496 RIVISTA POPOLARE nobili e illustri avessero ad essere gli esemplari prescelti. Guardate le città medievali: ognuna era lo specchio p~trificato della sua organizzazione sociale, morale, politica; e gnuna aveva un 'anima. Guardate quelle del rinascimento: hanno una fisionomia tutta diversa : gli è , che tutta diversa ne era la vita. Poi c'è la decadenza: e ·c'è, perchè l'arte ha divorziato dal popolo , perchè si è fatta 1:1.ulicaed accademica , perchè non ha più vissuto che di studì, di regole, di ricette. Ed è da allora, che s'è perduto il ,enso e la comprensione dei lineamenti veri delle città , dei loro profili caratteristici esterni, del loro disegno di tetti, dì torri, di terrazze, d'altane, di campanili, di cupole, projettato ora sul cielo, ora sul mare, ~ra sul verde d'un colle , ora sul fosco d' ur,a montagna ; è da allora che cominciò a non comprendersi più la bellezza e la poesia delle mura e dei valli, delle acque dormenti o cor - renti ai piedi o attraverso dei centri abitati, le voci delle fon tane, gli slanci dei ponti; ed è da allora) che si credette d'ab bellire e d'animare le piazze e i giardini, popolandoli di fan• tocci di marmo e di bronzo, di monumenti d'illustri e d'oscuri, di ritratti qualche volta fedeli, ma ben raramente estetici, di re e di papi, di capitani e d 'artisti, di legislatori e di ministri, nessuno dei quali dal punto di vista decorativo, vale la decima parte d'un portico o d'una acalèa, d'una loggia o d'un getto d'acqua. E il giardinaggio? E gli alberi? E i viali? E le avenues ? E gli squares? E gl' intieri quartieri di villini disseminati liberamente e capricciosamente tra il verde? E, per lo meno, i bei balconi fioriti, le terra.r;ze variopinte di rose, di garofani, di gerani, di gigli ? La strada estetica, la strade pittoresca, la linea per cui si svolge , le insenature , le curve , gli angoli , i crocicchi , gli sbocchi; le facciate, i negozi, le insegne, i manifesti; i trams, gli omnibus , le vetture , i carretti ; tutto ciò forma l'argo - mento d'un altro capitolo, che, come tutti i precedenti, ogni edile, ogni architett~, ogni proprietario, forse anzi c.gni inquilino e cittadino, dovrebbe conoscere e meditare e ... applicare. Ed è ciò, che, per concludere, io raccomando intanto vivamente ai lettori di. questa rivista : ai quali risparmio quindi I' enumerazione necessariamente arida e scolorita delle altre materie affini a queste, così abilmente e geni:ilmente conden sate nell'aureo libretto del Montenach. Chieti. MARIO PILO ~IYIST A ()ELLE ~IYI.STE Edgard Loris Muller: I disoccupati In Inghtlterra. - L' loghi! terra attraversa la più grande delle crisi indu - striali che l'abbiamo sinora tormentata. Sin dall, estate I 908 il numero dei disoccudati era anormale. In principio dell'autunno si calcolarono a 1,250,000 dal Ministro del Commercio. Dalla Scozia al paese di Galles, da Liverpoola Londra, la questione dei disoccupati, degli unemployed , è stata durante un anno, le preoccupazioni costante di tutti gli spiriti. In tutte le città delle organizzazioni ufficìali di soccorso hanno tentato di riparare al male; e somme considerevoli sono 1tete spese per l'assistenza. Una specie di terrore, abilmente accresciuto e sfruttato dall'opposizione conservatrice, poco ho mancato di sollevare per contraccolpo il popoio contro il governo ed ha potuto far temere un mutamento generale della opinione pubblica. L'In - ghilterra, infatti, non aveva subito un così rude colpo dal 1885 in poi, anno in cui le relazioni della Tredes Unions accusavano una percentuale di disoccupati tra i loro membri dall'8,5. La cifra era in novembre ultimo di 8,9; dunque aumentata ip