RIVISTA PÙPOLARE 527 E son;e cosi il concetto di una .evoluzione religiosa, in c1:i l'uomo progressivamente avverte di avere rapporti sempre più intimi di dipendenza dal Tutto e cerca di farsi idee sempre più adeguate di questi rapporti per accrescere la conformità della sua condotta alle leggi supreme dall'es8ere. E cosi vennero pure a dilucidar1::1ile idee intorno ai rapporti tra la religione e la morale. Nella storia queste sono distinte ed hanno ciascuna un campo ed uno sviluppo suo proprio; ma la dùitinzione non è separazione; anzi i loro rapporti sono sempre intimi. Nei geni i religiosi le due sono organicamente companetrate ed È'I solo nelle persone e nelle società in cri1Si clie 0!;80 talora sembrano 8tare iu antitesi, almeno per qualche tempo , fino a che torna. poi un equilibri più alto. Il rapporto fondamentale tra la morale e la religione quale riscontrasi nella genialità religiosa è tale da fare della religione una forma di vita più profonda e complessa io cui la. mera vita etica trova. la propria giustificazione e la propria forza. Quello che, al livello morale, non è che I' ideale, il dovere , una e:;igenza soggettiva dello spirito, cui si può si o no aderire, a livello religioso si rivela come la stessa realtà più obbiettiva , come l' essere alla sua massima potenza come: l'Amor che move il sole e l' altre stelle. Ed è cosi che in base ai risultati della psicologia religiosa, la rel·gione può definirsi con l' Hoffd:ng la fede nella conservazione dei valori e si può parlare d' nna lotta per la vita tra le varie religioni, nella quale prevalgono quelle che ~anno per centro e segreto le attitudini vitali eticamente e socialwente più benefiche, dinamiche e feconde ed in questa fecondità poffrono la prova della loro maggior conformità con 1 Spirito uni versale. A parità di condizioni e di rischi, gli individui e le società che concepiscono e sentono l' ignoto , la X dei problemi che loro stanno dinuanz e chieggono d'essere risolti, in forma più stimolatrice ed incoraggiante, in guisa che pericoli o morte paion le vie stesse della vita e della vittoria , pt'evarranno presto e tardi sugli indi vidni e la società, che couceiscono la natur a non come armonica in ultima istanza ma come avversa od indifferente alle sorti umane ; si che la fede nella conservazioue dei valori viene ad apparire come la formazione aaa dell' i1:1tintodi conservazione e il prodotto più alto della selezione naturale, che mediante esss assicura il prevalere dell' interesse generale sul particolare rendendo possibile il sacrificio della vita singola alla vita uni versale. E' pertanto possibile anche da un punto di vista puramente naturalistico riconoscere l'utilità e le fun- •.,.ioni insostitnibi'.i della religione nella vita; ed il fatto ~he il darwinismo ha cooperato a questo risultato ha m valore inapprezzabile per coloro che mediante la }ritica della conoscenza ritengono resti se1opre aperta a via per una interpretazione, un'ultima istanza, reìgiosa dell'essere e della vita. Tale è, nei suoi aspetti principali, l'evoluzione suJita dal darwinismo e dalle sue ri percùssioni nei prin- :ipali rami della cultura. Esso è unicamente ed eminentemente un canone di iuterpretazioae scientifica, e come te..le può essere accettato· sia da chi crede di aver bisogno d'altri canoni, 8ia da clii vede nella scienza solo uno dei puuti di vi1::1tada cui l'intera realtà può e!:leere riguardata che non esclude e perfino: a chi ben pensi, ne iwplica a.Itri di valore minore e maggiore per la vita pre8a nella sua interezza. ~ noi sentiamo di nou poter meglio chiudere q 11esta modesta sintesi che con le parole, accettabili agli sµi1iti d'entrambe le categorie di aspirazioni e di ideali, con cui Darwin stesso formulò la sua attitudine di fronte ai s11premi misteri: e la con• clusione più sicura è per me che l'intero problema è al di ld del nostro intelletto, ma l'uomo i, a luce in ciò che ei può compiere il suo dovere. ,. ANGELO CRESPI ------- E. Ruhslr'at (K111ki110g):Il rfmodernar8 della Chi na. - Chi sa valutare il! forze d'inerzia del ve.:chio impero Chinese, non si meraviglia se furono necessari continuati .. forti impulsi dall'esterno durante più dì mezzo secolo prima che il colosso ne sentisse imflusso. La guerra de.li' Inghilterra Vl!rso il I 840, la cosidetta guerra dell'oppio, aprì la prima breccia nel muro che racchiudeva l' [mpero. Mentre fin allor..1 il commercio t:stero era ristretto al ~olo porto di Kanton nella Ch:na meridionale e per di più di2endeva dall'umore di::i mandarini , colla pace di Nankin nel 1842 sì aprirono altri quattro porti, prima fra i quali Schangai chi:: in pochi decenni doveva assursgere ad una delle p:azze commerciali più importa1,te del mondo e alla prima dell'Asia. Ali' [nghilterra fu ceduta la sola ìsolt!tta di Honkong. Seguì nel 186.> la campagna comune Ira [nghilterra e Fran• cia, terminata colla presa cii Pechino. La dinastia allora re - gnante dovette credersi perduta tnntopiu che non era ancora domata la spaventt:vole insurrezione dei ribdli di Taiping che convertì in deserto una gran parte della China Centrale e meridionale, specialmente le fiorenti provincie dt:l Jangtsekiang, il granaio dell'Impero. Quale stupore quando i « barbari stranieri I dimostrando una mitl!zza iosospettata e incomprensibile lasciarono la ca - pitale senza impadronirsi di alcuna parte del paese conquistato I Essi si rist:rvarono però per trattato l'apertura di una serie di altri porti per il loro commercio. Inoltre il governo chinesè dovette ccn grande suo dispiacere acconciarsi ad ammetter,: ambasciatori stranieri in Pechino. La presenza di questi rapprt!sentanti dei dominatori d' occidente fu spiegata al popolo comt! concessione di una grande grazia chiesta dai principi i tributari al figlio del cielo. Il popolo vi credette. Datl! queste .;oncezioni ernn.:> inevitabili altri conflitti. Passarono però dopo la pace di Pechino più di tre decenni di vita tranquilla. [I commercio nei porti fioriva, ma di effic.aci riforme non si voleva ancora saperne. A ricordarsi soltanto che nel 1880 fu introdotto in tutta l' Impero il telegrafo. La guerra col Giappone portò una nuova scosso. Appena terminato \' Imperatore Ku.lnghsii, al quale la zia e tutrice, la defunta imperatrice-vedova, aveva affidato le redini dello Impero, volle tentare diverse riforme. L' intenzione era buona ma le riforme precipitate, in ogni caso non di gusto dell'Imperatrice, che uscì dalla sua ritl!nutezza annullando tutte le ordi:-,anzt: del!' Imperatore di venuto suo prigioniero. Questo colpo di Stato dell' Imperatrice- vedova avvenne nel
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