Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 21 - 15 novembre 1909

56+ RI.VISTA POPOLARE l'Avanti del 31 ottobre avverte che la osservazione di Ferrero sulìn. Russia fatta nrnpria òa lui non è tolta dall' Eu1·opa giovane del 189G ma da uu articolo del 12 settembre 1903. E che importa tutto ciò? E' segno che Guglielm·o Ferrero fa risalire_ a 31 anni l'età del gi ·1diz.io. in cui si è liberato dalle ])rime, nebulose e informi impressioni del suo svfrito imrnatu1·0. L e~ La questione scolastica in Frauela. E la lotta dell'oscurantismo non ce-1m ancora in fra11cia, anzi con p;ù asprez7,a, con niù violenza - obbedendo a~li ordini che i preti del Vaticano nemici de:la rept-ibblica diramano i:ill'Episcopato - i vescovi l!,ranccsi attaccano ora a:rettamente la scuola. Si dice: Questi pastori di animo tendono appunto a. proteggere i loro fedeli dalle insidie doll' ateismo. E l'accusa è falsa. La Rr.p11bblica non vuole la scuola senza Dio, vuole la scnola senza il prete politicante, v110le la scuoln. senza il Cristo monarchico ; semplicemente. Libri di premio nelle scuole comnnali frn.nce~i sono alcnni dAi libri di Michelet rhe fu, disse, affermò ài credere in Dio. Falsa anche l'altra acc:1sa che nPlle scuole si faccia la propaganda contro la religione. Nou si parla di dogmi, non si impartiscono gli insegnamenti della chiesa di Roma., ciò che è aAsolutamente diverso dal fare la guerra a!la religione. l\la i vescovi di Francia- i quali tendono a formare nello Stato uno Stato che obbedisce ad un sovrano straniero, il Papache regolano la loro condotta secondo una insidiosa ed intransigente politica che il Vaticano pratica contro la Francia, cominciano a provare gli' errori ed a pagare il fio di codesta politica. La Lettera Past0rnle contro le scuole laiche è uno degli errori più gravi che in tutta auesta lotta dei clericali contro la Repubblica, sieno stati commessi in questo 11 l timo tempo. Il clero francese vede sfnp.:girsi la possibilità cli plasmare ad. una sua politica di odio contro la repubblica le menti della nuovd. generazione, e tenta con ogni mezz1 di riafferrare le possibilità perdute. Di qui ht Lettera Pastorale, documento di acrimonia e di violenza tntt,'altro rhe consono agli insegnamenti di carità del Vangelo. Di qui la volgarità brutale della forms, la sconvenifnz·t del lingtwggio, ed anche la potente menzogna dei Vescovi francesi sffermante che gli istitutori di Francia si servano della scuola ai loro fini politici. Certamente le scuole fraucesi sono repubblicR ne, nè possono essf're diverAe. Si insegna ni ragazzi di Frauc-ia ad amaro la. repubblica , e poiché non è possibile fah1are la storia si· dice che Cauchon fu il vescùvo che, ligio agli Inglesi, fece bruciare Giovanna d' Arco, che Carlo IX, lig;io ai preti, lasciò che essi organizas:iero la Saiute Barthelemy. E se i Vescovi francesi vogliono diverRa la storia devono convenire che nepp11re il loro Onnipotente pnò far sì. che il passato non sia quale fu. Essi denunziano la " St01·ùi di Francia ,. di A11lard e Debidour, che si insegna nelle scuole come nemica della reli~ione. E semplicemente una storia A non è neppure ad Usum clelphi11i come certa storia del nostro risorgimento che i preti italiani in8Agnavano in alcune delle nostre scuole, nella q11a1e Vittorio Emanuele era tacciato di usurpatore, Garibaldi di malandrino e filibustiere , i Garibaldini di ladri, Pio IX d' inuocente vittima. , e gli Austriaci di lJii , valorosi e sfortunati avversari. La storia dello Aulftrd è semplicemente una breve e veritiera Storia di Franci1:1,. Ma i Vescovi francesi vorrebbero che la scuola fosse ligia al Vaticano, come lo è il giornalismo clericale francbse ·- il recente caso del J eanne, cacciato dal giornale La Croix de Pa, is per volere del Va tic-mo nè è una. prova:- vorrebbero la scuola strnmento di agitazione e propaganda p0litica e poichè ciò non può essere e non è, essi fulmi11ano