Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 21 - 15 novembre 1909

RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali IHreltorc: Prof. NAPOLlCONIC OLAJANNI (Deputato al Par1amento) Esce in Ro_ma il 15 e il 30 d'ogni mese Italia: a1111Olire u;· se"n1estre lire 3,5()·-· }~stero: anno li-re 8; semestre lire 4-,50 ,. ' . :Un numero sep:i rato Cen t. • 30 Amministrazione: Corso Vittorio Emmmele, n.0 115 - NAPOLI /\11110 X V - Nmu. 21 ABBONAMENTO POSTALE Homa, 15 Noyembre tnon Pr·eghiamo tutti coloro che ci scrivono di indirizzare lettere, cartoline e vaglia al DOTT. NAPOLEONE C0LAJANNI, Napoli. SOMMARIO: Gli avvenimenti e gli uomini - Noi: Per la diffusione della rivista - Ancora del processo Fer• rer - Una parola su l'aftare Steinheil. - Il laido mestiere di giornali e giornalisti - DJ! conlnn--:. [ metodi elettorali di Giolitti alla gogna - Ancora un eccidio ! - Una onesta confessione sulla immeritata f.)rtu:1a di un libro - La questione scolastica in Francia - L'oppressione ungherese - Per lo s.:rutinio di lista e per la rappresentanza proporzionale in Francia. Incomincia l'ecclissi dell'astro Briand? - Come si è sviluppato e come si ripartis;~ nel monlo il commercio degli Stati Uniti -·- Per Id Ragione - La Rivista: Vigilia d'armi - Virgilio Goita: Nel primo tril?,esimo della fudla1,ion~ di Francisco Ferrcr - Sperimentalismo sociale: (Lo sviluppo del benessere in Germanla) - Dott: Nap. Colajanni : E' neces • saria la pena di morte per la difesa s"ciale? - Achille Loria: Sensualità e misticism~ - Datt, Pietro Timpano: Dal Congresso di !3udapest al Congre:,so di Milano - Mario Pilo: Stelloncini letterarii - Ltlvista dello H.lvist.e: Spagna (M~1·rure de France)- La triplice Alleanza (Die Zi,kunft) - l[ movimento economico e sociale negli Stati Uniti (Eco- / nomiste Françr.lise) - La rappresentanza proporzionai.! nel Belgio (Les documents du progrès) - li momento attuale in Spagna (T/rn English Review). GLI f\VVENIJV\ENTI e GLI UOMINI Pei- la diffusione della :rivista. - Mancano a noi n1ezzi per la grande reclame, per Ja rèclallle capitalistica; noi contian10 soltanto sulla cooperazione degli an1ici e di guanti credono e sanno per esperienza, che la Ri-vistapopolare compie opera indespensabile per la fonnazione del carattere, che n1anca in Italia e della coltura positiva, deficientissin1a, specialn1ente tra gli elen1enti più avanzati e più den1ocratici Agli an1ici della Rivista, quindi, rivo.lgiqn10 caldissin1a preghiera di procurarci abbonati e buoni indirizzi di abbonabj]i. Li avver6an10 in pari ten1po, che per facilitare la loro opera darenH> ]a rivista g·ratis da oggi a tutto Dice111bre 1909 a guanti pagheranno anticipatan1ente l' abbonan1ento per l' anno 1910. Concedian10 pure degli abbonan1enti di saggio bin1estrali per lira una. + Ancora del processo Ferrar. - Di Francisco Ferrer nel trigesimo della sua fucilazione si occupa bellamente un nostro collaboratore in apposito articolo; sul suo processo vogliamo dire anche noi in quAsta rubrica. Non è cosa che tacerà sl presto. I preti ed i reazionari hanno voluto la loro vittima: ora però spaventati-tutti i delinquenti sono simili-. dall'urlo di sdegno sollevato in Europa dal loro delitto; hanno voluto provarci che essi_non as..sassinarono, ma punirono. E la Stamperia Reale di Madrid pubblica ufficialmente la pretesa giustificazione della condanna a morte di Ferrer. Un breve opuscolo che reca l'atto d'accusa, la decisione del consiglio di guerra, il sunto di due deposizioni d'accusa - testimoni che non videro ma. intesero dire - h. decisione riel Capitano Generalo, ed altri documenti del genere. Niente altri testimoni d'accnsa, niente testimoni. di difesa, niente difesa, e neppure le giustificazioni, l'interrogatorio di Ferrer. E credono i g-esuiti ed i reazionari di Spagna di avere bendati gli occhi alla storia, o d: averle cacciate in bocca la perci d'angoscia- in Spagna la conoscono ancora-che le imµedirà di parlare. Stoìti. Più il tempo passa, e più chiara diventa. la loro colpa. Ferrer fu sacrificato perchè il pensiero che egli andava spargendo e propagando era. di guerra alla oppressione ed all'oscurantismo in cui i preti ed i reazionari intendono mantenere la Spagna. Il Maura, il bieco servo della reazione, si è larr:.entato perchè in tutto il mondo civile si ò chiamato assassinio il delitlo commesso per s•10 ordine. Ha detto che Ferrer è stato legalmente giustiziato. E chi lo nega? Ma noi chiamiamo infami Aui to e, Caifa percliè vollero - e legalmente - morti Socrate e Cristo. Bruno fu arso legalmente, e legalmente furono ucc1s1 Dolet, Servet , Savonarola , H uss; ma i loro carnefici sono bollati d'infamia dalla storia malgrado la legalità della esecuzione." Perchè non è la questione materiale del fatto che solleva ed irrita le coscienze, ma la questione ideale della causa Ci si provi cbe Ferrer, fo veramente organizatore e partecipante della rivolta e taceremo. Lo considereremo il combattente caduto sul campo: e pure compiangendo il vinto, non tacceremo d'infame il vincitore. Ci rassegneremo alle sorti della guerra. Ma la prova vogliamo , la indiscutibile prova. Il signor Maura ce l'aveva promesso ed il governo spagnolo .... non ce la da. Ora è logico il ragionamento dei reazionari di Spagna : Voi non conoscete la nostra legge : in base a questa Ferrer è stato giustamente condannato. E' logico si; ma i fatti dimostrano che la legge allora è contraria, in Spagna, a tutto ciò che è progresso, civiltà, giustizia : è legge ·di popolo immerso ancora ne,gli orrori della bar barie. Se ci si dice cheun uomo può essere ucciso perchè non crede nè in Dio , nè nel Re ; perchè non rispetta la religione , perchè insegna al popolo che il paradiso e

