Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno Xv - n. 20 - 31 ottobre 1909

544 Kl V lSTA POPOLARh Vero è che i. draconiani sentenziano che può perire l'innocente purchè il reo non si salvi. Ma è doloroso che in Francia nd secolo XX il Dèschanel abbia dovuto rievocare il contrario avviso di un vecchio magistrato francese. Lamoignon nella preparazione dell'ordinanza dd 1670, che tu il codice d'istruzione penale dell' ancienregime protestò contro gli inauditi rigori e aggiunge: « Tra tutti i mali, « che possono funestare l' amministrazione della « giustizia, nessuno è comparabile a quello di far « perire. un innocente. Meglio varrebbe assolvere « mille colpevoli 1 » Veniamo agli argomenti più seri : l O alla elimi• nazione dei delinquenti, che conduce alla selezione darviniana ; 2° alla esemplaritàintimidatrice ·della pena di morte com.! pure di tutte le altre pene severe. 1 ° La giustificazione della pena di morte col principio della selezione darviniana, che si tentò da Lom- • broso, da Garofalo, da Ferri e da tutta la scuola posi ti va ed ora dal Garofa.lo, presuppone la trasmissibilità dei caratteri dei discendenti; perciò si dice: sopprimendo i delinquenti più feroci, si impedisce che si riproducano nei discendenti i suoi caratteri cattivi, dannosi, alla Società umana e si fa opera di selezione moralmente progressi va. ( 1) Sono tra coloro che ammettono la trasmissione ereditaria dei caratteri; e al principio in se nulla ho da obbiettare. Respingo, però, il mezzo consigliato, la soppressione dei delinquenti, per raggiungere un tale fine. Anzitutto si deve respingerlo pel principio cennato della irreparabilità della pena. Non si può poi negare che anche negli omicidi accanto ad un carattere antisociale non ne esistano altri che potrebbero riuscire utilissimi alla società umana. Nei discendenti da delinquenti la opportuna educazione, - la cui efficacia è riconosciuta dagli stessi antropologi e sociologi selezionisti come Lornbroso, Ferri ecc. - può correggere i lati cattivi e sviluppare quelli buoni dei di~cendenti. Si può infine impedire che avvenga la trasmissmissione nella discendenza, col rigoroso isolamento del c,.mdannato, cui, col massimo di crudeltà e di fanatismo selezionista, che io respingo, si potrebbe applicare la castrazione, consigliata in Italia dallo Zuccarelli e da parecchi altri in Inghilterra e negli Stati Uniti. Se si vuole, poi mantenere la pena di morte ed eseguirne le condanne, si dev'essere logici sino alla fine ed applicarla ed eseguirla largamente: in Italia si dovrebbero decapitare oggi oltre 2500 individui all'anno se la pena si dovesse applicare ai condannHi per omicidio consumato,tentato e mancato; a circa 1aoo li111itandola ai soli condannati per omicidio consulllaW. Ne i pazzi pericolosi potrebbero e dovrebbero essere risparmiati, come osservò il Niceforo. Ora questa cifra di decapitabili per ragioni selezionistiche nella stessa scuola di antropologia criminale, che propugnò la pena di morte in nome del selezionismo , dette i brividi ad Enrico Ferri ( 1) Garofalo, come::Vaccaro ed altri, considerano non adatti alla vita socia!:.: i delinquenti; perciò la società ha il diritto di respingere o di eliminare, temporaneamente o definitivamente, colla prigione:: o colla morte, questi suoi membri, che mostrano la mancanza di adattamento parziale o totale. alle cui idee finì per aderire anche il Lombroso, non rimanendo a sostenerla , con cifrè f tlse che far~bbero dubit:tre della sua buona fede, che il solo Garofalo della triade antropologica-crimi11alistic.1. Cesare Lombroso, il fondatore Jelb scuola e il più caldo sostenitore della pena di morte per ottenere la selezione murale prngrc:ssiva, scrive11do11e al Fabbrizi, che lo aveva inttrrogato sulle discussioni francesi dopo il nefando assassinio commesso dal Solcilland rispose : « La pè11a di morte, fatti i cal- « coli, per essere verame11te efficace allo scopo elì- « minativo diventava u11:1vera ecatombe - da noi « non suebbero stati meno di 3000 i condannati e< a morte - che giustamente ripugnav;i ai nostri « sentimenti; anche noi ci siamo raccordati in questo • << cogli abolizionisti sostituendo alla pena di morte « il sequestro perpetuo e preco::e associato al lavoro . « togliendo a prestito dallo studio della simbiosi, I« della storia naturale b speranza che esseri nocivi '.« mediante appositi istituti possono essere utili a '« sè ed all'umano consorzio, senza pesare troppo « per il loro mante!limento >>. « Su questo terreno molto si e già fatto nel Nord « America, sp-::cialmente in Elmira )). ( frihuna l O Ottobre 1907). Collle si vede il Lombroso risponde anche al Lacassagne per la sicurezza della custodia <lei condan• nanrntli e per la spesa di mantenimento, di cui mi intrattenni puco prima. Le stesse idee manifestò in un articolo del Figaro dopo che la ghigliottina era stata messa in fonziune a Bethune e ad Albi (numero del 17 febbraio 1909). In questo articolo il Lombroso riconosce che come « uno dei creatori « dell' antropologia criminale, che combatte ineso- « rabilmente il delitto stava per la pena <li morte, « in favore della quale aveva scritto' delle pagine « troppo eloquenti nell' Uomo delinquente e in altri « scritti » ; ma dopo avere esposto le note ragioni in favore della teoria eliminatrice, nella pratica conchiude: « Per raggiungere lo scopo non si dovreb- « bero ghigl10ttinare dieci o quindici criminali in ccun anno, ma 3000 in Italia e 2000 in Francia. « Questa sarebbe una· vera carneficina, un macello « (boucherie); e io penso, che ai giorni nostri ir- « radiati da una luce umanitaria che si estende a « tutti gli esseri viventi, nemmeno il più ardente « partigiano della pena di morte oserebbe arrivare « sin là >>. V. 2° Per quanto si voglia dare una vernice scientifica alla sperata azione selettiva della eliminazione dei delinquenti colla esecuzione della condanna di morte dei delinquenti, pure la sua giustificazione, quando non la si cerchi nella biblica e barbarica legge del taglione, in nome delle teorie positive non la si può cercare, che nella sua esemplarità intimidatrice. Collo spettacolo triste della forca o della ghigliottina si spera d' incutere uu salutare timore nei candida ti all'omicidio; di farli astenere dal togliere_ la vita altrui , sotto pena di perdere la propria. E' questa la base fondamentale non solo dei sostenitori della pena di morte, ma anche di tutti coloro che propugnano la severità penale in genere ; e su questo terreno essi credono di essere soste•

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