Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 21 - 15 novembre 1909

RIVISTA POPOLARE 571 mento medio delle popolazione non è che di 58,000 abitanti. Anche quando queste tre naz1om avessero una uguale potenza in capitali, non solo in un modo assoluto, ma in modo relativo, è in Germania che la domanda' di capitali· destinati ad un impiego produttivo dcvrebbe progredere più rapidamente e che in conseguenza la pressione esercitata sulla economia nazionale sotto forma di aumento del prezzo del denaro dovrebbe farsi sentire di più. Se l' Impero tedesco, malgrado lo sviluppo che è sempre continuato nel eorso delle presente generazione, ha potuto iu un modo generale vedere avvicinato il tasso de suo sconto in banca e sul mercato al tasso degli sconti del mercato mondiale e ottenere per èollocare i suoi prestiti nn livello relativamente sempre migliore, questa è la prova. evidente che se il grado di rìcchezza per abitanti, non ha ancora raggiunto il livello di quella del- !' I~ghilterra e della Francia, l'aumento della ricchezza in Germania ha dovuto esssere sensibilmente più rapido :o. È necessaria la pena di n1òrteper la difesa sociale? VII. I casi individuali hanno la loro importanza , ma nei fenomeni sociali sono preferibili ed hanno un significato maggiore le manifestazioni in massa raccolte col metodo statistico. Non si può quindi condannare definitivamente la pena di morte o giustificarla in base alle precedenti osservazioni. Per riuscire alla condanna o alla giustificazione occorre la conoscenza dei risultati complessivi cocseguiti rispetto al risultato, che si vorrebbe ottenere colla pena di morte, cioè : la diminuizione dell' omicidio. Si ricorre allo sperimento consentito nelle scienze sociali, non creando artificialmente come si fa in fisiologia, nella chimica , nella fisica, le condizioni che generano il fenomeno: ma ossl.!rvan<lo le manifestazioni del fenomeno contemporamente alla esistenza e alle variazioni di altri fenomeni che si possono considerare come cause o fattori del primo. Uno scrittore francese ha avvertito su questo proposito, che rispetto alla efficacia della pena <li morte si avrebbe davvero uno esperimento se si potesse, almeno temporaneamente abolire la pena di morte in Inghilterra. Se vi aumentassero costantemente gli omicidi si potrebbe concluderne che realmente quella esercita l'azione intimidatrice e che , perciò , nello interesse sociale , si dovrebbe mantenerla. Sarebbe inverso il giudizio se gli omicidi continuassero a diminuire o rimanesssero staz10nan. Siffatto esperimento. come si vedrà, è stato fatto in Italia ; dove sin dal 1376 non venne più eseguita alcuna condanna di morte e nel 1889 tale pena venne definitivamente cancellata dal Codice. Prima di esporre i risultati di questo esperimento esaminerò brevemente quel gruppo di osservazioni, che il Lacassagne ha presentato come sperimentali aggiungendovi gli altri, che furono esposti in senso inverso dai deputati nella discussione che si fece nel Parlamento francese. 1 ° Non hanno alcuna importanza le osservazioni su Roma antica, perchè nulla sappiamo della sua delinquenza; nè si può considerare come un processo di eliminazione e di selezione darviniana la uccisione nei Circhi delle migliaia di prigionieri, Questi erano dei vinti, non dei delinquenti ; erano martiri e potevano anche essere degli eroi. 2° Le impiccagioni di Sisto V mancarono dello scopo selettivo e intimidativo. Garofalo si diverte ad attribuire ancora lo scarso numero degli omicidi in Inghilterra alle impiccagioni Elisabettiane di quattro secoli ta; ma quelle di Roma papale non furono più remote e meno larghe eppure Roma e il Lazio sino a non molti anni or sono dettero quote altissime di omicidio. La diminuizione dell'omicidio nel Lazio, invece, e stata regolare e continua dopo l'abolizione della pena di morte. Mancano inoltre i dati statistici sulla delinquenza di allora; dalla storia e dalla tradizione si sa che essa era enorme. Da un libro dell'avv. Tazzari, ad esempio, si sa che precisamente sotto il dominio papale a Bologna imperversava una mafia più audace di quella di Sicilia, eserdtata non dalle basse classi, ma da quelle che dovrebbero essere considerate dassi superiori. 3° Si afferma che le alte cifre dell' omicidio in Russia si debbano alla mitigazione delle pene ini- :1.iata sotto Pietro I e culminata coll'abolizione della pena di morte. Il valore dello esperimento manca perchè ci mancano le relative notizie precise per fare un confronto tra la delinquenza del periodo a sevérità penale e quello inspirato mitezza. In Russia, quasi a dare una solenne smentita ai sostenitori della pena di morte essa venne conservata pei reati politici; orbene non c' è paese del monJo in cui la forca ha lavorato di più per conto dello Stato; ma non ce n' e nemmeno un altro, in cui l'assassinio politico a danno dei più modesti agenti di polizia, salendo ai governatori, ai ministri ai membri della famiglia imperiale , all' Imperatore Alessandro 2° sia più spaventevolmente frequente! L'assassinio legale e l'assassinio rivoluzionario si alternano con una frequenza da dare i brividi e da far guardare il Capo dello Stato nel cui nome si eseguono le pene di morte contro i delinquenti politici con orrore da tutti i popoli civili, mentre il disgraziato Nicola Il per aver salva la vita si è condannato da sè stesso ad una vera tormentosa reclusione. E' fallita, adunque, completamente la pena di morte conservata pei reati politici. 4° Nulla provano i risultati della severità reprèssiva ottenuti dal Giappone nel!' isola di Formosa. Le vittime qui non erano veri delinquenti, ma dei ribelli politici, animati da sentimento nazionale, che mal si adattava al dominio Giapponese. Quando gl' isolani sperimentarono, che questo dominio forse valeva meglio di quello cinese , desistettero dalla resistenza e cessarono le repressioni, 5° Il caso della Svizzera non e suffragato da alcun risultato sperimentale. Egli e vero, che i Cantoni vollero restituita la facoltà di ristabilire la pena di morte e che alcuni la inserissero di nuovo nei loro

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