Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XV - n. 17 - 15 settembre 1909

RIVISTA POPOLARE 453 cercano ben altro. Dopo che l' amore cessa di essere un atto animalesco, tende alla soddisfazione di irnntimenti e di appetiti che trovano fuori 0alla procreazione la loro ragione e il loro fine. ~' dunque fatale che colla parte dell' a.more si sviluppi la c11ra di regolarne gli effetti ,. . « Siu qui i contadini e gli operai, male infor1uat1, dovevano subire tutte le conseguenze dei loro magri piaceri di amore. Ogni anno le loro donne davano il carico di un nuovo figlio; e alla µrima avventura le loro figlie erano gravide ,. . e La società capitalista vi trova va il suo profitto. L'iuesperienza delle classi lavoratrici alimentava la riserva di uomini in cui la guerra e l'indui;tria attingevano largamente , . ~ Al contrario le classi dirigenti, le pe1·sone ben pensanti, tutti quelli che attualmente s' indignano contro il neo-maltusianismo, usava.no le pratirhe che denunziano come del1tti e abbommevoli attentati contro la patria e l'umanità! ..... » e Le classi ben pensanti non dovov::rno difendere il patrimonio contro la soverchia diviRione? E' possibile che una donna giovane, graziosa, elegirn te e r;cca debba continuamente star lontana dalle riunioni mondane? E' ammessi bife che la freschezza, J a. sveltezza, la salute siano sacrificate sull'altare della maternità? ...• e Ed è qul che apparisce l'ipocrisia di questi pretesi moralisti, che predicano il dogma della procreazione volontaria; percbè non è che a.i poveri che essi negano la libertà di amare senza procrea.re. I loro figli hanno delle maitresses; ciò non li indigna; la gioventù bisogna che passi . .Ma che essi si gnardino bene d'irnpegolarai in un figlio naturale ! , Il congresso del Sindacati a Parigi - Congresso inter111:1.zto11ale.Rivista dunque di forze, eì urto di idee e d1 sistemi, chè non tutte le organizzazioni sinàacaliBte benchè federate e concordi nello scopo f-ioale, ed anche su rerti postulati generali, non sono poi perfettamente concordi nei metodi di lotta. Fatto, dt->I resto normalissimo questo, poichè bisogna considerare che non tutte le p0pùlazioni sono arri vate ad identica situazione di sviluppo sociale. Presso alcune nazioni certi diritti delle classi lavoratl'ici sono conosciuti mentre non lo sono in certe ai tre; e le massa operaie di alcune na'.lioni si trovano di fronte a problemi che le al tre ignorano , e probabilmente ignoreranno sempre, come , per e-3empio il problema <iella terribile disoccupazione cronica che affligge l' Inghilterra. Mentalità diverse, temperamenti e caratteri diversi esigono, impongono anche , metodi d1 lotta che sono diversi secondo i paesi dove devono e possono essere impiegati, Ora il Congresso internRziou·ile dei Sindacati ha avuto appunto il resultato di dimostra.re che in una stessa organizazione possono avere vita ed efficacia diversi metodi di applicarne le forze, Nel Cougresoo intanto i francesi hanno fatto triste figura. per la paura della presenza della stampa ; e J aurès ha deplorato che siano ben pochi i sindacalisti organizzati, che vorrebbero rappresentare i lavoratori della Francia. Se mettiamo in relazione questo congresso con q~elio tenutosi qualche giorno dopo a L~ndra delle 1 rades Unions Ingìesi, viene fatto di osservare immedi~ta.men te che la classe operaia si è da tempo incammrnata. sopra una via diversa assai da quella da cui mosse, con I' Associazione Internazionale dei Lavorat~ri, i primi passi verso la propria emancipazione, E' diventata più pratica : non ha perdnte - giova sperarlo - I~ antiche idealità. di libertà e di giustizia che la sprnsero ai nuovi passi, ma di queste idealità essa ha materiato tutto un mcvimento che - apparentemente - non cura la giustizia., non tiene conto della libertà ideali, ma si basa su interessi pratici e positiv;, interessi di educazione, di