Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 18 - 30 settembre 1909

RIVISTA è fatto da loro a proposito di lei, la lotta s'ingaggia su chi civilizzerà l'atro. L' incidente è complicato dalla apparizione su la scena di un ex fidanzata del marito, la qualt: la abbandonò quando egli perdette la propria fortuna. Essa che non riesce a cattivarsi di nuovo l'affetto di lui, riesce però a ren dere pazzamente gelosa Dophne fa apparire a lei bugiardo il marito tanto che al Ane essa si decide a tornare a Dakota ed ottiene contro di lui il divorzio. La signora Humphray Word mette su le labbra dei suoi personaggi molte interessanti sentenze ed osservazioni a proposito del divorzio. Come , per esempio, que!la fatta da un americano che la cosa più signi• ficativa nella attuale vita americana non è il divorzh, ma una completa trasfigurazione delle idee sul matrimonio•, ed in una lettera di un Inglese ad un americano sul divorzio è la consacrazione d1 una specie di anarchia moralt: che disintegra le basi più profonde della società. Ora io, inglese, e che conosco l'America devo confessare che i forestieri capiscono poco la questione del divorzio: che per essi l'America è la terra dei facili divorzi e di qui a concluderne che è anche la terra della immoralità il passo è breve e ciò si presta alle erronee interpretazioni della moralità americana. Le dichiarazioni di qualche anno fa fatta da un giornalista, che il matrimonio in America non esisteva più di quel che esistesse nel quinto secolo in R0ma, e il rapporto dell'Ufficio del Censimento per 1187-906 su i divorzi furono oggetto in Europa di molte omelie. E:i io sono lungi dal ne gare che quel rapporto contenesse alcune cifre notevoli e suggestive. Esso mostrano, per esempio, che in America un matrimonio su dodici finisce in ui;i divorzio; e che durante il periodo della revisione il numero dei divorzi crebbe tre volte da ciò che era al principio in proporzione della popolazione. In due terzi dei casi le mogli erano le querelanti. Solo il 50 per cento dei casi fu contestato, e, aggiunge il rapporto, in ~ molti di questi casi la contestazione fu soltanto una vera formalità. Su i divorzi favorevoli a donne 33 8/4, lo furono per abbandono, 27 per cento per sevizie, e soli Io per cento per adulterio, e 5 per cento per ubbriachezza. Su i divorzi in favore di uomini circa 50 per cento lo furono per ·abbandono, 28 per cento per infedeltà, IO per cento per sevizie ed appena I per cento per ubbriachezza. Per quelli che non conoscono l'America queste cifre parranno una rivelazione ~straordinaria ed i forestieri devono essere scusati se non riescono a pigliare sul scrio le dichiarazioni su la morale e la famiglia che si sogliono fare ad ogni ricorrenza della Festa Naziona'c. Ma chi conos~e la vita americana non potrà che considerare quel rapporto altro che come superficialmeote triste. E' un fatto che le divergenze nelle leggi del divorzio degli Stati d' America hanno la loro radice nella libertà di legislazione di ogni stato, non solo; ma anche nell'interesse privato, e nelle idee dei cittadini. Da un lato la rivalità nel volere apparire superiori, così che se uno Stato nella sua legislazione ha dimen• ticato il divorzio, gli Stati vicini lo legiferano e lo applicano con la massima larghezza. Ed è anche una specie di attra - zione di clienti per avvocati e albergatori avere una facile le gislazione sul divorzio. E si deve tener conto della tendenza empirica degli Americani. Quando essi si trovano di fronte ad un problema complicato non cercano il modo di risolverlo ma lo aboliscono. E' semplice e comodo. Questo gusto per " ~ la panacea sociale si estende naturalmente al matrimonio ed .. al divorzio. Dati legislatori di assoluta fede in sè stessi come gli americani voi avrete i più sorprendenti risultati a proposito di relazioni fra marito e moglie. Per loro il passato non ha peso, non hanno tradizioni; la loro guida sono i sentimenti locali di un popolo che sente come essi, e la loro elementare freschezza di cuore e di emozione, che è un dono di natura fagli americani - offrono tutta le