Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 21 - 15 novembre 1909

RIVISTA POPOLARE 581 .Maldacea e per la Faraone, e musicato da Umberto Mazzone (peccato non aver anche, qui, la musica ... e Maldacea ! ); ed infine, anche un lavoro di maggior lena, 11 Una donna ii, dramma in quattro atti, come si sa, e che risale oramai ad una ventina d'anni addietro. Il volume <là quindi un' idea esatta, appunto perchè varia e complessa, del multiforme ingegno <lel Bracco e della versatile agiFtà con cui, fin da 11' esordio della sua br:llante car - riera, passava dall'una all'altra forma d'arte teatrale, senza 1 contare l'attività, ancoro. più ricca, allora, e. svariata, di narratore e di poeta, di critico e di giornalista; ma è nel ,;uo insieme, e specialmente nelle cosine brevi e leggèrc, notevolmente ioferio·e a quelli che contengono i lavori posteriori del Bracco, ben più forti, ben più sostanziosi, ben più maturi: e vale quindi, assai più che per sè stesso, per la si:oria artistica dell'autore, e come documento dell'evoluzione ascensionale della sua arte. Cioè .... dico male: devo eccettuare i quattro atti di « Una donna 11: i quali stanno a paro con le migliori e più nobili cnae del drammaturgo napoletano, e, anche alla lettura, sono di una tal suggestività , che le pagine diventano palcoscenico e che i personaggi vi si muovono realmente, e che noi siamo presi come d<t un fascino, da una vertigine, prima d'interesse, poi di commozione, poi di ansia adJirittura, fino alla catastrofe finale, che ci turba profondamente e ci fa tornare a casa, da teatro, attraverso le vie deserte ed oscure, nervcsi, agitati, insonni. Ed ora , • un romanzo : un nmanzo d' una signora : Elinor Glyn; s'intitola, in questa versione italiana, TRE SETTIMANE; cd è pubblicato dall11 Società tipografica-E .iitrice Nazionale, a Totino. Risente ancora, nella nostra lingua, molto del sapore originale britannico; e, come già scrissi per altre versioni dal francese, dal tedesco, dallo spagnuolo, dal russo, ciò, se non è effetto semplicemente di _sciatteria e d' ignoranza , non mi dis;,iace affatto : ci si guadagna in color locale , in incanto d'esotismo, in sicurezza di fedeltà. Il romanzo ricorda , nella sua donnée , a noi italiani, quel gioiello di prosa nostrana che è « Come un sogno ll, di Anton Giulio Barriti: anche qui un giovane e una signora, sconosciuti l'uno all'altro, s'incontrano in viaggio per caso, e s'accendono d' una grande passione reciproca, e le dànno larga e lunga soddisfazione , senza che lui sappia mai chi è lei , e senza nemmeno che tenti di saperlv , poichè essa non glielo può dire: sanno solo, l'uno dell'altra, ch'egli è un nobile inglese, ed ella una slava d'altissima stirpe, non lontana, forse, da un trono: e niente più. Ma l'amore non abbisogna, come il fisco, delle • generalità il: e l'idillio si svolge fra i due, pieno di chiusi misteri e di dolci follie , di slegati ragionamenti e di inenarrate e inenarrabili voluttà , rappresentate soltanto , nel romanzo , dagli spazi bianchi fra un cepitolo e I' altro. La scena passa da Lucerna e dal suo lago meraviglioso, a Ve• nezia ed alle sue acque fatate, e si chiuJe a Verdayne, in Inghilterra, vedova ta della misteriosa dama e del suo mirifico amore : ma di questo , dopo la tragica fine di lei , resta il • frutto più dolce ed il documento più autentico: un bimbo: e questo bimbo·, nel!' ultima pagina del volume , diventa il reuccio di. ... Basta: ciò non importa. Ciò che importa, per noi italiani, è che ii romanzo della Glyn è qualcosa d' assolutamente di... verso da tutti quelli degli scrittori e delle scrittrici con tir cn - tali; che non ci son descrizioni; che non ci sono analisi psico· logiche; che è pieno d' ingenuità e di diavolerie femminili; e ch'è inzuppato d'amore come d'olio un lucignolo, e che, come qui, vi arde in cima, splendente e rovente, una fiamma. Io ho