RIVISTA POPOLARE 485 nitida non poteva desiderarsi , dal Comm. Stringher, Direttore della Banca d'Italia .... Ebbene: se l'intervento del Comm. Stringher da me denunziato era avvenuto nello interesse dello Stato, non doveva il governo farsene un merito ? Perchè affrettarsi a smentirlo come cosa bastante a fare arrossire .... sinanco il senatore Rattazzi ? Se allusi al l{attazzi come ad uno dei senatori da mandare innanzi all'Alta Corte di giustizia , ne incolpi egli il suo amico Giolitti. Gli accenni di Ferri e di Chiesa non mi avevano fatto impressione; ma le smentite di Giolitti mi fecero mutare di opinione. Ritenni sin dal\' epoca della- Banca Romana l'on. Giolitti incapace di disonestà pecuniaria a proprio vantaggio; tale continuo a ritenerlo nel modo più assoluto e l' ho dichiarato più volte nella Camera e fuori , provocando anche le proteste non calme di molti cari amici politici e personali. Ma quanto alla sua capacità a mentire a scopo politico la ritengo ed ho ben ragione di ritenerla superlativa. Su questo la mia convinzione è incrollabile. E come no? Nella famosa questione della Banca romana non aveva egli risolutamente affermato di non aver letta la relazione Biagini , che sapeva a memoria? Ed al Principe Odescalchi che gli domandava allora se fosse vero che avesse ricevuto L. 500,000 da Bernardo Tanlongo - ed io, seduta stante rettificai la cifra in L. 120,000-non fu lui che rispose prontamente: è una voce uscita dal carcere e nierita di rimanervi..... quando la relazione del Comitato dei Sette doveva poi, provare, poco più tardi, tutto quel che provò? Egli dichiarava ora di nulla sapere sull'intervento del Comm. Stringher. E non dovè questi confessare, poco dopo, di essere infatti intervenuto? E non dovevo io, per ciò, quando l'<rn. Giolitti rispose all'on. Ferri di non essersi mai intrattenuto col senatore Rattazzi delle Convenzioni marittime, veder la prova del contrario? M'ingannai? Si chiacchierò, ripeto soltanto della pioggia o del bel tempo, nei colloquii tra il Presidente del Consiglio e il grosso azionista del Lloyd nei giorni in cui si agitava in tutto il suo fervore la questione delle Convenzioni ? Può darsi; ma io non ci credo e la mia incredulità è a fondamento sperimentale: dal passato induco il presente. + Ed eccomi-mi s1 perdoni il ritardo--alle cambiali insoddi5fatte. Di queste cambi ali denunzia i io stesso l'esistenza nel gennaio del 1893; più volte, quasi pauroso che qualcuno le ignorasse, vi ho accennato nei miei scritti e nei discorsi parlamentari ; ne ho fatto la storia nel mio scritto Consule Crispi ed ivi il senatore Rattazzi , se ne ha vaghezza , e se vuol fare economia dei suoi rossori, può trovare del fatto i più precisi particolari. Qui non posso che riassumere.. Eransi create nella industria degli zolfi, che si svolse in condizioni che travolsero in pieno disastro tutti coloro che vi erano impegnati , e ciò per la lunghissima e gravissima crisi della industria medesima; crisi che provocò l' intervento legislativo nel 1896 e che occupa e preoccupa ancora Ministri e Parlamento. Tali cambiali eransi create durante una decennale malattia 1 che mi condusse all'orlo del sepolcro e che mi allontanò per necessità dalla cura d' ogni mio interesse : e fu durante tale malattia e nella mia assenza che un socio, di cui feci nome e cognome nel detto opuscolo Consule Crispi mentre era vivente, aggravò le condizioni dell'azienda, colla sottrazione di oltre lire 100,000. Nella catastrofe scomparve il mio modesto patrimonio e spontaneamente vi sacrificarono il proprio, _mia madre e mia sorella per affettuosa solidarietà con me. La genesi vera delle cambiali fu riconosciuta con parole; che escludono ogni •più lontano sospetto sulla mla onorabilità nell' atto di cessione dell' azienda industriale ai miei creditori. Atto di cessione facilmente consultabile da chicchessia. C'è di più e di peggio. L' amministrazione creditoria scelse come uomo di sua fiducia colui che aveva sottratto le L. 100,000 e ch'era stato causa principale del mio disastro economico; ma poco dopo .dovette pentirsene e denunziarlo al magistrato pen::de. Allora costui scontò la disonestà e la leggerezza propria col suicidio. Comunque i creditori sarebbero stati già pagati da un pezzo se l' azienda ceduta fosse stata retta coi criteri della più elementare prudenza e correttezza. Eccone le prove. In Dicembre 1892 l' amministrazione creditoria, imperniata nel Direttore della Sede del Banco di Sicilia in Catania, annun~ ziava ai creditori che c' erano già degli utili per L. 92,000 ; - e non erano utili, ma realizzazione delle attività lasciate dall'azienda ceduta - in pari data due industriali, i Signori Maddalena e Carota, offrivano L. 125,000 all'amministrazione creditoria per avere ceduta l'azienda, Con queste due somme e colla realizzazione di altre attività da me e dai miei soci cedute i creditori dopo tre anni avrebbero ricevuto il cento per cento ; e in piccola parte sarebbe stato ricostituito il mio patrimonio, poichè i suddetti Maddalena e Carota, espertissimi industriali assicuravano a me L. 30,000 e mi chiamavano socio nell' azienda senza obbligo di anticipare capitali e senza alcuna mia responsabilità pecuniaria. Quella offerta venne respinta senza nemmeno accampare un decente pretesto; e fu allora che rivolsi, a fine Dicembre 1892, un fiero telegramma al Comm. Grillo Direttore della Banca Nazionale. Ed è questo il solo intervento, che mi sono permesso in circa venti anni verso gli amministratori. La mia rigorosa astensione venne determinata dalla mia situazion~ politica. Non volevo che si sospettasse menomamente che io mi valessi della medesima per-influire sugli amministratori. Per lo stesso motivo quando il Senatore Tenerelli nel 1893 affettuosamente mi propose di farsi iniziatore di una transazione, respinsi la proposta perchè in quel momento - mentre più attiva spiegavasi la mia azione in Parlamento, nella quistione bancaria - ogni trattativa poteva avere le parvenze di un ricatto. L'avere respinto l'offerta Maddalena-Carota fu atto di pessima amministrazione, gravida di conseguenze sinistre per me e pei creditori. Per non fare arrossire piu oltre il Senatore Rattazzi, o per farlo arrossire a,.spese altrui, aggiungerò pochissimi cenni sui modi tenuti dall'amministrazione creditoria. In una compra - vedita a futura consegna
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