528 R 1 V l ST A PO P O L A R E 1898. Era indizio che". si marciava ali' indietro, ma un così furioso scoppb di ostilità, quale quello dell'estate , 900, al tempo dei Boxer , non era prevedibile. Si chiese da molti che cosa potesse aver indotto il Governo chinese alla malaccorta condotta allora tenuta. La spiegazione pare si debba trovare nel fatto che nel!' Asia orientale la stampa estera specialmente l'inglese, parlava apertamente e continuamente d'un' imminent:i spartizione dell'Impero chinese. A Pechino si dovette credere che le potenze straniere avessero veramente una così prava intenzione. E non si pensò al grande pericolo che una alleanza coi Boxer poteva appunto causare quanto potevasi evitare, cd il governo chint:se credette di trovare I' estrema salvezza nell' incoraggiarli. Passata l'eccitazione del momento dovette ricredersi. Con tutto ciò un'opera di rinnovamento non si sarebbe iniziata se non fosse sopravvenuta un'altra forte scossa, la guerra russo• giapponese. La consapevolezza umiliante che una campagna così lunga e aspra si sarebbe completamente decisa ìn casa propria ha contribuito più che ogni altra cosa ad aprire gli occhi al Governo e ad ogni chinese pensante. Quanto dvveva essere debole l'impero se una tal cosa era possibile I Bisognava p.:nsare sui" serio ad un'opera di riforma. Anzitutto si comprende, dovevansi volgere le cure alla mi· lizia. Già più volte si eran prese le masse, ma era più apparenza che realtà. Ad esempio, Li Hung .. tschang attestava che da anni egli aveva pronte nella sua provincia di Tschihli truppe addestrate modernamente. Ma per tutta la guerra col Giappone n mon lo attese invano une qualsiasi prova dei valorosi guerrieri del vecchio Li / • Ora pare che si voglia veramente fare sul serio. In molte provincie, specialmente in quelle del Jaugtsekiang si assiste nelle piazze d'armi ai esercizi affatto simili a quelli delle milizie occidentali. Anche l' aspetto esterno dd soldati è compie tamente cambiato; il fantastico costume tradizionale , confacente1i più a degli Irochesi che a· milizie di un grande Stato, ha ce<iuto il posto ad una uni forme di taglio occidentale. In cia1cuna delle diciotto provincie della China propriamente detta si devono per ora formare due di visioni , che saranno sottoposte non più soltanto agli alti mandarini provinciali come le antiche milizie, ma in ultima istanza al Ministero della guerra a Pechino. Già con que~ta radicale innovazicne vien costituita una milizia nazionale. V' erano finora sollanto truppe provinciali, senza alcuna connessione fra loro , potendo ogni governatore generale (vicerè) fare il proprio beneplacito. Passeranno certo molti anni prima che guesto nuovo esercito imperiale di 36 di visioni sia pronto. Finora le generali strettezze finanziarie, conseguenza delle appariscenti spese di guerra delle disgraziate armate di Boxer , non hanno ancora permesso a molte provincie di formare le proprie due divisioni. Che valore potrà avae questo esercito in formazione soltanto la prova col fuoco potrà dimostrare. Parecchi compe - tenti affermano che il chinese ben educato e ben condotto è stoffa di buon soldato. Ora l'addei:tramento c' è. Ma la condotta sul campo di guerra ? Non si può concepire come dagli strati colti di questo popolo da molti secoli seduti sui loro diletti classici, cordialmente avversi al rullio dei tamburi e al tuonar dei cannoni, possano d'un tratto uscire accorti e vittoriosi condottieri di truppe moderne. Fra le molte altre riforme progettate accenniamo alla più importante, a quella finanziaria. Per molto tempo non se ne parlò. Nessuno osava affrancare la questione spinosa , irta di ostaco~i. Non che molti mandarini non comprenjessero ogni ultra riforma esser opera vana fino a che non si fosse posto riparo coraggiosamente agli abusi in materia di finanza, radicati nel sistema corruttore degli onesti e bene intenzionati. Si