opportunità p~r spingerli ad occuparsi spn:giudi cal:amente di matrimonio e divorzio. POP OLA RE 499 Essi sono riusciti a non imbarazzarsi di questioni teologiche - sono essi la sola ·popolazione che sia riuscita a tenere al proprio posto la Chiesa - e attraverso il loro intenso individualismo sono riuscito a mantenere un reale e vitale senso di cavalleria. Essi sono preoccupati di allargare più che sia possibile la libertà individuale e la felicità e questa ambizione diventa più viva quando si tratta della pace della donna. Ed è forse proprio nt:ll'intento di procurare il maggior bene della donna ed assicurarle i diritti sociali e legali in misura eguale ali 'uomo che la legge del divorzio in America è stata ideata tale qual'è. Ed è bello vedere quanto sieno grate le donne ai legislatori in questo tempo in cui i legislatori sono tanto maltrattati. Ognuno può vedere dati questi elementi quale completa anarchia regni in questo campo. Dal Sud Carolina che non concede divorzio al T ,_ unessee che lo cr ncede in dodici casi nessun esperimento di confusione è stato omesso. Trovate che uno stato non riconosce il divorzio pronunciato in un altro, trovate che uno che è legalmente divorziato nell' Ohio può essere condannato per bigamiR a New York se fa un nuovo matrimonio. Anche la prou e la confessione sono soggetto di disparità di trattamento. Là si esigono, quà vi si è indifferente. Quattordici Stati non prevedono la separazione altri si. In alcuni Stati la separazione può essere dimandata dall'attore e concessa dalla Corte; in altri è lasciata alla Jiscrezionc della Corte. Ancora: sei mesi di residenza costituiscono la dimora legale in cinque Stati; un anno in trentaquattro Stati ; due anni in cinque Stati; e tre anni in quattro Stati. In ventisei Stati il nuovo matrimonio è ammesso senza qualificazioni, in altri è concesso, limitato o negato a discrezione del Tribunale. Nel Maine la parte innocente non può rimaritarsi prima di due anni senza consenso della Corte , la colpevole non può mai senza consenso. La questione della competenza è anch'essa vasta quanto il continente. E tutte le questioni che derivano dal divorzio gli alimenti, la divisione della proprietà, il nome di ragazza della donna , tutto ciò varia secondo ogni Stato. Data la situazione non è da invidiare l'uomo che volesse mettervi ordine. Tutto ciò ha però provocata una reazione e ne sono risultate due ritorme. Una la diminuizione dei casi di concessione del divorzio; ed un allungamento del tempo della residenza legale. L' opinione pubblica tende nondimeno ad obbligare gli Stati ad uscire da questa babele e non c'è chiusura di sessione parlamentare che non esprima un voto per la unificazione della legge sul divorzio. Ma non si è fatto molto. Alcuni propendono per il punto di vista del cardinale Gibbons , altri per una legge quale avrebbero potuto formularla Milton o Zwingli. È chimerico cercare di mettere d'accordo gli Stati ad accettare una legislazione comune , altrettanto chimerico pensart ad una revisione della Costituzione così da togliere agli Stati la possibilità di legiferare indipendentemente sul divorzio. Eppure una legislazione uniforme in proposito è desiderata e desiderevole. Come molte altre cose in America la legge ed i divorzi appariscono peggiori su la carta che nella verità. Nessuno che veramente conosca gli Americani li dirà meno morali o meno felici degli Europei. Sotto questo riguardo anzi gli Americani sono migliori. Il semplice fatto che solo il I 2 °lo dei divorzi è pronunziato per infedeltà prova la moralità americana . Si può credere giusta la 01servazionc del Professore Miirsterberg sul divorzio. EgH ascrive la frequenza dei divorzi , al democratico spirito di indipendenza che si libera dei legami individuali quando la libertà non è rispettata , ed aggiunge , si può dire che è un' alta moralità individuale di porre fine al matrimdhio quando ne è cessata la santità in - terna•· C'è della verità in questo come ce n'è nella affermazione del Gidding che l'alta percentuale <iei divorzi am~ricani

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