Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 21 - 15 novembre 1909

RIVISTA POPOLARE 575 .lantuomini col prof. Luigi Lucchini che esaltava i -diritti della difesa, osservava. che non potevano essere dello stesso p:uere le quattromila fami- ·glie degli assa.s_sinati. . . . . . E questa cifra d1 qu.attromila Omtctdt conrun:a.ti, eali mantenne invariata nella sua lettera a Fahrtetus d~lla Trihuna del 1 ° Ottobre 1907 sempre per -dimostrare come si e fatto in Francia, che l'abolizione della pena di morte e la r_espo~s'.1~ilein Italia di tale spaventevole numero <l1on11c1d1 (1). Ora quanto siano fantastiche e ~alu~n~ose queste asserzioni sulle conseauenze dell abolizione della pena di morte in Italia 0 risulta a luce meri_dian~ ~~ -due ordini <li prove : 1° dal decorso degli omtctdt .denunziati ( consumati, mancati e tentati) s~cond~ le statistiche giudiziarie ; 2° del numero d~1 morti per omicidio secondo la statistica del~eca~s~4i morte. I dati statistici più antichi sugli omtctdt denunziati comparabili con quelli at_tuali rimontano ~1 quinquennio 1879-83; vale a dire ad ~rn decenmo preciso dalla abolizione della p~na d1 morte_ avvenuta nel 1889 col nuovo codice Zanardell1ano; orbene in quel primo quinquennio la_media degli omicidi denunciati nel Regno era d1 17,88 per 100,000 abitanti; gradatamente e attraverso alle solite oscillazioni si ridusse a 9,76 nel 1900-904: In cifre assolute erano stati in media 4980 all'anno gli omicidi denunziati nel quinquenni? _1875-79; 4767 nel quinquennio 1880-84 (2); st ridussero a 3 380 nel 1900-90+ non ostante che la popolazione sia aumentata da circa 27,700,000 a cir..:a 33,600,000 due periodi estremi. . . , Più in li del 1880 per la esatta comparab1hta delle statistiche giudiziarie non si può andare. Un confronto incompleto si può porre tr~ i~ 186? ~ il 1869 pel quale anno in due volu~u d~ sta~1~t1: ca giudiziaria si trova il numero dei soli om1c1d1 giudicati non quelli denunziati. Essi furono, . senza il Veneto e il Lazio pel primo anno e se_nza11s_olo Lazio nel secondo anno 2116 e 247+. Li trovta'.no a 3326 nel 1880 nel quale anno i denunzia!i furo~ no 5418· e aradatamente scendono nel 1906 a 261~ oli omicidi O denunziati e a 1624 i giudicati. Perci6 ~otto il reaime della pena di morte sino al 1880, anche ten;ndo conto di quelli del Veneto e del Lazio fu sicuro l'aumento. Invece dal 1880 in poi e altrettanto innegabile la diminuizione; la quale avvenne non ostante che . dal 1876 non si fosse più eseguita alcuna condanna di morte. •Siccome la media del Regno risulta da termini molto diversi così riproduco le medie delle sin~ole reaioni ponendole in ordine decrescente pel pnmo pe~iodo e segnando l'ordine che hanno nell'ultimo periodo: (r) Nella Rivista Popolare (15 IMarzo 1902) dimostrai quanto sia erronea la confusione tra omicidi consumati mancati e tentati; parimenti nella stessa Rivista popolare (30 Settembre 1907) dimostrai quanto errc,nee fossero le statistiche, che si citavano in Francia sull'omicidio in Italia e le relative conclusioni, che si traevano in favore della conservazione della pena di morte. (1) Movimento della delinquenra 1873■83 Rom1 Ere:ii 8)tta 1886 pag. XVIII. OMICIDI DENUNZIATI(per 100,000 abbltant.) 