Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno Xv - n. 20 - 31 ottobre 1909

540 RIVISTA POPOLARE e che si debelli il clericalismo e la reazione in modo duraturo plasmando a nuovi ideali la coscienza degli Italiani. La rivista IlCommereio italiano s tto illiberismo e sotto il protezionismo Parecchie volte abbiamo accennato ai rapidi pro· gressi fatti dal commercio italiano pochi anni dopo inauguratosi il regime protezionista colle tariffe generali del 1887; ma non è male ritornan·i colle cifre che presenta l'ultima bella relazione del Co.n. Luciolli sul Movimento commerciale italiano del 1908. Quanti si spaventano della mole del volume, se non devono fare studi speciali sì fermino alla lettura della suddetta relazione, ,:he precede la esposizione delle aride cifre delle importazìoni ed esportazioni italiane e se ne troveranno contentissimi, perchè avranno appreso molto sulla maggiore manifestazione economica del nostro paese e spendendo poco tempo. Non è il Luciolli che nella sua relazione parla di protezionismo o di liberismo; la sua esposizione obbiettiva e le sue considerazioni sobrie sono inattaccabili tanto dai protezionisti quanto dai liberisti. Siamo noi, che dalla esposizione limpida dei fatti ci crediamo autorizzati a trarre delle ind1,.1zioni, che ci sembrano legittime e del pari inattaccabili. Ed ecco i fatti. Il Comm. Luciolli per mostrare il decorso del commercio italiano in modo chiaro ed evidente adotta il si--tema cosidetto dei numeriindici; cioè: assegna all'anno iniziale il valore di 100 e colla regola del tre semplice vede cosa diviene la cifra dell'anno seguente proporzionandola alla prima. Si potrebbe., come si fa oggi in molte statistiche inglesi assegnare il valore di 100-0 di un qualunque multiplo del 10 - all'ultimo anno della serie e vedere cosa divengono le cifre degli anni antecedenti. Nella relazione in discorso il valore di 100 è assegnato al quinquennio 1871-75; prima dei 1870 i dati non sono esatti e comparabili ; del resto il fenomeno commerciale potè essere perturbato dai fenomeni politici : Aspromonte, torbidi di Sicilia del 1863, guerra e rivoluzione di Palermo del 1866, Men tana, Porta Pia ecc. ( 1). I quinquenni successivi hanno questo decorso: Commercio Importa- Esportatotale zione zione Media 1871 - 1875 100 100 100 I 1876 - 1880 1001 l 100,7 99,4 )) 188 I - 1885 106 9 I 10,6 102,9 » l 886 • 1890 103 9 I I 7,7 88,9 » 1891 - 1895 94,3 97,7 90,6 ) 1896 .. 1900 Il 6,3 l 18,4 l I 5,9 )) I 9'.)I • 1905 148,4 154,9 14r ,4 Annt~ 1906 196,0 212,8 177,5 )) 1907 214, l 242,9 181 ,5 » 1908 205,8 246,6 l 6 l ,o ( 1) O alla inesattezza della rile,azione o al perturbamento eccezionale dei fenomeni politici· si deve credere quando siparagonano i dati dei due quinquenni 1861 65 e 1866 70 con qut!lli successivi. La media importazione quinquennale fu di 900,424,486 nd 1861-65 e di 895,520,419 nel 1866 70; la esportazicne rispettivamente di 563,972,637 e di 735,516,320. Nel 1871 ..75 troviamo un incremento normale nell'importazione: 981,540,538; l'esportazioneìa troviamo a 1,073,745,322. La cifra del quinquennio 1861-65 la tro2iamo quasi raddoppiata. Ora il fatto è inverosimile sia pel decorso dei succes sivi quinquenni sino al 1881-85; sia perchè avrebbe segnato un aumento straordinariamente superiore a quello della importazione, che dal 1861 sino al 1908 ha progredito più rapidamente della esportazione. L'Economista di Firenze (b'è una nv1sta autorevole decisamente liberista con sincerità lodevole f~ seguire questo quadro dalla seguente dichiarazwne: « Il nostro movimento commerciale ebbe adunque uno slancio considerevole a cominciare del 18961900, epoca da cui parte pure tutto il miglioramento economico del paese; il che prova che tale miglioramento ha basi solide e fondamentali e non può essere un fenomeno transitorio >>. Altre considerazioni non fa la rivista fiorentina; e sarebbe crudeltà pretenderne. Noi, però, abbiamo il dovere ·e sentiamo la soddisfazione di aggiungere quelle che ci serPbrano più evidenti e più inconfutabili. E' evidente come la luce del giorno che il commercio italiano per quindici anni dal 1871 al 1885 fece un progresso da gamberi : il com merci o totale da 100 passò a 106,9; le importazioni da 100 a 110,6; e le esportazioni arrivarono appena a 102,9 e nel quinquennio precedente 1876-80 discesero anche a 99,4. Fu dunque veramente incalcolabile il nostro progresso commerciale; del tutto irrisori? quello di esportazione, a cui tutti tengono magg10rmente e giustamente, anche quando si protessano le Gsime liberiste più em·agées. . Dal 1896 41 1908 in vece il commercio totale sale rapidamente a 205,8; le importazioni a 246,6; e le esportazioni a 161,0. E dire che i liberisti prevedevano il Gnimondo, la rovina totale del nostro commercio I Si deve avvertire che il movimento commerciale è sempre e dapertutto in rapporto col numero degli abitanti. Perciò si nota qui quinquennio per quinquennio quale fu in ìire il movimento commerciale d'importazione e di esportazione per ogni abitante. Media imp"rtazione Media espotazione per abitante per abitante 187 I 75 43,6 39,6 1879 80 42,7 38,3 1881 85 45r3 38,4 1886 90 46,6 32,0 1891-95 37,4 31,5 l 890 900 49,8 38,5 1991-905 56,6 46,7 1906 72,3 54,9 La lealtà c'impone di avvertire che gli ultim due anni - 1886 e 1887 - del regime liberista furono anni di importazione maggiore di quello indicato dal quinquennio 1881-85; ma il progresso non è apparente perchè esso venne sorpassato dalle perdite degli altri tre anni del quinquennio 1886-90, .:he furono i primi tre del regime protezionista. Però questo progresso non si avverti affatto nella esportazione in tali due anni, nel 1885, 1886 e 1887 invece ci fu notevole regresso sui cinque anni precedenti. Sicchè la diminuizione nella esportazione avvenuta appena stabilito il regime protezionista si potrebbe dire che fu la continuazione del movimento precedente. « Dunque, esclamano i liberisti fregandosi le mani, confessate che nei primi anni del nuovo regime ci furono delle perdite? » Certamente ci furono; e furono assai considerevoli sino al 1896. nelle importazioni; le esportazioni cominciarono a salire regolarmente dal 1892 in poi. . Non poteva essere diversamente. Non s1 muta profondamente un regime doganale in un anno senza perturbare fortemente i rapporti commerciali di un paese con tutti gli altri. Il perturbamento prodotto dalle tariffe doganali del 1887 per l'Italia dovette essere tanto più forte in quanto gli scambi

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