poco. Ma dimenticare che il popolo allora sapeva farsi ascoltare poco e assai Ji più ora, bisogna notare che la situazione generale nel 1885 ·era molto migliore. La crisi de! 1885 fu la r;percussione necessaria del boom del 1875; era, si può dire, normale e passeggera. Non era la stessa cosa nello scorso anno e non è la stessa cosa oggi L'accrescimento continuo e formidabile della di,occupazione dal 1900 in poi ha rivelato quasi improvvisamente all' Inghilterra il male che rodeva progressivamente il paese - sintomo evi dente e terribile della disfatta lenta ntlla lotta industriale colla Germania. Gli Inglesi hanno avuto paura. li partito unionista ha trovato in questa circostanza una piattaforma elettorale solida, sulla quale non cessò di riportare delle vittorie nelle elezioni parziali da un anno e mezzo. Bisogna senza dubbio vedere in ciò la ragione dell'azione energica iniziata dal go• verno, che per lungo parve ignorare Il pericolo. I progetti del primo ministro A.;quith e dei suoi tenaci collaboratori. Lloyd George ministro del tesoro e Winston Churchill, ministro del commercio, uomini di Stato assai combattivi e fortemente democratici, trasformeranno senza dubbio in un tipo leggen - dario quello dei disocrnpati inglesi, che l'ultimo-certamente non sospettabile di esagerazio1:e - posta ad 1,250,000: valutazione minima del maximum della crisi ... Intanto è istruttivo studiare la caratter1st1ca manifestazione dei disoccupati. La folla cupa, interrotta dalle bandiere mul ticolori, preceduta da un capo operaio, inquadrata tra i policemens giganteschi e placidi canta con un tuono grave : L,i bandiera rossa, Inghilterra, levati! La Mar·siglese. Nessun grido. Le bandiere portano delle iscrizioni ingenuamente pom - pose come mas\:me puritane: Lavoro o rivolu 1 ioae !: al governo la scelta. All'estremo di un'asta sta una testa di morto al disopra di uno stendardo bianco, velato con crespo nero, sul quale si legge : morto di fame in una terra di abbondan{a ... La marea raggiunse Trafalgar Square. La polizia organizza il meeting. La folla si divide in due masse di molte migliaia di uomini ciascuna. Da ciascun lato si nomina la presidenza e i discorsi si seguono .. - Bisogna circondare il Parlamento, dict: un oratore, e non lasciarne uscire i deputati prima che abbiano votato i I diritto al lavoro. - Lt:: suffragette, dice un altro, minacciano dt prendere di assalto la Camera dei comuni; ma se si deve dare un assalto, a qualche cosa deve giovare. Avete fame? Andiamo a seccheggiare le panetterie I - Riuniamoci in 50 mila, grida un terzo, e invadiamo Parliament-square. - E i soldati? interrompe un assistente. - Il primo colpo di fucile. replica un altro, sarà il segnale della rivoluzione I Bisogna impadronirsi di Winston Churchill e non liberarlo se non dopo che avrà fatto buone promesse. Il deputato socialista Grayson, espulso dalla Camera dei Comuni orsono alcuni mesi per la sua violenza oratoria monta su di un banco e grida : - Dichiaro fieramente che un uomo affamato è meno di un uomo, se muore di fame, quando egli può rubare! Quale può essere lo stato di animo di queste folle affamate che sisentono in numero formidabile, avide, come tutte le folle, delle promesse più folli, eccitate a freddo da furiosi discorsi? Un" dei Presidenti cava dalla tasca l'orolo~io: - Noi abbiamo tempo sino alle cinque per andarcene. Sono le cinque e un quarte. La polizia mi ha avvertito che ci dà tempo sino alle cinque e diciassette minuti per uscire. In queste condizioni consiglio di separarci con calma. E la folla si scioglie, Appena appena si vedono alcuni poli-
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