562 RIVISTA POPOLA RE l'inferno sono una stupida menzogna; perchè crede cose sulle quali non crediamo, ed insegna a non credere ai nostri insegnamenti ; se ci si dice : La nostra legge punisce di morte chi pensa di versa mente dal legislatore: voi avete ragione di dire che noi non conosciamo la vostra legge : ma non avete diritto ad invocare il rispetto ed il silenzio , perchè al punto al quale oggi siamo giunti, chi uccide per delitto di pensiero è assassino. E non c'è legge al mondo che possa far diventare diversa questa affermazione. L'opuscolo or ora pubblicato dal Governo Spagnolo a ginstificazione del suo operato ribadisce la convinzione uni versale: Ferrer fu assassinato. E fino a luminosa prova in contrario qnesta convinzione rimane incrollabile. Ancora una parola. Si dice che il Re d' Inghilterra, fattosi interprete della protesta. del mondo civile sia stato a consigliare al Regattolo di Spagna il licenziamento di Maura e chA il consiglio, in un momento di sbigottimento, sia stato accettato. Ma Alfonso XIII ha ripreso coraggio e si è sbottonato con un giornalista francese giustificando la fucilazione di Ferrei". Tanto meglio. Con questa. dichiarazione abbiamo una ipocrisia ed una finzione di meno. + Una parola su J'afl"are Stelnhetl.- Il laido mestiere di giornali e giornalisti. - A noi ri• pugna, franèamente, il sist.ema oggi adottato dal gi0rnalismo internazionale, di dare una tanta estesa pubblicità ai processi cosi detti sensazionali. Noi crediamo che la missione del giornalismo è qualche cosa di più e di più nobile che informativa. Il giornalista non dovrebbe essere , secondo noi , il mestierante a caccia di scandali, o in cerca di notizie più o meno interessanti; il giornale non dovrebbe essere quasi unicamente il mezzo per raggranellare insieme molti soldini o soldoni, ma dovrebbe essere una funzione, oltre quella di difendere certe idee e tendenze politichA, altamente moralizzatrice. Il giornale, ed il giornalista dovrehbero avere per scopo di elevare, di raffinare, di migliorare la coscienza del popolo. A questo - che noi crediamo altissimo dovere, il giornalismo moderno manca assolutamente, ed è male. Molto male, perchè anche la mentalità stessa giornalistica ne soffre, la coscienza del giornalista si diminuiRce. Guardate appunto q nesto affare Steinheil. L'accusata si dibatte sotto le furbe interrogazioni del presidente, lotta contro le nebbie e le ombre dell'accusa-che nebbie ed ombre soltanto è l'accusa - dice, disdice, ma un fatto solo afferma - e la mancanza di prove positive sembra darle ragione-; afferma con persistenza ostinata : io sono innocente! Certo questo non basta a scagionarla , non basta a provare la verità della sua affermazione. - Lacenaire col collo nella lunetta della ghigliottina disse : dite semp1·e che siete innocenti I - Questo non basta a renderla simpatica. Abile prostituta di alto bordo essa ha vissuto una duplice vita ignobile dalla q 1i::llel'accusa ha facilmente tratto gli- elementi per accnmnlare le sue nebbie , per dare , sia ptu· vago, un corpo alle sue ombre. Ma ciò che in lei desta un senso di pietà è la lotta ch'essa ha dovuto combattere per difendersi. Non ora; ma prima. che essa. fosse arrestata. Pensate se essa fo:,jse-e pare possibile - innocente davvero! Essa riceve due giornalisti, due gentiluomini - tali essa li suppone - ed ecco che essi diventano per lei due inquisitori infernali che insinuano, suggeriscono, cercano, interrogano con più ferocia, con -più astuzia del giudice ietrnttore. Ed essa perde la testa - è cosi facile in certi tra~ici frangenti-e accusa. Accusa Couillard, accusa W olff, avrebbe accusato altri se avesse potuto. Ma l' uomo del giornale è là e le dice : Basta ora ! Quasi come il poliziotto che afferra il malandrino, quasi gli direbbe con gioia: Ti tengo ora. Ed il ~iornale stampa: L'assassina. grazie alla abilità del notro redattore, è scoperto. La giustizia è su la buona via. E' giornalismo questo? Sono giornalisti costoro? Perchè badate bene: senza le riveh.zioni - cte non erano rivelazioni - fatte dalla donna ai giornalisti le nebbie dell'accusa non si sarebbero addensate su lei, le ombre non avrebbero preso corpo ; ma v'erano la i giornalisti: v'era la falsa accusa. Il dubbio, l'ombra del dubbio diventava realtà. Ora pensate se essa veramente fosse innocente. Il letto porta va le traccie del suo terrore. Avrebbe essa avuto panra di se stessa? Le manifestazioni del terrore sarebbero state diverse. Dei suoi complici? E perchè se avesse prestato mano9 Ma se fosse innocente, e per quelle nebbie e q nelle ombre l'avessero condannata: dite, non sarebbe stato un 0rrore? E bisogna pensare che furono i due giornalisti che la torturarono moralmente, che prima fecero intravedere quelle ombre. Uno dei due ha detto al processo: Io dovevo dare le notizie al pubblico. Un altro ha aggiunto: Io chiusi a chiave Marietta Wolff perchè non desse ad altri giornali la primizia. Ma. è giornalismo questo? Ma sono giornalisti questi cacciatori e torturatori di coscienze? Francamente ora che questo processo è chiuso, bisogna fare un esame di coscienza al giornalit.mo, vedere di quanto si è allontanato dal suo vero scopo, e dire la parola che ci sembra giusta, e buona e opportuna. Ma sarà vox clamantis in dese,rto. ? Lo temiamo! Questo processo Steinheil terminato con un' assoluzione che non osiamo giudicare, intanto a noi suggerisce qualche amaro confronto. In Francia in pochi giorni è stato chiu:30; un solo avvocato è bastato alla difesa ... Io Italia un esercito vero di avvocati lo avrebbero prolungato alweno per un anno ! + Due condanne. I metodi elettorati di Glo Ilttl alla gogna. - La Rivista ha documentato in diversi articoli (v. tra gli altri il N. 10 di quest'anno) le violenze e le sopraffazioni compiute durante il periodo elettorale per far « passare la volontà, del paese. • Sfoggi il governo con una delle solite gherminelle parlamentari alle iuterpellanze degli On. Colajanni, De Felice, Ciccotti, ed altri che volevano illu8trare i metodi elettorali giolittiani. Elezioni che con voce unanime della stampa furono dette infe1'nali, furono convalidate da quella stessa Giunta delle elezioni che annullò parecchie elezioni di oppositori per fotilissimi motivi, tanto perché il capo del governo potesse, ad altre interrogazioni od interpellanze rispondere che se la Giunta aveva convalidato, significava che nulla poteva rimproverarsi al governo o ai suoi candidati. Famosissime tra le famose , fu la elezione di Gioia del Colle dove gli elettori di opposizione dovettero abbandonare il collegio per nou rimaner vittime dei gloriosi mazzieri di De Bellis o delle violenze dei poliziotti, comandati dal notissimo Prina. Circ0li invasi, negozi obbligati a chiudere , arresti di elettori, ferimenti compiuti colla complicità. dei poliziotti che arresta vano i feriti lasciando indisturbati i feritori, tutto fu lecito per far trionfare la candidatura cara al governo. Un elettore, arrestato dal Prina, querelò costui rer arresto arbitrario. ed il Tribunale di Bari gli ha dato ragione condannando il Prina, a tre mesi di reclusione e ad altrettanti di interdizione dai pubblici uffici. La condanna, più che il Prina, colpisce il governo che gli dett.e carta bianca. Per l'identica ragione, il Tribunale di Girgenti ha condannato un altro funziona.rio, il delegl:\to Gafà , colpendolo più gravemente e negandogli il benefi~io della condanna condizionale concessa al Prina.

