Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 21 - 15 novembre 1909

580 RIVISTA POPOLARE tifico-pratici, vengono a dipingerlo ora come il più pertinace degli esclusivisti. Profilassi chininica, bonifica umana, bonifica agraria ed idraulica, miglioramenti economici ed igienici: ecco quanto va insegnando da molti anni la scuola di Celli. E allora in che consistono le nuove scoperte fatte dagli oppositori? Quali sono le prove addotte per dimostrare che la profilassi chininica non ha base scientifica nè sanzione statistica? Fino a qnesto momento nessun nuovo metodo di lotta fu e~cogitato, nessuna prova che avesse solo parvenze di verità ci fu data! Ciò non pertanto il dottor Tropeano osò affermare che la profilassi chininica è una impostura! E così, anche i sostenitori di quella sono impostori. E quanti ce ne sono! Nella direzione di Sanità in tutta Italia, in Francia, in Austria, in Grecia, in Algeria, dovunque venne adottato (e non .ad occhi chiusi) il metodo della profilassi chininica. Hanno ragione si o no coloro che sospettano che la lotta odierna non sia diretta contro la malaria, ma contro il più autorevole dei malariologi, contro Celli e contro le Società per gli studi della malaria per fini che bisognerà presto conoscere? Ed oggi (bisogna avere il coraggio di confessarlo) assistiamo ad un fenomeno mortificante di vero e proprio teppismo intellettuale, che invano si tentò di nascondere al Congressc-fiasco di Milano, dove molto prudentemente il Baccelli ronsigliò agl'intervenuti di passare senz'altro, alla costituzione della Lega naz.ionale per la lotta contro la malaria, e di rimandare le molteplici comunicazioni e discussioni al congresso ciel..... I 91 I ! Sia lode a Tullio Rossi-Doria, che alzò prima la voce contro il <e pericolo» di questa nuova lega. DoTT. PIETRO TtMPANo ~TBLLONCINI LBTTBRf.tRII XLVI11. I martiri del lavoro - Il teatro di Roberto BraccoTre settimane d'amore - Poesie per ridere - Suor Marianna Alcoforado - Joyeux et demi-fous - Annunzi. C'era una volta una coppia di giovani sposi, tnnamoratissimi , e che tuttavia , pur vivendo sotto il medesimo tetto, soli , senza nemmeno tra i piedi la suocera , si desideravano invano e non si vedevano che di sfuggita , poche volte al giorno, per pochi minuti. Poveretti I E chi, dunqur, li divideva? Il lavoro? Gl'ingordi sfruttatori ? La condanna a dieci , dodici , quattordici ore di fatica quotidiana assorbente ed esauriente ? Ah, sì, ah sì: proprio questo: un lavoro massacrante, che cominciava alle prime ore del giorno, e durava, non interrotto, e male, se non dai brevi pasti, tutta la mattina, tutto il pomeriggio, tutta la sera, buona parte della notte. Ah, perdio, ma è un'infamia! Ma come mai ? Ma dove? Ma quando? E la legge sul lavoro delle donne? E quella sul riposo settimanale? E perchè non si ribellavano? Perchè non scioperavano? Perchè non denunciavano la sopraffazione brutale ai tribunali, alla stampa, alla pubblica opinione, al proletariato solida le e vindice ? Ecco ..... gli è, che il proletariato non c'entrava per nulla; gli è, c:,e la pubblica opinione li credeva felici ; gli è , che la stampa ne celebrava ogni giorno i convegni , /e feste, te gioje; gli è, che i tribunali li consideravano quasi come esseri superiori, privilegiati, non al di fuori, ma, se ma,, al di sopra delle lt:ggi. Essi avevano palazzi , ville , terreni , automobili, servitù; vivevan di rendite, e laute, e sicure ; erano in relazione d' amicizia , di parentela , di famigliarità con tutto il mondo nobiliare, aulico, politico, diplomatico, bancario. della capitai~. Ahimè I E proprio questa, proprio questa, era la loro croce: tutto questo mondo