Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 21 - 15 novembre 1909

562 RIVISTA POPOLA RE l'inferno sono una stupida menzogna; perchè crede cose sulle quali non crediamo, ed insegna a non credere ai nostri insegnamenti ; se ci si dice : La nostra legge punisce di morte chi pensa di versa mente dal legislatore: voi avete ragione di dire che noi non conosciamo la vostra legge : ma non avete diritto ad invocare il rispetto ed il silenzio , perchè al punto al quale oggi siamo giunti, chi uccide per delitto di pensiero è assassino. E non c'è legge al mondo che possa far diventare diversa questa affermazione. L'opuscolo or ora pubblicato dal Governo Spagnolo a ginstificazione del suo operato ribadisce la convinzione uni versale: Ferrer fu assassinato. E fino a luminosa prova in contrario qnesta convinzione rimane incrollabile. Ancora una parola. Si dice che il Re d' Inghilterra, fattosi interprete della protesta. del mondo civile sia stato a consigliare al Regattolo di Spagna il licenziamento di Maura e chA il consiglio, in un momento di sbigottimento, sia stato accettato. Ma Alfonso XIII ha ripreso coraggio e si è sbottonato con un giornalista francese giustificando la fucilazione di Ferrei". Tanto meglio. Con questa. dichiarazione abbiamo una ipocrisia ed una finzione di meno. + Una parola su J'afl"are Stelnhetl.- Il laido mestiere di giornali e giornalisti. - A noi ri• pugna, franèamente, il sist.ema oggi adottato dal gi0rnalismo internazionale, di dare una tanta estesa pubblicità ai processi cosi detti sensazionali. Noi crediamo che la missione del giornalismo è qualche cosa di più e di più nobile che informativa. Il giornalista non dovrebbe essere , secondo noi , il mestierante a caccia di scandali, o in cerca di notizie più o meno interessanti; il giornale non dovrebbe essere quasi unicamente il mezzo per raggranellare insieme molti soldini o soldoni, ma dovrebbe essere una funzione, oltre quella di difendere certe idee e tendenze politichA, altamente moralizzatrice. Il giornale, ed il giornalista dovrehbero avere per scopo di elevare, di raffinare, di migliorare la coscienza del popolo. A questo - che noi crediamo altissimo dovere, il giornalismo moderno manca assolutamente, ed è male. Molto male, perchè anche la mentalità stessa giornalistica ne soffre, la coscienza del giornalista si diminuiRce. Guardate appunto q nesto affare Steinheil. L'accusata si dibatte sotto le furbe interrogazioni del presidente, lotta contro le nebbie e le ombre dell'accusa-che nebbie ed ombre soltanto è l'accusa - dice, disdice, ma un fatto solo afferma - e la mancanza di prove positive sembra darle ragione-; afferma con persistenza ostinata : io sono innocente! Certo questo non basta a scagionarla , non basta a provare la verità della sua affermazione. - Lacenaire col collo nella lunetta della ghigliottina disse : dite semp1·e che siete innocenti I - Questo non basta a renderla simpatica. Abile prostituta di alto bordo essa ha vissuto una duplice vita ignobile dalla q 1i::llel'accusa ha facilmente tratto gli- elementi per accnmnlare le sue nebbie , per dare , sia ptu· vago, un corpo alle sue ombre. Ma ciò che in lei desta un senso di pietà è la lotta ch'essa ha dovuto combattere per difendersi. Non ora; ma prima. che essa. fosse arrestata. Pensate se essa fo:,jse-e pare possibile - innocente davvero! Essa riceve due giornalisti, due gentiluomini - tali essa li suppone - ed ecco che essi diventano per lei due inquisitori infernali che insinuano, suggeriscono, cercano, interrogano con più ferocia, con -più astuzia del giudice ietrnttore. Ed essa perde la testa - è cosi facile in certi tra~ici frangenti-e accusa. Accusa Couillard, accusa W olff, avrebbe accusato altri se avesse potuto. Ma l' uomo del giornale è là e le dice : Basta