dal pergamo le loro ire, vomitano nelle Lettere Pastorali le loro ingiurie plateali. Hanno dimenticato che < chi semina vento raccoglie tempe3ta >. E la tempestR. è venuta. Pvsta sul tappeto la questi\rne della libertà d'in3eg-namento forse sarebbe loro stato possibile e facile creare le scuole libere, come taluni dei loro pubblicisti suggeri vano; port.ata. invece sul campo della lotta violenta la questione non è più una calma e serena discussione di libertà. I proti insultano, i maestri insultati si difendono, e citano - anche nella citazione gonernsi - dinanzi ai tribunali civili gli ins11ltatori. Il governo non si Aottrae al s110 dovere nella lotta. Anzi fa tutto il s110dovere. E' Atato longanime e conciliante: ha cercato i migliori morlns vivendi. ha largheggi,1.to in concessioni e facilitazioni : il Vaticano, gio1~ando una stupida cart.a d'intt·ansigenz.1, ba respinto ogni possibilità di pace. Vo1·rehbe riaccendere la g11erra, vorrebbt1 risnscitare quella agitazione che spera esiziale alla Rep11b\Jlica, ed i Vescovi francesi obbsdiscono. Il Governo, schiernndo:'li francamente dalla parte degli imiegnanti difendn la repubhl Cil, fa il proprio dovere. La questione scolastica diventa così un nuovo episodio di qtuil!a lotta feroce che tutti gli elementi reazionari , gnirlati dal Vaticano. combattono contro la repubhlica. E al la r,)p 1 bblica anche q 11esta volta rimarrà la vittoria percliè è con lei che sono il progresso, la giustizia e la libertà. • L'oppressione ungherese. - Abbiamo av11t.o più volte parole di biasimo contro la c0rr1.1zione politica ungherese, contro la violen7,a colli:t quale Magiari voo-liono fare scomparirn le altre nazionalità, nè più nò 0 meno come quella adoperata nn te~po dai Tedeschi dell'Austria por opprimere l'Ungheria.. D.i recente abbiamo avuto occasione di manifestare il nostro pensiero, di accoròo con tutta la st,1.mµa e11ropea, a proposito dello scel1°rato processo di Agrnm. Ad Agram si sono persegnitaLi i Serbi, che non vogliono rinnegare la loro patria; quel proce.:iso è stato o-randioso e clamoroso. Ma coutro un'altra nazionalità, quella rumena, la perse1;nzione è contin11a, d11ra da Aecoli e non è meno iniq11a di quella che ha. sollevato l'indignazione del mondo civile in pro della nazionalità serha. Una recente pubblicazione del Prof. Iorga richiama l'attenzione su que.:lta. ultima (l); e gl'Italiani più che g-li altri devono ad essa accordR.l'la, per la Aimpatia. che in ogni occasione si è manifE>stata tra i due popoli, Il Ior,g;a in un sobrio commento che precede l'esposizione del le per.3ec11zioni Magiaro conci-.) i R·1men i espone l'ideale degli Ungheresi: 1rna.grande Ungheria. come quella dei loro re del Mèdio Evo, d0minante nell'Oriente enropeo. Per realizzare tale ideale la piccola Ungheria di oggi. ch'è minoranza, vuole magiarizzare la magg-ioranza. Perciò lo Stato sorpas-;a s11i diritti degli altri elPmenti, che lo compongono; ce::isa di essere l'espressione della società intera, che deve rnppl'esentare e servire e si volge contro quelli stessi elementi dai quali attinge la vita. L'oppres-,ione Magiara coutro i Rumeni non si presenta in quesio inizio del secolo ventesimo, ripetiamo, cogli episodi grandiosi, che sol:evano la protesta umana e provocano le manife:,;tazioni di solidarietà internazionale; ma colla loro continuità ed anche colla loro meschinità non disonot~.no meno coloro che la praticano Rispetto al proces.30 di Agram contro i Serbi, i processi di cui si occupa il lorga rappresentano dei colpi di spillo; ma sono dati ogni gioruo, ogni ora e riescono tor men tosi. Si vuole sfipere per qnali moti vi si processano i Rumeni in Ungheria? Non c'è che la difficoltà della scelta tra i casi riferiti dal Iorga. Citiamone '1_ualcuno. ( 1) Les Jlo11grois et la nationalité rnumaine e11 1909 par N. lorga. Professeur à l'Universitè de Bucarest.

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