passava, circolava, si frapponev~ a tutte l'ore fra le loro anime, fra i loro corpi, e vietava loro ogni intimità , ogni contatto , quasi , sotto pena di ridicolo , sotto minaccia quasi di scandalo. Un baci.) tra marito e moglie? ! Shoking ! Borgh~se ! Svizzero ! Isolarsi? Liberarsi? Scappare? Impossibile: quel mondo là ha la sua polizia dappertutto: vi scova, vi denunzia, vi mette alla gogna, vi accoppa. Ma.... e la notte? Sicuro.... la notte: ma -alla notte, o per dir meglio alle ultimissime ore della notte, i poveretti ci arrivavano, dopo aver subìto la sarta, la modista, il parrucchiere, l'amministratore, l'avvocato, il medico, il cugino, la corrispondenza, il club, il comitato, il' tennis, il five 'o clock, il concerto, la conferenza, l'invito, la visita, il corso, il teatro, il bridge, I' intrighetto, il pettegolezzo, la briga, la corvée, così stracchi , così sfiniti , che il sonno, un sonno plumbeo, un sonno da bestie da soma , li coglie di botto come uno svenimento, come un' annientamento di tutto l'essere; e che l' indomani, non riposati , non rifatti , non guariti dallo stra - pazzo crudele , devono farsi destar quasi a forza dai servi, per ricominciare la stessa vita di schiavi. Tutto questo è nei tre atti dei MARTIRIDBLLAVORO,di Antona-Traversl , èdito oggi dal Sandron a Palermo , dopo i continui e meritati successi a teatro : e sembra scritto per svolgere il tema: « quanti mai che invidia fanno ci farebbero pietà », se ne conoscessimo tutte le miserie e tutti i guai I Costoro, infatti , sono anche, con tutte le loro magnifiche entrate, carichi di preoccupazioni economiche, più d' un impieg'ltuccio a milleotto, più d' un commesso a millecinque, più d'un maestro a novecento, più d'un bracciante a giornata: hanno debiti, scadenze , pasticci , difficoltà, ansie ; le entrate scemano, e le imposte crescono; le eaigenze sociali aumentano, e i cespiti a cui attingere si assottigliano: ah, che vita ! Per mio conto, poi, aggiungo, che l' Antona-Traversi non fa un quadn lusinghiero del mondo in cui è nato e in cui vive: questi suoi martiri del lavoro improduttivo, queste sue •·ittime degl'infortuni sull'ozio, sono, in fondo, d'una stupefacente piccolezza d'animo, d'una miseranda volgarità d'idee, d'una spaventevole povertà di sentimenti ; questa società dorata , questa élite delle classi « superiori », è una magnifica accolta di farabutti e di cinici, di scrocconi e d'avventurieri, d'imbecilli e di bari, di pettegole e di sgualdrine. Io non ho mai letto contro costoro nessuna requisitoria più fiera e più demoliente in neasun giornale repubblicano , in nessuna rassegna socialista, in nessun opuscolo anarchico. Lo stesso editore ha pure pubblicato ( e:i io ho avuto il torto di tardare a leggerlo e quindi a scriverne subito ) il primo volume del TEATRO di Roberto Bracco: primo per la cronologia del contenuto, che rappresenta infatti l'inizio della feconda e fortunata produzione scenica dell'Autore; ma quinto o sesto (non ricordo bene) secondo l'ordine di pubblicazione; e che sarà seguìto da altri ed altri, che ali' autore, all'editore, alle ribalte italiar,e , agli ascoltatori e ai lettori , auguriamo ancor molti e molti, e densi, e belli, e destinati, come questi, a lungo e grande successo. Qui, in questo volume primo, sono dunque raccolti un proverbio in un atto: « Non fare ad altri .... »; una farsa, idem, « Lui, lei e lui , ; una commcdiola, idem ancora, • Un'avventura di viaggio , ; una fiaba per marionette , musicata da Mario Costa, « Le disilluse ll ; uno scherzo comico per cafècha.,tant », Dopo il veglione o viceversa,, scritto apposta per

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