ora ! Quasi come il poliziotto che afferra il malandrino, quasi gli direbbe con gioia: Ti tengo ora. Ed il ~iornale stampa: L'assassina. grazie alla abilità del notro redattore, è scoperto. La giustizia è su la buona via. E' giornalismo questo? Sono giornalisti costoro? Perchè badate bene: senza le riveh.zioni - cte non erano rivelazioni - fatte dalla donna ai giornalisti le nebbie dell'accusa non si sarebbero addensate su lei, le ombre non avrebbero preso corpo ; ma v'erano la i giornalisti: v'era la falsa accusa. Il dubbio, l'ombra del dubbio diventava realtà. Ora pensate se essa veramente fosse innocente. Il letto porta va le traccie del suo terrore. Avrebbe essa avuto panra di se stessa? Le manifestazioni del terrore sarebbero state diverse. Dei suoi complici? E perchè se avesse prestato mano9 Ma se fosse innocente, e per quelle nebbie e q nelle ombre l'avessero condannata: dite, non sarebbe stato un 0rrore? E bisogna pensare che furono i due giornalisti che la torturarono moralmente, che prima fecero intravedere quelle ombre. Uno dei due ha detto al processo: Io dovevo dare le notizie al pubblico. Un altro ha aggiunto: Io chiusi a chiave Marietta Wolff perchè non desse ad altri giornali la primizia. Ma. è giornalismo questo? Ma sono giornalisti questi cacciatori e torturatori di coscienze? Francamente ora che questo processo è chiuso, bisogna fare un esame di coscienza al giornalit.mo, vedere di quanto si è allontanato dal suo vero scopo, e dire la parola che ci sembra giusta, e buona e opportuna. Ma sarà vox clamantis in dese,rto. ? Lo temiamo! Questo processo Steinheil terminato con un' assoluzione che non osiamo giudicare, intanto a noi suggerisce qualche amaro confronto. In Francia in pochi giorni è stato chiu:30; un solo avvocato è bastato alla difesa ... Io Italia un esercito vero di avvocati lo avrebbero prolungato alweno per un anno ! + Due condanne. I metodi elettorati di Glo Ilttl alla gogna. - La Rivista ha documentato in diversi articoli (v. tra gli altri il N. 10 di quest'anno) le violenze e le sopraffazioni compiute durante il periodo elettorale per far « passare la volontà, del paese. • Sfoggi il governo con una delle solite gherminelle parlamentari alle iuterpellanze degli On. Colajanni, De Felice, Ciccotti, ed altri che volevano illu8trare i metodi elettorali giolittiani. Elezioni che con voce unanime della stampa furono dette infe1'nali, furono convalidate da quella stessa Giunta delle elezioni che annullò parecchie elezioni di oppositori per fotilissimi motivi, tanto perché il capo del governo potesse, ad altre interrogazioni od interpellanze rispondere che se la Giunta aveva convalidato, significava che nulla poteva rimproverarsi al governo o ai suoi candidati. Famosissime tra le famose , fu la elezione di Gioia del Colle dove gli elettori di opposizione dovettero abbandonare il collegio per nou rimaner vittime dei gloriosi mazzieri di De Bellis o delle violenze dei poliziotti, comandati dal notissimo Prina. Circ0li invasi, negozi obbligati a chiudere , arresti di elettori, ferimenti compiuti colla complicità. dei poliziotti che arresta vano i feriti lasciando indisturbati i feritori, tutto fu lecito per far trionfare la candidatura cara al governo. Un elettore, arrestato dal Prina, querelò costui rer arresto arbitrario. ed il Tribunale di Bari gli ha dato ragione condannando il Prina, a tre mesi di reclusione e ad altrettanti di interdizione dai pubblici uffici. La condanna, più che il Prina, colpisce il governo che gli dett.e carta bianca. Per l'identica ragione, il Tribunale di Girgenti ha condannato un altro funziona.rio, il delegl:\to Gafà , colpendolo più gravemente e negandogli il benefi~io della condanna condizionale concessa al Prina.

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