5()0 RIVISTA POPOLARE prova, e l'alta decenza e intelligenza ed elevato spirito delle donne americane , . E certo che le donne americane sono educate a tale dignità di se stesse ed a tale senso di libertà che non vorrebbero sottost<Jre alla condizione che le donne Europee tollerano sia loro fatta ed alla quale si sottomettono. Il punto di vista per il quale molti divorzi sono chiesti da donne, cioè l'offesa alla individualità è una prova non di bassa ma di alta civiltà. Penso che le donne sieno opposte ad una uniformità della legislazione perchè la prevedono restrittiva. Ed è del resto per ciò che la Chiesa fa enormi sforzi rer giungere a questa unificazione. Ma la Chiesa fa poca impressione su l'americano di media levatura che giudica il divorzio non come un ma\e ma come un rimedio. Considera che i guai del divorzio americano sono minori dei mali della oppressione che subiscono le centinaia di migliaia di donne Europee e considera che qualche scan - dalo derivante dal divorzio non è sufficiente per convincerlo o mutare o restringere una legislazione che offre serii generali vantaggi. Negli ultimi anni la legge sul divorzio è stata molto combattuta dai giudici Inglesi. Nel 1906 il Presidente della corte Inglese dei divorzi dichiarò che la legge inglese sul divorzio e è piena di inconsistenze , di assurdità e di anomalie » che e incoraggia l'immoralità e produce i resultati più deplorevoli, e che e la legge del divorzio è differente per i ricchi e p1:r ì poveri 11 poichè essa è quasi inaccessibile coi poveri. ln Inghilterra ottenere il divorzio costa 500 sterline e un anno di perdita di tempo, e Londra è la sola città ove può essere discusso ed il decreto emesso. Questa è già una grande assurdità di procedura. Ma non la sola. Un inglese può ottenere il divorzio contro la moglie provando che essa si con• duase male in una sola occasione; la donna non può altrettanto. Essa può ottenere il divorzio non su la sola prova della infedeltà , ma deve anche provare le sevizie o I' abbandono della casa per almeno due anni. Altrimenti il giudice può ordinare la separazione. Ma l'assurdità continua nella pena. Un divorziato per infodeltà , accompagnata da abbandono e sevizie può riammogliarsi; chi non abbia commessa la sola infedeltà, e sia quindi meno colpevole, essendo semplicemente separato non lo può •. Circa otto o novemila di queste separazioni sono pronunziate ogni anno. Ciò vuol dire che circa 20000 persone ogni anno sono messe in anormali condizioni di vita ; ciò vuol dire che la legge costringendo questi separati al permanente celibato offre un premio alla immoralità, La legge su la separazione fu passata nel 1895. In tredici anni questa. legge ha posto 150 mila o 200 mila persone nello stato di e adulterio potenziale » senza possibilità di contrarre legami familiari. Di più ci sono in Inghilterra circa 60000 pazzi uomini e donne; ma i mariti e le mogli di questi pazzi non possono divorziare. Un uomo può essere un ubbriacone, o un morfinomone, o negare alla moglie il sostentamento , o anche rifiutare di coabitare. con lei per tutto ciò - se non vi è provato adul terio - la moglie non può ottenere il divorzio. Tutt'al più può ottenere la separazione. C'è in Inghilterra una seria agitazione contro un sistema tanto prolifico di immoralità e di ingiustizia ; ma nessuno ignora che si dovrà combattere una fiera battaglia perchè la separazione sia abolita ed i due sesa i posti su piede di equità a proposito di divorzio; prima che il divorzio aia concesso per follia , o per condanna o galera a vita. Gli Inglesi sono andati ad un estremo delle restrizioni gli Americani rll' altro delle liberalità; ma io credo che per il bene della comunità il sistema Americano è il meno nocivo dei due. + Sul provvedimenti contro la disoccupazione.