514 RIVISTA POPOLARE SCBANZE~, <liseorso alla Camera, Jol 3 luglio. (Ma por tentare di diminuire alcune opposizioni regionali, l' on. f:ìcbanzer accettò i gruppi, c;oè un sistema eh' c>gli aveva biasimato tre mo-i prima). Può continuare .... La questione de11ascuola I _due congressi di insegnanti che sono stati teoutt uno a Venezia l'altro a Firenze mi sembrano nella differenza del loro svolgimento .;: della loro finalità, i chiari esponenti della situazione fatta a tutto il problema educativo in Italia. La nostra sc11ola sorta dalle imperiose necessità del momento _organizzata via via, senza un uniforme criterio direttivo, esotica, balorda, greve s'è venuta via via peggior~~do nell'essere e nei resultati, quasi una con trad1z10ne alla regola che le cose procedendo nel tempo si perfezionano. Nè si può dire che la nostra scuola sia arrivata alla senilità; che anzi - paragonata. alla scuola in Francia, in Inghilterra. 111 Germania - malgrado le belle tradizioni di Padova, nologna e dello studio fiorentino è ancora bambina. Tanto bambina che non sa bene ancora deciàere se indossare il guardinfante greco-latino, o il modec;to gonnellino moderno. Questo per la scuola. D'altra parte lo Stato Italiano non ha sentito intiera la grave responsabilità che gl' incombeva nel dover tutelare l'intelletto dei suoi futuri cittadini. Ne ha trovati più della metà analfabeti e pochissima cura si è dato di fare sparire la piaga dell'analfabetismo. Stretto da necessità politiche ha creduto suo primo e più imperioso dovere volgere le maggiori sue cure ad altri organismi dello Stato, a creare esercito, flotta, ponti, strade : a favorire con ogni sua possa e mezzo l'incremento delle industrie e dei commerci, mettendo poi il maestro di scuola nella condizione del Lazzaro vivente delle briciole di Epulone. pi qui ~aturalmente. una scuola. i_mpari al propno compito e maestn e professon m realtà paria e derisi paria della nostra società. I Ministri della Istruzione che si sono succeduti alla Minerva possono essere tutti distinsi in due classi: i faccendoni ed i pigri. Ma non uno di essi è andato alla Minerva con un piano di lavoro ben determinato, con idee ben precise: Tizio ha disfatto quel che aveva fatto Caio, e viceversa; o nè Tizio ne Caio hanno voglia di fare la benchè minima cosa. Il dicastero con tutti i suoi impiegati afferma e pratica una sola massima: Vivere e lasciar vive• re, la .m_assima d~i fan ~ul~oni. Logico era dunque eh.e gh mteressat1 stess1 s1 occupassero della quest10ne e provvedessero ai mezzi per riparare al danno. Logico che si svilupasse e si facesse fìnal~ mentire sentire la voce della scuola. E l'abbiamo udita a Venezia e a Firenze. Ed è stato bene che i due congressi abbiano trattato ognuno d' essi una differente, pur egualmente capitale quistione. Là la questione economica, e quà la questione intellettuale. Due questioni egualmente scabrose; egualmente c1al Ministro della pubblica Istruzione neglette. • I due congressi sono stati non solo la rivelazione del fatto doloroso , ma anche l'accenno a ciò che deve essere fatto, e ciò che si può fare a ciò cui ?i sogna a~solut_ame_nte provvedere in rig~ardo degli insegnanti ed m riguardo, ed a maggiore beneficio degli scolari. Perchè i congressisti non si sono limitati alla critica, ma per som'Yli capi hanno anche nei loro ordini del giorno, accennato ai rimedi. La critica all'azione, o meglio alla inazione del.la Minerva, alla insipienza dell' On. Rava è stata specialmente a Firenze, serrata e spietata. Non dirò che si sia ecceduto. L'On. Rava . - la bonne-a- tout {aire del gabinetto Giolitti - non ò certamente l'uomo meglio indicato per reggere le sorti della educazione in Italia. Gli manca la preparazione indispensabil_~ a dirigere _un dicastero dal quale dipendono - I?Ju o_men? dHettamentc •- gli uomini più intelhg~nt1 ed .1~tellett11ali del nostro paese. Gli mancano il prest1g10, la cùltura specifica e l'encrrria del lavoro. ' n Non è un pigro, 111ail lavoro di lui non ...:onclude; forse varrebbe meglio, sarebbe più utile, se assolutamente non facesse nulla: quel pò che fa lo fa cervelloticamente e male. Ma se le critiche. cbe sono stc1te aspre, si fossero mantenute nella forma più serene, sarebbero state più efficaci avrebbero impressionato di più. E lo stesso p~ò essere detto delle critiche alla Minerva, organismo marcio in tutte le sue parti e che, tali quàli sono state fatle hanno avuto piuttosto l'aria di attacchi e sfo(Thi personali che di constatazioni di tatto, dolorose r,sì, ma doverose come dovevano essere ed erano nella mente, se non nelle parole e nelle frasi, dei critici. . Ma il pro~lema d~lla_ nostra scuol.1 è complesso: v1 entrano 1 metodi d1 studio e gli ~tudenti; gii onorari ed i locali, le questioni politiche dell' o~a e la questione puramente della educazione del po~ polo. Ora tutti questi vari lati del prisma sono stati lumeggiati al Congresso di Firenze, ed a quello di Venezia. I Congressisti hanno protesta:o contro le indebite vacanze che riducono la scuola ad una burletta· hanno protestato contro i punti di merito, il 7 ~ l' 8, atti a concedere il passaggio a classi superiori a so11Jari calzati e vestiti, hanno protestato contro alcune forme di esami. Hanno sì, i professori riuniti a Firenze, accennato anche brevemente alla questione economica; ma sfiorandola soltanto, tanto per ricordare all'on. Giolitti ed ai suoi colleghi, nonchè alt' 0·1101:evole R_ava, che anche i professori e gli insegnanti sono essi pure un elemento costitutivo della nostra unità e del nostro progresso nazionale. A dire il vero gli scolari in Italia, giustificano la poca premura del Ministero, e del ministro nel risol_vere 1~complessa questione dell'organizzaz'ione degli studi. In quale paese si sono veduti studenti che facessero sciopero per ottenere delle vacanze? Ed in quale paese si sono veduti studcn ti - e sest~nu ti anche dai loro sciocchi,.simi padri - agitars1 per ottenere una sessione di esami supplementare? . La _nostra_ scuola tale quale è organizzata, come d1ffus1one d1 cultura, e formazione di carattere è assolutamente negativa. La maggioranza dei nostri s~udenti è formata di somari che esigono tasse medie, ed esami ridicolmente facili per potere strappare, come che sia, la licenza o la laurea· la macrgioranza dei nostri studenti è formata di giova~1i che . entrano t~ella . società senza sapervi nè poterv,1 po~tare ~deali , cara~tere e volontà. Colpa dell ambiente, 111 parte; ma 111 parte maggiore colpa della erronea preparazione alla vita. Preperazione che si fa, principalmente, nella scuola in base ad assurdissimi programmi di studi imposti dalla Minerva. E questo è stato detto e francamente al Congresso di Firenze, e si sono ventilate alcune proposte per correggere le papere e le insipienze della Minerva. Intanto, a Venezia i maestri elementari mette-
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