contrappone spesso alla disonestà dei mandarini l'onestà del ceto commerciale chinese. V'è una innegabile differenza, quan - tunque negli ultimi tempi s, siano fatti sentire forti lagni su questa onestà in ribasso dei grandi commercianti chinesi. Il che comprova eh' è sul sistema che bisogna colpire. Gli impiegati di Stato, dai più alti ai più umili , ricevono stipendio assolutamente insufficiente che ii costringe a pr.Jcu rarsi delle entrate supplementari, le quali consistono in tasse svariate. Molti mandarini dimostrane una grande abilità nell' aggra• vare i tributi. Si diede o anche non vari casi di Satrapi potentissimi, troppo ingordi e non abbastanza accorti, asse• diati nei loro Jamen-ahitazioni annessi ~gli uffici da masse di popolo esasperate fino a che di buona o mala voglia venivan costretti a cedere. Quando il governo centrale di Pechino richiede una data somm::i da una provincia, nell' esa~ione, la tassa viene 9uadrup1icata. Ogni mandarino cerca di t:mpirsi le tasche col soprapiù. Questo il più grande guaio dell'amministrazione chinese. li popolo lo sa ma non osa ribellarai contro il volere irnperiole come fa talvolta contro le tasse locali; questo sarebee nei paesi asiatici il peggiore di tutti i delitti. Ciò che anzitutto è necessario è una psga sufficiente agli impiegati di Stato assieme all'abolizione dì ogni ill~cito pro• vento. Poi la compilazione di un bilancio. Nell'anno decorso un'ordinanza imperiale promise al popolo, entro un decennio, una rappresentanza parlamentare. Ciò che presuppone una regolarizzazione delle entrate e delle uscite dello Stato. Speciali plenipotenziari sono stati inviati in ogni provincia a registrare i proventi e le spese delle autorità. Nel prossimo anno si compileranno bilanci per le singole Provincie; più tardi un bilanci.o complessivo per tutto l'impero. Secondo le ultime notizie p1,1reche il principe reggente voglia pagare sufficientemente tutti i mandarini, applicando gravi penalità su quelli che si procacciassero guadagni irregolari. Si assiste con curiosità allo svolgersi di questi avvenimenti. li compito non è lieve; si dovrà lottare colla tenace resistenza passiva di molti Mandarini che molto malvolentieri v<•rranno rinunciare ai loro privilegi. Di rado si è offerto uno spettacolo storico così interessante come questo del recente movimento, di tanta importanza per il destino di ua popolo che conta dai 300 ai 400 milio,1i di abitanti. (Die Gren{boten, 30 aettem bre 1900). + W. Stead: La flotta A ustrallana - (intervista col colonnello I. F. G. Foxton). Il colonnello Foxton, m,mbro del gabinetto Deukins, rappresentava l'Australia alla recente conferenza di Londra per la dif~sa dcli' Impero. Egli rimane ora per alcune settimane a Londra per raccogliere informazioni su alcuni dei soggetti trattati nella conferenza. Lo trova i do miciliato ali' Hotel Ceci! nello stesso appartamento già occupato dal Deukin, li colonnello mi parlò molto francamente dei risultati della Conferenza, li risultato è stato ottimo - disse - forse non abbiamo ottenuto tutto ciò che volevamo, ma abbiamo lavorato molto bene. Abbiamo deciso che in luogo di pagare ali' Ammiragliato una somma fissa ogni anno, noi costruiremo una flotta e la manterremo e la equipaggeremo, noi. Consiacerà in un incro• ciatore tipo lndomptable, tre incrociatori tipo Bristol sei con tro-torpediniere e tre sottomarini. Il personale di questa flotta sarà composto di 2 300 uomini. Stazionerà probabilmente a Syndney, e con la squadra della Cina, e con quella delle Indie orientali, che appartengono alla flotta Britannica formerà la flotta del Pacifico. Naturalmente costerà del denaro, ma siamo certi che il Parlamento non rifiuterà i fondi e possiamo anche rivolgerci al patriottismo ed al sentimento nazionale del nostro popolo; nè è deciso ancora con qual mezzo sarà provveduto
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