benessere , di igiene, di sala.rio i quali, in nltima analisi e sia. pure insensibilmente sono forme di giu'ltizia e devono condurre a libertà. Difa.tto nel congresso nazionale delle Trades Unions si sono agitate le q 11est1oni della istruzione laica; della istituzione di cliuiche gratuite; della riorganizzazione della indnst,ria nazionale su la base cooperati va. Il cooperativ1c;mo - dei quale ora anche in ltn.lia si cominciano a nconoseere i vantaggi , e che fu cosi asprameute comha.ttut,) dalla Internazionale e dal partito socialista della prima epo..1a-è stato sempre considerato in Inghilterra. come un valido aiuto alla emancipazione della cl,1,sse lavoratrice: ora poi il nuovo bilancio democratico del Lloyd-George offre al cuoperativi:imo stes➔o una base più larga. e maggiori opportunità e gli operai tendono a trarre partito dalla nnova sit1u1ziune. Ln Hp1rito del Conp:resso delle Trades Unions inglesi, poi , si è maggiormente rivelato nella difesa energica dbl bilancio di Lloyd George per bocca del Presidente e dì Keir Hardie. I sindacati continentali si sarebbero vergognati di approvare e lodare nn atto di un governo borghese. Ed al congresi:10 dei s111dacati a Parigi questa tendenza pratica. a valen~i delle opportunità del momento si è ri vel!'I.ta con molta chiarezza. Si sono scartate francamente le proposte che avrebbero potuto indebolire l'azione dei sindacati, come quella della organizazione dei congresbi op1-1rai intero.azionali, per tenersi a quelle più pratiche che tendono a ricostituire fra i vari membri dei sindacati l' Internazionale operaia. Ora à appunto questo il fatto materiale; il passo ·1ungo su la nuova via è proprio questo, se guardiamo ai risultati che può avere di una azione concorde e simultanea. dei sindacati delle divers~ nazioni. Ed a. q nesta azione apµunto ha voi nto alludere uno dei delegati danesi, qnando ho proposto che in caso di una minaccia di guerra, le organizazioni vedono e provvedono d'accordo ciò che potrebbe e'lser fatto per scongiurare il pericolo. Naturalmente c'è stata discubsione su questo punto ; nè la proposta è stata accettata nella sua integrità; ma tornerà sul tappeto al prossimo congresso e tìuirà per essere risolta nel sent:io proposto dal Danei,e , perchè così vogliono la logica delle cose e l'interesse dei lavoratori d1 tutto il mondo. Gli os. ervatori superfic•iali hanno sentenziato che questo con~resso è stata la ri velazionEI del poco accordo regnante fra i sindacati; non hanno vednto però che il vero accordo che non è mancato , nè manca sta nella identità dei principi e dnlla volontà dei sindacati; e • questo più che le µarole e le interpretazioni più o meno larghe dei regolamAnti, questo è il fatto che conta davvtro. + Gl'insegnamentl dello sciopero svedese. La 15raude battaglia del i,l\iù,\J pare che sia terminata. Non ci sono stati proces::iati feriti e morti. Merito d 1 governo civile? Ah ! no. Merito di coloro, che parteciparono allo sciopero ; e furono parecchie centinaia di migliaia. Constatiamolo colle varole di un operaio svedese, Karl Hellstrom, il q nale iutervistato da un reùattore dell'Avanti ha. fatto queste intereasantissime ed istruttive dichiarazioni : 11 Il l.omitato direttivo dello sciopero ha proibito agli sciope - ranti di bere birra, spinti, liquori. E la proibizione è rispet• tata. Cosiéchè non si potrà dirt: che gli scioperanti sono un branco di ubbriaconi. Nc:ssuna dimostrazione è stata ancora fatta per le strade; l' ordine è perfetto; non un sass è stato ancora scagliato, nè lo sarà ,i. « Da noi lo sciopero è considerato come un'arma formidabile se bene usata. Non se ne fa uno ogni tanto, ogni mese, come da voi italiani, anche per cause piccole , anche se impreparati. Nella Svezia i nostri operai pensano anni e anni prima di proclamare lo sciopero generale. Ma quando l'hanno

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