454 RIVISTA POPOLARE proclamato, vuol dire eh' essi erano bt:n sicuri di sè e del loro buon diritto. E 9u11ndo la battaglia è ingaggiata, essa può durare guanto è necessario perchè una delle parti pussa dirsi vincitrice e i'altra vinta. Noi siamo più freddi , è vero, ma per questo siamo più fattivi. L'entusiasmo dei vostri paesi è fittizio, dura due o tre giorni non più: è come una carta che brucia subito, troppo presto, e non lascia per ricordo che cenere sporca. Parecchi di coloro che prendono parte aJ uno sciopero , in Italia , non sanno a fondo le ragioni dello stesso: è un indefinibile trasporto che 1i spinge a scioperare, a s:el')dere in piazza , a tumultuare per due o tre giorni. Gli operai svectesi , invece , pensano , s' informano , discutono , ragionano, sanno. Così solo si possono seriamente intraprender~ delle lotte. Vedete, anche mia madre, che lavora in una fabhrica, mi scrive oggi che l'entusiasmo è immenso, la com• pattezza commovente. I padroni hanno messo sulla porta dello stabilimento, un avviso col quale si accettano le nuove i<icrizioni. ~ Nè io, nè nessuno - mi seri ve mia madre - ci siamo presentati ». E questo stato di cos :! durerà ancora per lungo tempo». Ed ecco come e perchè in Isvezia non avvengono eccidi ....... che pure non riuscirebbero, forse, sgraditi al governo svedese ch'è il più aristocratico della Scandinavia. Quale insegnamento pei socialisti italiani, fatta eccezione di Morgari, che prese il toro per le corna per fare del proleta,iato italiano qualche cosa di 8imile al proletariato svedese; pei socialisti che vanno almanaccando su certe leggi tragicomiche per evitare gli eccidi i + Albanesi e Giovani Turchi. - Il fenomeno della Turchia sorgente a libertà costituzionale fu interest:!ante in se stesso; rna lo è più ancora per il segnito ed i diversi fatti ai quali ha dato luogo. Lasciamo da parte la indi pendenza della Bulgaria , la q uestioue - ormai chi usa - della Bosnia-Erzegovina, l'altra, ehe si riaprirà fra breve, di Creta. Di tutto ciò e di altri fatti relativi a politica estera della T11r· chia ci siamo occupat,i di volta in volta: ora è piuttosto ciò che accade all'interno che è degno di. attrarre la nostra attenzione. Si sa che gli AlbaoeAi sono i più fedeli seguaci del Corano, i musulmani più devoti, ed erano i più fidati eoldati del Sultano. I suoi giannizzeri e zapUè erano Albanesi. Da ciò, derivano sotto l'antico regime una f:iituazione speciale per gli Albanesi della quale es::li profittavano molto· materialmente e moralmente. Erano considerati, si può dire, la prima popolazione dell'Impero. I favori più alti toccavano a loro, e i posti più remnuerativi erano, quasi di diritto, conferiti a loro. In quasi identiche coudizioni si trovano gli Arabi dello J emen, con q ue8to di differenza che se non erano q uefiti . ultimi, i più vieini al Sultano come funzionar1i e come soldati godevano peiò, nel loro paese, di una tale e cosi larga autonomia, che li compensava spleodidaweute del non essere a. diretto contatto col Sultano. La Cubtrtuzione, µareggiaudo nei diritti Lutti i :-:iudd1ti dell'lwµero, è i:;tata una solenne tegola su i loro privilegi , e si capisce ehe nè gli uni, nè gli altri non ne vogliono sapere. Un mnsulmauo considerarsi e convenire anche p~r legge c11·egli è l'eg11ale d'un cane di C'rLstiano? No; via µer uu' albanese q ue:Ha è nn po' troppo forte ; e per un Arabo-devoto e credente-questa è più forte au- ~ora. Di qui la rivolta, la duµl,ce rivota che. specialmente nello J emen, non sarà facilmeute domata. Mù ciò che è anche µiù significativo e l'atteggiamento assunto dai .J-iovani Turchi nell~ presente situazione. 