, !)26 RIVISTA POPOLARE più in luce i filamenti organici, come il Carlyle. li aveva chiamati, che fanno della società non nnmero aggregato ma una organizzazione. Ed ecco già nello Spencer originarsi e poi svilupparsi perfip mostruosamente la teoria delle società come organismi biclogici con differenziazione di organi e funzioni, ove la selezione ha luogo in guisa da favorire la vita del tutto organico d'ogni società. Sennonché anche questa analogia si mostrò ben presto inadeguata a chiarire la natura dei• fenomeni sociali; tra le altre cose la coscienza collettiva non è localizzabile in alcun ergano o classe specifica e non è egualmente diffusa fra tutti. Donde il passaggio all'idea delle società cowe organismi psicologici ed etici si che anche nella sociologia moderna il meccanicismo ha ceduto il posto all'1dealisrno. Nè poteva essere altrimenti. L'esistenza neli' uomo della ragion riflessiva rende inapplicabile l'analogia col mondo sottostante. Il mondo umano va spiegato con le caratteristiche del mondo umano medesimo e la sua storia ci si presenta appunto come una vittoria sulle leggi e sulle caratteristichedella natura meramente bruta ed animale. Lungi dal progredire lasciando fcwe alla Natura l'uomo ha proé,··edito inte1·venendo ne' processi naturali, utilizzandoli, correggendoli, eliminando quello che dal punto di vista umano è fortuito e capriccioso. Il progresso della scienza e della società consiste per i'appunto nella eliminazione dello sperare e nel far convergere e fur:zionare armonicamente le forze che nel mondo biologico approdano alla lotta. L'esistenza di conflitti so~iali è difetto e non causa di bene e l'ideale di una società razionale per noi torna ad essere come già fu per Aristotele quello d' un tutto in cui ogni_membro compie la sua funzione (insostituibile da ogni altro) non in concorreuza ma in armonia con tutti gli altri approdando ad un cosmo totale. Perciò in realtà la selezione naturale negli organismi sociali del mondo umano è una selezione razionale: prevalgono le società che si organizzano secondo ideali più comprensivi e fecondi di vita e che subordinano o coordinano la vita fisica economica e politica a tali ideali di vita; e prevalgono gli individui in cui questi ideali hanno i migliori esponenti e promotori, gli individui cioè la cui vita ha valore più universale. Non vi è quindi norma a pri01·i circa le limitaziòni della sf e1·a d' azio!le dello Stato. Sola guida è l' eHperienza illuminata dal buon senso e dallo studio critico e scientifico della natura umana nella storia e nel presente. Socialismo ed individualismo sono solo astrazioni di due processi che nella realtà concreta di continuo si implicano, si controllano, si corregono e si arricchiscono reciprocamente. In altri termini, nel mondo umano continuano certo ad agire le leggi della natura sottostante e di questo fatto noi dobbiamo tener conto; ma non è perpetuando od espandendo i metodi della natura che si promuove od espande il mondo umano: questo si promuove od espande imponendo l' umanità alla natura, facendola servire a fini umani, armonizzando ciò che in ossa è in conflitto, prevenendo il dolore, le stragi, gli sperperi col fortificare i corpi, le menti, i ·caratteri. Di qui pure una trasformazione nel carattere intrinseco della sociologia. Al suo costituirsi con Comte, si ri, teneva che essa non potesse assumere carattere di scienza che se le leggi sociali erano leggi naturali necessa1 i1?1 analoghe alle fisico-chimicLe, superiori quinài ad ogni arbitrarietà e miracolo; e con lo Spencer per fondare questo determinismo si cercò di dedurle dalle leggi biologiche, che a loro_ valta sono corollari delle energetiche. Ma dopo la critica dei postulati delle s0ienze è possibile assidere la Sociologia su basi meno discutibili. Essa non ba bisogno sostanzialmente che d'un postulato: la costanza della natnra razionale del!' uomo: sia l'uomo nn essere spirituale libero od un prodotto della natura inferiore, a prevedere le sue azioni basterà partire dall'idea che egli si muove sempre per fini che sone (o gli paiano) razionali: è perfettamente po8sibile C1.,ncepire che il determinismo dei fenomeni sociali nou sia che la veste esterna della libertà delle decisioni personali di esseri mossi da identiche categorie del pensiero e da identici impulsi della sensibilità. V' è tutta una categoria di pensatori per questo modo di vedere: Leibnitz, Kant, Hegel, Lotze, Wandt, Fouillée, etc. Il determinismo è un postulato necessario di ogni scienza , ma non è necessariamente un attributo metafisico della realtà. La scienza ha bisogno di uniformità e non le cale se queste siano dovute ad una piuttosto che ad altra intima costituzione delle cose. E cosi anche la sociologia cessa di voler chiudere l'umanità nella natura, ma apre la via veramente all'assorbimento della natura nel regno dell'uomo divenendo guida agli ideali della vita politica. Toccheremo da ultimo della ripercussione de1 darwinismo sulla scienza delle religioni. Dapprincipio non si vide di tale ripercussione che l' a8petto negativo e demolitore ; la spiegazione storica delle religioni e il rintracciamento delle sue origini e delle relazioni con la magia, l'animismo, il culto degli antenati parvero togliere ogni valore obbiettivo pure alle sue forme più recenti ed el'evate. Sennonché lentamente prevalse un modo più profondo di indagine e di apprezzamento. Che cosa indusse l'uomo ad animare e personificare le forze naturali? Qual bisogno veniva cosi soddisfatto 2 Sorse cosi la psicologia descritti va e genetica deLle religioni che studiò è rivelò le funzioni che nello sviluppo della psiche individuale e collettiva sono compite dalla religione, e analizzò questo in vari fattori: l'istituzionale e storico, l' intellettuale e speculativo, l'intuitivo emozionale mistico, i quali a un tempo reciprocamente si implicano e nondimeno sempre tentano di escludersi e sopraffarsi l'un l' altro, si che la religione è in una perenne crisi che è pure la cagioue perenne de1 suo progresso storico. Poste le cose su questo campo ci s'avvide ben tosto che lungi dal potei·si spiegare le religioni più elevate mediante le loro relazioni genetiche con le superstizioni più basse e come prodotti di debolezza o d'ignoranza , già le superstizioni o religioni inferiori sono i prodotti di istinti e di aspirazioni profonde che giungono a consapevolezza di sè stesse nei genii religiosi intorno ai quali sorgono per irradiazione le religioni più evolute.
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