Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 19 - 15 ottobre 1909

r i RTV!'>T/ì croci danno meravigliosi risultati; ma non si dimentichino 8erpenti velenosi, gli insetti pestiferi e le belve feroci. La scienza moderna dà e darà me::zzi di difesa. Si creerà un mercato per i prodotti agricoli. Si sono fondati e si fonderanno Istituti fortstali e veterinarii. Si migliorano le strade si costruiscono ferrovie e tram. La vita durerà più facile e più sicura. Ma non è detto che sia un paese adat:o per i nostri bamb•ni. Finchè questo non sarà provato il • Paese dei Bianchi , deve re"are un sogno. E gli Africani? Oltre quattro milioni vivono sotto il protettorato dell'Africa orlentAle e seno soggetti in realtà o condizionatamente sotto l'amministrazione inglese. Che parte evranro nei proventi di que :ti Paes• che sono i lori Paesi? Dicono i coloni: « gl'indigeni non hanno tendenze al lavoro» - Per chi? si chiede. - Per noi, naturalmente , rispondono. Ed aggiungt no: , sono roni, insensibili, poco intelligenti, di indole cattiva, pronti per un nonnulla ad avventarsi contro». Dato che l'Africano sia pigro, non è nel suo diritto di essere nudo ed incosciente, senza preoccurazioni e senta bisogni? E l'uomo bianco deve lontano dalla sua patria e dalla sua famiglia, tendP.re l'arco delle sue forze, a~battere alberi, scavere pozzi, arginare fiumi, costsuire strade, incalzato dalla sua cupidigia, mentre !"uomo nero che ha pochi bisogni da soddisfare lo guarda e lo tiene per pazzo? Quali prttese deve avere la civiltà dell'Africano che finora t.'è retto da sè e non le ha chiesto nulla? Non è migFore la sorte dell' Africano povero mai srddisfatto a quella di molt 1 poveri d'Inghilterra e Scozia, tristi, dolorcsi, avviliti, disperati'? « Non portate in questi Paesi i miserabili, mi si disse, gli indigeni perderanno ogni stima degli uomi11i bianchi vedendo che gente ,:.ompassionevoli noi siamo n. Jo credo che si riebba sempre tendere innanzi e che anche gl'indigeni africani abbiano a sottostare a questo dovere. Es!.i sono molto più vogliosi di lavorare e di imparare che non si creda. Basta aver vissuto un po' di tempo in rapporto con loro. Quanti progressi fanno in ½reve tempo; come son fort e di buon cuore ed intelligenti e premurosi! Educazione diretta e sollecita, conoscenza dell' animo loro, ed essi si avvicineranno rapidamente alla civiltà. Perchè insegnar loro soltanto ad esser soldati? ( Nord und Sud, ottobre). RECENSIONI GEORGE RENARo-Syndicats, Traàes Uniuns et corporations. Paris O. Doin (8, Piace de l'odeon) 1909. La quistione sindacale è all'ordine del giorno e lo ssrà, forse, sempre di più nello avvenire. Essa non è ben conosciuta nella sua storia e il libro del nostro eminente collaboratore Renard ce la fa conoscere. ~ Nudrito di fatti come un racconto storico, preciso e condensato come un manuale, pieno del succo delle dottrine, ricco di pensiero, generoso di sentimento, pur evitando l'utopia, basato sul terreno stabile dd fatti ; tale ci sembra questo volume dell'eminente professore al Collegio di Francia, del teorico del socialismo, dello storico commovente della Repubblica del 1848, dd critico di combattimentr, che lottò sempre per la verità, la giustizia e il progresso n. Così lo giudica Paul Margueritte, il celebre romanziere; e noi ci associamo alle sue lodi. Non potendo darne un sunto largo ricorderemo colle stesse parole del Renard che « l'idea di aggrupparsi tra persone che esercitano la stessa professione è sì· naturale che ~ssa appari all'apparire della civiltà dopo che il lavoro fu differenziato e la pope lezione abbastanza dt'nsa per dividersi in mestieri specializzati , . • Il Renard dopo alcuni cenni sull'Antichità, però, limita le sua i,toria a due grandi periodi che s' iniziano colle grandi invasioni borbariche d'onde uscì suddivisa l' Europa. Una va dall' undecimo secolo al quattordicesimo, nel quale c'è una brezza di speranza e di rinnovamento, un soffio caldo di soli darietà, che passa sulla società ammalata; fece sorgere i;ul suolo confraternite, fraternità, amici.tic, corporazioni, gilde , 531 anse, comuni, le forme più varie di leghe e di unioni, che sono capa<-1 di moltiplicare le energie umane e di se:ondare la loro attivi1à ». Il secondo che si svolge nel secolo XlX. che vede divenire le multif'Jrmi associazioni l'anima delle istituzioni più varie. George Renard, che ama assai e conosce l' Italia sta, preparundo una Storia del lavoro a Firen 1 e. Speriamo poterne dare ciuslche brano. EMILE 0LLIVIER - L'Empire