478 RIVISTA POPOLARE esercitare rimanendo lontani dal potere. Colajanni strappò applausi frenetici agli stessi elettori monarchici quando dichiarò di voler laseiare in retaggio a I proprio figlie il solo ricordo della propria coerenza politica e di volere essere avvolto, morendo, nella fiammante bandiera di Mazzini e di Cattaneo, che egli segue da circa. cinquant'anni. Intanto va rilevata questa strana situazione eh' è un indice della condizione di due ambienti politici profondamente diversi. Mentre gli elettori sospingono Colajanni , che nou. vuol saperne , a divenire ministro sotto la monarchia; gli elettori, probabilmente abbandonerebbero Turati, se egli avesse voglia di divenirlo! • I nostri buoni amlol nonché .... alleati. Dunque il nuovo cancelliere Tedesco Bethmaon Hollweg ba visitato Aehrenthal e dal colloquio è risultato, paré, questo bel fatto: che è necessario che le relazioni più cordiali sieno sempre mantenute fra le nazioni della Triplice. Ciò che, data l'alleanza, parrebbe una cosa tanto evidente da non avere bisogno di voti o di dichiarazioni in proposito. Quanto, attualmente, sia utile all'Italia partecipare ancora alla Triplice non è qui il caso di discutere ; ma siccome ormai nella Triplice ci siamo bisogna che gli impegni assunti da noi sieno scrupolosamente mantenuti e , in verità. , nessuno può dire che non gli manteniamo e anche troppo. Se del caso crediamo che la esortazione alla necessità di una stretta collaborazione Italo-Austriaca ~ia piuttosto utile ai nostri cari alleati e vicini. In molte questioni d'Oriente, in rapporto a relazioni di potenze Europee con la Turchia il concorso dell'1talia è indispensabile ~Ilo svolgimento della politica delle altre due potenze della Triplice, con quanto nostro vantaggio sarebbe da vedersi, sarebbe forse anche discutibile; ma questo, ora, non importa. E se , sotto certi punti di vista, non ci possiamo dolere della Germania., salvo che per i gravi oneri militari che c' impone, non crediamo che altrettanto si possa dire dei metodi e della condotta .dell'Austria a proposito di cortesie verso noi a gente di nostra stirpe. Infatti nulla si fa dalle classi dirigenti in Austria, nè a.Ila corte, nè al governo per conciliare l'animo nostro trattando i nostri connazionali soggetti all'Austria in modo semplicemente equo. Già il fatto che i Croati godono di tutti i favori e di tutte le protezioni in confronto agli Italiani , anche quando esercitano prepotenze e violenze ingiuste contro gli Italiani stessi, non depone a favore del buon animo dei nostri alleati. Ora poi ricominciano le agitazioni per la soluzione ael problema universitario , ed a queste si aggiungono anche le altre agitazioni per la istituzione della scuola magistrale slovena a Gorizia. E l'ingiustizia in questo è patente. Mentre ai regnicoli di schiatta Italiana si negano scuole di lingua italiana si concede una scuola slovena, in una città Italiana, dove di scuole slovene il bisogno non è affatto sentito. Intanto il governo continua a menare in lungo la questione della Università Giuridica Italiana a Trieste che sarebbe veramente utile ed è molto desiderata; che sarebbe anche un atto di cortesia verso di noi, poichè-sia pure senza velleità irredentistiche - noi non possiamo a meno di pensare che i cittadini di Trieste sono Italiani. E se si aggiungono a ciò le provocazioni croate, e le assurde ed ingiuste perquisizioni di case di Italiani, gli ingiustificati arresti di Italiani e i processi del Trentino, iui,omma tutte le piccole e granò.i offese che sono costantemente arrecate al nome ed alla nazionalità italiana dalle autorità austriache, noi non possiamo a me~o di pe~sare e convenire che chi ha bisogno dei savi cons1gh del Bethmann-Hellweg sono i nostri cari a.miei ed alleati e non noi. + Per una smentita di Luigi Lodi. - L'amico Lodi dopo essersi occupato coli' nsata garbatezza dell'articolo della. Rivista sull' Est1·ema sinistra e di un altro di Colajanni sulla Ragione iu un numero successivo della Vita pubblica una smentita, che ha la forma di un com11nicato, a certi accenni nostri sull'a7.ione dei radicali nella composizione del ministero Sonnino. Noi potremmo rispondere in modo esauriente; ma se insistessimo su questo punto chi sa quali diaboliche intenzioni ci si attribuirebbero. Noi, perciò, per 01·a tacciamo, mantenendo immutato ciò che altra volta abbiamo scritto per semplice amore R.lla verità senza la benchè menoma influenza di simpatie o di antipatie per questa o quell'altra persona. + Gll ultimi episodi della dellnquenza bancaria In Torino. - Ci perviene Il Grido dP;lpopolo, il giornale socialista di Torino cou l'articolo se gnato: Disfruggiamo le forze dell'affarismo torinese in cui si denunzia la scandalosa condotta. della Procura Generale di Torino, cni si R.ttrib11isce il proposito di volere operare il salvataggio degli accusati potentiss1mi negli scandali delle •Società Croizat-Peugeot e Fiat. Lo scandalo consisterebbe in questo: il giudice istruttore con una coraggiosa e I acida ordinanza rinvia va a giudizio, insieme ad altri accusati il Comm. Dono, pezzo grossissimo del mondo bancario torinese, di cui l'ordinanza dice: e La posizione sociale del comm. Donn, la sua professione di banchiere, le cariche di ainmini~tratore di primari Istituti , che lo pongono tra le più spiccate individualità del!' alta finanza, la presunzione quindi incontrastabile che egli debba conoscere le norme della legge snlle Società, gli usi del commercio, le '."'ratiche e le forme contabili ed amministrative, l'avere egli stesso fondato la. Società. fatto acquisti per essa, presieduto a tutte le adunanze delle Assemblee e del Consiglio, nelle quali si trattavano gli affari, gl'interessi più vitali della Società, l'averne presentato la situazione, studiato libri e bilanci, l'essere stato iJ depositario delle cauzioni, dei fondi della Società, l'avere avuto qnoti~iani rapporti coll'amministratore delegato, sono tutte circostanze che escludono qualsiasi difesa che possa imperniarsi sopra errore od ignoranza>. Poi aggiunse in quanto al modo di amministrazione che nell' istrnttoria vi sono fatti di gravità tale che non si comprende come non abbiano potuto dar lieogo prima d' 01·a ad azione di responsabilità. Ebbene chi lo crederebbe? Contro questa ordinanza, ha sollevato opposizione il Procurator Generale della Corte di appello Margara perchè si tratta di un falso .... ideologico o intellettuale e non di un falso mate,·iale. Ma lo strano e il grave è q ueJto, come osserva Il Grido del Popolo: la Procura Generale non interviene di regola che quando siano assolti imputati della cui reità è convinta. Rarissimamente interviene nei casi opposti ; tanto che a Torino questo intervento della Procura generale in difesa degli accusati non ha pre• cedenti. La Regia Procura e il giudice istruttore hanno del pari proceduto correttamente verso gli amministratori della Fiat delle cui gesta meravigliose si è occupata tutta la stampa italiana, riproducendo i brani più salienti della requisitoria pubblicata dalla Stampa di Torino. Ora il precedente dt::e Oroizat-Peugeot pare che debba essere invocato, colla complicità d~lla Procura Generale, che ha indicato agli accusati colla sna opposizione la via da battere per riuscire al salvataggio.
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