RIVISTA POPOLARE 563 Naturalmente Giolitti, se iuterrogato, risponderà. che le condanno non essendo definitive deve attendere il rPsponso delle\, Cnrte di Appello e occo1-rèndo, quello della Cassazione per provvedere 1 e molto probabilmente i duP. eondanoati non 1:mranno rimossi dal!' ufficio e potranno ancora servire in altra occasione a lasciar passa.re la volontà del paese. Noi, che della magistratura non siamo troppo teneri percbè inquinata, perchè troppo asservita al governo e, peggio ancora, alle camerille locali, specialmente nel Mezzog-iorno, non possiamo lesinare la lode ai coraggioHi mag:strati che hannn , uei fnnziouari di polizia, condannato il Governo. Se la magistrn tura a ves~e Rernpre fatto il proprio dovere iuterv~nC'odo severamr11te senza nemmeno attendere le querele di parte, e colpendo :senza pietà e senr,a debolezza i responsabili di rJati elettornli, non solo il governo si g-;1rn1P-rehlw bene di dar ordini illegaii ai tiuoi f11nzit,nari; ma costoro, culla \Jrospettiva di n11a condanna invece di metter~i a capo dei ma.-:zieri, dei teppisti e dei camorri.:;t;, pe11.:;erebberosul serio a garentire la libertà del voto, Fordine e la legalità. L'e~empio dato dai Tribunali di Bari e di Girgenti gioverà certamente a frenare i poliziotti che in avvenire volessero imitare i Prina ed i Gafà a meno che la Corte di Appello- co:;a µroba.bile - non rimandi a casa, rinnovandone la. Vf'1J,;inità, i due condannati. + Ancora un eccidio !-Al solito clichè della Stefani che annunzia, di tanto in tanto, la sassaiola,, IA focilate io aria e le focil&te in pieno, potremmo oramai rispondere ristampanrio, colla :sola variante del nome del paese, lo steHi-o pezzo mantenuto sul marmo per la circostanza. Poichè gli stessi cecidi si ripeteranno an · cora finchè le folle si faranno trascinare ad atti selvaggi ed ai car::1.binieri non si incu lcberà un maggior rispetto per la vita umana. R:portammo in 11n nnmero passato (N. 19) un articolo che ci apprendeva come si sP-ioglie una dimostrazione a Londra: benza bastonate. senza sciabolate e senza nemmeno i pugni e i calci che i nostri agenti àistribuisco110 .se1,z::1p, arsimonicij dimostrazioni di diecine di; mi~liaia di disoccupRti che manifestano i propositi più violenti, sono sciolte da un manipolo di polìziotti senza che vi sia 1rn contuso e ser.za un arresto. E' recente il ricordo del terribile taffernglio parigino dove si tentò di ucci lef'e il Prefetto di P0lizia, si uccise un agente e se ne ferirono altri: dalla parte della folla nessun morto, solo quctlchc ferito o contuso dalle piattonate distribuite - non fucilate-e parecchi immollati dai getti d'acqua dei pompieri. Se qui da noi qualche pazw attentas:.e alla vita di un commi8sario ne avverrebhe nn massacro. A Plataci vi saranno stati i colpi di pietra e le contusioni a1 carabinieri; ma le fucilate contro donne affamate che impreeano è atto sei vaggio e vigliacco che non merita giustificazione. Le cau"le del conflitto, le solite. La crisi economica che travaglia le nostre regioni·. i recenti disastri sismici che l'hanno ac11ita, l' indifferenza del governo a provvedere ai bisogni più urgenti, le camerille al potere che, forti dell'appoggio della Prefettnra, ne fanno di tutti i colori, mantengono '1uelle popolazioni in 1111 continuo stato di agitazione. In Calal-iria i comizi si snccedono ai comizi 1 le proteste alle proteste: comitati sorgono in tn tti i paesi per chii-dere al governo un Aollievo ad una condizione di cose divenuta impossibile. Ma il governo che Ha che la deputazione meridionale gli sarà sempre innanzi a ~chiena curva promett.e senza mai mantenere. Non fa la burletta ~nche su q11anto riguarda gl' interessi di Napoli? E i deputati napoletani-o qualcuno di essi-banno orrore pure della parola deplora, messa in ordine del giorno contro il gover110 a propol:!ito delle Convenzioni marittime I Ma il governo dovrà pure comprendere che le vane promesse non contano più: occorre ben altro. Se gongola di gioia spargendo ai quattro venti la nuova che il bilancio dello Stato è in pareggio, dovrebbe guardare ai bilanci dei comuni in generale e di quelli del mezzogiorno in ispecie che non si _reggono nemmeno colle stampelle. Il piombo non basta a mantener tranquille popolazioni alle quali tutto manca, dove la miseria. aumenta. e le cricche locali ricordano. i peggiori tempi del medioevo, dove tutto è fotto secondo i desideri del deputato e dei suoi grandi elettori , dove le elezioni· son fatte dai mazzieri e congeneri. Ci si pensi fin che è tempo se si vogliono evitare crisi terribili che tutto il piombo di un intero esercito non potrebbero sanare. 4, Una onesta conf'esstono sulla Immeritata f'o:rtuna di un libro.- Qnando comµarve L'Euro,,a giovane di Gug-lielmo Ferrero - un prodotto genuino dei metoài lombrosiani-i paradossi e le corbellerie piramidali che vi erano ammucchiati e che erano esposti con molta eleganza e con molta sicurezza. procurarono una grande fortuna al libro in Italia e fuori : in Italia perché poco si stndia e il senso critico manca; fuori d'Italia perchè era vellicata la boria delle cosidette razze superiori. Perciò, se ben ricordiamo venne subito tradotto in inglese e forse in russo e in tedesco. La nostra modesta 1·ivista ne fece una critica severa.. Non se l' ebbe a male il Ferrero, ma. promise che avrebbe risposto. Passarono anni ed anni e la risposta non venne; poi si seppe che il Ferrero ripudiava l'opera sua tanto acclamata e crediamo di avere a. suo tempo rilevato la notizia. Ora è venuta questa eloquente, coraggiosa ed onesta lettera pubblicata nell'Avanti, 30 ottobre che ri rubblichiamo anche noi a magro conforto nostro per le amarezze che ci procura l'amore della verità e l'odio per la ciarlataneria; ad ammonimeri.to degli ignoranti e dei presuntuosi che sono fa~ili agli entusiasmi per ciò che colpisce l' immaginazione; a dimostrazione dei mezzi, cui si deve ricorrere per assicurare fortuna ad un libro. Ed ecco la lettera istruttiva: Tcrino 26 ottobre 1909 « Oaro Bissolati, « Se la grande sciagura che è caduta nella nostra e casa non me lo avesse impedito, avrei pregato prima e per mezzo de!F Avanti, l'on. Barzilai e gli altri che « discutono intorno alle cose di Russia, di non scuo- « tere la polvere che ricopre tante pagine del!' Europa « giovane Pare a me che campioni e avversari potreb:- « bero trovar copia. di argomenti per Ie opposte tes1, e senza far testo delle cose che scrissi giovane di 24: e anni. più fervido di immaginazione che ma.t11ro di e esperienza e di intelletto ; a.Imeno se ogni virtù e di pensiero non è a tal punto spenta nella politica e italiana, che persino l'Europa giovane, appaia un e monumento di sapienza civile ai nostri uomini di « Stato. Non cbe di quel libro io mi vergogni; fu an- < che qnello necessario allo svolgimantc> del mio spirito; e gli son grado che, dandomi fa~a, mi ~i.ede anche _i e mezzi di intraprendere opere d1 lena pm lunga. e d1 « profondo pensiero. Ma confesso che mi fa pena par e il l'.!liopaese di veder citare le prime, nebulose e « informi i~pressioni del mio spirito immaturo come e argomento di gran peso nella. discussione di cosi e gravi interessi. e Cordialmente tno GUGLIELMO FERRERO )) A questa lettera, p'n·ò, si deve aggiungtre un codicillo innocuo. Barzilai in una gustosissima risposta pubblicata dal-

