530 RIVISTA POPOLARE scuoprire l'Alaska lo insegna. Un cospicuo commercio di pelli vi può essert: ri~ tti vuto. Il suà della Groenlan .lia può esser e sfruttato come un largo e proficuo campo di caccia. La ba lena vi può etisere sviluppata e mantenuta. La foca vi può recare ricchezza. Con la sua aria purissima, limpida acqua ed iI suo giorno di tre mes: JU quattro la Groenlandia può diventare il Sanatorio dt:i mon<lo. Ma come può il Canadà diventare possessore della GroLnlandia? C'è un mezzo; non è indubbiamente il più facile, ma è l' unico sicuro. La Dani - marca non tit:ne molto alla Groenlandia; mentre tiene assaissimo a ripigliare lo Schlèswig alla Germania. Bismarck e la Lega Pan Germanica espressero la loro idea di restituire lo Schleswig settentriona'e alla Oanimurca avendone però un qualche solido equivalente. In ciò sta il punto principale della questione. La Gran Bretagna potrebbe offrirsi di cedere aila Danimarca la baia di Wolfisk e lo Zanzibar, eh. la Danimarca Cfderebbe alla Germania in cambio dello Schleswig abbandonando al Canadà la Groenlandia. E quindi gli Stati Uniti in cambio delle Indie Orientali Danesi potrebbero ce<lere al!a Danimarca parte delle Filippine. Così senza spendere un soldo, ma semplicement_; mostrando il desiderio di possedere la Groenlandia, il Canadà potrebbe ottenere questa colonia, per conseguenza la padronanza su la Baia di Baffin, il monopolio su k pescherie della balena, un più facile accesso alla Terranuova, attivare lo sviluppo delle sue possessioni artiche, cemen:are l'amicizia fra la Danimarca e la Gran Bretagna, rinserrare gli ar.tichi legami di amicizia fra Germania ed Inghilterra, e poichè ciò avrebbe per ultimo effetto di diminuire la concorrenza che le due grandi nazioni si fanno nelle costruzioni navali, ne verrebbe un grancie risparmio di milioni , l!d un grande bene alla Madre Patria. (The Canadian, settembre)• + Winston Spence1·-Cliurchill, (ministro del Commercio d'Inghilterra): La questione delle razze nell' Afrl<:a orientale. - E' quasi impossibile imaginarsi le re~ioni mcntagno.;e . dell'Africa orientale spogliate degli indigeni e popolate esclu sivamente da Europei. Per guanto qut:sti possirno aumentare non raggiungeranno mai gli indigeni, fino a she si riesca a difenderli contro le carestie e a distarli dal'e guerre civili. Ma non è questo che preoccuperebbe guanti vogliono • un paese di bianchi ». I coloni e commercianti europei no:1 temono l'Africano, « che questi stia soltanto nel suo paese I dicono. Non v'è fra loro eoncorrenza e...:cnomica._ 11 campo delle' loro attività è ben separato, il bianco nrn si acconcia al lavC'ro rude dd negro e questo non può nel suo Attuale stato d'in civiltà supplire quello nel lavoro qualificato, nellB direzione ed orgsnizzaziona industriale. L'uomo bruno è i! rivale. L'Europeo nè deaidera nè può introdurre un proletar·ato bianco in paesi guaii quelli del1' Africa orientale. Nell' esercito operaio i neri devono essere i soldati semplici, ed i bianchi gli ufficiali alti e bassi. Questa non è arroganza nazionale ma semplice necessità. Lo Stato che si sorregge sul lavoro manuale di una razza inferiore va incontro a gravi perìcoli e difficoltà. Ma che deve fare una Società abituata ad un alto tenor di vita, se vuole vivere e prosperare ? Quì è che l'Asiatico sbarra il passo. La capacità di campare con pochi scellini al mese, l'attività, la libertà di movimento, ;i senso acuto degli affari gli danno una posizione vantaggiosa in ogni campo ecc nemico. Se la sureriorità economica forse l'unico fattore, ciò che nella storia mondiale mai av·--!nne, I' Asiatico avrebbe cacciato il Bianco da ogni occupazione. Quele organizzazione costituire in questi paesi 'l Non v' è una classe operai&. bianca. Neppu rè una classe media bianca. V'è posto soltanto per i cllpitalisti. Un grande esercito di operai africani, guidati da Indiani o Chinesi, sotto la direzione di alcuni uomini di diversa nazionalità che lavorano con