1Bs8i irubevuti d1 idee moderne, europeizzati quasi, educati in modo e con idee dell'occ1deute sembrano non capi ·e più affatto la mentalità~ musulmana. Si capisce che non possono ammettere che debba tornare in vigore il Cher1at - che dona agli Al bane:,i tanti pri vilegii - nè che al nuovo regime possa essere sostituito l'antico o qualche cosa di simile; ma che e!:lsi S6mbrino di partir.o preBo urtare gli Albanesi in modo da mettere le ragioni della situazione, e della rivolta, daìla parte loro, qnesto è un po' r!ici':tmo .... puerile. E colpevole è la condotta delle loro truppe nel la repressione della rivolta. Gli Albanesi non sono stinchi di santo, ma la efferatezza delle truppe di H<1kky Iley è tale che la generale rivolta albane:;e è più che giustificata. Eµpoi c' è una q uistione materiale cbe ha pure la sua certa importanza. Si capisce che agli Albane:-1i non potevano essere lascia.ti tutti gli antichi privilegi, ma escluderli da tutte le fonzioni governati ve, alte e ba~se, q ae;;to è stato uu po' troppo. Que::;ta e la questione µoli ti/Jareligiosa formano il snb::ltrato della rivolta. I Giovani Tur~hi sembrano non avern capito, che nutrirsi di libertà alla europea - dove c'è libertà - era per il popolo turco pigliarsi delle indigestioni. ~ questo è proprio il caso. Ritirare la Costit11zione dunque? No certo; ma s,dattarla in modo, con l'aiuto di ::rnggie od oculate autonomie, adattarla in modo che tutte le varie pop·1lazioni e razze turche se ne p >te-;sero servire, e potes::1ero profittarne. Invece data a tntti la stessa forma si compreude che c'è chi ne può usare sapientemente; e chi non Sn.- tale qual' è -- servirsene Rffatto. Di qni la rivolta nelle due provincie; rivol_ta che potrà anche essere domata, ora, dalle truppe dei Giovani Turciii, wa che serpeggerà per i! p,te:::;e, preµarandosi ad un altro scoppio, se i Giovani Turchi, corno sembra, non riusciranno o non vorranno derimerne le cause. E questo sarebbe abbandonare u11 po' del loro esagerato europeismo ed adattare la Costituzione ai popoli che la debbono vivere. Perchè questi o qnella nè in Albania nè altrove si p0tìSOno adattare. + Ha f'atto f'agotto - Il Principe Costantino, ereditario del trono di Gre~ia. è stato costretto ad andarsene, e con l11i gli altri membri della casa Reale che erano nell'esercito greco. I nodi 8tretti da tanto tempo sono finalmente venuti al pettine. A. V. disse jn queste stesse colonue del signiticà.to del pronunciame1.J.todegli ufficiali; ora dobbiamo registrare che codesto pronunciamento ft: la reazione salutare provoc/lta dal disgusto e dall'ira di sapere la Grecia mantenuta nelle deplorevole condizioni di quindici anni fa. Le sconfitte che la Grecia ebbe a subire dalla Turchia furon dovute non ::10l0alla superiorità numerica e valorosa dei 'rurchi; ma anche aila impreparazione colpevole dell' esercì to greco. E non solo , ma si accusò allora la famiglia reale, di non es:,ere addolorata per le sconfitte, anzi ci fu chi, parlando alto e forde anche ingiusto , accusò il re e::i i principi di volere quel le sconfitte per compiacere alla diplomazia europea. Nat11ralmeote la voce fu smentita; ma la condotta dei capi del!' e8rrcito greco - e 80110 i principi reali ed il re - uon è stata tale da dare la smentita dei fatti a quella voce L'esercito e la. martna della Grecia versano in condizioui deµlorevoli : u1ale a.rmati, m,ile organizzati, male istruiti; non adle➔trati cbe alla vana. parata, ed armati non per altro che per offrire p~ete.:iti di guadagno ai forni tori. E la colpa principale d: ciò ricade sul Diodoco, che era il capo dell'esercito. Il di1:,gu8to per la condotta di q nest,o indi viduo, i 1 rancore delle sconfitte patite e ltt. cortezza di patirne ancora se caso di guerra fosse: l' affare di Creta, solenne delu::;ione di tutte le speranze dei Greci, tutto ciò doveva neces~ariamente condurre alla protesta e forse a qualche cosa di pegg,o che ad un pronunciamento per chieJere la radiazione dei principi Reali di Grecia dai ruoli dello esercito: gli ufticiiili sono sta.ti modesti ! Ora si dice che la tirannia militare !:lisostituirà al disordine dell'a1uministrazione civile, e sarà disordine di un altro genere. Potrebbe ancbe darsi, anzi non facciamo difficoltà ad amtuettedo: ma di chi la coìpa ? Non gli ufricir:.li hanno creato q ue::ltOstato di cose; non il po-
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