- La necesaità di si:stematici provvedimenti contro la diaoccupazione operaia doveva esser sentita dai poteri competenti appunto nei tempi di grave crisi economica, quale quella che ora grave sulle classi lavoratrici e di cui non si vede ancora a fine. Merita attenzione anzitutto la proposta dell'Assicurazione contro la disoccupazione, eh e da tempo si discute. Creare quest'assicurazioue è in prima linea compito degli Stati o piuttosto dell' Impero. Ma prima che l' assicurazione venga regolata per legge dallo Stato è dovere dei Comuni intromettersi e provvedere. E' nel loro interesse cercare d 'im - pedire che migliaia di famiglie operaie vengono gettate nella miseria da mirncanza di lavoro e guadagno. Non deve disconoscersi che la necessità di provvedere efficacemente ai dirnccupati fu negli ultimi tempi meglio apprezzata. Pur troppo però non vi è finora da registrare nulla più che studi e qualche isolato tentativo. Per l'assicurazione dei disoccupati da parte dei Comuni serve da modello il sistema Gent, che venne anche in discussione al Consiglio comunale di Berlino. Sistema che consiste in sussidi dei Comuni alle organizzazioni operaie. II auo fondatore Barie, riferisce che le autorità comunali di Gent lo esperì - mentarono nell'annata di crisi 1908. Fra le poche città get maniche ove aia già in vigore una organizzazione contro la disoccupazion~ operaie sono da citare Strasburgo e Colonia, le quali hanno accolto il sistema Gent. Berlino ed i suoi sobborghi non ancora. Molte amministrazioni comunali scusano la loro inerzia lamentando la loro scarsa libertà d'azione ed aspettando provvedimenti stataii. A Dussel,:orf nel luglio di quest'anno il Consiglio Comunale votò una risoluzione chiedendo per legge il diritto di istituire casse co • munali di assicurazione dei disoccupati con obbligo d'iscrizione. Anche gli Stati federali studiano. Se ne discusse al Landtag di Baviera; al Baden un memoriale del Ministero degli interni ha cercato di promuovare all'azione. All'estero, in Danimarca, Norvegia, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi si fecero già studi e tentativi per una assicurazione di Stato sulla disoccupazione. Sociologi di parte borg~ese, in Germania e all'estero pensano debbasi ingaggiare una lotta internazionale , con ogni forza, contro la diroppazione operaia. Una conferenza internazionale promossa da Parigi e che a Parigi si dovrà convocare nel settembre 1910 discuterà su statistica e assegnazione della disoccupazione e sulla media• zione del lavoro. Si spera che dalla conferenza nasca una Lega internazionale che si occupi del problema. (Der Arbeitsmarks. Dallo «Spe:ialnummier fur Arbeitslosenfursorge ,, settembre). + Rodolphe Broda: Il problema delle comunicazioni nelle grandi città. - 11 problema delle comunicazioni in una grande città moderna si presenta oggi sotto due differenti aspetti. V'è anzitutto la necessità di trasportare rapidamente grandi masse umane a brevi distanze, nello stesso quartieredall'abitazione alla fabbrica o all' ufficio - e di servire alle relazioni personali e commerciali fra gli abitanti dei diversi quartieri. V' è poi l'esigenza propria ,iella città veramente moderna di portare al mattino fra le sei e le 8 ore, centinaia di migliaia di persone dalle lontane abitazioni fdi campagna al• l'ufficio ed alla fabbrica, per poi riportarli al punto di partenza alla sera fra le 5 e le 7. Non si tratta in questo caso nè di piccole distanze nè di viaggi di piacere; bisogna poter divorare i 10, i 20 fino a 30 chilometri in pochi minuti. Soltanto a questa condizione è possibile alloggiare le masse in campagna lontano dai vicoli soffocanti della grande città. Il primo problema fu risolto da decenni, da secoli nelle grandi città europeé. Prima Parigi mise a disposizione del popolo che non poteva servirai delle vetture, gli omnibus , i
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==