RIVISTA POPU ....J. \l{E 455 polo greco ; ma sibbene la Casa Reale di Grecia ed i suoi principi. Certameote l'avvenire, per la Grecia, è molto oscuro; ma la situazione non è stata creata oggi; quello che oggi accade, la partenza del Pri!1cipe Costantino, e forse - fra breve - l'abdicazione di Re Giorgio, non sono che la risultante logica fatale, della situazione creata dal He Giorgio stesso, troppo ligio - anche contro gii intere8si del peese sul quale regna - alla politica ed alla diplomazia europea: che non e poi la più utile ai piccoli Stati. + La reazione In Spagna. - Oh ! non bisogna dubitarne. Questa voi ta monarchici e preti - i preti speciaimente - tengono bene il Ferrer fra le unghie, nè se lo lasceranno scappare come la volta precedente. Questa volta chi « gfodica e marda:. è la Commissione Marziale e questa non ha bisogno per condannare a morte di sapere la verità. Anzi le interessa proprio non sapere la verità dei fatti, e saper bene • a uella delle intenzioni: Or chi non sa che le inten- ~ioni, le opinioni di Ferrer erano tutt'altro che clericali? Chi non sa che a lui, ed a lui solo , si dev? il magnifico movimento educativo in Barcellona i:1. ed in tutta là Catalogna poi? Chi non sa chb .- 11 fondò scuole, pubhlieò opuscoli, suvvenziouò gioruf ', insegnò, parlò, agi tentando con tutte le sue forze di strappare le coscienze sp:1gnuole al giogo del prete? Chi non sa che egli volle - con tn tta la energia di cui egli era capflce - liberare i snoi connazionali ed il suo paese dalla politica vergognosa, 'I dall' abrutimento sordido resul tati dal potere dei preti? I preti - il governo dei preti in tricorno e kepl - ha rovinato la Spagna e gli Spagnoli. La più fiera e cavalleresca delle nazioni e stafa convertita da coi:1toro- in nome del loro Dio - in una nazione di pezzenti e di bruti. Ferrer voleva a codesta vergogna strappare il suo paese e colpiva alla radice ,. al clericalismo, al prete il nemico d'ogni I uce, d'ogni sapere, d'ogni civii tà. Ed i preti esnl tano ora che lo banno fra le loro diaboliche grinfie. Forse è bene ricordare. Dodici anni fa, una fiera agitazione fo promossa in Spagna dal Ferrer a favore degli incarcerati di allora nel Castello di Montjuich. Erano anarchici accusati di cospirazione e di lanciamento di bombe. Q11asi tutti innocenti dei delitti loro addebitati_ 1 ma colpevoli di es~ere anarchici ed anticlericali , anticlericali sopratutto. Ferrer svelò le nefandezze del governatore del castello, il famigerato Portas, e dinanzi alia commozione ed allo sdegno dell' Europa le porte della tetra galera si aprirono per alcuni degli accusati. Troppo tardi I Si videro arrivare a Parigi ed a Londra uomini che raccontavano orribili torture subite per la sete - giorni di digiuno segui ti da pasti di baccalà secco e salato 8enz' acqua; si videro arrivare uomini dalle parti genitali infrante 1 le unghie strappate, le piaute dei 11iedi bruciate, le schiene solcate da profonde ferite di staffile d'aeciaio. Per un'istante, fo in Europa, un fremito di commoLione ed un urlo d'ira: poi altre cure intervennero, si fece intorno ai torturati il silenzio ed i preti e governatori e governanti di S1lagna continuarono a pregare e servfre il loro truce Iddio di vendetta. Oggi paurose voci circolano di nuovo a proposito del castel!o di Montjuich : si parla di torture per far confessare i prigionieri, proprio come allora, di uomini fust;gati : un uomo è stato condotto alla fucilazione imbavagliato: µerchè? Chi è il Portas attuale? Ma la voce nera