56+ RI.VISTA POPOLARE l'Avanti del 31 ottobre avverte che la osservazione di Ferrero sulìn. Russia fatta nrnpria òa lui non è tolta dall' Eu1·opa giovane del 189G ma da uu articolo del 12 settembre 1903. E che importa tutto ciò? E' segno che Guglielm·o Ferrero fa risalire_ a 31 anni l'età del gi ·1diz.io. in cui si è liberato dalle ])rime, nebulose e informi impressioni del suo svfrito imrnatu1·0. L e~ La questione scolastica in Frauela. E la lotta dell'oscurantismo non ce-1m ancora in fra11cia, anzi con p;ù asprez7,a, con niù violenza - obbedendo a~li ordini che i preti del Vaticano nemici de:la rept-ibblica diramano i:ill'Episcopato - i vescovi l!,ranccsi attaccano ora a:rettamente la scuola. Si dice: Questi pastori di animo tendono appunto a. proteggere i loro fedeli dalle insidie doll' ateismo. E l'accusa è falsa. La Rr.p11bblica non vuole la scuola senza Dio, vuole la scnola senza il prete politicante, v110le la scuoln. senza il Cristo monarchico ; semplicemente. Libri di premio nelle scuole comnnali frn.nce~i sono alcnni dAi libri di Michelet rhe fu, disse, affermò ài credere in Dio. Falsa anche l'altra acc:1sa che nPlle scuole si faccia la propaganda contro la religione. Nou si parla di dogmi, non si impartiscono gli insegnamenti della chiesa di Roma., ciò che è aAsolutamente diverso dal fare la guerra a!la religione. l\la i vescovi di Francia- i quali tendono a formare nello Stato uno Stato che obbedisce ad un sovrano straniero, il Papache regolano la loro condotta secondo una insidiosa ed intransigente politica che il Vaticano pratica contro la Francia, cominciano a provare gli' errori ed a pagare il fio di codesta politica. La Lettera Past0rnle contro le scuole laiche è uno degli errori più gravi che in tutta auesta lotta dei clericali contro la Repubblica, sieno stati commessi in questo 11 l timo tempo. Il clero francese vede sfnp.:girsi la possibilità cli plasmare ad. una sua politica di odio contro la repubblica le menti della nuovd. generazione, e tenta con ogni mezz1 di riafferrare le possibilità perdute. Di qui ht Lettera Pastorale, documento di acrimonia e di violenza tntt,'altro rhe consono agli insegnamenti di carità del Vangelo. Di qui la volgarità brutale della forms, la sconvenifnz·t del lingtwggio, ed anche la potente menzogna dei Vescovi francesi sffermante che gli istitutori di Francia si servano della scuola ai loro fini politici. Certamente le scuole fraucesi sono repubblicR ne, nè possono essf're diverAe. Si insegna ni ragazzi di Frauc-ia ad amaro la. repubblica , e poiché non è possibile fah1are la storia si· dice che Cauchon fu il vescùvo che, ligio agli Inglesi, fece bruciare Giovanna d' Arco, che Carlo IX, lig;io ai preti, lasciò che essi organizas:iero la Saiute Barthelemy. E se i Vescovi francesi vogliono diverRa la storia devono convenire che nepp11re il loro Onnipotente pnò far sì. che il passato non sia quale fu. Essi denunziano la " St01·ùi di Francia ,. di A11lard e Debidour, che si insegna nelle scuole come nemica della reli~ione. E semplicemente una storia A non è neppure ad Usum clelphi11i come certa storia del nostro risorgimento che i preti italiani in8Agnavano in alcune delle nostre scuole, nella q11a1e Vittorio Emanuele era tacciato di usurpatore, Garibaldi di malandrino e filibustiere , i Garibaldini di ladri, Pio IX d' inuocente vittima. , e gli Austriaci di lJii , valorosi e sfortunati avversari. La storia dello Aulftrd è semplicemente una breve e veritiera Storia di Franci1:1,. Ma i Vescovi francesi vorrebbero che la scuola fosse ligia al Vaticano, come lo è il giornalismo clericale francbse ·- il recente caso del J eanne, cacciato dal giornale La Croix de Pa, is per volere del Va tic-mo nè è una. prova:- vorrebbero la scuola strnmento di agitazione e propaganda p0litica e poichè ciò non può essere e non è, essi fulmi11ano dal pergamo le loro ire, vomitano nelle Lettere Pastorali le loro ingiurie plateali. Hanno dimenticato che < chi semina vento raccoglie tempe3ta >. E la tempestR. è venuta. Pvsta sul tappeto la questi\rne della libertà d'in3eg-namento forse sarebbe loro stato possibile e facile creare le scuole libere, come taluni dei loro pubblicisti suggeri vano; port.ata. invece sul campo della lotta violenta la questione non è più una calma e serena discussione di libertà. I proti insultano, i maestri insultati si difendono, e citano - anche nella citazione gonernsi - dinanzi ai tribunali civili gli ins11ltatori. Il governo non si Aottrae al s110 dovere nella lotta. Anzi fa tutto il s110dovere. E' Atato longanime e conciliante: ha cercato i migliori morlns vivendi. ha largheggi,1.to in concessioni e facilitazioni : il Vaticano, gio1~ando una stupida cart.a d'intt·ansigenz.1, ba respinto ogni possibilità di pace. Vo1·rehbe riaccendere la g11erra, vorrebbt1 risnscitare quella agitazione che spera esiziale alla Rep11b\Jlica, ed i Vescovi francesi obbsdiscono. Il Governo, schiernndo:'li francamente dalla parte degli imiegnanti difendn la repubhl Cil, fa il proprio dovere. La questione scolastica diventa così un nuovo episodio di qtuil!a lotta feroce che tutti gli elementi reazionari , gnirlati dal Vaticano. combattono contro la repubhlica. E al la r,)p 1 bblica anche q 11esta volta rimarrà la vittoria percliè è con lei che sono il progresso, la giustizia e la libertà. • L'oppressione ungherese. - Abbiamo av11t.o più volte parole di biasimo contro la c0rr1.1zione politica ungherese, contro la violen7,a colli:t quale Magiari voo-liono fare scomparirn le altre nazionalità, nè più nò 0 meno come quella adoperata nn te~po dai Tedeschi dell'Austria por opprimere l'Ungheria.. D.i recente abbiamo avuto occasione di manifestare il nostro pensiero, di accoròo con tutta la st,1.mµa e11ropea, a proposito dello scel1°rato processo di Agrnm. Ad Agram si sono persegnitaLi i Serbi, che non vogliono rinnegare la loro patria; quel proce.:iso è stato o-randioso e clamoroso. Ma coutro un'altra nazionalità, quella rumena, la perse1;nzione è contin11a, d11ra da Aecoli e non è meno iniq11a di quella che ha. sollevato l'indignazione del mondo civile in pro della nazionalità serha. Una recente pubblicazione del Prof. Iorga richiama l'attenzione su que.:lta. ultima (l); e gl'Italiani più che g-li altri devono ad essa accordR.l'la, per la Aimpatia. che in ogni occasione si è manifE>stata tra i due popoli, Il Ior,g;a in un sobrio commento che precede l'esposizione del le per.3ec11zioni Magiaro conci-.) i R·1men i espone l'ideale degli Ungheresi: 1rna.grande Ungheria. come quella dei loro re del Mèdio Evo, d0minante nell'Oriente enropeo. Per realizzare tale ideale la piccola Ungheria di oggi. ch'è minoranza, vuole magiarizzare la magg-ioranza. Perciò lo Stato sorpas-;a s11i diritti degli altri elPmenti, che lo compongono; ce::isa di essere l'espressione della società intera, che deve rnppl'esentare e servire e si volge contro quelli stessi elementi dai quali attinge la vita. L'oppres-,ione Magiara coutro i Rumeni non si presenta in quesio inizio del secolo ventesimo, ripetiamo, cogli episodi grandiosi, che sol:evano la protesta umana e provocano le manife:,;tazioni di solidarietà internazionale; ma colla loro continuità ed anche colla loro meschinità non disonot~.no meno coloro che la praticano Rispetto al proces.30 di Agram contro i Serbi, i processi di cui si occupa il lorga rappresentano dei colpi di spillo; ma sono dati ogni gioruo, ogni ora e riescono tor men tosi. Si vuole sfipere per qnali moti vi si processano i Rumeni in Ungheria? Non c'è che la difficoltà della scelta tra i casi riferiti dal Iorga. Citiamone '1_ualcuno. ( 1) Les Jlo11grois et la nationalité rnumaine e11 1909 par N. lorga. Professeur à l'Universitè de Bucarest.

