Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 19 - 15 ottobre 1909

522 KlVISTA POPOLARE più allarmante di quella di alcuni a.uni fa - non è più un fatto normale, l'esodo cioè di un certo nnmero di braccia e di intelligenze avventurose in soprannumero, com' era prima e come è ancora in moìti altri paosi. Invect. di affievolirsi , essa tende a intensificarsi cosi da costituire un fenomeno veramente straordinario: la fuga in massa d'intere famiglie e di intere popolazioni imprecanti al cielo e alla terra. Data la sua grandezza. , qnesto fenomeno - unico nella storia dell' emigrazione moderna, dopo quello dell' Irlunda - non può easere capriccio~o o pazzesco, com8 alcuni vorrebbero dare ad intendere , ma corrisponde alla grandezza della nostra miseria, della nostra disillusione e del nostro riseutimeuto. Inntile è ormai negare il valore politico intrinseco a tal fatto ; oltre il carattere economico, la nostra emigrazione presenta per un certo verso tutti i caratteri di una vera dimostrazione di protesta politica. Se le restrizioni sanitarie non ostacolassero - ci diceva l'altro giorno un medico - partirebbero fino le pietre I Non si nega più da nessuno che mezza Italia è come una colonia di sfruttamento dell'altra metà. A quella meridionale a insulare hanno promesso come un certo compenso le ferrovie complementari, ma poi mancano i fondi e il personale tecnico; le fanno assegni per i porti e i fari e poi li stornano; dei milioni per le bonifiche e le dànno appena poche migliaia di lire; colla pe·requazione fondiaria lo Stato cerca di rifarsi al Sud deile perdite del Nord; ai Comuni e alle Università si rifiutano le quote dei beni demaniali destinati coi decreti dittatoriali ; qui sono più rari gli uffici pubblici e si riducono quelli esistenti come le P1·etm·e; qui si paga.no ancora le decime ecclesiastiche, altrove soppresse da oltre un secolo; qui le consorterie politiche e amministrative imperano criminosamente sotto la più oscena. protezione del Governo centrale ; qui si mandano i peggiori funzionari, come in punizione, e per ogni più o meno legittima agitazione , leggi ecc~zionali e stati di assedio. Da tutto ciò si può comprendere che qui sono per~ manenti le ragioni di una rivoluzione politica e sociale, e questa non si prepara solo nelle organizzazioni politiche ed economiche, ma si prepara là dove si può, in tutti i campi del lavoro umano, anche in quello coloni~le, perchè necessariamente vi fermentano maggiori risentimenti e più intense a.spirazioni, che si accendono a contatto col lievito sovversivo internazionale. La patologia di questo fenomeno migratorio si manifesta cosi_brutalmente che nessun artificio la. può attenuare. Le stat,istiche di varia provenienza e le inchieste vecchie e nuove di differenti colori provano che la bassa Italia. soffre, non solo un grande disagio aconomico ma anche un grande disagio morale e politico. Se è vero che altre popolazioni con uguali disagi emigrano meno tanto meglio dobbiamo concludere che siamo più sensibili e più .insofferenti di oppressioni. Comunque si voglia guardare la questione, la sua gravità non è più attenua bile. Nei porti di Na.poli e di Palermo i vapori addetti al trasporto degli -emigranti si susseguono senza interruzione 1 eppure sono costretti a respingere con mille pretesti - tale è l'affluenza - altri carichi di <iarne umana, obbligati ad attendere le partenze segneuti. Qnesta può dirsi l'industria - già specializzata - più rimunerativa non solo per le Società di navigazione nazionale, ma anche per molte Società. estere. + Senza tener conto èi quanto vanno a soffrire i nostri· emigranti - e i giornali ne riferiscono ogni giorno le tristissime odissee - bisogna avere assistito almeno una volta ad una di queste rartenze per apprezzare al giusto grado la gravità delle cause che scacciano i nostri lavoratori dai loro paesi, se essi si assoggettano a cosi incredibili sofferenze fisiche, a tanto strazio morale. Tanta tenacia di fronte a tanto dolore dimostra nelle nostre popolazioni una forza di carattere e ·d'intelligenza naturale, di cui fino ad ora erano ritenute deficienti, dimostrano un coraggio - sia pure quello della disperazione - di cui erano rit~nute insuscettibili. Volere escludere dalla nostra emigrazione - come fanno alcnni - ogni coefficiente politico, non è più possibile, tanto vero che, se il disagio delle nostre classi popolari non è più qnello di prima, eppure l'emigrazione aumenta, vuol dire che qualche altro elemento deve concorrervi. Indagate e troverete: storie d' ingiuste tassazioni, di persecuzioni giudiziarie, di sopraffazioni poliziesche, di denegata giustizia, di esproprie e spoliazioni; troverete nausea per favoritismo e scandali di ogni maniera consumati dalla mafia ùlta, spadroneggiante nelle pubblica amministrazioni d' accordo colla mafia bassa, impiegat11. a terrorizzare gli a·.,versari di qnella. Quanti hanno dovuto emigrare solo per non avere voluto prostituire il loro voto ! Le sofferenze di queste popolazioni quasi primitive, che lasciano la patria devono essere indicibili, eppure partendo ostenta.no gioja ed allegria , spesso si fanno accompagnare dalla musica suonante ballabili e canzoneUe napoletane; l'anima loro è legata sempre alle belle terre natie , eppure chiamano l' America terra santa, ten·a benedetta. Gli emigra ti poi esagerano i loro guadagni e risparmi, decantano ricchezze inesistenti per fare onta quasi al ·paese natio ed invogliare altri a lasciarlo: a tale scopo sono larghi di aiuti ad amici e parenti, a vicini e conoscenti. Il vero si e che il disagio cronico, accompagnato a tante ingiustizie e i·ante disillusioni, a tante angaria, e tante amarezze, avevano preparata in alcuni strati di queste popolazioni una vera sommosaa. che sul punto di esplodere tumultuosamente si è sfogata per la valvola della emigrazione. Senza '}Uesto grande sfogatoio niente poteva evitare una grande jacquerie. Ma a .-qual prezzo è stata evitata Non avendo più fiducia in niente ed in nessuno, men che mai nel Governo, le nostre popolazioni emigrano tanto per bisogno quanto per risentimenti, e questi sentimenti, benchè un pò confusi, pure sono così profondi, che quèlli che ancora non sono emigrati, ed anche quelli che mai non emigreranno, stanno come in aspettativa, avulsi dalla patria, estranei all'ambiente;

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