Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 21 - 15 novembre 1909

574 KIVISTA i'OPOLARE eseguita alcuna condanna di morte. D'onde l'allarme di Lac:issagne e della Francia in apparenza pienamente giustificato. Contro queste conclusioni affrettate, per qu:rnto desunte da fatti, aveva risposto il Briand con questi altri fatti : dal 1871 al 1880 le statistiche francesi danno 6,101 crimini passibili della pena di morte con 107 esecuzioni capitali; nel periodo 1898-907 i crimini passibili di pena di morte discendono ~ 4,901 cioè a 1,200 di meno, men tre le esecuzioni capitali scendono del pari da 107 a 28. (Seduta della Camera francese 18 Novembre 1908). Al Lacassagne eh' è uno scienziato , poi si può domandare : è lecito stabilire un rapporto causale tra un fenomeno, la pena di morte, ed un altro, l'omicidio, dalle variazioni di due anni, quan~io lo stesso Lacassagne riconosce che il secondo è il pro• dotto J'innumerevoli fattori? Oscillazioni annuali in senso diverso si riscon- ·trano in Inghilterra colla pena di morte e colle frequenti esecuzioni; e in Italia senza pena di morte. E Giuseppe Reinach con diligente esame dimostrò esaurientemente alla Camera francese che dal 1826 al 1905 gli assassini punibili colla morte oscillano indipendentemente dalle condanne e dalle esecuzioni. (Seduta del 3 Luglio 1908). Non nego in ogni modo, che il mantenere nei Codici delle pene senza applicarle, riesce a diminuire la scarsa efficacia delle medesime. Perciò ritengo che in Francia se si vuole mantenere la pena di morte, si deve e~eguirla. Che non ci sia affatto il bisogno di mantenerla nello interesse deHa difesa sociale si dimostrerà esaurientemente coll'esempio dell'Italia, che l' ha abolita recisamente. Che non siano necessarie le esecuzioni si dimostra con quello di due altri piccoli paesi - uno dei quali limitrofo e tanto rclsso• migliante alla Francia - che l' hanno abolita di fatto. 8° L'esempio del Belgio e dell'Olanda è dei più conclusivi. Nel Belgio dal 1831 al 1840 vi furono 231 assassini, 28 avvelenamenti, 5 parricidi; in tutto 262 crimini passibili di pena di morte ; •dal 1841 al 1850 questi crimini salgono a 359; dal 1851 al 1860 a 421. Dal 1831 al 1835 non ci furono ese, cuzioni capitali; ricominciano dal 1835 e aumentano r crimini puniti colla morte. Ecco altri dettagli: dal 1831 al 1860 nella circoscrizione di Bruxelles vi ìurono ~?5 esecuzioni capitali e il numero dei crimini passibili della pena di morte aumenta, proporzionandolo colla popolazione, del 22 %; nella circoscrizione di Gand ci furono 22 esecuzioni e i crimini relativi aumentano del 13 °/0 ; in quello di Liegi non ce ne fu che una i crimini diminuiscono del 55 °/ 0 • L'abolizione di fatto della pena capitale data nel Belgio dal 1863; ebbene i crimini passibili di tale pena da 4,089 discendono a 3,106 nel 1903 non ostante il forte aumento della popolazione e quantunque alla pena di morte non vi sia stato sostituito ancora l' ergastolo. Gli stessi risultati si ebbero in Olanda. La pena di mòrte vi fu abolita il 17 Settembre 1870 ; da quell'epoca invece di aumento avviene costante diminuizione <lei relativi reati. Da 78 condanne a morte nel periodo 1860-70 si discende dal 1878 al 1886 a 30 condanne ai lavori forzati per quei (:rimini che esigevano la pena di morte. (CSriand; Seduta Camera francese delli l 1 Novenibre 1908). Eccoci infine al grande esp'!rimento: a quello dell' Italia. Vlll. - Il Professore Lacassagne, chiè un cultore positivo di scienza, pur ricorrendo alla statistica per Liimostrare nel modo migliore l' es1ttezz.1 del proprio assunto, contro di essa sc:i.glia una delle tante b:uzellette che sono di moda e col Forget di Stusburgo la considera come una buona ragazza, che va sempre con chi l'accarezza di più, (pag. 49). Egli ha fatto di più; poichè ha trattato la statistica come una volgare baldracca, inducendol:i a rendere fals:1 testimonianza, per comodità propria. Il giudizio potd sembrare severo; ma il lettor~ che vorrà seguirmi in questa ultima parte del mio non breve s:ritto, mi darà co:nplet:1 ragione. Se il Lacassagne fosse uno dei tanti volg·ui scrittori che ignorano le quistioni di cui tratt:tno, po• trebbe a sua difesa invocare le circostanze attenuanti, riversando ogni responsabilità sul Comm. Raffaele Garofalo, che gli ha tornito i giudizi inap• pelbbili sul decorso dell' o:11icidio; potrebJe anche aggiungere che egli rimettendosene al -G:uofalo sapev,1 di affidarsi ad un magistrato altissimo, Presidente di C:1ssazione, ad un criminologo dei più illustri e rinomati e che non poteva, perciò, me• nomamente sospett:ire che il Garntalo affermasse con tanta sicu relza il falsn. M;1 it Lacassagne è criminologo anche lui, conosce le statistiche iulia• ne cd aveva perciò il dovere di compulsarle senza _giurare in verba magistri per quanto il maestro fosse autorevolissimo. La dimostrazione della falsità completa , pir.1midale, dei giudizi del Garofalo è indispensabile e di capitale import:i.nza: il Deputato Ajam nella Camera, il Lacass:i.gne, una pleiade di giornalisti reazionari in Francia il più forte argomento in favore del mantenimento della pena di morte lo hanno tolto precisamente dalle pubblic:i.zioni .del Garotalo. E il Times per denigrare maggiormente l'It:i.lia, - che gia è meritevole di sever;i condanna in tema di omicidi - per lo appunto si è valso anche degli stessi elementi che sono serviti ai pubblicisti ed ex deputati francesi (1). E' il Garofalo, infatti, che da molti anni va ripetendo che in Italia ci soqo 40J0 omicidi all'an• no, facendo comprendere che si tratti di omicidi consumati. D'onde la dolorosa conclusione di Giu• stino Fortunato: in Italia muoiono ogni an>ioper mano omicida tanti uomini quanti ne furono ammazzati nella battaglia di ..AbbaCarima. L'induzione del Fortunato. era perfettamente legittima, perchè il Garofalo nella Nuova Antologia (16 Febbraio 1902) polenizzando intorno ad un preteso Codicedei ga- (1) Il Times a proposito dell'assoluziont: di Cifariello nel NO del 24 Dicembre 1908 affermava cht: in Italia gli o'micidi non scendono n:ai al disotto di 3000 all'anno e che c'è la costante impunità dell'omicidio. La Tribuna (1. F<!bbraio 1909) gli rispose con ritardo dimostrando che in Italia le as;;oluzioni sono minori che in Francia, in Austria e nella stessa Inghiiterra. Solo in Germania la percentuale delle. condanne è del1'84 °lo cioè più alta di quella dell'Italia, cioè del 790/ circa. In quanto al numero degli omicidi la rettifica del giorn~le romano non fu esatta e completa.

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