RIVISTA POPOLARE 565 Si processa la signora Vlad, moglie del depntato di Bobilna, percbè visitando una scuola raccomandò al Maestro, un rumPno rinnegato, d'istrnire gli alunni nella loro lingua, che comprendono; e la si condanna. Si processano le signore Hutiu, perchè nei loro vesti~i si vide il tricolore rumeno; contro le leggi s'impone nelle scuole i! catechismo in magiaro, ec. ec. Gli Ungheresi, osRerva il Iorgn, vanno orgogliosi della loro stampa libera non subordinata a censnra preventiva . .Ma qnesta libertà di stampa non é che una. vergognosa ipocrisia perchè si processano e si condannano inesorabilmente i giornali che osano so• ste11ere nei modi più corretti e più legittimi la propria nazionalità. Dal 1887 al 189G forono comminati 60 anni di prigione e 200,000 corone di ammenda; negli ultimi due anni ri contarono condanne per 182 anni di prigioue e 300,000 corone di ammonda ! lì Iorg<i ricorda. elio i Rumeni nel 18-1:8 furono per l'Imperatore contro ia rivoluzione nngbereirn; avrebbe potuto anche ricordare che i Croati nel 1849 cnn Iellacich si mostrarono valorosi contro la rivoluzione ungherese e in difesa dell'Imperatore d' Anstria. Ebbene n0n si potrebbe aggiungere che Croati e Rumeni furono precisamente ahbandonati dalla gratitiicline imperiale alla vendetta dell'Ungheria per insegnare ai poi-ioli, che si commette Aempre p1ù che nn delitto un grave errore politico qna11do si assume la difesa di un despota contro un filtro popolo, che tlSpira a libartà? E alla loro volta di questo ins0gnarnento della storia non dovrebbero ricordarsi gli ste~si U ogheresi? Furono oppressi per alcu11i secoli; fanno gli oppressori oggi. Ma clii garentisce che domani non debbano di nuovo combattAre per la propria libertà? E non si vergognano essi d1imitare i metodi che l' Austria adoperò contro di loro; che i Prussiani adoperano con tro i Polacchi della Polonia? E' doloroso oltre ogni dire che le persecuzioni. con· tro le libertà altrui si sirrno riacut.izzate mentre è ministro di Ungheria il figlio di Kossutb . .l\fa contro di lui la puniziona non sembra lonthna: Iusth un ucmo del partito dell'indipenrlenza che segne il programui.a di Luigi Kosenth ha sollevato con successo lo stenàardo della ribellione. E sembra un atto della nemesi storica che contro ii figlio rinneo-ato debba scena- . ~ ventars1 il programma del padre! . Ai Rumeni ed al Prof. Iorga, infine, va ra::nmentato che mentre essi sono oppressi e perseguitati noli' Im· pero Austro-Ungarico, il loro Re Caì·lo fa da staffiere all'Imperatore Francesco Giuseppe e che essi imitano gli Ungheresi perseguitando gli Ebrei e i socialisti. 11 caso Racowstki è recente ed eloquentissimo, Per lo scrutinio di Usta e pet• la rappresentanza proporz1onale in Fra.noia. Inco• mlncla r ecclissi dell astr>o-Brland?- Nella Uamora dei de1,>utati dtlla repubiJlita iranre::;e di tanto in tanto si verificano delle contraddizioni repentine che servono a meraviglia per discreditare il parlamentarismo. Pccbi giorni or sono la Camera votò l'affis·siono del discorso di Briand nel quali) si riconosceva in teoria la bontà dello scrntinio di lista e della rappresentanza propor·zionale; ma si consigliava ;l rinvio della riforma a momento più opportuno; cioè: a dopo le elezioni, perchè moltidsimi depntati radicali collo scrn tinio di lista e collaproporziona[e temevano di rimaneroa tena. Quel discorso, magnificato come un capolavoro di sapienza politica e di abilità non meritava né le lodi, nè l'affisione perché l'opportunissimo volgare, sebbene moralmente attenuato dalla esclusione dell' i'nterese personale, non dev'essere mai es[\ltato. Si credeva definitivamente seppellito il progetto di riforma dopo il discorso di Briand, ma con sorpresa di tutti la Camera sl rifiutò al seppellimento e con 344 voti favorevoli e 187 coutrarì il giorno 8 novembre decise di passare alla discussione degli articoli; da una grande maggioranza venno approvato il 1 ° articolo cbe dice: « I membri della Camara dei deputati so!1o elett.i « con scrutinio di lista, secondo le regole della rap· < presentanza proporzionale»; e il risultato venne accolto dagli applausi frenetici dei partigiani della riforma. Millerand che e partig·iano della riforma si ::istenne e Briand foggi daìl'a 11la. Si cred1wa sienra la dimissione di Briand e la successione di Millerand. Ma i radicali spaventati riescono a farlo rientrarn nell'aula e lo iudncono a parlé'.re. J1~~li senza alC'.lu:i dignità, dicbian.>. che non avrebbe tenuto il pracedente discorso se avesse p::>tnto imm:i.ginare che la riformo:.i. elettorale era ritan=1ta nece3·mria. P0n e la questione di fiducia, si rit0rna a vota.re l'art. 1° e non est.ante il vibratissimo attacco di Semhat socialista, non o;itante la tempeste di improperi sollevat.esi contro Carlo Ilenoist, che pur es:iendo l'autore del progetto di riforma ne consigliò il rinvio, la Camera contraddicendo al precedente voto respinse l'arti0olo 1 ° CJD ·2G1 voti contro 225. Noi non conoscis.mo il regolamento della Camera francese; certo e,;so conc,entondo clie nella stessa s~- dnta e collo stesso metodo di votazione sia respinta una proposta già approvata, non rende omBgi:;io alla logica ed alla dignita politica. E di dignità ha mancato assolutamente il ministro Bria.d. Egli stesso ha cominciato le ven<lette di Olemenceau. Como si é sviluppato e come sl ripartisca nel mondo H con1n1orclo degli St!'tti Uniti. - ::50110 uot1zie interes::mnti, che !:li rilevai.o dagli StaUstical Alestracls della grande repubblica e che noi offriamo ai nost.ri lettori. in cifre assolute e proporzionali. ESPOR'l'AZWXI (milione di doll:.ri (I) 18!)1-1892 1H08 190H Cifre assoluto Percentuale Cifro assolute Percent. Eurora 85') 82,6 °/0 I' l 4 7 69.6 010 America del Nord 1r6 I O, 2 ~ 3°9 18,6 )) America del Sud 33 3 '2 )) 76 4,6 )) Asia 20 1.9 )) 6,7 I l 3 )) o.-eania 16 I' 5 » Africa 6 0,5 » J 7 I ;O )) Il\IPORTAZIONI Europa 392 47,3 °/o 654 49,9°1o America del Nord 174 2 I 10 » 2 5,~ 19,2 )) America del Sud I 5 I 18,2 » 164 I 2 1 5 )) Asia 80 9,7 )) 225 I 7, I )) Oceania 23 2,8 )) Africa 8 o,G 11 15 I, I )) In 15 anni le esportazioni verso l'Europa diminuirono fortemente o aumentarono verso le altre parti del mondo. Fn meschino l'aumento venio l'America del Sud sulla quale gli Stati Uniti vorrebbero esercitare la propria <'gemonia. Invece ci ~u aumen tu lie_ve nelle importazioni dall'Europa dall'Asia e dall'Oceau1~; dimiouizioni dalle altre parti del mondo. Forse perciò hanno aggravato la tariffa dogana_le? C'è d~ pensarlo perché l'Europa il suo aum_ento dt . es~ortaz1one verso gli Stati Uniti lo dev~ ag;_l1?gg~tt1 d1_lt1sso. . Il commercio verso 1 prmc1palt Stah del mondo s1 é svolto come segue : (r) Un dollaro vale L. 5,18.