liberal. Tom'e XIV. Paris 1909. Garnier-frères. L. 3, 50. Ques:o è il volume certameute più interessante della lunga sene consacrata dall'ex repubblicano Ollivier ali' Impero li - berale di cui egli fu il ;:>rimo e l'ultimo presidente del Con· sig\io dei ministri. E' il volume tragico perché vi è narrata l'origine della fatale guerra franco-~ermanira del 1870-71 ; . ~ dalla narrazione risulta che della guerra furono responsa b1l1 l' entourgee di Napoleone 3° e della imperatrice Eugenia, che non contenti di avere ottenuto il rit•ro della candidatura dell'Hohenz,..,J]ern al trono <li Spagna vollero infliggere una inu tilP. umiliazione al Re di Prussia esigendo eia lui delle garenzie scritte che giammai simile candidatura si sarebbe ripresentata. La balorda pretesa fu resa più offensiva dal modo, in ..:ui lo ambasciatc,re Benedetti la presentò ad Erns a Re Guglielmo, con grande soddisfazione di Bismark e di Moltke, che volevano la gue1 ra. .I! libro documenta la follia degli chauvins, la loro ignoranza delle conJizioni Jclla Germania, il potere pcrso:1ale del\' Imperatore e la meschina figura di Ollivier, che si credeva sul serio un primo ministro in regime p11rlamentare. Di tutto ciò la Francia fu punita coll'année terrible 1 A vvi~o ai patriottardi di tutti i paes:. CARLO GrnE : Econc,mia sociale. - Edizione italiana sulla 3a ed ultima francese. Trnduzione e note di Giorgio Mortera. Milano, F. Vallardi, 1909, lire 4. Not1 •rnnpiomo lodare abbastanza _tradu_ttore. ~<l _editore c~e hanno faltn CO!"'nscere quest'altro libro s11ni:,attc1ss1moed utile clet noto e meritatamente stimato economista fr~ncese. f P:op1,siti e gli intenti del libro risultano dalla Prefazione del G1d,; che c\i11mn intPgrsilmente: . . 1 Nato in forma di relazione generale sull'cconomta s0c1ale ali' Esposizione cli ParigÌ (iqo 0), questo libro consen·a cara~- . · ·N vuol essere un trattato dt • te~" p11rnmente rlescritt1vo. on . . · • • • 1 è n'oper11 criti~a c;ulle quest1on1 d:Ht1,n clt P.conomrn soctn e. n u ~ .. niù dibattute come quelle del contratto di lavoro, de~ d1r_1tto .i· • ure un commento <!ella leg1slaz1one ,,, sciopero. ecc., e nepp . . . . . l' . "P<'rRi::i; è 50 ttantn nna e!,posirione delle 1st1tuz1~n1s?c,_a I es1: stenti al principìo del secolo XX, delle ri_forme 1 cu1 r~~ultatl · d fì · · d 1· • ti che s1 mostrano p1u effi• appaiono e n1t1, eg 1 espertmen • . . . • .i• 11·• t·t t" • •omrna "pecialm~nte carattensttct del cac,, ,,1 que 1 1c; 1 u ,. tn, , •' . . . !'evoluzione snciale all'epoca nostra, det qualt appare maggl<'rc: l'importan-o non solo attuale, ma anche futurn • T '::n~tore fa · d" C· erone e come tale st sforza du.,1ue semt'licemert!! la oRrte 1 c , . . . d . · · · h • ossi·b·,le e d1 mantenersi obbtet- 1 rmsc·re meno no1<'so c e sta P d' tivo. lascion<lo pr1t!are. piu chiaramente ed eloq_uente~~nt_e 1 I • d ·•no i fatti Co11 ti ltbro quanto avrebbe o<'tuto fare eg I me est- , • . ' f · · ·1 "d e •1 paes·, che vorranno stud1an: potra orse rmsc1re ut1 a grn a p r . . _.. · 1· 1 .i• • • • 1·delle masse I queh troveranno "1 mJI? tarare e conu1z1on1 socia 1 • .. , . . • lt" • h paa"ine 1• frutt"1 d...11' att1v1ta mvent1va <: qu1 racco 1 1n poc e ,-. ., .. i risultati dell'esperienza dei popoli più progred!t~ • • (t Nell'eredità lasciata dal secol0 XIX al XX, v e forse ~olto I , • ,·one del 2ono rttro scarto· e qualche relat()re, per espos1z , . . , ' • · • • • potra giudicare ec- vandone neglt arch1v1 questo mventano, ct:ssiva l'importanza attribnita a taluna isti,t~zione~ pr~S•o ca duta in dimentican,:a, o sorridare della cectta, ?cli anttc~ pre decessore che non seppe discen:iere tra mille t germoglt destinati a recare più abbondante messe. Ma almeno• le_ggendo • ' • •t eva d·1 conoscere in ma q•1este pagine sapri! quanto s1 rt en teria di ecnn~mia sociale al principio del secolo XX; quanto si credeva di aver fatto, quanto si sperwa dal futuro ; _ed anche dal!' ingenuità di qualche affermazione e dalla vanità di qualche speranza trarrà utile insegnament~ •:. , fl lettore troverà nel libro tutto ciò che d1 pm re_cente pu_o trovare sui salari. costo della vita, sindacati, scioperi, partec~- pazione a~li utili, cooperazione società di. mutuò soccorso, 1"1sparmi ecc. Il traduttore il bravo e Inborioso Mortara. ha ~g • ' ·' h • "f isce ali' Italta giunto nel testo o in nota tutto c10 c e s1 rt er • Dott. Napoleone ColaJannl, proprietario, direttore-responsabile Napoli, R. Tipografia Pansini in S. Lorenro

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