506 RIVISTA POPOLARE gna, se avesi-mrodimenticato 1a fine di LocateIli, di Monti e Tognetti , dovran 110 vedere quale 80rte verrebbe loro riserbata se Ri lascias ·ero ingannare da qaogli ipocriti, che fanno codau.o a Giolitti e che hanno il cuore, la teRt::t,un piede nel Vaticano e l'altro piede a l)itla,,z•> Braschi l Il dannato potere di strage, di odio, di morte che si chi3ma la Chiesa: il potere che afferma di parlare e di agire in nome di Dio, ha voluto una vit• tima di più: Francesco Ferrer. Quella Chiesa che si afferma emanazione delle idee dell'uomo che fu tutto amore, che si preten~e creata dal martire della fratellanza umana, della libertà e della pace; quella Santa adre Chiesa - qual santa e qual madrelcbe cuoprì di roghi l'Europa, che fece la Sainte Barthelemy, e i massacri dei Valdesi; che torturò Galileo, arse Bruno, diede al pugnale del sicario Fra Paolo Sarpi, fece marcire in galera Campane! la e Vannino: questa Santa Madre Chiesa ha voluto ancora una volta ricordare ai popoli, con l'ass'.lssinio di Francesco Ferrer, che religione e morte sono una ed identica cosa: che l'uomo che parla in nome di Dio e per la maggior gloria di Dio non può avere ..1ltro argomento migliore che la morte. Ferrer era il carattere diritto, inflessibile, integro che aveva dedicata tutta la sua vita ad una idea di libertà e di giustizia più santa e più grande di ogni idea della divinità: la libertà dei popoli, la giustizia per tutti, Ferrer era l'apostolo infaticabile di una idea destinata a suonare la campana dell'agonia alle religioni. destinata a vedere la morte degli Dei e la fine obbrobriosa dei loro preti, e questi preti hanno voluto vedere freddo cadavere l'uomo il cui pensiero, anima di una attività diritta e generosa, era, per il loro potere, una minaccia. E, terribile spaventoso calcolo della politica dei gesuiti essi hanno pesato su la bilancia del loro bieco po• tere la vita di un Re del pensiero, e la vita di un Re di corona ed han no calcolato buono per i loro Gni che la vita di quello sia spenta, anche se poi dovrà pagarne la pena la vita di questo. 1 governi e più di loro i popoli, devono non lasciar cadere inosservato questo terribil fotto, questo calcolo feroce della rabbia pretesca. Poco importa ai gesuiti che i rivoluzionari abbiano detto: la vita di Alfonso per la vita di Ferrer, e che essi gesuiti sappiano che i rivoluzionari manterranno la tragica promessa: degli Alfonso se ne banno uno ad ogni piè sospinto, ed i gesuiti sanno sempre servirsene ai loro fini: Ferrer era uno, unico ed era il loro implacabile e temuto nemic9 e lo hanno voluto morto. Ferrer era più che un uomo; era una forza viva ed attiva; una delle forze creatrici che - a certe ore la natura e la società sprigionano dal loro seno di ombra per riverberare intorno e innanzi ai popoli la bella luce che guida alle conquiste grandi del pensiero: le conquiste che non temono volgere di anni e mutare di eventi e rimangonv luce della umanità. Ma i preti, ma la religione hanno bisogn0 dell'ombra: hanno bisogno della notte: era necessario che quella forza fosse domata, quella luce spenta ed hanno fatto assassinare Ferrer. Perchè - questo è bene sia notato una volta, e non dimenticato maiFerrer non è la vittima del Potere politico; Ferrer non è stato sacriGcato dai preti e dai reazionari i-,i;r le idee politiche, ma perchè egli rappresenta il pensiero libero,ma perchè egli voleva le coscienza umana salva dalla presente cilicia catena della idea religiosa. Egli è una vittima del prete, come prete perchè prete, più che non sia il nemico abbattuto nella furia d'una reazione politica. Pensiamoci. Pensiamoci in questo momento in cui ingenue o cieche La Rivista coscienze, cercano dare nuove basi e più vicine ai moderni intendimenti, a quella fede in Dio che è stata sempre. e sarà sempre, potenza di strage, di odio, di morte si chiami essa Cattolica, Cristiana, Ebrea, Maomettana. Quale si sia. Ferrer - chP. non era a Barcei lona, che non sapeva, nè poteva sapere, il movimento della Cata · log,1a perchè non fu preparato - Ferrcr non è tanto la vittima della lotta politica quanto della guerra religiosa. Non è tanto il Re di Spagna che lo h~ voluto assassin~:o quanto l' ld<lio che aJorato dai preti del Vaticano, di Spagna, d'Italia e di do_vunque si crede in quel Dio. Lo ricordino bene I popoli, lo ricordino bene gli amici tutti della libertà del peusiero e la lezione sia monito cd incitamento a rendere anche più serrata, anche più impL:1cabile la lotta contro la religione, poichè h religione rer vivere e per durare ha bisogno di vittime, Fe1 rcr nè è l'esempio nuovo: la conf-.:rma del fa! to affermato~l dolorosamente nei secoli. Ah I certamente il bieco ministro di Pio X, ed il gesuita capo dei gesuiti di Spagna - i due c~rdinali la cui veste è ben rossa del sangue degll antichi e del nuovo martirio - possono gioire, e gioiscono oggi, poichè sono riusciti ai loro fini di truce vende:ta; ma la sfida proterva Jovrà essere raccolta dai popoii e con tale generoso atto di guerra che la religione abbia da subirne tal colpo che non possa rivalersene più. . . Noi abbiamo da mantenere integre ed 1 1ta1te le conquiste guadagnate a prezzo di lac_rime e di san_- gue. La bestia immonda che sparge intorno a se 11 lezzo della superstizione non è debellata ancora; noi non ~iamo alla Gne dell'opera. Essa, <li tanto in tanto sporge le grinfe e ghermisce una pred~: ogg~ una dei migliori fra gli LlOmini di avanguardia. Noi non siamo ancora alla fine: finchè un'ombra- ancha solo un'ombra - della religione si spanderà su la terra noi avremo sempre da temere e da lamen tare qualche martire nuovo; n0i saremo sempre in pericolo di vedere annullate le briciole di libertà con tanta pena ottenute. • Si dice che il Papa voleva chiedere la grazia del l' innocente. E, forse; può essere anche vero. Codesto sciagurato, degno di correre ove Da~1te fa correre Celestino è anche tanto poco gesuita da aver pensato da vero a chiedere la grazia; ma vegliavano per lui i cardinali spagnuoli e Ferrcr ba dovuto morire. Certamente Ferrer sarà vendicato: ma meno alto che sul trono la vendetta si deve esercitare. La bella vendetta cieca, muta e sorda che vede bella solo l'opera che rende la vita per una vita; meno alto che sul trono ha da colpire. Ed é là che colpirà, fatalmente: ma il giustiziere dovra risalire alle cause per non avere rimpianti e rimors\, e vedrà al_lora che dell'assassinio del Ferrer q ucgh che non ha fatto grazia è il meno c_olpevo~edi tutti. 1?~vrà ric<:>r<la.r~ che i veri colpevoli, 1 veri responsabili, sono 1 preti le monache, i frati di Spagna e scegliere bene , e ponderatamente chi e ;:love colpire perchè giustizia sia fatta, giustizia piena ed intiera che _ri_sta_bilisca l'equilibrio del progresso sociale, l' equ1llbr10 turbato dall' :nfame assassinio di Ferrer. A. AGRESTI J .
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