566 RIVISTA POPOLARE ESPOR'.r AZlONI IMPORTAZIO I 1891-92 1908-909 1891-92 1908-909 Gran Brettagna 499 5 14 156 ~09 Germana 106 2 35 83 144 Francia 99 i09 69 108 Italia ( 1) 14 54 20 45 Olanda 44 95 I I 26 Belgio 48 53 IO 20 Canadà 43 163 35 79 Messico 14 50 28 48 Cuba 18 44 78 97 Brasile 14 19 I I 8 75 Argentina 3 32 5 I l Giappone 3 27 24 70 Cina 6 19 20 29 Dello sviluppo del commercio tra l'Italia e gli Stati Uniti noi po::isil'l.moessere contenti. Mas:iimo q11ellocol Canadà e col G:appone. Ooo tutta l'Asia il taglio dell'istmo di Panama è destinato a darle un ulteriore sviluppo. (1) Per l'It<ilia o il Bi.:lgio le cifre sono quelle dd 1097 08. + Per la Raglone.-L'organo del partito 1 eµubbli~ cano si apr,arecchia ad entrare nel suo terzo anno _d~ vita. Sotto la Direzione del]' on. Ubaldo Comand1m esso ha acquistato moltissimo. . Non sono i i:;oli amici politici a riconoscerne la imparzialità, la fierezza da un lato e la qualit~ te?~ico: giornalis~iche dall'altro; ma anche, e forse d1 pm, gli avversari. Noi raccomandiamo vivamente la Ragione a tutti i nostri amici, e specialmente a quelli del mezzogiorno d'Italia e del la Sicilia; e µer rendere la. raccomandazione più efficace ricordiamo che i nostri abbonati _che prenderanno l' abbonamento annua!e della Ragw'1:e avranno la Rivista popolm·e per lire 5 , µur. c~nt1_- nuando a godere della riduzione sul prezzo dei hbr1. NOI VIGILIA D'ARMI Il discorso pronunziato da Edoardo Pantano a Giarre ha ottenuto un grande successo; e meritato. Esso nella morta gora è stato l'unico atto che fa sperare in un risveglio della vita politica italiana. Pronunziato alla riapertura della Camera ha avuto anche il grande pregio della opportunità del momento. I critici del giornalismo agli stipendi del Ministero hanno rimpr,,verato al discorso di Pantano la intonazione rettorica, le frasi fatte, il contenuto negativo, ccc. Ma il valore di queste critiche viene ridotto a zero dalle osservazioni in senso contro.rio di altri ufficiosi, che hanno visto in tale discorso un intero programma di governo e la presentazione della propria candidatura alla Presidenza del Consiglio. Questa osservazione, però, vorrebbe essere la più maligna, poichè mirerebbe a creare gelosie e dissidi nelle fila della opposizione. Il tentativo è volgarmente basso, ma denunzia la preoccupazione. E su questo tentetivo l' Avanti in un articolo sulla impotenra della paura, ha pubblicato questo commento, che facciamo nostro: « Ieri babau dell'opposizione era l' on. Salandra, I giornali ufficiosi avevano avuto ordine di varar-e la candidatura del luogotenente sonniniano a futuro presidente del Consiglio, nonchè di avvertire che le opinioni del deputato pugliese sono di colore molto scuro, tanto da somigliare molto a quellù dell'on. Cornaggia. E qui cominciava il fervorino: - Signori deputati liberali, la minaccia d'una candidatura Salandra è manifesta. Lascierete voi che dal banco gia occupato da Giuseppe Zanardelli, parta la parola neoguelfa dell' on. Salandra? Lascerette voi. residui del zanardellismo, fedeli assertori della politica di Siuistra, che la tradizione liberale tramonti per la vostra diserzione ? >> « Oggi, invece, è tutt'altro discorso. L'organo del Governo - che ha, per la occasione, cambiato titolo, formato ed ora di uscita - stampa che l' on. Pantano ha posta la sua candidatura alla presidenza del Consiglio , e il Corrien-t d' Italia - interprete autorizzato del binomio •Giolitti-Tittoni - illustra il significato anticlericale del discorso di Giarre. E oggi il fervorino si muta così: - Signori clericali, la minaccia di un Gabinetto Pantano è urgente e gravissima. Lascierete voi che alla politica accomodante dell'on. Giolitti succeda la politica di combattimento dell'on. Pantano? Avanti, dunque, per la gloria della fede e per la difesa della croce ! » « Così, da due parti diverse , si recluta la maggioranza. La Sinistra si raduna al chitet dell'anticlericalismo; la Destra e il Centro si raccolgono con la diana del clericalismo. Il liberalismo si getta nelle braccia modero-clericali per paura di Salandra; il modero-clericalismo si precipita nel grembo della Sinistra per paura di Pantano. Le due paure cementano l'unione e creano il giolittismo ». « Il quale, come tutti i prodotti dell'ibridismo politico, si trascìna e vive soltanto per virtù di due negazioni. Incapace di esprimere una formula politica, esso riessume due paure e due preoccupazioni ». « Ma, appunto per questo, esso non può risolvere alcun problema nazionale. Al di fuori della ordidaria amministrazione, esso non ha vitalità per affrontare i problemi anche puramente economici». <e Si dice: il problema dei servizi marittimi - intorno a cui si annunzi.a la battaglia - è problema tecnico. Errore. Un problema che tocca tanti interessi regionali , ìocali e - perchè non dirlo? - elettorali, è problema politico per eccellenz·a. Per risolverlo bisogna che il Governo abbia tanta forza morale da subordinare gli interessi locali all'interesse generale, cioè da sovrapporre alle· particolari vedute dei singoli armatori la razionalità di un sistema organico più consono agli interessi del paese. Ora è ciò che il Gabinetto Giolitti - corroso dall'assenza di ogni idealità superiore - non può chìedere alla sua maggioranza ». cc Esso può domandarle dei voti politici che allontanino il trionfo esclusivo del nero e del rosso; ma non può, oltre il trionfo della sua colorazion~ grigia, chiedere altro alla Camera. Il problema dei servizi marittimi, non potendosi risolvere se non mercè un'idealità politica che faccia tacere _gli interessi particolari, diventa dunque il maggior pericolo per quel navigatore di piccolo cabotaggio che è l'on. Giolitti »·. « Ecco perchè l'ora è decisiva e lo sforzo degli ufficios,i attesta la gravità della situazione ». La rivista Nota. Per mostrare come il discorso di Pantano, - che ha ri-::evuto entu3iastiche accoglienze a Palermo eJ uguali I e