capitale internazionale, questo è l'incubo cLe opprime la popolazione bianca de'\'Africa meridionale e contro il qualt: i bianchi che ora dimorano nell'Africa orientale si ribdlano. Sentiamo ora l' altra campana. L' Indiano inglese sente in pericolo i suoi diritti di uomo e di suiJiti inglèse. Soldato ha concorso alla conquista e alla pacificazione di questi paesi dell'Africa orientale; commerdante, è penetrr·o ove nessun Bianco può vivere, ha aperte le prime vie al traffico, ha co struito le ferrovie, da et.i tutto dipende; banchiere, ha offerto i capitali necessari al commercio ed alle imprese. Egli era là prima dei primi fu.12ioni inglesi. E' possibile a:i un Go verno cacciarlo da un paese dove egli si è conquistato tali diritti, ad un Governo che ha 300 milioni di sudditi indiani? D'alrra parte vediamo la possibilità che il lavoro asiatico in sfavorevoli condizioni economiche apporti danno morale agli imprenditori e degradazione dei lavoratori. Inoltre, la di• struzione delle condizioni d'esistenza degli Europei. Si aggiungano le mescolanze del sangue e dei costumi che, concorrano a scuotere l'ordinamento sociale esistente. Popolo e ricchi invocano nell'inconciliabiiità di questi interessi l'uso della violenza a risolvere il probkrna. Non è facile m:surare l' incertezza politica nei rapporti internazionali quando i sudditi di una grande potenza terrestre e marittima sono minacciati da leggi opprimenti e da aperta violenza, e le difficoltà nella vita privata quando dall'artigiano bianco si richiede di firmare la propria sentenza di morte, mentre ubbidisce a leggi che egli stesso controlla. ~ questo specialmente contro un nemico ch'egli crede di poter abbattera con un colpo di mano. Ma tanto l'Asiatico che l'Africano hanno portato il loro contributo al progresso materiale del mondo. Senza il loro attivo aiuto estese ragioni di terreno fertile sarebbero rimaste incolte, strade, ferrovie serbatoi non si sarebbero costruiti, miniere e foreste non avrebbero prodotto. E' per l'attività co · lonizzatrici cd organiz2strice deil' Orienre che il continente africuno ci è aperto. Tutti i nuovi prodotii che sono così urgentemente necessari ali' in iustria modana sarebbero guadagnati ali' Occidt:nte, soltanto che noi potessimo risolvere questo nuovissimo problema. Una soluzione soddisfacente in modo assoluto non è fo1se possibile, ma una soluzione pratica sì. La noatra organizza• zione sociale e la nostra scuola politica ci devono dare la possibilità di delimitare le sfere d'interessi delle diverse razze. Le grandi Potenze hanno ripartita territorialmente l' Africa; non deve esser possibile una I i partizione economica? A colti - vare possedimenti così estesi è recessario il concorso di di• verse razze. Quì i Bianchi non possono abitare, la v'è la·voro adatto per loro. Il mondo è grande ed ha posto per tutti. Possono le ragioni montagnose dell'Africa orientale Jiventare un Paese di Bianchi ? Io sono lieto di non aver occupato un metro quadrato di questa cattiva merce che diceai terra. Una Tolta durante il mio viaggio in quei Paesi conobbi che cosa sia !a fame di terra. Noi dobbiamo difenderci contro il desiderio di possedere un po' di questa campagna generosa dei suoi prodotti. Ma quanti che ne acquistarono c•m poco o nulla, ne restarouo poi ama - reggiati e rovinati dal lavoro, quanti delusi, disperati spezzati. La medaglia africana ha un aspro rovescio. Non è ancora dimostrato che l'E..1ropeo possa acclimatarsi durevolmente in queste regioni montuose, che possa vivervi 15~20 anni senza ritornarci in patria, che famiglie possano fermarvisi per più generazioni. Un 'altezza da 5000 a 8000 piedi •sul li vello del mare influisce sul cuore e sui nervi. Il cielo è bello coi suoi cirri bianchi ed i suoi brevi rovesci di pioggia. Ma i raggi de.I sole calano a piombo e guaio al Bianco che dimentica di co. prirsi. Pecore e buoi vi si moltiplicano rapidamente; gli in-
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