di Ferrer è solì"ocata, questa volta, dentro una delle celle Borde della bastiglia barcellonense. Fon;e in questo stesso momento , Ferrer cade sotto la fucilata dei servi di Dio e del Re. Eppure è bene lo si sappia: Ferrer nei giorni della rivolta non era a Barcellona : non prese parte alla lotta : Ferrer non era, non è mai stato un partigiano della violenza: era, è stato sempre, semplicemente un nemico del potere pretesco, un'anticlericale: un' anarchico idealista, e nella pratica e nell'azione nient'altro che un' anticlericale. Il più logico , il più fiero, il più attivo fra gli anticlericali di Spagna. Per questo i preti lo vogliono morto. La s11a parola è stata seme di messe rigogliosa , la sua o• era è stata solco profondo ne la sua terra, la Slh ;ta era apostolato; per questo i preti lo vogliono m • . Avevano cercato di ca! unniarlo e non vi erano ri 1 : t.i, troppo chiara a.Ila luce del sole era la sua vita, e v·oppo pura: per questo i preti lo vogliono morto ; egli , non servo di Dio, è con la sua vita pura una fiera rampogna alla loro corruzione. Egli insegnava leggere, a insegnava a seri vere, apri va le intelligenze alla vit··, i cuori alla speranza, i cervelli al sapere ; per guest(J i preti di Spagna lo voo-liono morto. E con lui quelli che come lui per1saro;o colpevoli dei fatti violenti o colpe.voli so o ài essere anticlericali. Ah! i preti di Spagna esultano della bella 0cca.sione che è capitata. loro nelle mani Sbarazzarsi con tanta facilità degli avversari. 01 pensa te? Fino al giorno 9 Svttembre 442 fucilati ; e la serie non è chiusa ancvra. Più di quattromila arrestati aspettano il loro turno. I combattenti non furono tanti; ma non importa; gli anticleri ali erano parecchi di più. E le ambasciate di Spagna sporgono notizie calun niose e denaro - il buon metodo pretesco che riesc1--) sempre - a carico di Ferrer, degli anticlerical" arre stati e dei ribelli presi con le armi alla mano. E sta bene I L'albero della libertà. ha biso uo di bagnare le sue radici nel sangue , prima di eé.tollere al sole la chioma gloriosa. Ma vengono poi, r,oi vengono le ore del redde 'rationem e non si dolgano allora, i preti, se la popola:.:.ione che essi hanno abrutita, sollevandosi, una volta suprema per tutte , uou saprà contro di loro ao-ìre in altro modo che quello che da loro fu insegnat~ : qui de gladio vulnerit, de gladio perit. NOI Anco~r~all'aziane ~ell'Estr~ma sinistra (Programmit,emperamentei daltri amminicoli) Luigi Lodi, il forte e· sereno polemista, non poteva darsi per vinto ed ha risposto all'articolo n'.)- stro e ad altro di Turati , col quale in qualche parte ci troviamo di accordo. . . Noi replichiamo, non per amore d1 polemica, m~ per chiarire meglio qualche punto, per ten tar_e d1 toalierè qualche illusione, senza prèoccuparc1 se an~ici ed avversarii, in buona o in mala fcJe, potranno insinuare che la nostra opera riesce di giovamento al rninister Giolitti. Luiai Lodi s'intrattiene in due numeri della Vita e dell\uticolo nostro e di un altro di Turati nella Critica sociale del 1.0 settembre. Cominciamo dal secondo per dichiélr:ir-:i in -,ran parte di accordo colla nostr~ crit'ca sull_a utilità e sulla funzione dei programmi, eh, Turatl 11:1avuto il torto d'invocare, quasi come base per la iutura lotta parlamentare. « Il programrna è, scrive « panni a cui , per lo I iù , « che, a certe ore di una « di portare ». il Saraceno, l' attaccasi appènJonu gli abiti ~agione , r esce noioso
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