RIVISTA POPOLARE. 567 riceverà certament~ a Milano eJ a Venezia - ha fatto perdere la bussola ai sostenitori dt:l giolittismo bisogna leggere un articolo della Perseveran,ra dell' 11 Novembre. lvi si cerca balnrdamente e poco onestamente toglit!re ugni importanza alle manifestazioni della Sicilia rievocando il na sismo, del quali: si annunzia rivendicatore un parente pt·ns simo del Co/ajanni e si ricordano i pretesi imbrogli del mu n_kipio ~i. Catania. Noi non s11ppia1110quale delle due menzogne s,a la pm. grossa. Per parte nostra sfidiamo la Perseverant,a a provarci dove, quando, come uu pare,1te prossimo o lon tano del Colajanni abbia rivendicato il ma,-tirio di Nunzi.) Nasi. Nelprimotrigesimodellafucilazione di Francisco F errer Riflettiamo: dunque da tutte le parti del mondo civile, ove un po' prima, ove un po' dopo, si è insorto protestando contro la truce reazione cattolica. Ove un po' più, ove un po' meno energicamente. Però anche i paesi della fredda e tranquilla sere - nità positiva della vita sono stati tutt'altro che in•- differenti. Ormai è assodato che a New York abbiano avuto luogo vari comizi; che in tutta l' Inghilterra si sie no tenuti meetings dai quali non andò esente nè pure Londra; anzi pare certo che alla capitale inglese siano state tinte di rosso le scale dell'ambasciata spagnuola, che siano avvenuti tafferugli tra dimostranti e policemen con relative cariche di polizia, rotture di bandiere, colluttazioni a_rresti, ecc... Egualmente si può tenere per cosa s1_cura che da Berlino, in un meeting, sia stato "ped1to un telegramma di simpatia al sindaco di Roma; ~he a _Praga sia stato indetto un comizio, appresso impedito dalla polizia, e si sia stabilito Ji intitolare a_Ferrer la via dove sorge la casa del libero pensiero, ecc. Nè l'agitazione fu solo delle plebi di questi paesi , ma vi parteciparono bensì persone colte e di autorità: pare che alla dieta morava un deputato abbia portato un cartello con scritti inneggianti a Ferrcr e di esecrazione contro gli uccisori di lui; pare che alla Ca'.Tlcra dei Comuni sia stato da alcuno interpellato il governo se abbia a suo tempo fatto pratiche presso il governo spagnuolo, a distoglierlo dal compiere quel suo atto di politica interna, ecc. Non parliamo poi delle manifestazioni avvenute in altri paesi come a Buenos Ayres, nel Belgio, nella Svizzera francese , dove la gravità della protesta vuol forse trovare la sua ragione nel contatto colla ... impulsività latina. La quale impulsività latina nel popolo italiano e in quello di Parigi si manifestò in una forma di così irruenta violenza da lasciare alcuno perplesso e da indurlo a pessimistiche e tristi meditazioni. Già questo popolaccio d'Italia si corrimosse profondamente per l' uccissione di Ferrer, si sdegnò, si esas~erò .. , Fin qui nulla di male; anche la borghesia espresse la propria solidarietà dolorosa, fece le_ sue con?oglianze ... Ma poi questa nostra plebaglia dette rn escandescenze, si riunì in comizi in- ?umerevoli, ascoltò discorsi virulenti e proruppe 111 urla indecorose; per manifestare la propria pro- ~est_avolle sospendere il lavoro, sfogò la propria 10_d1gnazionecompiendo gesta disgustose contro vetrine ed altre cose fragili, accolse a sua alleata la teppa dei peggiori covi della città, turbò in ogni ~aniera l'ordine pubblico, pretese di inveire contro 1 consolati di Spagna, e non solo, ma anche si adirò c<;rntro ia truppa e la polizia che si sforzavano di ~tf~ndere la quiete cittadina e i rapporti diplomat1c1, e si scagliò, bestialmente contro l' una e l'altra, Per più di quarantott' ore quasi tutta Italia fu s.;ena _digotfag$"ini d'~gni genere e d'ogni risma; e se pure rn akun1 luoghi (~roppo pochi 1), e massime d.?ve per ~v_ventura la forza pubblica non sentì il b1sor4no d1 tare gran mostra di se la folla si mantenne relat_i~amente tranquilla, tu'ttavia ciò che avven~1e f~ prn che bastevole a giustificare pienamente 11 nsent1mento e il disgusto delle persone civili verso la nostra popolazione operaia. C<?storo che della civiltà hanno alto e profondo sen_tim~nto che si riflette nel garbo della loro educaz101~e,seppero a giusta misura esprimere il proprio <.:~ucc~oe_la propria disapprovazione per l'atto cruento di. cut s1 macchiò la politica interna della monarchia ~pagnola. Per la radicata abitudine di buona ~reanza e per l'intimo senso di gentilezza che li guida torse non sapevano pensare che altri potesse agire d1versar:iente e s'illudevano che simile spirito di urba111ta animasse pure le masse lavoratrici anche n~lle loro agitazioni. OnJ'avvenne che furono presi di gran_de t!"istezza quando dovettero per forza con- ~aH.:ers1 della grave ineducazione e villania delle iolle nostrane. Delusione che li trasse a fiere rampogne e ad amare parole per l' itala plebe. E l'accusarono di cogliere ogni occasione per oziare e sconvolgere la pubblica quiete con chiassate indegne, e quando molti dei sovracitati avvenimenti inglesi e tedeschi non avevano ancora avuto luogo o quando ài a~cuni per la preoccupazione delle turbolenze italiche e per la eco attenuata dal lungo tragitto telegrafico, d poteva fingere di ignorarli, citarono la tranquillità non turbata dei popoli delle due potenze egemoniche d' Europa, Inghilterra e Germania (lnassime Inghilterra 1) ad esempio contro il nostro popolo, i cui baccani incivili: per la loro tardività, non potevano nè meno avere l'attenuante di un impeto subitaneo di dolore. Ed altre cose dissero costoro ... Errata valutazione e errato preconcetto degli atti delle moltitudini? Scarso senso psicologico della folia ?... Pei malvagi diviene arma sin'anco la cretineria; e n'è ruffiana allti. loro malafede. Del resto, si capisce. Chi dell' uccisione di Francisco Ferrer non ha sentito dolore che sino a un certo punto e non ha provato che il ra,mmarico per la semplice soppressione di una vita umana, è naturale che non comprenda le esagerazioni degli altri. Che cosa è la vita di un uomo di fronte alla rottura di un vetro ? Stn bene; certi fatti non vanno giudicati nella loro materialità, mal pel significato morale eh' essi contengono. Chi li compie però, va giudicato per la semplice brutalità del fatto senza riguardi a speciali condizioni di spirito, di tempo e di luogo. Fu male consigliata l'idea dello sciopero generale? Verissimo I Nessuno più di me disposto a riprovare chi lo suggerì. Bisogna fare il possibile perchè certi grandi dolori universali man tengano nella loro manifestazione l'adeguata nobiltà, e non degenerino nella volgarità della inutile parodia. Ma una volta dichiarato lo sciopero generale, meravigliarsi di ciò che dopo avviene è stupido e puerile. Inveire poi, inveire e inveire contro gli atti inconsulti della plebe, negare ad essa ogni sincerità di sentimento, confonderla con la teppa vergog-nosa che malauguratamente, ma troppo facilmente in simili occasioni ad essa si unisce e in essa si na - sconde, trarre profitto da questo per far dimenticare la gravità enorme del id.tto che fu la cagione di tutto, sfogare con questo la piccola rabbia e il mal celato rincrescimento per il danno che tale

