietra, come risulta dallo studio sulla scrittura e sui caratteri primitivi cinesi. La radicale pietra viene Jopo le radicali legno e metalli. Nulla ci rimane in legno delle epoche remote; ma in bronzo abbiamo oggetti d'arte che rimontano al XII secolo avanti Cristo. Sono rimarchevoli vasi religiosi provenienti dalle antiche relig;oni della Cina sulle quali ben poco sappiamo. Ne! terzo secolo l'arte cinese è di un alta concezione, di una solidità rimarchevole , di un carattere energico e di una immaginazione grandissima. Pel bronzo, lavorato di buon ora, l'arte raggiunse il suo massimo al 3° secolo; ma restò stazionaria. Non si crea più: non ci sono che riproduzioni a carattere religioso dell' antichità. Alcuni di questi bronzi portano iscrizioni tibetane , sanscrite o arabe; molti furono importati dagli ambasciatori che visitarono i principi Cinesi dalla Persia, dall'Arabia, dalle Indie. Molte delle opere in bronzo non sono che il prodotto di buoni e coscenziosi operai che riproducono quelle antiche. I Cinesi hanno fatto pure il bronzo damaschinato e niellato. Il legno è stato lavorato di buon ora; sopratutto il bambou, ch'è l'albero nazionale utilizzato in tutte le sue parti e legato-

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