s,r:tta una volta una prosa r.:mantica e patetica sul1' orv,anetto e sul suo suonatore; rerciò , aprendo il volume delle POESIÈ PER RIDERE di Luigi Siciliani ( Milano , editore Quintieri), ho sùbito fermata l'attenzione , nel tagliarne le pagine, sui versi « Il sonatore d' crganetto », ed ho sùbho vivamente simpatizzato con l'Autore, nel cui pensiero ho troveta tanta e così fresca e spontanea affinità col mio. Udite: parla il sonatore: 11 Ho un braccio solo, e, come posso, spingo la carrettel!a con il mio strumento e tutto il repertorio: etto ballabili , e due pezzi forti sentimentali, non 10 fo per dire, sonati in piena regola. Le serve, se mi sentono, scordano la spesa e sfidano le grida della padrona. Ho visto varie volte, anche, dalle finestre piangere le ragazze e sospirare! I ballabili , poi, suscitano un entusiasmo indescrivibile: finanche le bambine, a due a due, sul marciapiede accennano la po!ka e la mazurka con una serietà da strabiliare! Suranno cose vecchie , fritte e rìfritt1; ! Per la clientela, osservo onestamente che sono sempre nuove; e guadagno più soldi io, quand'è sera, dì quello che non faccia un amico che suona il contrab~ basso di notte nelle orchestre de' teatri, facendo sempre l'accompagnamento alla musica nuova, c~e chi meno capisce più l'applaude. E, a pensare, le guardi1.: mi chiedon la patente per far fdice tanta gente ! È troppo ! n Poesie per ridere? In verità, io non ho riso affatto, da cima a fondo del volume , che è tutto di questo sapore: sapore dolce ed amaro , sapore brusco e frizzante, a volta a volta, ma sempre tale da non mettere alcuna voglia di ridere. La forma, l'avete udita: semplice, schietta, quasi inadorna, quasi prosastica , con scarse rime e poco ritmo , ma dotata, forse appunto rer questo, d'un'efficacia rara, d'una penetrazione singolare; e la sostanza, anche, si può dire che la co• nascete : è un umorismo raccolto e profondo , un misto di sorriso, o <li sogghigno, piuttosto interiori e ps;chici che ncn visibili e fisionomici, e di lacrime contenute e di proteste non espresse; è uoa filosofia sh"penhaueriana, stoica e contemplativa, estetica e satirica, che sprizza fuori spontanea , immediata, Jagli spettacoli e dalle scene della vita vissuta ; è una poesia, in ogni modo, assolutamente personale cd originate, e tale , non fosse che Fer questo , ohe si distingue a prima giunta da tutta l'ingombrante e scialba valanga di versi ~tereotipati, incolori, inconsistenti, che ro:ola e ingrossa e rovina e schiaccia e devasta, giù per le disgraziate pendici dell' E1icona italica. ~ Dal Quintieri e del Siciliani m'è giunto anche un altro lavoro: la prima versione italiana, e l'ampia prefaz.ione storicobiografica che la precede, delle LETTERE o' AMOREo'uNA i\WNACAPORTOGHESE' già da tempo ben note e tradotte in più altri paesi del mondo. La monaca autrice di queste impres• sionar.tissime lettere, è Suor Marianna Alcanforada, o, come più comunemente si scrive, Alcoforado : la quale nacque, di fam:glia patrizia, a Beja nel 1640, vi fu messa, bambina , io convento, e in convento morì, d' ottantatrè anni , nel I 72 3. Nel 1665, durante l'intervento delle truppe del Re Sole nella guerra d'indipendenza del Portogallo, militava sotto le bandiere francesi, e s'accampava sotto le mura di Beja, il capitano di cavalleria Noel Bouton di Chamilly, Charangeroux e Saint-Léger ; e suor Marianna lo vide per la prima volta da una veranda del convento , che dava sui baluardi esteriori della città: lo vide, e lo amò: era bello, era prode, era straniero. era affascinante! Suor Marianna, more nobilium, aveva una cella a parte , anzi un piccolo appartamentino per sè. Il rrsto, s'indovina. E s' indovina pure, che l' avventura, piena di fuoco meridionale e d'audacia secentesca, terminò in modo brusco e definitivo, con la partenza del nobile cavaliere.

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