RlVISTA POPOLARE fatto può aver portato al proprio pensiero e al proprio interesse, accusare e c~r~dannare per_ questo oi:;ni principio co~trario, og111idea avversaria; tutto ciò è ignobile e disonesto_. . , . . Mealio certo la bruta smccnta di chi ha potuto e sap~to, col più inv~rccondo c_inismo e_coll_a J?iù ripugnante libidin~ di co~tumelie volgan, dich~ararc senz'altro che bene s1 fece a stroncare la vita di Francisco Ferrer e insinuare la calunnia raccogliendo voci su fa'tti che non si .co1:oscono e di cui si ignorano interamente le cagioni. ♦ Hanno ucciso Francisco Ferrer ?... Che cosa è la vita di un uomo? ... Ferrer - Millet (1) ... Eguale; insensi~ile fatica ~01:1rio~o le la~_bra n~l pronunziare questi due nomi; ~dent1co fu _l1_nave1tibile gesto della natura che 1~ fece uo_m1m; entrambi la violenza umana colpi e affretto all~ sort: comune: il nulla. Parimente grande e panment1 sacro il dolore dei loro cari. Eppure l'umanità s'arresta addolorata per l'uno e sorpassa indifferente dell'altro. Perchè? Ingiustizia forse, o ne_cessità? . L'uno fu colpito, forse a caso 111un momento d1 agitazione popolare, da u_na mano esalt~ta, quando obbediva al suo dovere d1 comandato; 1altro cadde vittima innocente di un'accusa iniqua, per la volontà omicida di tiranni. . Può questo oiustificare il silenzio sprezzante Millct e il clamo~·e eseltante Ferrer ? Ma altri caddero co~1è Ferrer, vittime come lui innocenti della stessa accusa, della stessa tirannide, nello stesso paese, altri che l'umanità trascura. Ancora ingiustizia?... . Necessità logica della stona. Colpa dì chi volle colpire Ferrcr. . Ferrer ... Ma chi è costui? ... E ~he importa '. . , L'umanità non s'arresta dinanzi alla matenahta d1 una tragedia; è scossa soltanto dal ~ignificat? simbolico ch'essa può avere; e _questo,_o prima o poi, non le sfugge. Meglio se sub1t? lo intravede e lo comprende. Il martirio di un Innocente porta _p~r conseguenza la glorificazione esagerata della v1tt!- ma e pL1Òaver fatto di Francisco Ferrer, nell'op1ni~ne pubblica, più dì quello ch'esso in realtà non fosse. Ma se anche quest'uomo (al quale pure_ resero e rendono onore altri uomini di sapere indiscusso e di ino-cano profondo) altro non fosse che quello o o bb . cui la stoltezza di alcuno vorre e oggi tentare - vano sforzo maligno! - di impicciolirlo ,_ ebbene, che ~ignificherebbe ci?? N?n è qu:~to che 111teressa. La sua virtù la sua rntell1genza, Il suo valore personale passa:10 in seconda, in ultima li_ne:· . Ma c'è la sua azione, l'ape: a sua. ~gli, F ranc!sco Fe rrer fu un aoitatore intcilettuale, 111 nome d1 un ' b F . principio l:Jico, scientifìco, raziona1c. u att1v~ e indefesso: combatrè il gesuitico fanatismo cattolico e il reazionario oscurantismo clericale là dove sono ancora tiranni, colpendoli nella _loro arma preferita: ritols·e ad essi il fanciullo, 11 monopolio del primo atteggiamento dello spirito umano. Questo nome rappresenta pur qualche cosa I... Questo interessa; questo sentì, comprese e confessò l'umanità quando si levò offesa e protestante contro l'atto che uccise Francisco Ferrer. Perchè questo appunto contemplarono coloro che l_ovollero colpire. quando tentarono e credettero d1 i:nantenerc il loro intendimento dietro un'accusa d1 anarchia assurda e iniqua, con un processo infame. (2) (1) Millct: l'agente di polizia ucciso a Parigi nelle cli~ostrnzioni pro Ferror. La Redaz_tane _ (2) La fi.gliuolrt del condann11,to, Sig.na Paz, attesta cJ1.o 1~ _padre non fu nn::trchfoo, ma repubblicano ecl at~o o che mon gr~dando: "Viva la repubblica, abbtisso la monarclna ! "· La Redazione Stolti!... Come sperare di nascondere la verità col:la violenza?... La relazione del processo apparsa m succinto nei giornali, è la riprova più sicura della lor truce menzogna. Della ~raoedia di Spagna scompaiono oggi le persone de;ii aHod; solo r~manwrno i s.imboli. E noi vediamo la sopprcss10ne cii Francisco Ferrer in tutta la sua fatale necessità. L'odio cattolico non perdona; il fanatismo dogmatico acceca. Ov' è combattuto e minacciato, colpisce Così ha sempre fatto, così fa pure oggi_ do~e PL:Ò. Stolto, chi spera con questo mezzo 11 poler v111cere ancora· ma come potrebbe fare diversamente? A lui è vietata la via dei ragionamento; la violenza è a lui sola arma di vita e di vittoria. Di vittoria? ... Non lo può essere, e non lo fu mai. Bisoo-nerebbc che ci fosse un mezzo per distruggere ciò ~kè fuori della materia: il pensiero, il ragionamento umano. Di imposizione bensì, e di oppressione· e tale fu l'ultimo barbaro ten1·ativo di Spagna. ' Ma gli autori di esso devono dopo aven~e c?m.- preso tutta la tragica inutilità, chè ogg1ma1 il trionfo della ragione e ~~lla liber~à è ins~fferente di arresti non tollera prn oltre dt essere ntardata. Questo c~rto, compiuto il misfatto, de1?bono b_ene aver capito color? che vollero la m?r,te. dt Fr_anc1sco Ferrer, quando videro tanta uma~uta 1cvar~1 prote_- stante e minacciosa per aver subitamente mteso ll sìgnificai:o del fatto. E forse alcuno ne trasse motivo di sgomento e di angoscia. . . . . . . Non gli esecuton materiali del delitto, non 1 gmdicì del consiglio dì guerra, e n~ pure M_aura. C~e cosa è costui? Nero strumento d1 una m1llennana 'infamia che inferocisce nella sua lunga agonia, egli fa schifo. E forse è in lui un pò di truce e spietata sincerità di fanatismo che può renderlo, sotto un certo punto di vista, perdonabile e miglior~ della figura volgare e gesuitica di un Giovanm Giolitti. . . La sua scomparsa dalla direzione della politica spagnola lo condanna all'i~diflerenza dell,'umanità e lo abbandona al suo destino. Quale sara questo? La vendetta che piace ai forti cd è invisa agli eunuchi abbrevierà la sua vita ormai prossima alla fine p'er i troppi anni, o lo risparmierà? ... Che importa? Egli è zero. . . . . Il sentimento di sacrosanta nbel11one che c1 anima, oooi non si rivolge più (come poteva far ieri, sotto l'i~1peto su.~it~ne? _del_losdcg_no) contr~ la person_a di uno o prn rnd1v1du1, ma s1 nvolge d1rettamen~e contro il prin,cipio che_ l? provoca, .contro un sistema non piu compatibile col pensiero moderno. La vendetta umana deve sentire -- e sente - tutta l'importanza de' suoi inten~imenti_ e del suo significato. Onde forse ne trema 11 :e g!ovanetto. Povero piccolo, re! Quanta pena rnsp1ra, quanta pietà! E forse, mentre ~ccanto ~lì arride la_giovane sposa e la gaiezza pue1:i1e, f!led1t~ sulla tnste condizione sua. Che cosa e egli mai?... Un uon:o ?... Chiamato dalla nascita, condannato dal destrno a non essc:rlo ! Egli non è che un simbolo I La sua personalità un:i~na , scompare dinanzi a 9~.es~o; è assorbita da c10 eh esso rappresenta. E c10 e appu'.ltO quello che si vuole distruggere, c~e deve, in nome del diritto e della giustizia, essere distrutto~ Perchè il suo corpo non è tutt'altra cosa, non e staccato dal simbolo? Magari lo fos~e ! . . . Questo pensiero pietoso è sincero ~n tutti 1 buon~ nei riguardi del giovane monarc~ d1 S~~gna, oggi che l'occasione - della quale eglL non e 11s~lo responsabile, anzi forse nè r1;1r~ ,compartecipe - espone lui al giudizio della c1v11ta. . . Severo e inarrestabile verdetto che c1 lascia per--

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