1879-83 1900-904 Diminulzione 1. 0 Sicilia 37,36 I. 0 2 5•55 30,0 O/o 2. ° Calabria 35,82 ~ o J• r4,0 r 60,8 u 3. 0 Sardegna 34, 2 3 2.0 r8,04 47, 2 » 4.° Campania 3 2 ,34 3.0 r7,39 45,6 I 5. 0 Basilicata 32.03 4.0 r 5, r o 52,8 I 6.o Abruzzi 29, r 3 6.0 r 2,70 56,4 li 7. 0 Lazio 27,85 7.0 r 2,02 56,8 li 8. 0 Puglie r8,6 I 8.0 I I ,88 36, I I 9.0 Umbria 16,96 13.o 5,00 70,:, ~ 10.0 Toscana 13,76 I 2,0 5,n 62,8 li r r .0 Marche 13,22 9.0 5,74 .56,, .» 12. 0 . Emilia 10,3 2 14.0 3,78 63,0 li 13.0 Piemonte 8,2 I I I. O 5,5') 32,2 » 14. 0 Liguria 7,00 IO.o 5,64 19,4 I) I 5. 0 Veneto 5 '12 I 5.0 2 ·59 49,4 li t6,0 Lombardia 4,87 16. 0 2,41 52,7 li Regnç 17,88 9,76 45,4 li Da questo confronto risulta che sul secondo quinquennio l'Umbria, la Toscana, l'Emilia, la Calabria hanno cambiato posto migliorando; hanno perduto la Sardegna, la Basilicata, la Camp:rnia, le Marche la Liouria col Piemonte. La Sicilia era la ' ::, p 1· prima e rimase la prima; Lazio, Abruzzi, ug 1e, Veneto e Lomb:irdia restano nell'ultimo quinquennio nel posto che occupavano nel primo. La diminuizione più forte si ebbe nell'Umbria, nell'Emilia, nella Toscana e nelle Calabrie; la più piccola in Liguria, Sicilia, Piemonte e Puglie. Per provincia b diminuizione più forte si ebbe : a Treviso co11'82 °Jo; a Livorno col 79 °/,,, Forlì 72, Pesaro 70, Avellino 66, Cosenz1 6+, Campobasso e Ancona 61, Catanzaro 60, Teramo e B~nevento 58, Chieti e S:1ssari 55, Reggio-Calabria, Salerno, Roma 56, Potenza 52. Fu mini1111 nella provincia di Napoli col 6 °/0 • Alcune di queste provincie erano state c:mdannate da Lomoroso, da Ferri e dai loro discepoli al prinnto nell'omicidio per ragioni antropologiche, come Livorno, Forlì, Sassari: e tutto il mezzogiorno, anch'esso condannato per le stesse ragioni presenta forti diminuizioni. Ma gli omicidi denunziati non danno la misura giusta di tale reato, poichè comprendono i mancati e i tentati, tra i quali p~r capriccio o ignoranza di funzionari di pubblica sicurezza e di magisttati vennero annoverati reati, che perdettero nell'istruttoria o al giu~izio la loro quali~c~ e si riduss_ero_a r~ati_ lievis• sim1, che furono pun1t1 con pochi g10rm d1 deteniione, come avvertì un chiaro magistrato, il Sost. Proc. generale Pantaleone. Per tali motivi per giudicare della vera delinquenza omicida italiana non si può contare sui dati delle statistiche giudiziarie che ci fanno conoscere dal 1880 in poi i soli omicidi denunziati. Occorerebbe la conoscenza di quelli consumati. Non possediamo i dati relativi che pel breve periodo 1891-95. MJ. con qualche approssimazio~e come ind~ce de~ fenomeno possiamo prendere 11numero ~el m_orti per omicidio secondo il movimento della popolazione dal 1864 al 1877 e dal 1887 al 1906 secondo la statistica delle cause di morte. I morti per omicidio comprendono gli omicidi volontari e involontari. gl'infanticidi. Questi dati non

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