Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 21 - 15 novembre 1909

RIVISTA POPOLARE 579 cole dosi di chinino non provol.'.a alcun danno nell'organismo, salvo nei casi speciali di idiosincrnsia. Tutto ciò, ripeto, abbiamo dimostrato con documenti irretutabili e senza che ci fosse pervenuta, da parte del Castellino o del Tropeano, una seria smenlita. I malariologi dell'ultim'ora (è un fenomeno stnpefacente I) si credono autorizzati ad affermare qualunque cosa loro piaccia, senza portare la prova di quello che affermano, si credono autorizzati di buttare fra le anticaglie teorie e metodi di lotta, che per quanto incompleti, hanno salde radici e vitalità non effimera, senza dimostrare la bontà delle teorie e dei metodi nuovi, come se l'essere patologi o clini ci i !lustri basti a dar ragione di tutte le innovazioni e manipolazioni che loro vengono in mente di fare per fini assai discutibili! E torniamo all'accusa di esclusivismo mossa dal Castellino ai sostenitori della profilassi. Il Celli fin dal 1893 (riportiamo, per amore di brevità, soltanto i giudizi del principale fautore della profilassi chimica) scrisse negli Annali d' Igiene Sperimentale, a. Ilf, quanto segue: « Per fortuna la bonifica idraulica, anche quando non riesce ad estirpare intieramente l' anofclismo, è il primo passo per il risanamento igienico di un territorio. Il secondo vien fatto per mezzo delle bonifiche agra rie. Dove la bonifica idraulica é completata dalla bonifica agraria, ivi la malaria finisce per diventare più mite». Nella relazione sulla Malaria in Italia nel r902 (loc. cit.) conchiude così: « Ripeto ancora una volta che per lungo tempo e a forze riunite occorre: unum facere et altet um non omittere di tutti i mezzi profilattici: cura radicale delle febbri (ascoltino coloro che credono di avere scoperto la bonifica umana) profilassi chininica; profilassi meccanica ; distruzione delle zanzar~; ~onifich~ idraù liche ed agrarie; legislazione san1tana speciale contro la malaria. Nel Giornale della Malaria, anno Il, n. 4, in una lettera diretta al Castellino, dice, fra l'altro: <e La profìlassi chini nica non è fine a sè stessa, ma è il mezzo più facile e pronto per assicurare la sal,1te dell'uomo che lavora per compiere le bonifiche idrauliche ed agrarie ». E non la finirei più se volessi continuare colle citazioni. Dov'è, dunque, il preteso esclusivismo. Quanto all'affermazione che il chinino non ha eflì_cacia come mezzo preventivo, senza riportare qui le prove enumerate da me e dal collega Sergi negli articoli polemici pubblicati nell'Italia Sanitaria, mi basta riferire ciò che si disse al XVI Congresso di Budapest. •Tolgo dal resoconto della seduta della XXI sezione, pubblicato nel n. 40 del Policlinico - perchè n_?r:1 si dubiti che io abbia ascoltato male - i giudtzt espressi intorno all'efficacia della profilassi chininica da uomini non sospetti: Baccelli, Laveran, Marchand, Gosio. Baccelli disse di cc non dubitare che il chinino abbia virtù di prevenire l'infezione malarica, e quanto alle dosi, egli preferisce le piccole ». .Laveran affermò che cc rispetto all'uso del chinino a scopo profilattico, egli è partigiano delle piccole dosi ». Marchand, generale medico, ci assicurò dei « benefici effetti dell'uso delle pillole dosi quotidiane di chinino >>. G_osio disse di preferire il « metodo di profilassi settimanale ». E Galli-Valerio e Galli Giulio e De Cerebri ni e Ricchi non furono tutti concordi nel riconoscere l'utilità della profìlassi chininica? Ed Ascoli, che che J.i malarici ne ha veduto e curati a centinaia, si è forse associato al Gabbi nel ritenere che l'uso protratto di chinino danneggia l'organismo? Al Congresso di Budapest non trionfò, dunque,- come il Tropeano fece scrivere nel Tempo - l'opinione dei nuovissimi apostoli\ Il prof. Castellino, però, non si dà per vinto. Egli, gira11do largo, avanzando pregiudiziali e facendo quistioni di terminologia medica, scivola lentamente sopra un altro terreno, dove spera di trovare argomenti snfficienti per la sua debole tesi, sul terreno dell' immunità. Dice, infatti: il chinino cura non premunisce, e tutti i fatti riguardanti la profilassi della malaria riconfermano l'azione terapeutica del chinino. (Vedi La Tribuna, n. 280). Benissimo I Anche il Gosio dice che il chinino, dato a scopo profilattico, distrugge le incipienz.e infettive. Io accetto questa spiegazione e rispondo: appunto perché il chinino profilattico è capace di distruggere le incipienze infettive, credo logico chinizzare tutti coloro che dimorano in una zona malarica g1 ave, dove da un momento all'altro possono correre il rischio di infettarsi. Sappiamo noi quand'è che l' ematozoario della malaria penetra nel sangue di .un individuo, per dire a custui di ricorrere al chinino? Non lo sappiamo, ovvero è possibile saperlo <lopo ripetuti esami del sangue. Ma noi non possiamo praticare a tntti gli individui dimoranti nelle zone malariche giorno per giorno, ora per ora l'esame del sangue. Allora bisognerà aspettare che l'infezione latente diventi manifesta; che la malaria coi suoi bravi accessi febbrili esploda e c'inviti a distruggere non più un' incipienza infettiva, ma per giorni e giorni, con dosi alte di chinino e magari con tùtto il bagaglio dei ricostituenti, una infezione ben radicata ed estesa I E qualche volta non si riesc~ • nemmeno. Ecco, dunque, la necessità di somministrare il chinino a scopo profilattico, chinino che mentre non danneggia l'organigmo (nessuno mai nè in Italia nè all'estero ha parlato di danni causati dalla profilassi chininica) è capace di impedire l' ulteriore sviluppo del parassita malarico, che eventualmente capiti nel sangue dell'individuo profìhtssato o, comunque, di uccidere il parassita medesimn. Cura e non premunisce il chinino profilattico? Io dico, invece: cura e premunisce. Cura le incipienze inettive e premunisce dalle manifestazioni imponenti e più deleterie della malaria. Questa non si chiama profilassi ? chiamatela come volete: chiamatela cur-a abortiva, chiamatel,, semplicemente cura della malaria. Il nome cambia, i fatti restano I La bonifica umana, che il prof. Castelli no cita come una scoperta origin_ale e preconizza come il miglior metodo di 1otta contro la malaria, non basta da sola, come i più illustri malariologi hanno riconosciuti da tempo, a debellare la malaria. Perchè non è vero che si può, in tutti i casi, distruggere l'infezione malarica colla cura intensiva di chinino. Spesso quelli che sembrano guariti portano ancora nel sangue il parassjta malarico. E allora, se noi possiamo prevenire le manifestazioni più intense e più dannose dell'infezione palustre, se noi possiamo, mercè la somministrazione del chinino profilattico, distruggere le incipienze infettive, perchè non dobbiamo ricorrere alla profilassi chininica che quando si può fare e far bere, dà così mirabili risultati? Umun facere et alterum non omittere, ammonì sempre il Celli, che i nuovissimi apostoli, non si sa per quali motivi scien-

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